Capitolo 35 "Pizza"

Saliamo di nuovo sulla moto.

-Dove andiamo adesso?- domando, emozionata.

-Vedrai.

Lucas guida per quasi quaranta minuti fino a fuori Parigi. Si ferma quando arriviamo ad un enorme luna park.

-Wow- esclamo vedendolo -Come ho fatto a non vederlo prima?

-Lo hanno appena inaugurato.

-È incredibile.

Scendiamo dalla moto e sento le mie gambe vacillare.

-Ah! Mi si sono addormentate le gambe!

-Posso aiutarti con questo.

In pochi secondi Lucas mi sta già trasportando in braccio come una principessa.

-No!- grido -Lucas!

-Oh, avevo dimenticato la tua paura- Mi rimette a terra velocemente -Credo quindi di non poter aiutarti con questo.

Rido quando mi sento al sicuro a terra.

-Meglio se camminiamo.

-Si, è meglio.

Entriamo nel luna park dove tutto è pieno di colori. Il posto odora di cibo spazzatura ed è pieno di bambini, famiglie, e adolescenti.

-È bellissimo.

-Lo so.

Lucas prende la mia mano e mi porta in una postazione di tiro al bersaglio.

Prima di fare tre passi un gruppo di quattro amiche arriva da noi correndo.

-Non può essere. Non può essere!- grida una ragazza bionda.

-Voi siete Amélie Jussieu e Lucas Aleggre?

-In persona- dice Lucas, un po' confuso.

-Oh mio Dio!- esclama una castana.

-Possiamo fare una foto con voi? Siamo vostre fan!

-Però perché vole...?

-Si, certo- interrompo Lucas e sorrido loro.

Scattiamo un paio di foto con loro.

-Grazie mille- dice la bionda -Comunque, Amélie, mi dispiace molto per il fatto di Nathan, è un gran cretino.

-Si- dice una ragazza dai capelli rossi -Ma permettetemi di dirvi che voi fate una coppia ancora più bella.

Lucas ed io arrossiamo.

-Lo so- dice Lucas e bacia la mia guancia.

Potrei scommettere che in questo momento sembro un pomodoro per il rossore che invade le mie guance.

-Awwww- esclamano tutte, intenerite.

-Okay, grazie.

-Ciao!

-Ciao!- Le salutiamo.

-Non posso credere che mi abbiamo chiesto una foto- dice Lucas.

-Nemmeno io- sorrido.

-Possiamo definirci famosi allora?

Un gruppo misto di ragazzi e ragazze si avvicina a noi.

-Oh mio Dio! Voi siete Lucas e Amélie?- esclama una ragazza con i capelli neri.

-Si, siamo famosi- rispondo a Lucas.

Dopo aver scattato delle foto con loro arriviamo alla postazione di tiro al bersaglio.

-Benvenuti al tiro al bersaglio, qui potrete dare prova della vostra destrezza e mira- ci accoglie una signora -Abbiamo una grande varietà di premi, da una penna ad un enorme peluche a forma di unicorno che vedete lì. Chi desidera iniziare?

-Io- dice Lucas che poi si volta verso di me -Vincerò quel peluche per te.

Gli sorrido.

Venti minuti dopo Lucas continua a sprecare soldi in questo stupido gioco di tiro al bersaglio, cercando di vincere il peluche.

-Okay, Lucas. Non ho bisogno di un peluche. Andiamo da un'altra parte.

-No, voglio vincere quel peluche per te- dice e subito dopo va dalla signora che adesso è un po' stressata -Mi dia altri tre dardi.

La signora di dà i dardi e Lucas li lancia uno per uno, uno solo cade in un angolo del tabellone.

-Complimenti! Hai vinto un'altra penna!

La signora gli dà una penna e Lucas me la porge, io la metto nella mia borsa insieme alle altre undici che ha vinto.

-Vediamo, voglio provarci io- dico -Tre dardi, per favore.

La signora me li dà ed io li lancio facendo andare uno nel bersaglio e due accanto a lui.

-Complimenti, hai vinto l'unicorno!

Lei mi passa l'unicorno ed io lo prendo, emozionata.

-Ma come...?- Lucas mi guarda stupito.

-Quando andavamo a visitare i miei nonni in campagna giocavamo sempre a questo gioco- mi stringo nelle spalle -Tieni, questo è per te- gli passo l'unicorno.

-Cosa? Davvero?

-Si- sorrido -L'ho vinto per te. Inoltre, sembra che tu lo voglia più di me.

Lucas ride e lo prende.

-È solo che è bellissimo!- esclama, dando un abbraccio all'enorme peluche.

Rido.

