GELOSIE
Draco Malfoy era furioso. Afferrò il bordo del libro di Pozioni e lo strinse con tanta violenza da farsi male. Inutile cercare di concentrarsi. Il motivo principale della sua rabbia era il nuovo arrivato. Non gli piaceva. Tutti gli altri Serpeverde gli si erano radunati intorno come sciocchi. Sembrava che non avessero mai visto un mago proveniente dagli Stati Uniti. La verità però era ancora un'altra. Draco sospettava che tra lui e la Granger ci fosse qualcosa. Non che razionalmente la cosa gli importasse. La Mezzosague poteva frequentare chi voleva. Poteva perfino correre nuda per la scuola per quanto gli importava. Lui aveva altro da fare. Sospirò. Gli era stato affidato un compito che inizialmente lo aveva reso orgoglioso. Ne aveva perfino parlato con i suoi amici. Ora però era diverso. Quella che gli avevano dato era una lama a doppio taglio. E lui si era ferito. Forse non era fatto per diventare un Mangiamorte. Sospirò e si stropicciò gli occhi. Per lui non era nemmeno più semplice dormire. E aveva perso l'unica amica che aveva. Un pensiero doloroso, ma inevitabile. Scosse la testa. Non aveva mai avuto un'amica. Hermione Granger non poteva essere considerata tale. Sospirò. Di continuare a studiare non se ne parlava neppure. Forse c'era una cosa che poteva fare. Si alzò e uscì dalla stanza.
Si diresse verso la biblioteca. Gli serviva una conferma.
Era così sovrappensiero che per poco non si accorse di non essere solo.
Arthur era seduto a uno dei tavoli e al suo fianco c'era... la Granger.
Provò un misto di sensazioni. Rabbia, invidia e... nulla, non poteva provare niente di simile. Li superò senza guardarli e notò che entrambi smisero di parlare mentre lui passava. Come se li fosse importato qualcosa dei loro sciocchi discorsi. Sbuffò.
Doveva concentrarsi su ciò che stava facendo. Nessuna distrazione. Tantomeno una così sciocca. Si diresse a prendere uno dei libri... e tornò indietro. Forse gli sarebbe stato utile ascoltare cosa si stavano dicendo.
-Non ho trovato nulla- sussurava Hermione -ma continuerò a cercare.-
-Non ha funzionato nulla, non credo che funzionerà qualcosa, è come se i miei ricordi fossero bloccati- Arthur si teneva la testa tra le mani. Poteva quasi provocare compassione.
-Torneranno-
Dalla posizione in cui era Draco poté vedere la ragazza che allungava la mano e stringeva quella di lui. Dolcemente. Sentì una fitta allo stomaco. Aveva mangiato troppo. Poteva aver fatto indigestione.
-Lo spero, vorrei esservi di aiuto, ecco la verità-
-Non importa- il sorriso si dipinse sulle labbra di lei -tu sei già d'aiuto e... -
Draco non resistette più. Balzò in avanti, uscendo da dietro lo scaffale. -Guarda i due piccioncini!-
Entrambi si voltarono verso di lui. Hermione ritrasse subito la mano. Arthur lo fulminò con lo sguardo.
-Voi due state insieme?- urlò Draco.
-Cosa t'importa?- chiese Hermione.
Draco sentì la rabbia aumentare. -Mezzosangue- ruggì -credi davvero che questo ragazzo ti voglia? Certamente ti sta prendendo in giro- le parole gli uscirono senza che riuscisse quasi a rendersene conto.
-Ti odio- gemette Hermione.
-Io ti odio di più- gli gridò Draco.
-Basta!- intervenne Arthur, alzandosi in piedi e frapponendosi tra i due -Siamo in una biblioteca, qui regna il silenzia-
-Stai zitto tu!- gli rispose Draco.
Fu in quel momento che successe. Qualcosa attirò l'attenzione di Draco. All'inizio non comprese cosa fosse, poi riuscì a metterlo a fuoco. C'era qualcosa che strisciava sul vetro della finestra.
-Cos'è?- chiese con un filo di voce.
-La stessa cosa che ho visto io- gemette Hermione.
Draco ricordò il messaggio che gli aveva scritto. I mostri che si attaccavano al vetro e poi ripensò a quello che aveva visto lui. -Il lago- sussurrò -sono nel lago-
-Nel lago?- chiese Arthur.
Draco si voltò verso di lui e lo guardò con freddezza. -Non capisci le parole?- chiese sprezzante.
Il giovane non si fece intimorire. Si alzò e andò fino alla finestra, quindi guardò fuori. -Non c'è più nulla- dichiarò.
Draco non rimase un attimo di più, si voltò e uscì.
-Secondo te cosa sono?- chiese Hermione a Reg. Erano soli, in un angolo della biblioteca. La ragazza si sentiva scossa per l'ennesimo incontro con Malfoy, Possibile che tutto andasse male? E perché le importava tanto?
Reg sospirò. -Non lo so, credimi, questa storia mi sta facendo impazzire, ma forse una cosa è degna di attenzione- fece un mezzo sorriso -non pensi che il lago stia tornando troppo spesso in questa storia per essere un elemento casuale?-
-Vuoi andare a controllare?- chiese lei -Ci metteremmo solo nei guai e... -
-Aspetta, lasciami finire, per il momento voglio solo fare qualche ricerca-
Hermione annuì, concordando con lui. Era la cosa più sensata. -Sì, ti aiuterò, dobbiamo capire di cosa si tratta- sospirò. Aveva la nausea, il cuore le batteva all'impazzata e si sentiva svenire.
-Forse è meglio se tu ti riposi, se dovessi scoprire qualcosa te lo farò sapere-
-No, voglio aiutarti- ma la nausea diventava sempre più forte. Fece una smorfia, si lasciò ricadere contro lo schienale. Avrebbe solo voluto piangere.
-Non dovresti rimanerci male per Malfoy- le disse Reg, posandole una mano sulla spalla.
-Lo so, ma non posso farci nulla-
-Non dovresti lasciare che la cosa t'infastidisca tanto- sospirò -il pensiero degli altri non ha valore, credimi-
Hermione avrebbe voluto dirgli la verità, ma non ci riuscì. Non poteva parlarne con nessuno. Passi li avvertirono che stava arrivando qualcuno. Hermione s'irrigidì e Reg ritrasse la mano, lasciandole una sensazione di freddo.
Gladys comparve da dietro uno scaffale, i capelli scompigliati. Si fermò non appena li vide, le labbra socchiuse. -Ciao- esclamò, vedendo Hermione, poi il suo viso arrossì, lo sguardo posato su Reg -ehm, non sei sola-
-Lui è Arthur- si affrettò a dire Hermione, un senso di disagio che le graffiava la gola. Improvvisamente l'ambiente le sembrava piccolo. Soffocante.
Reg si voltò verso Gladys e le porse la mano. Hermione notò qualcosa di strano, come il giovane fosse in imbarazzo. In un'altra situazione ne sarebbe stata divertita. Ora era triste, solo triste e stanca.
-Il ragazzo nuovo- Gladys sorrise, quel suo sorriso timido che le faceva luccicare lo sguardo.
-Devo andare- mormorò Hermione. Le tempie le pulsavano. Aveva bisogno di riposo. Spinse indietro la sedia e si alzò.
-Aspet... -
Hermione non si fermò ad ascoltare. Aveva bisogno di stare da sola. Di colpo ogni cosa era diventata troppo.
NOTE DELL'AUTRICE:
Eccomi qui dopo una lunga assenza! Spero di riuscire a pubblicare più spesso.
Un saluto!
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