VIII
Era un caldo pomeriggio estivo, in cui il sole brillava nel cielo, quando finalmente si fece, in parte, luce sul mistero della Sposa. Io, ironicamente di bianco vestita, e Lotte, splendente nel suo abito verde, che chissà perché mi ricordava quello di una fata, lanciavamo sassolini nel lago. Era lontanissimo il pensiero della Sposa e del suo segreto, ma come sempre nella vita le cose accadono quando meno ce l'aspettiamo.
-Cosa fate qua, ragazze?- ci chiese Betty, salendo, con fatica, il ripido sentiero che dal paese portava al lago. Betty era una delle poche ragazze che potevamo considerare quasi un'amica (o meglio qualcosa che si trovava a metà tra una conoscenza e un'amicizia), abitava giù, al villaggio, e ogni tanto saliva al lago.
-Passiamo il tempo- fu la secca risposta di Lotte. Sapevo bene che considerava Betty una sciocca e spesso la prendeva in giro.
-Posso unirmi a voi?-
-Non l'hai già fatto?- esclamò Lotte, con quella sua punta di irritazione che usava ogni volta in cui le cose non andavano come voleva. In pomeriggi oziosi come quelli preferivamo restare sole, io e lei, quasi due parti della stessa persona. A volte non parlavamo per ore, non c'era un reale bisogno di parlare tra di noi, bastava stare vicine, fissare il lago, lanciare i sassi, osservare le montagne eternamente innevate.
-In effetti- si strinse nelle spalle. Pareva così sgraziata, soprattutto se paragonata a Lotte, così perfetta ed elegante anche con quel semplice abito verde che indossava.
Betty si sedette al mio fianco e osservò sorridente il lago. –Com'è bello, siete così fortunate a vivere qua-
-Sì, è molto bello- l'assecondai io, sistemandomi il mio lungo abito bianco.
E proprio mentre discorrevamo sentimmo delle urla. Betty, non abituata, sobbalzò, lo sguardo terrorizzato di un cerbiatto che è inseguita da un cacciatore. Lotte rise.
-Paura?- chiese.
-Chi è?-
-La Sposa- fu la mia laconica risposta.
-La Sposa? Chi è la Sposa?-
E così le raccontai brevemente chi fosse.
-Davvero? Credevo fosse solo una leggenda-
-Cosa vuoi dire?-
-In paese si parla molto di una donna vestita da sposa, c'è una storia su di lei...non so però se è bene che ve la racconti- e attese un attimo, forse sperando nelle nostre preghiere per sentirla. Betty aveva sempre desiderato diventare nostra amica e cercava in ogni modo di ottenere la nostra stima.
-Stai morendo dalla voglia di raccontarcela- intervenne Lotte.
-Ve lo racconterò- disse Betty dopo un attimo di titubanza.
E così ci disse la storia che veniva narrata sulla Sposa.
-Era la fanciulla più bella del villaggio, ma un giorno s'innamorò di un uomo, un uomo che non avrebbe mai potuto essere suo-
Silenzio.
-Chi era?- chiesi, dopo un attimo di esitazione.
-Forse non dovrei dirvelo-
-Perché tutta questa segretezza?-
Betty non rispose, si limitò a scavare nella terra con le dita.
-Allora?- la incalzò Lotte, lo sguardo brillante di quando desiderava qualcosa ed era disposta a tutto pur di averlo.
-Il signor Louis-
Io e Lotte ci guardammo sorprese. –Il francese?- chiedemmo in coro. Monsieur Louis era un uomo grassotello, di nazionalità francese, che abitava poco lontano dal castello, in una sontuosa villa. Lo si vedeva poco in giro, sempre con un libro in mano, lo sguardo perso chissà dove.
Betty annuì con foga. –Sì, il francese, credo...la corteggiava, sembrava che fosse veramente innamorato di lei-
-E poi?-
-Poi si sposò con un'altra-
-Ma il signor Louis non è sposato- dissi.
-Sua moglie morì poco dopo le nozze...una vera disgrazia, cadde da una finestra...un tragico incidente-
-Un incidente giusto- disse all'improvviso Lotte, lo sguardo di fuoco, come ogni volta in cui prendeva le parti di qualcuno –ha lasciato una povera fanciulla da sola, è impazzita per lui- tremava leggermente e mi chiesi perché si prendesse tanto a cuore quella faccenda ormai vecchia di molti anni.
Betty non parlò subito, restò in silenzio per alcuni secondi. –Era una brava donna, o almeno così dicono-
-Si dicono molte cose- sbottò Lotte, fulminandola con uno sguardo.
Mi limitai a restare in silenzio ad assistere alla scena, non provando abbastanza simpatia per Betty da cercare di difenderla.
Lotte riusciva a imporsi su chiunque anche solo con il suo sguardo torvo, era una sua dote.
-Comunque dicono che il francese avesse anche un'altra amante...la conoscete...si tratta di Margherita-
Io e Lotte ci guardammo sorprese, poi mia cugina parlò. -La madre di Mimì?-
-Proprio lei!- esclamò Betty sorridente -dicono che da giovane il francese assomigliasse molto a com'è Mimì...sono solo dicerie però-
All'improvviso ricordai la fotografia della Sposa tra le braccia di un giovanotto identico a Mimì e tutto mi fu chiaro.
-Comunque mi dispiace molto per la Sposa- disse Betty -è una storia molto triste-
Lotte annuì lentamente, persa nei suoi pensieri. E fu proprio in quel momento, da Betty, che sentii per la prima volta parlare della maledizione di famiglia, lo disse con un'innocenza che avrebbe sorpreso chiunque.
-Sicuramente è stata colpa della maledizione, le donne di questa famiglia sono maledette-
Io rimasi muta, non sapendo cosa dire, come se avessi appena ricevuto una pugnalata al ventre, ma Lotte si infuriò.
-Cosa vuoi dire?- urlò, balzando in piedi in un secondo e afferrandola per le braccia. La scosse con forza. –Cosa vuoi dire?-
-Nulla...solo che nel villaggio ne parlano tutti- mormorò Betty, spaventata.
-Di cosa?-
-Della maledizione- Betty guardò me come a cercare aiuto –dicono che le donne della vostra famiglia non siano destinate a essere felici...lo dice anche il vostro motto di famiglia, "Fedeltà e solitudine", tutto qua...non è nulla, è solo una diceria-
Da quel momento la maledizione divenne quasi un'ossessione per me...ma allora non sapevo che presto l'avrei provata personalmente.
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