Episodio XIV - LG05V


Il Capospia Agvas stava letteralmente pendendo dalle mie labbra, mentre gli facevo il mio rapporto. Senza ombra di dubbio era il più importante dall'inizio dell'operazione, quello che avrebbe forse determinato l'inizio della fase successiva.

Da quando avevo mandato la prima radiospia all'interno del Dipartimento Gantyr le cose si erano messe rapidamente in moto ed ero riuscito ad acquisire una buona dose di informazioni sul cosiddetto Progetto Kynima. Non finiva qui: in seguito, approfittando di un paio di occasioni favorevoli, ne avevo mandate altre due. La prima doveva essersi guastata, dato che avevo perso il contatto. Fortunatamente non dovevo preoccuparmi che venisse localizzata: le radiospie erano programmate per autodistruggersi dopo dieci ore, nel caso non venisse stabilito il contatto con l'operatore o non venisse attivata da quest'ultimo. La seconda invece, occultata in uno strumento da laboratorio, mi aveva dato modo di venire a conoscenza di una cosa che mi aveva spinto a fare rapporto ai miei superiori. Avevo aspettato fino a quel momento perché i miei ordini erano di fare rapporto solo quando ero in possesso di informazioni che fossero, a mio giudizio, state decisive. Questo per non rischiare più del necessario di attirare l'attenzione delle pericolose SI (Sentinelle Informatiche), le "entità" virtuali che sorvegliavano digitalmente la rete di telecomunicazioni dei territori controllati dalla casata Trekk. Oltre a questo avevo aperto la comunicazione alle sei di pomeriggio: l'orario in cui c'era più traffico informatico, fattore che avrebbe contribuito a farci passare inosservati.

La stanza sicura in cui mi trovavo era una di quelle approntate da Sygin appositamente per la mia operazione. Quindi avevo a disposizione un luogo attrezzato, nonché adeguatamente protetto e schermato, da cui poter contattare il quartier generale della Akamyt e il Capospia Agvas qualora ce ne fosse stato bisogno. Era una stanza piuttosto minimale, senza alcuna decorazione degna di nota. Non che ce ne fosse bisogno in realtà. Oltre al terminale per le comunicazioni, erano presenti un paio di armadietti al cui interno si trovavano armi, munizioni e strumenti vari, nonché un po' di derrate alimentari e varie provviste mediche.

"Progetto Kynima. Così hanno deciso di chiamarlo" dissi concludendo la sintesi delle informazioni che avevo acquisito. Ma avevo tenuto il pezzo forte per dopo.

Agvas sembrava piuttosto impressionato, nonché preoccupato. In fondo, le informazioni che gli avevo fornito rivelavano che i nostri nemici stavano portando avanti con successo un progetto che aveva tutte le carte in regola per ribaltare gli equilibri di potere fra le casate, ponendo i Trekk in un ruolo predominante. E questo loro non potevano permetterlo.

"Ottimo lavoro, Xanot Rosso! Ancora una volta hai dato prova delle tue grandi capacità!" si complimentò con me il Capospia. "Sapevo che era la cosa giusta seguire questa pista. In ogni caso dovrai proseguire con le tue indagini, dobbiamo cercare di acquisire ancora più informazioni." Quindi aggiunse, con espressione lievemente accigliata e un tono un po' più duro:

"Però non capisco perché hai deciso di fare rapporto così presto. Le informazioni che mi hai fornito sono molto importanti, ma sono sicuro che potevi scoprire molto di più prima di fare rapporto. Sai i rischi che corriamo: non c'è da scherzare col controspionaggio informatico dei Trekk."

"In realtà signore, un paio di cicli fa, ho scoperto un'altra cosa che può essere di vitale importanza. Hanno già programmato il primo collaudo del loro motore ad arricchimento, che dovrebbe avvenire fra tredici cicli. Stanno già costruendo l'impalcatura sulla quale issarlo per svolgere il test."

"Per gli Dei!" esclamò il Capospia. "Sono già in una fase così avanzata?!"

