XIII
E un giorno giunse Dory (la quale aveva modificato il suo vero nome, Doriana, non appena aveva potuto, per prenderne uno simile ma dall'aria straniera), sorella minore di mio padre, donna indipendente, che viaggiava per il mondo. Arrivò di notte, durante il temporale, piena di bagagli, con un vestito bianchissimo, un girocollo con un bellissimo diamante e ancora la fede al dito. Era una donna bellissima, con lunghissimi capelli biondi (ma in giro si diceva che in realtà avesse i capelli rosa e che se li tingesse da quando era una bambina per non sembrare strana), grandi occhi blu, pelle diafana, unghie curate e un vitino sottilissimo, motivo di tutto il suo orgoglio. Aveva sposato un principe francese ed era rimasta vedova dopo pochi anni, ancora molto giovane, ereditando così ben due castelli, una villa a Parigi e tanto denaro da non saperne cosa fare. Le piacevano i balli, la vita mondana, i gioielli, i vestiti, era stata ospite di tutte le persone più importanti della società. Non aveva avuto figli dal matrimonio e qualche maldicente diceva in giro che in realtà il matrimonio non fosse mai stato consumato (probabilmente a causa della veneranda età dello sposo, che lo si sarebbe potuto scambiare più per il padre che per il marito) e che l'incredibile bellezza e giovinezza di Dory derivassero proprio dal non aver mai conosciuto il piacere carnale. C'era invece qualcuno che sosteneva che, certo, il matrimonio non era mai stato consumato, ma che ora Dory avesse un gran numero di amanti, tra i quali si potevano annoverare alcuni degli uomini più illustri e potenti d'Europa, fatto che avrebbe giustificato il suo stile di vita anticonvenzionale e a volte eccentrico.
Venne portando con sé moltissimi regali sia per me che per Lotte. E poi una richiesta.
-Volete venire con me?-
Io e Lotte fummo subito molto entusiaste, oh, come doveva essere bello viaggiare! Per noi, che non ci eravamo mai allontanate dal castello, quella proposta ci sembrava la migliore che avremmo potuto ricevere.
-Quando partiamo?- chiese Lotte, lo sguardo brillante.
-Appena parlo con mio fratello-
E fu così che corremmo immediatamente a fare i bagagli, immaginando quei luoghi lontani che avevamo visto solo in qualche illustrazione.
La nostra illusione si dovette però scontrare ben presto con la realtà. Mia madre riteneva infatti che fosse un po' troppo precipitoso partire così.
-Le ragazze stanno seguendo una formazione, non possono andarsene in questo momento- si giustificò. La verità era che mia madre non si fidava di Dory, la quale aveva una fama ben poco invidiabile. Fu così che ci volle ben una settimana e la complicità di Lolò, che si offrì di accompagnarci e di occuparsi della nostra istruzione (e soprattutto della nostra reputazione), affinché mia madre ci desse il permesso di partire. Prima della partenza ci volle comunque vedere nelle sue stanze per parlare del comportamento che avremmo dovuto tenere.
-Mi fido di voi, ragazze- esordì mia madre, lo sguardo nocciola attento, i capelli scuri stretti in uno chignon –sapete come si devono comportare delle signorine, voglio che voi siate perfette e soprattutto che non prendiate esempio da vostra zia-
E così ci fece partire, dopo che entrambe giurammo che ci saremo comportate come delle vere signorine perbene. Io e Lotte corremmo a salutare la Sposa la mattina stessa della partenza. Dory era andata a trovarla il giorno precedente. Le aveva portato un bellissimo abito di seta, qualcosa di così bello e raffinato che non riuscirei a descrivere a parole. La Sposa ovviamente aveva rifiutato, preferendo tenersi il suo vecchio abito.
-Quindi partite- mormorò soprappensiero quando ci vide.
-Esatto, partiamo- le dissi, sorridente.
Una lacrima parve scendere oltre il suo velo. –Ve ne andate quindi...addio, ragazze, addio-
Quelle parole mi sorpresero.
-Non andiamo via per sempre- intervenne Lotte e c'era una tenerezza nella sua voce che non avevo mai sentito.
-Non importa, so che non mi rivedrete più, per cui addio- e non volle più aggiungere nulla, lasciandoci turbate.
Lotte si allontanò da me e io compresi dal suo sguardo che stava lottando contro la sua Grigia Malinconia e che era stato proprio l'incontro con la Sposa a provocargliela. Temetti quasi che si sarebbe rifiutata di partire, che avrebbe voluto restare al castello, costringendo anche me a fare lo stesso, invece non fu così e quella sera partimmo con Dory verso quel mondo di cui non sapevamo nulla e che ci attraeva inevitabilmente a sè.
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