-Grazie, Mélie.

Bacia la mia guancia ed io gli sorrido.

-Oh, andiamo qui!- indico uno di quei giochi dove bisogna buttare l'acqua dentro la bocca di un pagliaccio fino a far scoppiare un palloncino.

-Meglio andare da un'altra parte- dice Lucas.

-No, sono bravissima in questo dei pagliacci.

Sento Lucas tremare accanto a me.

-Ti senti bene, Lucuccio?

-Si, è solo che...mi fanno un po' paura i pagliacci. Tutto qua.

-Oh, però sono finti.

-Li odio anche così.

-Se vuoi possiamo andare da qualche altra parte.

-No, tu voi andare in questo. Andiamo in questo.

Lo prendo per mano e andiamo alla postazione.

Oh no.

L'uomo che si occupa del gioco è travestito da pagliaccio.

Lucas stringe la mia mano.

-Ciao! Come state?- saluta l'uomo, con un enorme sorriso.

-Bene, vogliamo giocare.

-Perfetto. Ecco le vostre pistole d'acqua.

Mi passa una pistola e quando la passa anche a Lucas lui tarda un po' nel prenderla.

-Lucas, prendi la pistola.

-S-si, a-adesso.

Lui rimane a fissare il pagliaccio senza prenderla.

-Lucas.

La prende lentamente.

-Lucas, sei sicuro di farcela?

-Si, si, è solo una stupidaggine.

-Perfetto- dice il pagliaccio -Al mio tre iniziate. Uno e tre!

Iniziamo a sparare l'acqua verso i pagliacci di plastica.

-Andiamo! Ce la potete fare! È semplice!- grida l'uomo pagliaccio -Oh, andiamo! Potere fare meglio di così! Andiamo! Andiamo! Andiamo! Voi potete farcela! Veloci! Andiamo!

In poco tempo Lucas sta sparando l'acqua a l'uomo pagliaccio.

-Smettila di gridare!- grida Lucas.

-Allontanati da me, ragazzo pazzo!- grida l'uomo.

-Lucas! Basta!

Lo prendo per il braccio e lo tiro via da qui. Lui lascia la pistola e cammina con me da un'altra parte.

-Come stai?

-Credo di stare bene. Riempire d'acqua quel terribile pagliaccio mi ha aiutato.

Rido.

-Ti ho detto che potevamo giocare a qualcos'altro se volevi.

-Volevo solo vincere qualcosa per te.

Awww.

Che dolce!

-Hai vinto il mio cuore- gli rispondo.

Lucas mi prende dalle guance e mi bacia. Sorrido mentre mi bacia e anche lui lo fa. Il bacio è così dolce e così bello come quello che provo per lui e come quello che so che lui prova per me. Questo bacio contiene quel che entrambi sentiamo per l'altro. Ha amore.

Ci separiamo e sorridiamo.

Sento una luce bianca per pochi secondi ma non ci faccio tanto caso.

-Incredibile! Amélie e Lucas!- grida una ragazza.

Sorrido.

Dopo aver scattato altre foto e aver fatto qualche autografo, continuiamo con altri giochi.

Giochiamo in una di quelle postazioni dove ci sono delle piccole auto che si scontrano tra loro. Amo questo gioco e scontrarmi con le persone. Lucas rimane girando senza colpire nessuno, sembra stia guidando in un'autostrada per quanto ci sta facendo attenzione.

Rido quando comincia a gridare ad un ragazzo che si è scontrato con lui.

-Hey! Non vedi che sto cercando di guidare? Sii un po' più responsabile.

Credo che Lucas non abbia ancora capito il gioco.

Dopo entriamo in una casa stregata che non spaventa nessuno dei due perché contiene solo alcuni animali pieni di finto sangue.

-Andiamo sulle montagne russe- propone Lucas.

-Che?! No! Mi rifiuto! Assolutamente no! È troppo alto!

-Dai! Devi superare la tua paura. Inoltre, io ho giocato al quel gioco dei pagliacci per te.

-Ma non ti ho mica obbligato. E poi, nemmeno tu hai superato la tua paura, hai solo bagnato un pagliaccio.

Dieci minuti dopo ci ritroviamo seduti su uno di questi carri pieni di persone in una terribile, pericolosa e completamente mortale montagna russa a metri e metri di altezza.

-Moriremo- dico, stringendo la mano di Lucas.

-Piccola, fermerai la circolazione della mia mano se continui a stringerla così. E questa nemmeno può essere considerata una montagna russa. È per bambini! Non siamo nemmeno a due metri!

Si, è una piccola montagna per bambini. Ma è mortale e terribilmente alta!