Era la reazione che mi aspettavo. Per questo avevo tenuto per ultima quella informazione: sapendo che avrebbe suscitato una buona dose di preoccupazione, era meglio parlarne con un quadro della situazione più completo possibile. Dopo aver riflettuto con aria crucciata, Agvas, in tono quasi sommesso, disse:

"Speravo che avessimo più tempo. Ma, stando così le cose, dobbiamo agire in fretta. Dobbiamo trovare un modo di mettergli i bastoni fra le ruote. Come possiamo fare?"

Il Capospia aveva rivolto la domanda più a sé stesso che a me. Però io, avendo già riflettuto sulla questione, avevo già in testa la bozza di un piano. Quindi decisi di proporla al mio superiore sentendo cosa ne pensava:

"Se posso permettermi signore, secondo me la via migliore è agire in modo diretto e sabotare il motore ad arricchimento durante questo collaudo. Ci viene offerta l'occasione perfetta e, se ce la giochiamo nel modo giusto, porteremmo un bel po' di scompiglio all'interno del Dipartimento Gantyr e del progetto."

Il Capospia sollevò lo sguardo verso di me, con uno scintillio negli occhi, chiaramente la mia idea lo aveva stuzzicato:

"E questo ci farebbe guadagnare il tempo in più che ci serve per decidere la prossima mossa. Ma come possiamo fare per effettuare il sabotaggio? Ci servirebbe qualcuno all'interno del Dipartimento e non ce lo abbiamo. Per non parlare del fatto che noi non sappiamo niente di questo motore ad arricchimento: non sapremmo dove mettere le mani e, se non facciamo le cose per bene, capiranno subito che si tratta di un sabotaggio e questo metterebbe a rischio anche te Xanot Rosso."

In effetti sarebbe stato un bel problema. Però, grazie alle intercettazioni dal Dipartimento Gantyr e a successive ricerche condotte da me e Sygin, avevo già un'idea su un ottimo punto di leva da usare per i nostri scopi.

"Forse io ho già in mente qualcuno su cui poter far leva. E sarebbe anche uno che ha le conoscenze che ci servono sul motore ad arricchimento. Ma, nel caso autorizzaste l'azione, avrò bisogno che mi forniate un po' di materiali per attuare il mio piano."

"Vai avanti, ti ascolto" mi incoraggiò il Capospia. Quindi iniziai a esporgli per filo e per segno i dettagli del mio piano.

-ϒ-

Quattro cicli dopo...

I dettagli dell'operazione erano stati stabiliti. Bisognava solo mettere in moto gli ingranaggi. Io e Sygin avevamo concordato di incontrarci di buon mattino al Tempio degli Dei, ed era lì che mi stavo dirigendo. Forse ero paranoico come al mio solito, oppure ero solo nervoso per l'entrare nel vivo dell'operazione, però durante il tragitto continuavo a gettarmi fugaci occhiate alle spalle e ad applicare tutte le tecniche di controspionaggio urbano che conoscevo, per identificare e quindi depistare eventuali pedinatori. Ci misi quasi il triplo del tempo per arrivare a destinazione, ma era un fattore che avevo calcolato lasciando presto la locanda in cui ero alloggiato.

Quando entrai nella spianata del Tempio degli Dei, Sygin era ovviamente già arrivato e si era sistemato in una delle panchine in pietra situate sul perimetro esterno della struttura, all'ombra del colonnato. Nonostante le rigide temperature invernali, era una giornata davvero magnifica: Guveen splendeva alto in cielo e, colpiti dai suoi raggi, i simboli delle cinque divinità in mano alle statue, fatti in Rys, mandavano bagliori metallici.

Quando mi vide, Sygin si alzò venendo nella mia direzione quindi, entrambi con il sorriso stampato in faccia, ci salutammo stringendoci l'avambraccio e scambiandoci affettuosi convenevoli. Ovviamente la nostra intenzione era quella di portare avanti il teatrino che ci avrebbe dovuto far apparire come amici di vecchia data. Una volta seduti, arrivai subito al dunque:

"Allora, io e il Capospia abbiamo definito tutti i dettagli e ultimato il piano." Quindi, frugando nel borsetto, ne estrassi una anonima scatoletta metallica e, porgendola la mio gregario, proseguii:

"Inoltre, dal quartier generale finalmente hanno mandato questo. La chiave del nostro successo."

