Capitolo 32 "Te lo meriti"
Credo che mai prima d'ora ho dormito così bene come ho fatto stanotte.
Apro gli occhi lentamente ancora assonnata.
-Buongiorno, principessa.
Quasi grido per lo spavento.
Sono sdraiata sul petto nudo di Lucas e nemmeno me ne sono resa conto.
-Sei qui? Hai dormito qui?
Lui si gratta la nuca e mi rivolge un sorrisetto nervoso.
Che dolcezza!
-Ieri sera mi hai detto di rimanere fino a quando non ti saresti addormentata e mi sono addormentato anch'io.
Rido.
-Che ore sono?- gli chiedo.
Lucas, che sta accarezzando dolcemente i miei capelli, guarda l'orologio al suo polso.
-5:23 a.m.
-È ancora presto.
-No, ricordati che oggi abbiamo scuola.
-Agh- mi lamento.
-Io non ho problema ad andare a scuola.
-Perché sei un nerd, ma io si che ho un problema. Voglio dormire!
-Alzati, bella addormentata, o dovrò svegliarti con un bacio.
-Adesso la mia voglia di alzarmi è decisamente scesa.
Faccio finta di dormire.
-Non mi lasci altra scelta.
Lucas mi bacia ed io subito gli restituisco il bacio.
-Adesso si che sono sveglia- gli dico con un sorriso quando ci separiamo.
Nell'esatto momento in cui lo dico bussano alla porta.
-Amélie- si sente la voce di mia madre.
-Arrivo!
Guardo Lucas, allarmata.
-Non può vederti qui- sussurro -Se i miei genitori vengono a sapere che hai dormito con me ieri sera, uccideranno te e subito dopo me.
-Ma non abbiamo fatto niente.
-Loro non ci crederanno.
-Che faccio?
-Non lo so, nasconditi.
Lucas corre e si nasconde dietro le tende.
Idiota.
-Non lì, scemo, ti vedranno.
-Amélie!- chiama di nuovo mia madre.
-Un secondo!
Lo prendo per mano e lo trascino nel mio armadio.
Menomale che ho un armadio grande.
Lucas entra nell'armadio e chiudo la porta. Corro alla porta della mia camera, mi sistemo i capelli e apro.
-Buongiorno- saluto, mostrando un sorriso.
Mia madre mi guarda con la fronte corrugata e dietro di lei Rosa sorride.
-Buongiorno- saluta mia madre -Devi scendere per fare colazione, poi andrai a scuola.
-Mary ha fatto dei deliziosi pancakes- dice Rosa.
Annuisco.
-Oh, bene! Scendo subito.
Chiudo la porta, ma mia madre la ferma col piede.
-Dov'è il ragazzo?- chiede.
-Che ragazzo, mamma?
-Il ragazzo, quel Luke con cui hai avuto un appuntamento ieri.
-Si chiama Lucas.
-Come dici tu. Dov'è? Ieri non l'ho visto andare via.
-Perché non è andato via. Si è fatto tardi ed è dovuto rimanere.
-È rimasto con te? Nella tua stanza? Entrambi soli?- Mia madre mi guarda, scandalizzata.
-Certo che no, come puoi pensare una cosa del genere? È andato a dormire nella stanza degli ospiti.
-Ah si?- domanda mia madre, con la fronte corrugata -Allora vado a dargli il buongiorno.
-Non credo sia necessario. È ancora presto, sicuramente starà ancora dormendo.
-Be', che si svegli allora. Voglio vederlo.
-Va bene.
Mia madre, con Rosa alle sue spalle, cammina per il corridoio verso una delle stanze degli ospiti e comincia a chiamare ad una ad una.
Mi volto e Lucas è affacciato dall'armadio con un'espressione preoccupata sul viso.
Gli faccio segno verso la porta e lui corre ed esce dalla stanza.
Mia madre si trova di spalle in un corridoio e Lucas nell'altro.
Rosa si gira e si accorge che esce dalla mia stanza. Le faccio segno di non dire niente, supplicante, e lei sorride.