Però questo adesso non è importante. Lucas mi ha chiamata piccola. Mi ha chiamata piccola!

Sospiro innamorata.

Il carro inizia a muoversi e cominciamo a salire per le rotaie.

Sento il mio cuore battere più velocemente rispetto al normale, le mani incominciano a sudarmi e sento una pressione nello stomaco.

Se non muoio cadendo da questa cosa, morirò di paura.

Quando arriviamo alla fine della salita, iniziamo a scendere velocemente.

Non posso negarlo, grido come una pazza.

-Hey, signora! Stia zitta!- grida un bambino davanti a noi, ma io non posso smettere di gridare.

-Perdonala, soffre di vertigini- spiega Lucas mentre io continuo a gridare.

Quando il carro torna ad una velocità normale ed inizia a muoversi normalmente, smetto di gridare, tuttavia continuo a stringere la mano di Lucas.

Dopo aver fatto altri tre giri uguali nella montagna russa, scendo da questa quasi correndo.

-Vedi, Mélie? Sei ancora viva.

Mi siedo su una panchina cercando di respirare tranquillamente senza però ottenere risultati.

-Credo che vomiterò.

-Oh.

Cinque minuti dopo riesco a normalizzare un po' il mio respiro.

È un miracolo che non abbia vomitato.

-Meglio, piccola?- Lucas mi passa una bottiglia con dell'acqua.

Mi ha chiamata di nuovo piccola!

-Si, molto meglio. Creo che oggi non sia il giorno adatto per superare le proprie paure.

Sorride.

-Concordo con te. Vieni, andiamo a mangiare qualcosa.

Ci alziamo dalla panchina e andiamo dalla parte del cibo.

-Cosa ti va di mangiare?

-Non lo so. Scegli tu.

-Io voglio pizza- dice.

-Oh si. Così finalmente la provo.

-Aspetta, che?- domanda, parecchio sorpreso -Non hai mai mangiato pizza?

Nego con la testa.

-Mai. Mia madre non me l'ha mai lasciato fare, nemmeno da piccola.

-Oh Dio! Non posso crederci! Devi provarla subito! È la cosa migliore che possa esistere nel mondo.

-Credo che tu stia esagerando un po', le insalate sono la cosa migliore.

-Stai senz'altro male.

Lucas corre verso un bancone dove vendono pizze.

Dopo aver ordinato, ci sediamo ad un tavolo e pochi minuti dopo arriva il cameriere con il nostro ordine.

-Ecco qui la vostra speciale pizza. Preparata dal padrone stesso.

Abbiamo una pizza speciale perché quando eravamo in fila per scegliere la nostra pizza Lucas ha detto a tutti quanti che io non ne ho mai provata una, e in qualche modo il padrone di questa piccola pizzeria lo ha sentito ed è rimasto così sorpreso da dirmi che mi avrebbe preparato lui stesso una pizza speciale dove ogni pezzo avrebbe avuto un sapore diverso. E ci ha fatto persino lo sconto.

-Sei pronta per provare questa delizia caduta dal cielo?

-Non credo che batta le insalate.

-Ti sbagli.

Prendo il primo pezzo di pizza e lo mordo.

Lucas mi guarda attentamente.

Oh mio Dio!

-Questo è il paradiso!- esclamo, mordendone un altro pezzo -Non posso credere che questa cosa così piccola sia così tanto deliziosa.

-Lo so!- ride Lucas -Adesso, la vera domanda qui è: la pizza batte le insalate?

-Assolutamente si!

In pochi secondi finisco di mangiare il mio pezzo di pizza e ne prendo un altro.

-Hey! Lasciami qualcosa!- dice Lucas, prendendo un pezzo per lui.

-Non ti prometto niente- rido -Quante calorie avrà ogni pezzo?

-Non pensarci. Goditi il sapore.

-Okay, okay.

* * *

-Non posso credere di non aver mai provato una pizza prima.

-Nemmeno io.

Lucas ed io camminiamo per il luna park quando ci scontriamo con una coppia.

-Hey, guarda dove vai, cieca!- grida la ragazza.

Agh.

L'appuntamento stava andando così bene fino ad ora.

Perché abbiamo dovuto incontrare Chloe e Nathan?

~Spazio Traduttrice~

Questa non è una mia storia ma una traduzione. La storia in lingua originale, e cioè in spagnolo, per chiunque interessi, la trovate sul profilo di @YohannieRomero.

Hey, approfitto di questo spazio per far pubblicità alla mia storia "Un Noi un po' improvvisato". Spero passerete a dare uno sguardo, qualche voto e magari anche qualche commento. Vi aspetto ❤

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