CHI SEI?
Hermione si guardava intorno, tormentata dalla curiosità. Era nella Sala Grande, seduta al tavolo dei Grifondoro. Al suo fianco Ron stava parlando con Harry e divorando la colazione. Hermione però pensava ad altro. Si chiedeva chi fosse il ragazzo con cui si era scambiata i messaggi la sera precedente. Dubitava che fosse un Grifondoro. Aveva osservato attentamente tutti i suoi compagni di casa e non aveva visto nessuno scrivere su una pergamena come la sua. No, doveva essere qualcuno di un'altra casa. Ma quale? Tamburellò le dita sul tavolo. Era indecisa su cosa fare per scoprirlo.
-Sei silenziosa stamattina-
Hermione sobbalzò, sorpresa. Incontrò lo sguardo di Harry. La fissava in modo strano, come se capisse che c'era qualcosa che non andava.
La ragazza si sforzò di far finta di nulla. -Cosa dovrebbe esserci che non va? Sto pensando a tutte le cose che devo studiare- si alzò, improvvisamente desiderosa di uscire. La Sala le sembrava troppo calda.
-Capirai, tu studi sempre- intervenne Ron.
La voce del ragazzo infastidì ancora di più Hermione, senza sapere esattamente perché. -Devo andare- si voltò e si diresse verso l'uscita della Sala Comune, la testa bassa, persa in mille pensieri. Non sapeva perché ma ultimamente i suoi sentimenti verso Ron erano diversi. Si morse le labbra. Che cosa le stava succedendo? Lei era sempre stata razionale. Sospirò. Sicuramente era solo una fase, solo un po' di stanchezza.
Era così distratta che andò a sbattere contro qualcuno senza accorgersene. Quando alzò lo sguardo incontrò gli occhi grigi e gelidi di Draco Malfoy.
-Stai attenta a dove vai, Granger- le ruggì addosso.
Hermione avrebbe voluto rispondergli, ma in quel momento non ci riuscì. Sentiva gli occhi bruciarle e le lacrime spingere per uscire.
-Cos'è, non parli?- continuò lui, la voce crudele.
-Spostati- cercò di superarlo, ma lui le si parò davanti, l'espressione di odioso divertimento che gli tingeva il viso.
-Non ti lascio passare così- si spinse avanti -hai capito Mezzosangue?-
Hermione reagì d'impulso. Lo colpì con tutta la forza che aveva a livello dello stomaco. Il ragazzo, preso di sorpresa, arretrò, piegandosi in avanti.
-Ti odio- gli gettò in faccia Hermione e corse via, fuori di sé dalla rabbia.
Nel corridoio incontrò Gladys, che la fissò a bocca aperta. -Tutto bene?- le chiese.
-Sì, penso di sì- Hermione si fermò, rossa e imbarazzata. Aveva reagito d'impulso, lei che pensava sempre prima di fare qualsiasi cosa. Ma cosa le stava succedendo? -Sei pallida- mormorò, cercando di spostare l'attenzione sull'amica.
Gladys sospirò. -Non ho dormito bene- sussurrò.
-Come mai?-
-Continuo a fare un incubo- sospirò, mentre spostava il peso da un piede all'altro. Hermione notò solo in quel momento le profonde occhiaie che le cerchiavano gli occhi.
-Quale?-
-Acqua, solo acqua, mani che mi afferrano- fece una smorfia.
-Molto angoscioso- commentò Hermione.
-E poi ci sono i rumori-
-Rumori?- chiese Hermione.
-Sì, sembra che ci sia qualcosa nel muro, ma certamente stavo sognando- si sforzò di sorridere -hai già finito la colazione?-
-Ehm sì- rispose Hermione -non avevo molta fame-
-Oh... non stai bene?-
Hermione indugiò prima di rispondere, cercando la risposta migliore. -Sto bene- disse infine.
Gladys non sembrò convinta. -Si tratta di Lavanda?-
-Lavanda?- chiese Hermione, confusa.
