I
Io e Charlotte, da tutti chiamata solo Lotte, nascemmo una notte dell'estate nel 1915. La cara Lolò, la nostra governante, ci raccontava sempre che quella notte ci fu una terribile tempesta. Il vento muoveva ogni cosa e i rami degli alberi sbattevano contro le finestre con una violenza tale che uno dei vetri della vecchia ala si ruppe e non fu mai riparato, tanto che ancora oggi si possono vedere sul pavimento i vetri, simili a foglie morte. Caso o no sul palmo destro di Lotte si trova una voglia che ricorda vagamente un vetro rotto, primo segno forse della sua simbiosi con il castello. In una notte come quella anche le urla di dolore delle nostre madri, che ci stavano partorendo in due stanze adiacenti del castello, devono essere state coperte.
Lotte nacque dieci minuti prima di me, prima in tutto già dalla nascita. Dicono che le sue urla fossero così forti che coprirono le mie, che invece nacqui con la pacatezza che mi avrebbe contraddistinta per tutta la vita. Chi avrebbe potuto dire che fossi io la più attesa tra le due? Lotte, nata prematura di ben due mesi, mi rubò il primo posto con una naturalezza che avrebbe caratterizzato tutta la sua esistenza. Fu così che io, figlia legittima di un duca, dovetti chinare il capo e lasciare il posto di gloria a mia cugina, piccola, fragile, piagnucolosa e prematura, nata da un furtivo incontro tra la sorella di mia mamma e uno sconosciuto. Che poi sull'identità del padre di Lotte se ne sono davvero dette molte. Un vecchio amore di mia zia? Oppure mio padre, il ricco e potente duca, colui che fino all'ultimo si era rivelato indeciso su quale delle due sorelle sposare? Mia zia non ha mai voluto rivelare la sua identità e così alla fine se n'è parlato per anni senza arrivare mai a una conclusione, tanto che Lotte un bel giorno si è convinta che in realtà non avesse nessun padre, che fosse nata dal nulla, dall'aria.
-Le ragazze banali come te hanno bisogno di due genitori, ma io non sono banale- mi disse un pomeriggio estivo.
-Vorrà dire che mi accontenterò di essere banale- le avevo risposto io, irritata come sempre quando prendeva quel tono di voce superbo.
La speranza di Lotte però era ben diversa, sognava infatti di essere figlia di un re e che un giorno sarebbe tornato per portare con sé la sua amata figlia e farne una principessa in un regno lontano. A quel punto nessuno le avrebbe più rivolto quelle occhiate maliziose in cui lasciavano intendere che lei era una figlia del peccato.
Una fotografia fatta poco prima della nostra nascita pareva lanciare una luce sull'identità del padre di Lotte. Nella fotografia si vedevano mia madre e mia zia in giardino, un po' di lato, in modo tale che si vedessero i loro pancioni, una posa un po' anacronistica per il tempo, ma mia madre e mia zia sono sempre state un po' scandalose fin da quando da ragazze ballavano alla festa del paese. A un lato della fotografia si vede una figura che pare quasi aggirarsi furtivamente. Il viso non si riesce a scorgere, ma dalla corporatura e dagli abiti che indossa si capisce che è sicuramente un uomo.
-Potrebbe essere mio padre- mi confidò una volta Lotte, a voce bassa, quasi temesse che parlando più forte qualcuno le potesse dire che non era vero –una parte di me n'è certa...ma un'altra mi dice che non può essere lui, che sarebbe troppo facile-
Nessuno ha mai saputo chi fosse quell'uomo e come potesse trovarsi nella fotografia, così un giorno Lolò si fece il segno della croce e insinuò in noi due il dubbio che potesse trattarsi di uno spettro. Da quel momento in poi non parlammo più nè della fotografia nè del padre di Lotte, sebbene anni dopo ebbi la quasi certezza di aver risolto quel mistero che ci aveva perseguitato durante l'infanzia.
Riguardo ai nostri nomi mia madre mi ha raccontato più volte che ha deciso di chiamarmi Viola per un verso di Amleto in cui Ofelia, il suo personaggio preferito, diceva: C'è il rosmarino, per la rimembranza. Ti prego, amore, ricorda ed ecco delle viole, queste per i pensieri.
-Volevo che tu fossi intelligente e il nome viola...la viola del pensiero, mi sembrava molto indicata-
Zia aveva scelto il nome di Charlotte a causa di un viaggio in Francia fatto molto tempo prima.
-Vuol dire persona libera e voglio che mia figlia sia libera...e poi hanno un dolce in Francia che si chiama charlotte, è buonissimo!-
Charlotte avrebbe ottenuto lo spirito libero, certo, ma in lei non ci sarebbe mai stata traccia di nessuna dolcezza e inoltre non avrebbe mai amato il suo dolce omonimo, beh, a onore del vero la dolcezza era la mia prerogativa.
Io e Lotte siamo sempre state indivisibili, fin da piccole. Io riservata e calma, lei esuberante ed estroversa. Acqua e fuoco. Io sottomessa, lei ribelle. Io dai lunghi capelli scuri, gli occhi castani, la carnagione chiara, lei con i boccoli biondi, gli occhi verdi da gatta e quella pelle olivastra che nessuno riusciva a capire da dove provenisse e che le dava un'aria quasi esotica, sì, Lotte mi avrebbe sempre ricordato uno di quei felini che si vedevano nelle illustrazioni dei libri, selvaggia e indomabile.
Ci era stata data la stessa governante, Loredana, da tutti conosciuta come Lolò. Una donna dai lunghi capelli rossi e dagli occhi neri, non molto alta e abbastanza robusta, che all'epoca ci pareva tanto vecchia da essere certe che avesse conosciuto Maria Antonietta in persona, ma che in realtà non doveva avere più di vent'anni quando iniziò a badare a noi. Era una popolana, come l'avrebbe poi chiamata Lotte molto tempo dopo, di bassa estrazione, il suo linguaggio all'inizio molto dialettale sarebbe migliorato nel tempo, grazie alle sue abilità di apprendere rapidamente, e chi l'avesse vista dopo dieci anni di lavoro non avrebbe mai creduto che la Lolò raffinata ed elegante che avevano dinnanzi fosse la stessa che anni prima era stata assunta per badare a me e a Lotte e che era giunta al castello con nient'altro che il misero abito che aveva indosso, al contrario, l'avrebbero presa per una signorina di ottima famiglia d'origine francese tanto bene aveva imparato questa lingua.
E fu così che io e Lotte crescemmo insieme, in eterna competizione fin da piccole.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top