Lucas cammina e si scontra con un tavolino nel corridoio, mia madre si gira e lo vede.
-Che fai qui, giovanotto? Non dovresti essere in una delle stanze degli ospiti? E perché non indossi una maglietta?
-Ehm...io...vengo dal bagno- risponde, grattandosi la nuca.
-Dal bagno?
-Si, mi stavo lavando, per questo non indosso la maglietta.
Mia madre vacilla per qualche minuto però dopo annuisce.
-Okay, scendete a fare colazione- dice prima di andare via.
-Ragazzi dispettosi- aggiunge Rosa prima di scendere le scale.
Esalo un sospiro di sollievo.
-C'è andata vicino.
-Molto vicino.
-Adesso metti la maglietta perché se mio padre ti vede così, siamo fritti.
-D'accordo.
Dopo aver finito di lavarci (separatamente, non pensate male) ed esserci vestiti (anche questo separatamente) scendiamo in cucina.
-Buongiorno- Lucas saluta sua madre.
-Buongiorno, Lucuccio. Buongiorno, Mélie.
-Buongiorno, Mary.
-Figliolo, non ti ho visto a casa stamattina.
-Ho dormito qui- gli risponde lui.
-Oh, okay. Andate in sala da pranzo, tra qualche secondo vi porto la colazione.
Annuiamo e camminiamo verso il lungo tavolo della sala da pranzo.
Anche i miei genitori e mio fratello stanno mangiando qui.
-Buongiorno- saluta Lucas, con il sorriso mentre ci sediamo.
-Chi sei tu?- domanda mio padre, la fronte corrugata.
-È Lucas, papà, sai bene chi è.
-Ah, tu sei il fidanzato di mia figlia.
-Non siamo fidanzati- dico.
-Questo non è quel che dicono tutti i vostri baci- ride André.
Gli do un calcio da sotto al tavolo.
-Auch!- strilla mia madre -Perché mi hai dato un calcio?
-Ops- rido, nervosa -Gamba sbagliata.
-Quindi sei tu il ragazzo per il quale la carriera di Amélie è stata rovinata.
-Mamma!- la richiamo.
-No, il ragazzo che ha rovinato la carriera di Amélie è Nathan. Io sono Lucas, il ragazzo che fa felice sua figlia- Lucas sorride.
Voglio baciarlo solo per aver detto questo.
Lucas 1 - Anna 0.
-Hai coraggio- gli dice mio padre -Niente male.
-Potremmo mangiare in silenzio come una famiglia normale?- chiedo.
-No! M'incomincia a piacere questa chiacchierata- dice André.
Gli do un altro calcio.
-Auch! Smettila di colpirmi!- dice mia madre.
-Scusa!
La giornata è appena iniziata ed io sono già esausta.
E ancora non ho visto niente!
* * *
-Lately, I've been, I've been losing sleep
Dreaming about the things that we could be
But baby, I've been, I've been praying hard
Said no more counting dollars
We'll be, we'll be counting stars- Lucas ed io cantiamo, o meglio, gridiamo nell'auto la canzone degli One Republic.
-Ragazzi, siamo arrivati da ben dieci minuti- si lamenta Phillip.
-Aspetta, la canzone non è ancora finita.
-E quando finirà, la rimetterete- torna a lamentarsi.
-Questa è l'ultima volta, te lo promettiamo- dice Lucas.
-Mi avete detto la stessa cosa tre ripetizioni fa, scendete subito dall'auto altrimenti arriverete tardi a lezione.
Scendiamo dall'auto canticchiando ancora la canzone.
-Ciao, Phillip.
-Grazie per averci accompagnato!
Lucas ed io lo salutiamo ed entriamo all'istituto.
-Hey, Mélie.
-Hey, Lucas.
-Credi stia simpatico ai tuoi?
Uh.
-Non credo ti odino.
-Ma non mi amano nemmeno.
-Loro non amano nessuno.
-Voi si, sono solo molto più severi.
-Troppo direi io.
-Però vi amano.
