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Incontrai Ricky a una festa del villaggio. Non ricordo il motivo per cui andammo, non frequentavamo quasi mai il villaggio, preferivamo molto di più le feste del castello, così belle, frequentate da ospiti ricercati. Forse era la festa per il solstizio d'estate, sì, faceva molto caldo. Indossavo un abito bianco, semplice, lungo. Lotte aveva voluto esagerare con un vestito rosso con tanto di sottogonna. Era un'occasione che forse non sarebbe mai più arrivata, vedere un mondo diverso, parlare con persone che non erano mai venute al castello, che abitavano in piccole case, che passavano il tempo all'aperto, che non avevano avuto la nostra educazione...e poi eravamo cresciute con le storie di mia madre e mia zia, loro parlavano sempre del villaggio, delle feste, anche se non avevano mai vissuto lì, infatti erano cresciute in un piccolo maniero parecchio lontano da lì. Io e Lotte parlavamo moltissimo di quelle feste e ci preparavamo per partecipare a una di esse da molto tempo.

-Chissà chi ci sarà- diceva Lotte, andando su e giù per la nostra camera, saltando e ballando. Era meravigliosa con i suoi boccoli biondi che le incorniciavano il volto. Non l'avevo mai vista così emozionata.

La sera prima della festa successe qualcosa che incupì un po' il mio animo. Eravamo infatti in giardino quando vedemmo una figura ferma di fronte a un albero, una donna alta, con un vitino sottile e qualcosa in mano...quando si voltò vidi che il suo vestito bianco era macchiato di sangue.

-Jolanda- mormorai. Il fantasma di famiglia. Lotte mi prese la mano e la strinse, per farci forza. Rideva o piangeva la nostra Jolanda? Non saprei dirlo, aveva una strana espressione...e poi la vidi portarsi il pugnale al petto e colpirsi...un attimo dopo scomparve. Solo tempo dopo compresi che voleva avvertirmi, che voleva dirmi di non andare alla festa...perché lì avrei fatto i conti con la delusione e l'infelicità.

Né io né Charlotte parlammo dell'accaduto...ci sembrava un sogno a dire il vero, un gioco di luci, una fantasia, forse leggevamo troppi romanzi gotici...ci servivano letture più allegre, non spaventate fanciulle che vivevano in tetri castelli e venivano torturate da uomini terribili. Ammetto che con lo spirito della fanciullezza dimenticammo presto quell'evento relegandolo al mondo della fantasia...come avrei scoperto più avanti però Jolanda non era solo una visitatrice passeggera.

Ricordo bene la sera della festa, io e Lotte che camminavamo fianco a fianco, mentre scendevamo per le vie del villaggio, incantate dal falò e dalle stelle che brillavano nel cielo nero...quelle stelle, è la prima cosa che ricordo di quella sera, prima di tutto il resto. La festa era già iniziata e in molti stavano già ballando. Sotto lo sguardo attento di Lolò ci mettemmo un po' in disparte per poter osservare quelle strane creature, come se fossimo spettatrici di una festa delle fate, una di quelle delle leggende.

-Guarda come sono vestiti male- mi sussurrò Lotte.

-Però sembrano tutti così liberi-

-Balliamo anche noi-

Io però mi sentivo un po' meno sicura, avrei quasi voluto tornare indietro.

-Non fare la noiosa, Viola, non dirmi che siamo venute fin qua per guardare la gente divertirsi- mi rimproverò Lotte, quindi mi tirò vicino al falò, in mezzo agli altri.

L'odore del fumo mi colpì con violenza e tossii, abbagliata inoltre dalle fiamme. Feci un mezzo giro su me stesso, ma Lotte si era già allontanata. Qualcuno mi colpì con una gomitata al fianco nella foga del ballo. Balzai indietro ma dovetti spostarmi di lato per paura che il fuoco mi bruciasse i capelli. Ero in preda all'agitazione, il cuore in gola, desiderosa di tornare al castello, quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla. Mi voltai sorpresa e incontrai gli occhi di Ricky. Sarebbe romantico dire che fu amore a prima vista, ma non fu così.

-Sei nuova?- mi chiese solo, un modo banale quanto lui per iniziare la conversazione.

-Sì...no...sì- sorrisi –abito al castello-

Lo sguardo di lui luccicò. –Al castello?-

Annuii.

-Allora non sarai abituata a queste feste-

-Per niente-

-Conduco io-

E così ballammo tutta la sera, ballammo così tanto che alla fine quasi non mi reggevo più in piedi. Mentirei se dicessi che quella sera non fu divertente, che non m'illusi di poter essere felice, di poter essere anche più amata di Lotte...Ricky non ebbe occhi che per me.

I giorni che seguirono furono lieti, Ricky veniva spesso a trovarmi al castello e qualche volta io scendevo al villaggio, sempre sotto lo sguardo attento e non molto felice di Lolò. Ovviamente Ricky non piaceva ai miei genitori, convinti che meritassi di meglio e che lui in realtà mi frequentasse solo per la mia ricchezza...solo una volta mia madre aveva ammesso, seppur con voce non proprio allegra, che quel giovanotto pareva davvero innamorato di me. Nemmeno a Bella pareva piacere particolarmente Ricky e spesso gli abbaiava contro.

In quel periodo Lotte pareva molto distante, parlava poco con me e mai di Ricky, mentre quando c'era lui semplicemente spariva. Ero certa che fosse invidiosa, non riuscendo ad accettare che esistesse un uomo capace di preferire me a lei, solo tempo dopo capii che in realtà Lotte stava per mettere in pratica un piano che mi avrebbe resa profondamente infelice.

I problemi nacquero dopo qualche tempo, quando a Ricky non bastarono più le nostre passeggiate o quel bacio che gli avevo concesso di nascosto, mentre Lolò era distratta a fare tutt'altro.

-Voglio qualcosa di più...la prova del tuo amore- mi chiese un pomeriggio, mentre eravamo seduti sul bordo del lago, con Bella che ci saltava intorno.

-Cosa?- non compresi subito, cresciuta com'ero in un mondo in cui certe prove d'amore le si danno solo dopo il matrimonio e in cui l'onore e la virtù di una fanciulla valgono più di qualsiasi altra cosa.

-La prova del tuo amore- ripeté lui –le ragazze del villaggio danno questa prova...ho aspettato fin troppo-

Fu come se il mondo mi crollasse addosso...allora era per quello che mi frequentava! Altro che amore, altro che ricchezze! Voleva la cosa più importante che avevo! Credo che la nostra storiella finì in quel momento, se mai iniziò veramente, anche se ci frequentammo ancora un po', fino a quando lui non mi scrisse più nessuna lettera e una parte di me si sentì quasi sollevata di ciò, facendomi comprendere che in realtà non lo avevo mai amato. Forse non porterei ancora tanto rancore nel cuore se la storia fosse semplicemente terminata in quel modo, ma presto scoprii che ciò che non gli avevo concesso io...beh, lo aveva fatto un'altra persona, molto vicina a me.

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