Gladys indugiò. -Non lo sai- sussurrò.
-Cosa non so?- domandò, lo sguardo puntato sull'amica.
Gladys era visibilmente a disagio.
-Cosa?- insisté Hermione.
-Stanno insieme- mormorò -Ron e Lavanda-
La notizia lasciò Hermione senza parole. Possibile che non le avessero detto nulla? Si morse le labbra, ripensando a quei due troppo vicini. Non sapeva esattamente cosa stesse provando, sapeva solo che doveva allontanarsi. Doveva studiare, doveva fare l'unica cosa che le era sempre venuta bene. Non aggiunse altro e si allontanò, il più rapidamente possibile.
-Stai bene?- chiese Blaise.
Draco restò alcuni istanti immobile, lo sguardo perso nel vuoto. Era in piedi in mezzo alla sala. Quasi non sentiva quello che i suoi amici stavano dicendo. C'era qualcosa che aveva visto nello sguardo della Granger... qualcosa che non riusciva a capire... era proprio uno sciocco!
-Draco- lo chiamò Blaise.
Il ragazzo alzò lo sguardo e incontrò il viso dell'amico. Lo stava guardando con una buona dose d'ironia nei suoi occhi neri.
-La Mezzosangue ti ha tagliato la lingua?- chiese con un sorriso divertito.
Draco trattenne la rabbia. Tutta colpa della Granger! Era sempre colpa sua e di Potter! -Sto bene- e senza aggiungere altro si diresse verso il tavolo dei Serpeverde.
Prese posto, ignorando Pansy che lo salutava. Non era il momento giusto, era troppo arrabbiato. Solo il pensiero della ragazza con cui si era scritto la sera prima gli diede una parvenza di buon umore. Si chiese chi potesse essere. Non una Serpeverde e questo chissà perché lo rassicurava e allo stesso tempo lo metteva a disagio. Le altre case non andavano matte per i Serpeverdi. Draco poteva immaginare il perché. A ben guardare infatti non si poteva dire che fossero molto simpatici. Vincenti, orgogliosi, fantastici. Non certamente simpatici. E poi c'era chi diceva addirittura che erano dei codardi. Lui un codardo? Il pensiero lo faceva davvero infuriare.
-Oggi non sembri molto in forma-
Quella voce lo riscosse, alzò la testa e incontrò il volto sorridente di Theo. Se fosse stato un altro, chiunque altro, Draco gli avrebbe risposto male.
-Com'è andata?- una domanda che poteva riferirsi a molte cose, ma Draco sapeva cosa intendeva Theo.
-Bene- si limitò a rispondergli, sotto lo sguardo sospettoso di Blaise e Pansy.
-Ne sono felice- rispose Theo, sorseggiando un sorso della sua bevanda.
-Di cosa state parlando?- chiese Pansy.
Draco sentì una tempia pulsargli. Ultimamente la trovava insopportabile. -Nulla- si affrettò a risponderle, quindi prese la prima cosa che gli capitò di fronte, giusto per dare l'impressione che aveva altro da fare che rispondere alle sue domande.
-Due ore di pozioni- disse Blaise.
Pozioni. Draco sospirò e mangiò un pezzo di frittella.
-Preferivo Piton- continuò Blaise.
-Lumacorno non è così male- gli rispose Pansy, sghignazzando.
Draco sentì il Marchio bruciare. Il respiro gli mancò. Doveva andare, doveva uscire di lì. Finì rapidamente di mangiare, mentre il cuore gli batteva più forte e puntini neri gli danzavano davanti agli occhi. Non poteva rimanere. Doveva uscire, anche solo per qualche minuto, per prendere un po' d'aria. Si alzò senza finire di parlare, tanto rapidamente che per poco non fece cadere la sedia, e uscì, ignorando la voce dei suoi amici.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Cosa ne pensate? Nel prossimo capitolo ci saranno altre novità.
A presto ❤
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