Capitolo 47 "È nata"

-Rosa ha rotto le acque!

Oh mio Dio.

Corriamo da una parte all'altra.

Vado a cercare la mia borsa dove dentro ci sono tutte le mie cose e le chiavi della mia auto.

-Non posso credere che Rosa stia per avere una figlia. Avrò una sorellina- dice il mio migliore amico.

Adam dice sempre che Rosa è come una seconda madre per lui.

-Ed io una cuginetta.

Sorridiamo.

-Comunque- mi guarda -Vi siete goduti il momento?

-Ah?- chiedo, diventando nervosa.

-Si è sentito tutto.

Spalanco gli occhi e divento rossa per il troppo imbarazzo.

-Uh- dico e lui ride.

-Io si che me lo sono goduto- dice Lucas, passando accanto a noi e facendomi diventare ancora più rossa.

Adam ride.

Tutti e quattro corriamo di sotto e entriamo nella Mercedes.

L'auto che guida Phillip è davanti a noi e va a tutta velocità in direzione dell'ospedale più vicino.

Siamo lontani.

Questo avrà delle ripercussioni.

Siamo fuori Parigi, in una zona poco conosciuta.

Trovare un ospedale è difficile.

Fate finta che non vi abbia detto niente.

Mai sottovalutare il potere di un'autista di fretta.

In poco tempo ci troviamo all'interno di un grande ospedale.

Fanno sedere Rosa su una sedia a rotelle e questa sparisce insieme a Phillip per i corridoi.

Mi avvicino a mia madre che sta parlando con la receptionist.

-Metta tutto nel mio conto, datele le migliori attenzioni, non importa il prezzo- dice mia madre.

-Come desidera, signorina.

-Ora, c'è una sala d'aspetto o qualcosa del genere?

-Si, l'infermiera Lila vi accompagnerà subito.

Un'infermiera porta tutti noi in una sala d'aspetto, ma visto che siamo molte persone dobbiamo cercare più sedie.

Stiamo aspettando da molte, molte ore.

Sto giocando a Piano Tiles 2 nel mio cellulare quando arriva una chiamata da parte di un numero sconosciuto.

Corrugo la fronte.

-Che c'è?- domanda Lucas accanto a me, vedendo la mia espressione.

-Niente, mi stanno solo chiamando da un numero sconosciuto. Non rispondo mai, nessuno sa chi possa essere.

Lui annuisce.

-Però mi sto annoiando- mi stringo nelle spalle e Lucas sorride negando con la testa.

Rispondo all'ultimo squillo.

-Pensavo non rispondessi- si sente una voce profonda dall'altra parte del telefono.

-Chi sei?- chiedo, confusa.

-Oh, che maleducato. Ciao, sono Luke.

-Chi?

-Non ti ricordi di me? Sto facendo il broncio in questo momento- rido -Luke Cooper.

-Ah, il Luke Cooper della festa.

-L'unico e ineguagliabile.

Rido.

Mi sta simpatico, è divertente e ingegnoso. Forse, in futuro, potrebbe essere un buon amico.

-Ciao, Luke Cooper.

Lucas accanto a me mi guarda con la fronte corrugata.

-Ciao, Amélie Jussieu. Ci crederesti che ho passato un anno intero in Francia e non ho mai saputo della famosa modella Amélie Jussieu fino a quando non ti ho conosciuta? Adesso ti vedo in tutte le riviste, locandine, televisioni. Ah, e comunque quello del tuo ex-ragazzo e della tua migliore amica è una bomba.

-Si, ma questo è solo una piccola parte di tutta la storia.

-Ho tempo, potrei ascoltarla.

Nego con la testa anche se so che lui non può vedermi.

-Credo che adesso l'importante sia...come hai fatto ad avere il mio numero?

-Stavo aspettando che me lo chiedessi. Mio zio è, diciamo così, un amico di tua madre e lui lo ha trovato per me.

-E chi è tuo zio?

-Non volevo mi chiedessi questo- lo sento sospirare dall'altra parte -Il Dottor Petit.

Spalanco gli occhi, sorpresa.

-Cosa? Sei il cugino...?

-Di Nathanael? Si, è qualcosa di cui mi dispiace molto. Per fortuna però non sono come lui. Nathan è sempre stato il cugino minore, quello immaturo e ingenuo.

