IX

La festa di San Giovanni era per noi al castello un momento di grande gioia. Zia Giselle pareva impazzire per l'occasione e, tirato fuori il vestito da festa con le balze, rigorosamente bianco (tanto da far concorrenza alla Sposa), iniziava a percorrere i corridoi lanciando incantesimi e pronunciando oscure formule magiche.

-La notte del 23 giugno è la più magica dell'anno- diceva a chiunque si ritrovasse di fronte durante la giornata –tutto può succedere-

Inutile dire che sia io sia Lotte eravamo emozionatissime...correvamo avanti e indietro, seguivamo Giselle, ci vestivamo a festa, vedendo in tutto ciò l'occasione di festeggiare.

-Festa pagana- mormorava Lolò, scuotendo la testa, lei che una volta aveva ballato al fuoco di San Giovanni in abiti succinti, lei che per prima aveva evocato spiriti in quella notte, lei che aveva aderito a quella tradizione ora, diventata una gran dama, la rifiutava e rincorreva Giselle, buttando acqua santa ovunque lei passasse con i suoi incantesimi.

Una leggenda ruotava intorno alla notte di San Giovanni, infatti si narrava che esistesse una rugiada magica.

-Si tratta delle lacrime di Salomè- ci spiegò Giselle –la leggenda narra che la principessa si pentì di aver fatto decapitare San Giovanni e che pianse disperatamente invocando il suo perdono...qualcuno dice che il suo fantasma percorra ancora questo mondo, soprattutto in questa notte-

La rugiada magica avrebbe guarito da ogni male chiunque l'avesse bevuta e avrebbe anche dotato la persona di abilità magiche. Da piccole io e Lotte ci divertivamo a cercarla intorno al lago, con Giselle che ci incitava a trovarla e Lolò che recitava a gran voce le preghiere, pregando che smettessimo presto quei passatempi così pagani. Fu proprio durante una notte di San Giovanni che incontrammo la piccola Bella. Io e Lotte stavamo cercando in mezzo all'erba quando vedemmo un movimento. Sobbalzai, spaventata. Lotte, con quel suo coraggio che rasentava l'imprudenza, andò a vedere quale fosse la causa...quale fu la sorpresa quando la vidi tornare con una piccola creatura pelosa tra le braccia: un delizioso volpino color champagne che mi fissò con i suoi piccoli occhi neri. Appurammo subito che era una femmina.

-Come sarà arrivata qui?- chiese Lotte, mentre portavamo la piccola al castello.

-Non lo so...però è davvero bellissima- la accarezzai.

Quello fu il nostro piccolo miracolo di San Giovanni. Tutt'ora non mi riesco a spiegare come sia arrivata nel prato vicino al lago, essendo la zona così isolata...ma non importa, la piccola Bella portò l'allegria al castello e divenne la disperazione di Lolò che si trovava costretta a inseguirla ogni volta che la piccola prendeva un suo foulard.


Diventate più grandi smettemmo di cercare la rugiada e incominciammo a dedicarci ad altri rituali che zia Giselle ci spiegava con gioia, forse felice finalmente di essere ascoltata da qualcuno.

-Se volete potrete vedere il volto del vostro futuro consorte-

Ci sembrava impossibile, ma Giselle ci spiegò rapidamente un rituale (la povera Lolò, se avesse saputo cosa facevamo, sarebbe morta di dolore). Bastavano due specchi, una scala e una candela.

-Bisogna appendere lo specchio dietro di voi, quindi salite la scala al contrario, la candela accesa in una mano e l'altro specchio nell'altra, vi dirò io cosa recitare-

-Cosa succederà?- chiese Lotte, lo sguardo brillante.

-Vi apparirà una donna, voi non dovete mai voltarvi a guardare direttamente nell'altro specchio, questo è molto importante...a quel punto dovrete chiedere direttamente alla donna il volto del vostro futuro sposo e questo apparirà...per concludere dovrete ricordarvi di salutare lo spirito, questo è molto importante, gli spiriti sono molto permalosi-

Tutte quelle raccomandazioni mi fecero venire la pelle d'oca, avevo paura di sbagliare.

-La solita codarda- borbottò Lotte –lo farò io per prima-

E fu così che Lotte seguì le istruzioni, con la candela che le illuminava il viso dandole un aspetto spettrale. Riuscì a fare tutto alla perfezione, come sempre, ma quando arrivò il momento di vedere il volto del suo sposo successe qualcosa. Lotte lanciò un urlo e lasciò cadere a terra lo specchio e la candela, dimenticandosi di salutare lo spirito. La candela diede fuoco a un tappeto. Quasi contemporaneamente un vento gelido spalancò la finestra che, sono certa, era stata chiusa con attenzione prima del rituale, portando all'interno della stanza una pioggia di foglie morte. Bella, che fino a quel momento era rimasta accucciata al mio fianco, osservando la scena con un certo interesse, abbaiò e si nascose tra le mie gonne.

Immediatamente Giselle spense le fiamme, mentre Lotte saltava giù dalla scala con tanta foga che cadde sui pezzi dello specchio e si ferì. Si spostò, saltellando sul gelido pavimento, e lasciò impronte vermiglie un po' ovunque.

-Un teschio- gemette –ho visto un teschio-

Giselle si fermò e rimase immobile alcuni istanti, quasi si fosse improvvisamente dimenticata del fuoco.

-Cosa vuol dire?-

-Che non ti sposerai mai- sussurrò mia zia, nei cui occhi potei vedere la tristezza di una madre che prevede un futuro triste per la propria figlia.

Lotte non rispose, si limitò a restare ferma, come se cercasse di comprendere le parole di Giselle...poi cominciò a ridere, una risata spettrale che pareva non poter uscire da bocca umana, rise, rise così tanto da piangere.



Quella stessa notte infilai, di nascosto, uno specchio sotto il cuscino, secondo Giselle era un altro modo per scoprire il volto del proprio futuro marito: lo si sarebbe sognato. Mi addormentai, con Bella affianco, e sognai...non sono certa di ciò che sognai...però mi parve di vedere un viso che conoscevo, un viso che avevo visto una sera durante un ballo e che mi fissava con i suoi intensi occhi verdi...ma forse fu solo un sogno.

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