-Forse, in fondo i loro cuori, mooolto in fondo- rispondo, stringendomi nelle spalle.
Lucas prende la mia mano e la intreccia insieme alla sua facendo sì che mille farfalle, uccellini e gattini incomincino a muoversi nel mio stomaco.
Lui mi piace così tanto che nemmeno le farfalle possono farci qualcosa.
-Ipocrita- dice una ragazza e passa accanto a me colpendomi la spalla.
-Ma che...?- grido, irritata.
-Cagna- dice un'altra.
-Che diavolo vi prende?!- grida Lucas.
-Solo...ignorale- Lo prendo dalla spalla per calmarlo, anche se io sono arrabbiata tanto quanto lui.
-Andiamo a lezione- Mi trascina in aula.
* * *
-Devi incontrare Nathan- mi dice Adele.
-Si, tutti stanno parlando di questo- aggiunge Adam.
-Grazie per ricordarmi che tutta la Francia mi odia.
-Non prenderti tutto il merito- dice Lucas -Ricordati che odiano anche me.
Continuiamo a camminare verso la caffetteria.
-È lì!- grida Adele, indicando uno dei corridoi.
Individuo Nathan che parla con gli altri della squadra di calcio. Corro verso di lui e "accidentalmente" finisco col buttarlo a terra.
-Che succede?!- chiede, con un mix di spavento e irritazione.
-Ti serve più resistenza- gli dice Adam -Persino una ragazza riesce a buttarti a terra.
-Torni a parlarmi, fratello- Nathan sorride.
-Non sono tuo "fratello"- gli risponde Adam -E non siamo qui per questo. Amélie ha bisogno di parlare con te.
Nathan si alza da terra e mi guarda.
-Sputa il rospo.
-Agh, che delicato!- Ruoto gli occhi -Mi serve che tu faccia un'intervista per smentire tutto quel che si dice di Lucas e di me. Tu ed io sappiamo benissimo che non siamo, né saremo fidanzati e che il contratto è finito, quindi non ti sto tradendo.
-Hai ragione.
-Grazie.
-Ma non lo farò.
-Cosa?! Perché?!
-Perché diresti a tutti la verità e non sarei più amato come adesso.
-Questo non importa! Devi essere onesto!- esclamo, arrabbiata.
-Guarda a chi dici di essere onesto, Amélie- dice Adam, anche lui arrabbiato come me.
-Scusa, ma non lo farò- Nathan si stringe nelle spalle.
-Non puoi essere così cretino- dice Adele.
-Sei un completo idiota! Speriamo ti cadano tutti i capelli mentre ti fai la doccia e non possa mai più guardarti allo specchio in vita tua! E che tutte le mattine...!
-Calmati, Lucas- Lo prendo dalle spalle cercando di calmare la sua pazza reazione -Non ne vale la pena. Lo farò da sola.
-Dormi con un occhio aperto, Petit!- grida Lucas mentre io lo trascino via.
-Imbecille- dice Adam mentre camminiamo verso la caffetteria -E il peggio è che tra poco devo vederlo di nuovo.
-Davvero? Perché?- domanda Lucas con un luccichio nei suoi occhi.
-Allenamento di calcio, abbiamo una partita tra poco. Perché tanta emozione?
-Perché ho un'idea e avrò bisogno del tuo aiuto.
-Al tuo servizio.
Entriamo in caffetteria, chiediamo il nostro pranzo e ci sediamo nel nostro tavolo di sempre.
-Che farai con la faccenda di Nathan, principessa?- Lucas accarezza teneramente la mia guancia.
-Dirò la verità io stessa.
Annuisce.
-E tu? Qual è l'incredibile idea per il quale ti servirà l'aiuto di Adam?
-Si tratta di qualcosa che mi farà molto felice e che farà felice anche te.
-Allora aspetto con ansia.
-Tra poco lo vedrai.
Continuiamo a mangiare fino a quando Chloe (che adesso ha i capelli colorati di un rosso abbastanza acceso) arriva con altre due ragazze al nostro tavolo.
-E tu che vuoi?- sputa Lucas.