-Sinceramente spero tu non sia come lui- dico.

Luke mi sta simpatico, spero questo non rovini tutto.

-Tuttavia, mi dispiace per quel che ti ha fatto, quando lo vedrò lo prenderò a pugni.

Rido.

-Non è necessario, l'ho già fatto io.

-Lo hai preso a pugni?

-Be', l'ho colpito nei suoi...gioielli.

-Ouch! Sei fantastica, se lo meritava.

-Lo so.

Ride.

-Ora- parlo -Perché cercavi il mio numero di telefono?

-Oh, hai ragione, sono in aeroporto e volevo salutare tutte le persone che ho conosciuto qui. E ho ricordato la famosa bionda della festa, così ho deciso di chiamare mio zio e be'...eccoci qui.

Annuisco.

-E dove vai?

-Ritornerò in America, a casa. Sono rimasto qui per un anno intero ed è ora di tornare. Ma non parliamo di me adesso, tu che fai piuttosto?

-Sto aspettando in un ospedale.

-Cosa? Che è successo?- il suo tono di voce è preoccupato -Scusa, è vero, non è un mio problema.

-No, non preoccuparti. Una mia amica darà alla luce una bambina e stiamo aspettando.

-Oh, fa male?

-Partorire?

-Si, quello.

-Be', per tutti i figli che ho avuto, sinceramente, ho molta esperienza con questo.

Lucas corruga ancora di più la fronte e Luke scoppia a ridere dall'altra parte del telefono.

-Ovvio, una volta ho sentito dire che il dolore di un parto non è tanto forte quanto il dolore di un calcio nei...gioielli.

-Cosa?- rido -È assurdo.

-Senti, tu non sai il dolore che può provocarti un calcio.

-E tu non sai il dolore del parto.

-Touché.

Rido.

-Hey, sai chi sono belle?- dice in un sussurro.

-Chi?- chiedo, divertita.

-Le hostess. A proposito, tu non sei una hostess?

Arrossisco.

-Mi stai chiamando bella?

-Si e ti sto anche chiamando hostess.

Rido.

-Sei divertente, Luke Cooper.

-E tu bellissima, Amélie Jussieu.

-Sai che...?

-Sei fidanzata? Si, con quel ragazzo, Lucas. Non mi fraintendere, sto solo cercando un'amica francese.

Sorrido.

-Be', se è così allora puoi dire che l'hai trovata.

-Questo mi rallegra il viaggio. Okay, credo che adesso andrò perché il mio aereo sta per decollare.

-Ciao, Luke Cooper.

-Spero di rivederti presto, Amélie Jussieu.

Riattacco.

Ho un nuovo amico. Anche se forse non lo rivedrò più e né verrò a sapere più nulla di lui in vita mia.

-Hai già finito di parlare con quel...Luke?- domanda scontroso Lucas, accanto a me.

-Si, è divertentissimo.

-Lo immaginavo, sai, hai riso per tutta la durata della conversazione e tu stessa gli hai detto che era divertente.

-Perché lo è.

-Ed è anche un cretino.

-Non lo conosci nemmeno- rido.

Tutta questa situazione mi fa sorridere.

-Comunque non mi sta simpatico.

Alzo un sopracciglio.

-Sei geloso, Lucas?

Lui mi guarda negli occhi.

-Si, e molto.

Rido.

-Perché ridi?- domanda, arrabbiato.

-Perché sei geloso di Luke quando sai perfettamente che sei tu il mio ragazzo, l'unico che amo, che mi fa felice e che mi ama soprattutto.

Lucas bacia la mia guancia.

-Mi sento meglio- orride.

-Scusate- dice mia madre dal suo posto -State forse parlando di Luke Cooper? Il nipote di Rubén Petit? Quel ragazzo mi sta simpatico.

Oh no.

Chiudo gli occhi aspettandomi il peggio.

-Il nipote di chi?!- esclama Lucas -Luke è il cugino di Nathan?!

Non volevo che Lucas lo venisse a sapere perché non volevo diventasse così, e cioè isterico.

-Si, ma Luke non è come Nathan, lui stesso mi ha chiesto scusa per ciò che mi ha fatto suo cugino.

