Una lunga storia: 4 anni fa
Mi guardai intorno. Mi trovavo in un vicolo semibuio sul quale si affacciavano solo poche finestre appartenenti a due grandi casermoni grigi; laddove il vicolo finiva si poteva intravedere un piccolo tratto di quella che doveva essere una grande strada: audomobili dai diversi colori e modelli sfrecciavano scomparendo oltre la mia visuale in pochi secondi.
Mi alzai e percorsi il vicolo in direzione della strada. Svoltando l'angolo, però, rimasi a bocca aperta: in quel momento capii che per quanto avessi cercato di immaginare e di documentarmi sul mondo in superficie, ciò che stavo vedendo era decisamente diverso da tutte le mie fantasie. Il lato della via era costeggiata da una grande quantità di negozi, ristoranti, bar e portoni, mentre il resto dello spazio era occupato da decine e decine di persone che camminavano chi tenendo in mano borse e sacchetti, chi telefonando, chi cercando di crearsi un passaggio tra la folla a forza di gomitate e spintoni. Erano tutti di corsa. Feci qualche passo e mi fermai davanti a un piccolo bar, sull'insegna c'era stritto "Empire Cafe" e vicino la foto di un alto grattacelo. Ci misi poco a riconoscerlo: era l'Empire State Building; e riuscii anche a dedurne in breve tempo, basandomi su ciò che avevo letto, che dovevo trovarmi a New York. Avevo ancora la faretra in spalla, ma non me ne preoccupai perchè sapevo che la foschia l'avrebbe nascosta ai mortali che mi circondavano. Frugai nelle tasche di mio giubbotto nero, trovando solo qualche dracma, una chiave, di cui ignoravo la provenienza, e un foglietto di carta che attirò la mia attenzione: c'era scritto un indirizzo "Reade Streat n° 35".
Essendo l'unico riferimento che avevo considerai l'andarci la migliore delle mie possibilità e mi guardai intorno, alla ricerca di qualcuno dall'aria affidabile e un po' meno frettolosa della media a cui chiedere indicazioni. Alla fine optai per un signore distinto sulla sessantina, che se ne stava appoggiato ad un palo, probabilmente aspettando qualcuno.
"Buongiorno, saprebbe indicarmi come arrivare a questo indirizzo?" chiesi mostrando il pezzo di carta.
"Ma certo. Non è molto lontano da qui: devi proseguira su questa strada finchè non arrivi a Church Streat, la percorri per circa quattro isolati e poi incontrerai Reade Streat."
"Grazie"
Ero sollevata di come quella conversazione si fosse conclusa in fretta. Non avevo molta confidenza con il genere umano, dato che non vi ero mai venuta a contatto da quando ero nata. Era tutto nuivo per me ma mi ci sarei abituata infretta.
Seguendo le indicazioni mi ritrovai davanti a un piccolo portone di vetro e alluminio, contrassegnato dal nuomero 35. Vidi un ragazzo con i capelli ricci e neri uscerne, intento a infilarsi le cuffiette nelle orecchie e ne approfittai per entrare nel palazzo. La domanda era: che cosa stavo cercando? Non ne avevo idea, o meglio una ce l'avevo: cercare una porta. Il piccolo problema era che di porte in quell'edificio ce ne dovevano essere un centinaio. Cominciai a camminare tra le porte degli appartamenti, quando la targhetta metallica di una di queste attirò la mia attenzione.
WILD-LANUIT
Rimsi davanti alla porta, titubante per un po', poi estrassi la chave, la infilai nella toppa, e girai. La serratura produsse un rimore metallico, segno che nessuno la apriva da tempo. Spinsi la porta ed entrai. Mi trovai subito in un ampio e accogliente salotto, con un bellissimo camino sulla parete di fondo e un divano a penisola in pelle nera al centro, due ampie finestre vacevano penetrare la luce pomeridiana all'interno della stanza. Mi avvicinai a un mobile sulla mia destra sul quale, oltre a parecchie dita di polvere, erano appoggiate alcune cornici contenenti fotografie. Le osservai: la prima ritraeva due ragazzi che passeggiavano, tenendosi per mano, per le vie di New York, nella seconda i due erano seduti sul divano di quello stesso salotto e tenevano in braccio una neonanata, nell'ultima invecei due ragazzi sorridevano abbracciati e indossavano delle magliette arancioni del Campo Mezzosangue. Presi in mano quest'ultima, la osservai, e poi, togliendola dalla cornice lignea, la infilai in tasca. Feci scorrere neovamente lo sguardo su tutta la stanza. Perché Ade aveva deciso di mandarmi lì? Perchè scegliere la casa dei miei genitori, che lui odiava, come punto di partenza per la mia nuova vita nel mondo mortale?
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Ecco un nuovo capitolo che, come al solito, spero possa piacervi! Buona lettura!
qotd: chi è il vostro autore non fantasy preferito?
aotd: italiano Alessandro D'Avenia e straniero Markus Zusak ❤
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