XLVIII

Quando Lolò, scesa al lago con un romanzo, vide Albert temetti che si sarebbe svenuta. Il suo peggior incubo era tornato e giocava con il suo piccolo pupillo. Credo che per poco Lolò non rese l'anima là, sul lago.

-Madamigelle Loredane- esclamò Albert con un enorme sorriso, mentre lei si faceva il segno della croce come se avesse appena visto uno spettro emergere dal lago... e in effetti era uno spettro, solo che non proveniva dal lago ma dall'abisso del mio passato.

-Cosa ci fate voi qua?- chiese, lo sguardo fiammeggiante.

-Perché non dovrei? Ho lasciato qualcosa in sospeso qua- disse Albert con tono provocatorio.

-No, voi dovete ripartire subito, dovete!- pareva fuori di sé.

Povera Lolò! Mi dispiaceva per lei, ma ero davvero felice che lui fosse tornato... e questa volta non avevo intenzione di farlo andare via. No, questa volta no.

-E invece penso che resterò parecchio- disse Albert –e se me ne dovessi andare non sarò da solo- e guardò me.

Arrossii vistosamente mentre Lolò sgranava gli occhi ed era sul punto di scoppiare a piangere.

-A proposito, Vivi, suppongo che tu non abbia mai ricevuto le mie lettere-

-Lettere?- mormorai sorpresa.

-Esatto, le lettere che ti mandavo ogni settimana- guardò Lolò –presumo che siano sparite-

Lolò non rispose e io compresi che fine avessero fatto le missive di Albert. Ricordai la premura con cui Lolò evitava che vedessi il mittente delle lettere che portava con sé.

-Lolò!- esclamai, indignata. Proprio lei che quando ero piccola mi rimproverava se non mi comportavo nel modo adeguato.

Lei si strinse nelle spalle. –Qualcuno deve pur difendere il buon nome della famiglia-

Se si fosse trattato di un'altra persona mi sarei arrabbiata, ma come potevo arrabbiarmi con Lolò che mi aveva sempre trattata come una figlia? Mi sfuggì una risata. Mi sembrava tutto così irreale che quasi stentavo a crederci.

Non so per quanto tempo restai lì, ma a un certo punto il sole iniziò a tramontare e l'aria si fece più fresca. Lolò era già rientrata con Julien. Aveva tentato invano di convincermi a seguirla, ma io avevo rifiutato. Volevo stare ancora un po' con Albert. Temevo quasi che se fossi rientrata non lo avrei rincontrato mai più.

–Devo rientrare- mormorai solo quando il cielo iniziò a colorarsi di arancione e le ombre calarono sul lago.

-Certo- disse Albert –ci vediamo domani-

-Sì, a domani- esclamai, il cuore in gola.

Restammo a fissarci immobili... oh, quanto mi era mancato! Come avrei voluto abbracciarlo, stringerlo forte a me, addirittura baciarlo.

-A domani- mi ripeté Albert.

-A domani- gli feci eco io, sentendomi arrossire.

Fu Albert a togliermi dall'impiccio. Mi trasse a sè e mi baciò. Le mie labbra riconobbero le sue come se non fosse passato un solo giorno dall'ultima volta in cui si erano incontrate.

-Conterò i secondi che mi dividono dal nostro prossimo incontro- mi sussurrò quando ci stacammo.

-Esagerato- lo presi in giro.

Ci salutammo ancora con la mano e corsi al castello. Oh, come mi sentivo, mi sembrava di essere sospesa in aria! Salii in camera per prepararmi per la cena... e trovai Lotte intenta a fare le valigie.

-Lotte, cosa succede?-

Lei scosse la testa. –Ti ho vista con Albert... devo andarmene, non posso stare qua, se lui tornerà io non posso vederlo qua tutti i giorni-

-E dove vorresti andartene?-

-Non lo so, me ne andrò con Robert, forse in Inghilterra, o Francia, non lo so- afferrò un abito e lo buttò dentro la valigia, quindi corse a prendere dei foulard.

-No, non te ne puoi andare... ti prego resta- per un folle attimo avrei voluto dirle che per lei, purché restasse, ero disposta a rinunciare ad Albert... ma sarei stata una pazza a dirle una cosa simile, perché nello stesso istante in cui avevo visto Albert avevo capito che una parte di me era tornata con lui, che io lo desideravo veramente, che volevo lui e solo lui... ed ero disposta a lottare contro Lotte per averlo.

-Voglio solo assicurarmi di una cosa- disse Lotte, in piedi di fronte a me –che tu ti ricorda del giuramento fatto alla nascita di Julien-

-Di non dirgli chi è suo padre, di non dirlo a nessuno- mormorai.

-Esatto, non voglio che lui lo sappia, nessuno deve sapere-

Non sapevo come Albert avrebbe preso questa notizia, ma ormai avevo giurato. -Non gli dirò nulla, anche se non è corretto-

-Non importa cosa ne pensi tu, sono io la madre e non voglio che lui sappia che è figlio di Albert-

Annuii. Non avrei potuto fare altro. Avrei custodito quel segreto fino al ritorno di Lotte. Dovevo farlo.

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