-È lo stesso, ora mi sta anche più che antipatico. Certo, è "divertente". Anch'io sono divertente. Senti questa: c'era una volta un polletto che alzò la zampa, alzò anche l'altra e cadde. Vedi? Sono divertente anch'io.

Tutti nella sala rimangono in silenzio.

-A me ha fatto ridere, fratello, ti appoggio- dice Adam, battendo i pugni con Lucas.

-Grazie, fratello.

-Sentite, questa battuta era bellissima, sono stato io stesso a raccontarla a Lucas- Phillip fa il broncio.

-Lucas, calmati, tu sei divertente, simpatico, intelligente, gentile, ingegnoso e tutto ciò di cui ho bisogno, non devo cercare da nessun'altra parte. Voglio solo te.

-Ti amo, non voglio perderti.

-E non lo farai. Ti amo.

-Finalmente!- esclama André, applaudendo -Pensavo avreste continuato a litigare per tutto il giorno, amatevi e basta.

-È quel che facciamo- dice Lucas, sorridendo.

Quando Lucas finisce di parlare esce un'infermiera e parla.

-Chi è Phillip?

Lui si alza immediatamente.

-Sono io.

-La signora Rosa ha chiesto di lei, suppongo vorrete assistere alla nascita di vostra figlia.

Phillip corre senza pensarci un attimo verso l'infermiera, noi ridiamo.

Adesso non ci resta che continuare ad aspettare finché non venga al mondo una nuova vita.

Un paio d'ore dopo siamo tutti sparpagliati per la sala mangiando biscotti, bevendo qualche bibita e giocando ad un gioco da tavolo che Adam ha portato da casa.

Phillip esce da un corridoio con le lacrime agli occhi.

Tutti ci alziamo aspettando che dica qualcosa.

-È nata.

Sorridiamo tutti e gli rivolgiamo i nostri auguri.

Per vederla, come prime persone sono entrati i miei genitori e Mary insieme a Phillip.

Qualche minuto dopo escono con degli enormi sorrisi sul viso ed entriamo io, Lucas, Adam e Adele, accompagnati anche noi da Phillip.

La stanza ha strumenti e indumenti medici da tutte le parti anche se io vedo solo le due persone sul lettino.

Rosa è seduta con la schiena poggiata alla parete accarezzando molto delicatamente la fronte di una bambina molto piccola.

Si gira verso di noi e ci sorride.

-Vi presento Amélie Elizabeth Dupont López- dice, mostrandoci la bambina.

-Amélie?- dico, sorpresa.

-Si, perché voglio che mia figlia sia come te, una donna forte, gentile, bella, lottatrice e di buon cuore- dice Rosa.

Sorrido e Lucas accanto a me pulisce una lacrima di felicità che è caduta per le mie guance.

-Grazie, sono veramente onorata. Vi amo.

-Rosa, tua figlia è davvero bella- dice Adam in spagnolo.

-Grazie, e comunque, se fosse stato maschio lo avrei chiamato Adam. Sei come un figlio per noi- anche lei risponde in spagnolo.

Per fortuna qui tutti capiamo lo spagnolo.

Adam e Rosa per essere latini.
Phillip perché Rosa gliel'ha insegnato.
Io per i corsi che i miei genitori mi hanno obbligato a seguire.
E Lucas e Adele per essere i migliori a scuola.

-Oh wow, grazie. Anche se...come un figlio? Pensavo fossi l'amore della tua vita- scherza Adam -Comunque sia, Adam può essere anche un nome femminile, no?

-L'amore della mia vita è Phillip.

Adam annuisce e si asciuga una lacrima falsa.

-Io so che tu mi ami.

Ridiamo e la piccola Amélie sorride.

-Ha sorriso!- esclama Adele.

Tutti contempliamo il bellissimo sorriso di una bimba appena nata.

Il frutto dell'amore tra due persone.

E la mia piccola sosia. Che sarà una luce per la vita di tutti.

3

~Spazio Traduttrice~

Questa non è una mia storia ma una traduzione. La storia in lingua originale, e cioè in spagnolo, per chiunque interessi, la trovate sul profilo di @YohannieRomero.

Hey, approfitto di questo spazio per far pubblicità alla mia storia "Un Noi un po' improvvisato". Spero passerete a dare uno sguardo, qualche voto e magari anche qualche commento. Vi aspetto ❤

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