Capitolo III
~10 Agosto 2016, ore 10:30, New York~
"Aspettate!"
Link aprì la porta di scatto
inseguendo i due agenti per le scale.
I due non appena si accorsero del ragazzo si fermarono e lo guardarono.
"Ci ha già ripensato signor Smith?"
Disse sfacciatamente l'agente dai lineamenti orientali.
"Si, accetto di aiutarvi"
Rispose Link deciso.
"Perfetto, il suo Paese la ringrazia per questo signor Smith, ci rivedremo tra una settimana per i dettagli"
Disse gentilmente il secondo agente porgendo la mano a Link che la strinse con rispetto.
"Di nuovo buona giornata signor Smith, tenga sempre con se il telefono"
Disse l'uomo.
"Buona giornata"
Rispose infine Link dirigendosi di nuovo nel suo appartamento.
Una volta che si richiuse la porta alle spalle, crollò in ginocchio sul pavimento piastrellato nero.
"Perché l'ho fatto?"
Si domandò.
"Ora sarò costretto a rivederla, cosa mi è saltato in mente?"
Disse dando un pugno al pavimento mentre una lacrima solitaria solcava la sua guancia.
~10 Agosto 2016, ore 10:30, Hyrule~
"Non toccatela, vi prego"
Disse l'anziano re rivolgendosi all'ambasciatore che stava porgendo gentilmente la mano a sua figlia.
La ragazza a quel lieve contatto si era parecchio impaurita.
"Soffre di una fobia che la induce a evitare ogni contatto con le persone, la sua presenza qui è già uno sforzo"
Continuò.
"La prego di perdonarmi principessa, non volevo spaventarla"
Si scusò l'ambasciatore.
Sul volto della ragazza comparve un piccolo sorriso.
"Non dovete scusarvi, è solo che preferirei evitare di avere un qualsiasi tipo di contatto con le persone"
Disse con voce pacata.
"Padre, io torno nelle mie stanze, con permesso"
Disse sorridendo la giovane facendo un lieve inchino al padre e al suo ospite.
"Vai pure"
Gli disse il padre guardandola con un po' di preoccupazione.
Una volta uscita dalla sala del trono, la ragazza si precipitò di corsa nelle sue stanze e si rifugiò nel bagno.
Aveva bisogno di stare tranquilla e di farsi un bagno.
Si levò prima i guanti bianchi monouso che portava sempre e li appoggiò accanto al lavandino.
Aprì l'acqua fredda e si lavò scrupolosamente le mani.
Quando stava per prendere l'asciugamano però si guardò istintivamente le dita.
Ormai non erano più morbide come quando era bambina.
Erano screpolate e ruvide.
Si passò l'indice sulla guancia.
"Di solito non si dovrebbe sentire la morbidezza dei polpastrelli?"
Si chiese tra sé e sé.
Ormai era così da dieci anni.
Neanche lei ricordava da quanto aveva quella fobia.
Sapeva solo che era terrorizzata da un qualunque tipo di contatto con le persone e oggetti non suoi.
Si asciugò le mani e poi riempì la vasca.
Mano mano che il livello dell'acqua calda iniziava a crescere, nella stanza si iniziò a formare un leggero strato di vapore.
La giovane si spogliò e vi si immerse completamente.
Aveva bisogno di stare nel suo ambiente.
Aveva bisogno di sentirsi protetta.
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Allora, scushate per l'assenza ma ultimamente stanno succedendo...
Coseh...
Quindi bho, questo libro a cui tengo molto verrà aggiornato quando ho tempo e ispirazione, piano piano capirete anche il perché del tema così complesso e delicato e la difficoltà di scriverci sopra.
Un saluto zeldoso a tutti 😊✌
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