XIV
La vita insieme a Dory era fantastica. Giravamo per le città con una spensieratezza e una curiosità che non avevo mai provato prima. Il mondo pareva sorriderci e sembrava pronto ad accoglierci con le braccia aperte. Per prima visitammo Venezia. Oh, che sorpresa vedere quella città che pareva sospesa sull'acqua! Avevo immaginato mille volte d'andarci, ma mai avevo creduto di poterla vedere veramente, invece era proprio davanti a me, davanti ai miei occhi increduli. Era il periodo di Carnevale e così Dory pensò bene di prendere delle maschere anche per noi, riuscì perfino a farci invitare all'esclusivo ballo del Doge.
-Non vi dimenticherete mai quest'esperienza- ci promise Dory mentre ci aiutava a indossare gli abiti che aveva scelto per noi per l'occasione. Rosa per me, rosso per Lotte, abiti costosissimi, nei quali erano cucite delle pietre preziose. –Sapete, il mio defunto marito amava quest'occasione di fare mostra di tutta la sua ricchezza-
-Sei certa di poterti permettere questi abiti?- le chiesi io, timidamente, ottenendo lo sguardo truce di Lotte che già si guardava allo specchio e volteggiava nel suo bel vestito.
-Certo che posso- rise –posso permettermi tutto ciò che voglio-
A quel punto non dissi più nulla, certa che fosse indiscreto insistere. Lolò, seduta su una sedia, ci fissava scuotendo ogni tanto la testa. Lei aveva rifiutato di partecipare al ballo nonostante le insistenze di Dory, sostenendo che in certi posti una signorina perbene non doveva andare.
-Potrebbe essere la volta in cui trovate l'amore- l'aveva provocata Dory che pareva non provare molta simpatia per lei.
-Una signorina perbene non ha bisogno dell'amore- ed era rimasta così, chiusa in sé stessa.
-Sì che ne ha bisogno- disse Dory, sospirando –una signorina perbene ha bisogno molto più delle altre donne di un uomo che la ami- e si era fatta un po' triste, facendomi temere che la Grigia Malinconia di Lotte avrebbe contagiato anche lei e che non ci avrebbe portate al ballo.
Alla fine però partecipammo e cosa posso dire al riguardo...fu tutto magico, io e Lotte volteggiammo nella sala condotte da cavalieri mascherati...chi c'era dietro quelle maschere? Non lo avremmo mai saputo, ma sia io sia Charlotte ne parlammo per moltissimo tempo.
-Certamente ho ballato con un principe- diceva Lotte, lo sguardo brillante.
Per noi fu come un debutto in società, la nostra occasione per conoscere com'era la vita mondana fuori dal castello e in questo c'era qualcosa di magico. A volte sogno ancora quella notte...e confesso un piccolo segreto, sogno in particolare un cavaliere con cui avevo scambiato qualche parola e che mi aveva stretta con forza...una parte di me è sempre stata convinta che dietro la maschera ci fosse Albert, infatti il cavaliere pareva brillare della stessa luce che illuminava lui...ma questa è solo fantasia.
Qualche volta ripenso a quel ballo.
-Mi sembra di avervi già vista- mi aveva chiesto il misterioso cavaliere.
-Davvero?-
-Sì...forse in un sogno-
-Oppure durante un ballo- avevo mormorato, ripensando ad Albert e a quella notte lontana quando lo avevo ammirato come si ammira qualcosa che non appartiene a queste terra.
-Potrebbe essere-
Porto questi ricordi nel cuore, sono per me come un rifugio sicuro in cui nascondermi quando le cose vanno male.
Fu a Venezia che Dory ci parlò di suo cugino. L'occasione fu una passeggiata in piazza San Marco.
-Una volta sono venuta qua con Giorgio- mormorò, quasi distrattamente.
Su Giorgio, detto Gigi, ne avevamo sentite molte al castello, sempre dalla servitù. Mio padre non parlava mai di lui, nonostante un tempo fossero stati amici.
-Perché non è mai venuto al castello?- chiese Lotte, curiosa come sempre.
Dory si strinse nelle spalle. –Non lo so con esattezza...è passato molto tempo dall'ultima volta in cui l'ho visto...alcuni dicono che sia morto...l'ultima volta che è venuto al castello non eravate ancora nate- sospirò –c'è chi dice che abbia preso la spagnola, che sia stato uno degli ultimi casi...e che sia morto per quella, non saprei-
-Che tipo era?- insisté Lotte.
-Oh, spensierato, decisamente, non pensava mai al futuro...e un seduttore...era venuto al castello dicendo di aver fatto fortuna durante la guerra, di avere così tanti soldi da poter costruire un castello affianco al nostro...tutte bugie, era solo un balordo...un seduttore di fanciulle-
Si capiva dal modo in cui Dory parlava che c'era qualcosa che non voleva dire. Non molto tempo dopo avrei compreso il motivo di tanta reticenza.
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