Sygin prese la scatoletta fra le mani e mi rivolse un enorme sorriso, facendo finta che quello che gli avevo consegnato fosse un regalo. Quindi, socchiudendo con discrezione il contenitore, ne estrasse una fialetta contenente un liquido blu scuro, iniziando a scrutarla da vicino.

"LG-05V, eh" disse in tono incuriosito. "Accidenti, avevo sentito che ci stavano lavorando, ma non credevo che ne esistessero già degli esemplari utilizzabili. È un'arma terribile, soprattutto considerando chi è il bersaglio. Sei sicuro che sia necessaria?"

"Sì, è necessario" risposi con voce perentoria, annuendo lievemente col capo. "Per il punto a cui siamo, non possiamo permetterci di esitare. È il momento di togliere la benda dai nostri pugnali e colpire, non c'è tempo per i ripensamenti. La missione viene prima di tutto."

Gli scienziati al servizio della Akamyt ci avevano lavorato per cinque rivoluzioni. L'LG-05V era il risultato dei loro sforzi. Una versione artificiale e modificata del Giv'Tnik, un veleno estratto dai fiori a campanula argentati chiamati Lacrime di Guveen, conosciuti anche come Pianto Notturno. Gli effetti dell'LG-05V, guarda caso, si adattavano perfettamente ai nostri scopi. Il Giv'Tnik in sé, era uno dei veleni più antichi conosciuti dagli Aygidiani, i quali ormai da tempo avevano sviluppato un antidoto che ne annullava gli altrimenti mortali effetti. Nonostante questo l'LG-05V, essendo stato sviluppato in gran segreto, non era conosciuto da nessuno e solo noi sapevamo come curarne gli effetti. Solo noi eravamo in possesso dell'antidoto.

"Quindi a questo punto entri in gioco tu, Sygin" proseguii in tono fermo. "Dovrai iniettarlo al bersaglio quando si presenta l'occasione opportuna. Unica cosa, mi raccomando, stai molto attento alla dose. Se sbagli, anche solo di poco, rischi di ammazzarlo mandando tutto all'aria. Le istruzioni sono nella scatola. Il collaudo del motore ad arricchimento è fissato fra otto cicli, quindi dovrai agire rapidamente. Tutto chiaro?"

"Sì, Astor. Tutto chiaro" confermò il giovane.

"Molto bene allora." Feci quindi per alzarmi, ma poi mi venne in mente un'altra cosa:

"Ah, immagino tu capisca perché ti debba occupare tu di questa faccenda. Lo farei io, però non posso espormi. Se per caso dovessero beccare o identificare te, l'operazione potrebbe comunque continuare. Ma se dovessero identificare me, sarebbe la fine. In ogni caso, gli ordini del Capospia sono che sia tu ad occupartene."

"Ne sono perfettamente consapevole" disse Sygin con le labbra piegate in un mezzo sorriso. "Il mio compito è fornirti tutto l'appoggio necessario. E, come hai detto tu, la missione viene prima di tutto."

Ancora una volta rimasi sorpreso dalla professionalità di Sygin: accettava il suo ruolo di pedina sacrificabile praticamente senza battere ciglio, senza cercare soluzioni alternative. Lo ammiravo per questo. Nel salutarlo gli rivolsi l'augurio tipico degli Akamyt:

"Che i tuoi Occhi siano vigili e la presa salda sul tuo Pugnale!"

Continua...


Siamo quindi arrivati al penultimo episodio del secondo atto di "La Prima Frontiera" .  Contemporaneamente a questo episodio abbiamo anche pubblicato una nuova sezione della "Guida a G.Exelion" dedicata al motore ad arricchimento. Buona lettura!

H.S.

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