-Calmati, non sono venuta a parlare con te- dice lei, muovendo i suoi capelli ricci da una parte all'altra.
-Che ti è successo, Chloe? Ti sei stancata di essere una bionda ossigenata e hai deciso di cambiare con il rosso? Perché permettimi di dirti che sei orribile tanto quanto prima- dice Adele.
Un punto per Adele.
-Tu non parlare, nana. Non hai stile. Non sai che esistono più colori oltre al nero? Per non parlare poi dei tuoi capelli che sono sempre un disastro.
Auch.
-Che vuoi, Chloe?!- dice Adam.
-Oh, volevo solo salutare la persona più falsa del mondo. Ciao, Amélie- mi rivolge un enorme sorriso.
-Di cosa diavolo parli, Joker?- sputo.
Con questo sorriso e questo trucco sembra uguale al cattivo di Batman.
-Non fare quella che non sa nulla- fa una piccola smorfia -Mi criticavi così tanto e adesso guardati, sei peggio di me.
-Nessuno è peggio di te- dice Adam.
-Non posso credere che tu abbia veramente tradito Nathan con questo...topo da biblioteca.
Le seguaci di Chloe ridono in modo ridicolo.
-Primo, io non ho tradito Nathan. Secondo, quel che faccio non sono problemi tuoi. E terzo, trovati una vita e smettila di intralciare la mia.
-Okay, sono solo venuta a salutare- Sorride di nuovo -E Lucas, ti avverto che la tua cara Mélie ti lascerà per un altro quando si stancherà di te.
Chloe si gira e se ne va con le sue due seguaci, muovendo esageratamente i fianchi.
-È una...- sta per insultarla Lucas.
-Lasciala stare, un giorno capirà che essere cattiva non è buono e che nella vita non sempre si ottiene ciò che si vuole.
* * *
-Agh! Che giornata lunga!- mi lamento mentre esco dall'allenamento con le cheerleaders.
-E manca ancora l'intervista- dice Adele.
-Non me lo ricordare nemmeno. Sono molto stressata.
Da lontano vediamo Adam e Lucas correre verso di noi.
-Credo che questo ti rallegrerà la giornata!- esclama Adam quando arriva.
Entrambi si mettono dietro di noi come se si nascondessero da qualcosa.
-Che c'è?
-Che avete fatto?
-Il miglior scherzo della nostra vita- dice Lucas, ridendo.
-Concordo con te, fratello- Adam batte la sua mano con quella di Lucas mentre entrambi ridono.
Un Nathan MOLTO arrabbiato corre verso di noi.
-IDIOTI! Non nascondetevi perché vi farò lo stesso a brandelli- grida.
-Calmati, Nathan!- gli grido.
-Calmarmi?! CALMARMI?! GUARDA QUEL CHE MI HANNO FATTO!
Nathan si toglie il cappuccio della felpa facendo così vedere la sua testa completamente...calva.
-COSA!- grido.
-Dio!- dice Adele.
Non riusciamo a trattenerci e tutti e quattro scoppiamo a ridere.
Molti studenti curiosi si avvicinano e cominciano anche loro a ridere e a scattare foto.
-NO! NON SCATTATE FOTO!- Nathan grida come un folle e anche noi ridiamo come dei folli -NO! AGH!- Nathan si rimette il cappuccio -ME LA PAGHERETE!
-TE LO MERITI, PETIT!- grida Lucas.
Nathan se ne va correndo da qualche parte dell'istituto.
Quando riusciamo a calmare le nostre risate, parlo:
-Grazie, ragazzi, avete senza dubbio rallegrato la mia giornata.
~Spazio Traduttrice~
Questa non è una mia storia ma una traduzione. La storia in lingua originale, e cioè in spagnolo, per chiunque interessi, la trovate sul profilo di @YohannieRomero.
Hey, approfitto di questo spazio per far pubblicità alla mia storia "Un Noi un po' improvvisato". Spero passerete a dare uno sguardo, qualche voto e magari anche qualche commento. Vi aspetto ❤
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