L'INCONTRO
Hermione non si era mai sentita così nervosa. Forse era una follia incontrare il suo misterioso interlocutore. Non era meglio continuare a comunicare solo attraverso la pergamena? Sospirò. Si controllò, sistemandosi i capelli davanti allo specchio. Sentiva il bisogno di sembrare perfetta. Un bisogno piuttosto stupido. L'aspetto fisico non contava. Non molto perlomeno. Se lui l'amava... no, era troppo presto per parlare d'amore. Lanciò uno sguardo all'orologio. Era ora. Inspirò a fondo e uscì dal dormitorio. Scese le scale lentamente. Un passo per volta, concentrata su ogni istante. Gladys non si vedeva in giro. Meglio così. Non voleva che s'intromettesse con qualche consiglio. Notò Ron e Lavanda seduti su un divano. Li ignorò e procedette, cercando di fingere indifferenza. Le riuscì abbastanza bene.
Era appena uscita dalla Sala Comune e stava procedendo lungo il corridoio quando la vide. Gladys. Per un attimo Hermione pensò d'ignorarla, era già abbastanza agitata, ma poi si fermò. C'era qualcosa di strano. Comprese che Gladys stava piangendo. Le lacrime le rotolavano lungo le guance arrossate.
-Gladys- la chiamò.
La ragazza s'irrigidì, poi alzò la testa. -Ehm, mi è andato qualcosa nell'occhio- mentì.
-In entrambi?- chiese Hermione, scettica.
-Esatto- tirò su con il naso.
-Senti, dimmi cosa sta succedendo-
Gladys esitò, poi rispose. -Non mi ha più risposto, da ieri sera, mi ha mandato un messaggio strano, sembrava un addio-
Hermione non era stata mai brava a dare consigli sentimentali. -Vedrai che ti arriverà un messaggio-
-Non lo so, non è mai successo prima, forse si è stufato-
-No, non è successo nulla del genere- si affrettò a dire Hermione. Troppo rapidamente.
-Io... credevo di aver capito chi fosse- scosse la testa -Non importa- sospirò, cercando di darsi un contegno -Cosa ci fai qua? Non hai un appuntamento?-
-Ehm sì-
-Allora cosa ci fai ancora qua?- le chiese l'amica.
Hermione sospirò. -Io... -
-Vai, su-
Annuì. -Sì, vado... e tu non ti scoraggiare-
-Non preoccuparti per me- la ragazza sorrise, un sorriso palesemente forzato.
Hermione però si preoccupava. La salutò con un cenno del capo e si allontanò, ma il pensiero continuò a volare a Gladys fino a quando non arrivò davanti alla biblioteca, dove si fermò. Non si poteva più tornare indietro. Inspirò a fondo ed entrò.
Si accomodò al posto indicato. Non c'era ancora nessuno, ma sapeva di essere in anticipo.
Draco sbuffò. La Granger si era seduta proprio nel posto in cui aveva concordato d'incontrare la ragazza. Ma dovevano sempre succedere tutte a lui? Si avvicinò, furioso, pronto a urlare e a farla alzare, anche con la forza se fosse stato necessario.
-Togliti- disse, mettendosi di fronte a lei, le mani sui fianchi.
La ragazza alzò lo sguardo. Era furente. -Vattene tu-
-Non posso- si sedette -sto aspettando una persona-
-Lo puoi fare in qualsiasi altro banco-
-Io voglio aspettarla in questo- ruggì. Un paio di ragazzine Corvonero li fissarono.
-Io non mi muovo... e comunque anch'io sto aspettando una persona- gli disse la Granger.
-Fammi indovinare: brutto, scemo e con una massa di capelli rossi?- la prese in giro Draco. Con gioia notò la rabbia che sfigurava il viso di Hermione. E con un pizzico di fastidio pensò che in fondo era perfino più bella quando era arrabbiata.
-Perché sei sempre così?- gli chiese, guardandolo torva.
-Così sexy?- la punzecchiò.
-Così odioso-
-Io non sono odioso, Mezzosangue... non normalmente perlomeno, dipende tutto da chi ho davanti- si stiracchiò -beh, sono proprio curioso di vedere chi stai aspettando- e fu soddisfatto dall'espressione di puro odio di lei. L'attesa aveva inizio.
Un'ora. Era passata un'ora da quando la misteriosa ragazza doveva presentarsi. Draco era furioso. Iniziava a pensare che non sarebbe venuto. Forse lo aveva visto in compagnia di quella Mezzosangue e semplicemente se n'era andata. L'unica cosa che lo metteva di buon umore era pensare che probabilmente anche la Granger era stata ingannata. Sembrava molto nervosa.
-Che c'è, Granger?- chiese Draco. Doveva sfogarsi su qualcuno, doveva farlo su di lei. Era certamente colpa di quella Mezzosangue se la sua principessa non si era presentata. -Nervosa?-
-Per niente- rispose lei.
-A me sembra di sì invece-
E poi la ragazza afferrò la tracolla. Draco pensò che si sarebbe alzata e se ne sarebbe andata, lasciando finalmente da solo. Invece fece una cosa che non aveva previsto. Estrasse dalla borsa una pergamena. A Draco ci vollero pochi secondi per riconoscerla. Un brivido gelido gli percorse la schiena e la gola gli si strinse in una morsa. Improvvisamente anche deglutire gli era diventato difficile. Perché quella era la metà della sua pergamena.
-Non ha scritto- gemette la Granger.
Draco le prese la pergamena e gliela strappò di mano. -Chi te la data?- urlò, perché non poteva essere lei la ragazza con cui si scriveva. No, non poteva proprio essere.
-Ehi, lasciala, quella è mia- si gettò su di lui, saltando sopra il tavolo.
-Non è possibile- sussurrò Draco. Non poteva essere lei, perché avrebbe voluto dire che lui aveva provato qualcosa per una Mezzosangue. Si sentì quasi svenire. Puntini neri gli invasero il campo visivo. Lasciò che la Granger gli sfilasse di mano la pergamena. Non aveva più importanza. Nulla aveva più importanza in quel momento.
-Cosa ti è preso?- gli chiese lei, paonazza in volto, poi qualcosa nel suo sguardo scuro cambiò. Una scintilla di comprensione. -Sei tu- sussurrò.
Draco balzò in piedi come se lei lo avesse schiaffeggiato. -Basta, basta, le nostre conversazioni finiscono qua- e corse via.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Cosa ne pensate di questo incontro?
A presto
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