XV

Dopo Venezia andammo a Firenze. Dory ci portò in giro per tutta la città, spiegandoci ogni cosa, pareva conoscerla alla perfezione e quando la interrogammo al riguardo alla fine cedette.

-Ci sono stata un paio di volte...sapete, prima di sposare il principe avevo un innamorato di queste parti, così obbligavo la mia governante a venire qua con la scusa di cambiare un po' l'aria-

Lolò ci seguiva, nascosta sotto un ombrellino di pizzo, che proteggeva la sua pelle candida dal sole. Era vestita così elegantemente che pareva quasi parte della famiglia e non una domestica, inoltre si atteggiava come una nobile, unica pecca era il suo odio per le statue, aveva infatti la superstiziosa certezza che avrebbero preso vita e così si portava ogni due minuti il crocifisso alle labbra in un gesto di rispetto e sussurrava una qualche preghiera in latino.

-Non vi mangiano certo- la stuzzicava Dory che ormai era in guerra aperta con lei.

Lolò non le rispondeva, come se fosse stata lei la vedova di un principe e non avesse potuto abbassarsi a parlare con gli altri comuni mortali.

Fummo ospiti di molti personaggi celebri e rappresentanti di antiche casate. Pareva proprio che ovunque andasse Dory conoscesse tutti e ricordasse la vita di tutti. Bastava infatti passare per una via e vedevi qualcuno che la salutava o si fermava a parlarle. Quando poi eravamo sole zia ci raccontava tutto sulla vita di quella persona, con un sorriso divertito.

Fummo anche invitate a casa di un conte. Oh, com'era bella quella villa! Fuori da essa era stato costruito un immenso labirinto all'interno del quale io e Lotte ci divertimmo a rincorrerci, a perderci e a ritrovarci. Lolò non volle entrare con noi, sostenendo che il nostro era un gioco troppo infantile, così fu Dory che, ridendo, si lanciò in quella folle avventura, come se fosse una ragazzina.

Come ci divertimmo in quel labirinto! Ci mettemmo quasi tutto il pomeriggio a trovare la via per raggiungere la torretta che si ergeva, superba e splendida, al centro di esso. Quando finalmente ci arrivammo ci lasciammo cadere stravolte sulla panchina di legno che si trovava al piano terra.

-Che bel posto- esclamò Dory, buttando indietro la sua chioma, che in quel  momento appariva così bionda da sembrare quasi bianca –il conte mi ha assicurato che dalla cima della torre si vede tutta la città...l'altra volta che sono venuta qua non sono mai salita fin su-

-Allora dobbiamo assolutamente salire- esclamò Lotte.

-Certo, ma fatemi riposare un attimo! Voi ragazze siete così giovani e piene di energie! Un tempo ero anch'io così...sapete che c'è una leggenda legata a questa torretta?- e restò in silenzio, guardandoci maliziosamente.

-Quale?- chiedemmo io e Lotte insieme.

-Oh, come siete curiose! Va bene, ve la dirò, pare che qui abbiano rinchiuso una bellissima dama...affinché qualche sventurato non cadesse nelle sue grinfie, era infatti una terribile strega, pare che il suo fantasma giri ancora n questo labirinto nelle notti di luna piena...è la Dama Bianca della famiglia-

-Un po' come la nostra Jolanda- dissi.

-Esatto, proprio così-

-Che storia- mormorò Lotte.

-Di sopra dovrebbe trovarsi ancora la sua camera da letto- ed in effetti scoprimmo che al piano superiore si trovavano un letto a baldacchino e un comò.

Scoprimmo inoltre, una volta scese, che c'era le iniziali di diversi nomi incise nella parete esterna della torretta.

-Cosa sono?- chiese Lotte.

-Le iniziali di chi ha visitato questo luogo, è tradizione che le si scrivano lì...da qualche parte ci devono ancora essere le mie...le ho scritte molto tempo fa...là- e le indicò.

-Dobbiamo incidere le nostre allora- esclamò Lotte.

E così facemmo...le mie le incisi accanto a due lettere particolari: A. K.. Erano le iniziali di Albert? Avrebbero potuto esserle.

Fu il giorno prima di partire da Firenze che successe una cosa strana. Stavamo passeggiando per il centro quando un uomo, un bell'uomo dal portamento distinto, si fermò e fissò Dory. Mia zia si bloccò un attimo, poi divenne rossa e abbassò lo sguardo. L'uomo restò immobile, aprì la bocca come se volesse dire qualcosa, poi una donna, che teneva per mano un bambino, lo raggiunse. Il volto di Dory si trasformò e divenne quasi una maschera di rabbia...non l'avevo mai vita così. La trasformazione durò poco. Un attimo dopo Dory era tornata normale.

-Andiamo, ragazze- disse solo.

Credo che quell'uomo fosse l'innamorato di cui ci aveva parlato. Ovviamente non posso averne la certezza, non ho mai chiesto chiarimenti in proposito e Dory non me ne ha mai dati di sua spontanea volontà, ma qualcosa mi dice che è così.

-Certamente quella donna non era bella come Dory- borbottò Lotte quella sera.

-Per niente-

-Non so come ha fatto a preferirla a lei...gli uomini non capiscono proprio nulla- si lamentò.

Mi trattenni dal ricordarle che Ricky l'aveva preferita a me e che lei, seppur molto vistosa, non era poi più bella di me.

Il mattino seguente partimmo di buonora, lasciando quella città alla quale in seguito pensai sempre con un po' di tristezza, forse proprio per lo strano incontro di Dory.

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