Episodio II - Una Questione di Tempo
La sede del Dipartimento Gantyr si trovava qualche chilometro al di fuori della città di Dert, che era una delle più grandi all'interno dei territori Trekk. Lo dimostravano le quattro cinte murarie che la circondavano, le quali andavano a suddividere Dert in quattro anelli.
Per far sì che il Dipartimento Gantyr fosse stato qualcosa di mai visto prima, il precedente presidente della TRK-Eryv aveva dovuto chiedere, dietro previa autorizzazione del Rhod, un prestito di cento milioni di Rys ai Pash. L'edificio era situato sopra uno spazioso altopiano e aveva una discreta estensione, anche a causa dei due siti di lancio di cui era dotato. Da essi erano partite, nel corso delle ultime sedici rivoluzioni, le tredici sonde inviate su Gantyr.
La cosa che tuttavia saltava più all'occhio dell'intera struttura era la grande cupola situata sulla sommità dell'edificio principale, la quale costituiva il miglior osservatorio presente sul territorio Trekk. Forse addirittura il migliore di Haven. L'intero complesso era stato ideato per essere completamente autosufficiente. Accanto all'edificio principale c'era un'altra struttura più piccola, di supporto, adibita ad officina e laboratorio tecnico. Lì erano state progettate e realizzate le sonde, nonché tutto quello di cui c'era bisogno per il lavoro all'interno dell'installazione principale.
Quando Albion Xant arrivò alla sala riunioni situata al terzo e ultimo piano dell'edificio principale, essa era ancora pressoché deserta. Soltanto Gyon Ertz e un paio di tecnologi erano arrivati. Ma non era una grande sorpresa che il ragazzo fosse in anticipo: era sempre stato un tipo mattiniero, abitudine che aveva acquisito quando frequentava l'Accademia Scientifica di Nymos, la capitale Trekk. Tutto questo andava sommato al fatto che Albion non vedeva l'ora di buttarsi a capofitto a lavorare sul Progetto Kynima.
Al suo ingresso Gyon gli rivolse un breve cenno di saluto, continuando poi a parlare con uno dei due tecnologi, un certo Kris Domnic. La sala era ben illuminata dalla luce irradiata da Guveen, la quale attraversava l'ampia vetrata che copriva due delle pareti della stanza. Al centro della stanza c'era un grande tavolo da riunione di cristallo trasparente, sospeso a un metro da terra grazie a dei potenti elettromagneti. Una volta terminata la sua utilità, i magneti lo avrebbero riportato al livello del pavimento. Con lo stesso espediente anche le sedie erano tenute sospese. Le altre due pareti erano pressoché tappezzate di schermi i quali stavano mostrando vari dati, infografiche e immagini relative a Gantyr. Albion si avvicinò all'altro tecnologo il quale, dopo essersi stretti l'avambraccio a vicenda in segno di saluto, disse con una punta di eccitazione nella voce:
"A quanto pare ci siamo davvero, eh?"
"Sembrerebbe di sì, Gaalen. Ora anche voi 'esperti di tecnologia' potrete rendervi davvero utili!" esclamò Albion, affibbiandogli una pacca scherzosa sulla spalla.
"Era anche l'ora, mi ero annoiato di continuare a realizzare sonde e altre attrezzature sperimentali per voi cervelloni... Finalmente è arrivato il momento di progettare e costruire qualcosa di importante!" gli rispose per le rime l'altro stando al gioco. Nel tempo era diventata un'abitudine per loro punzecchiarsi a quel modo. Infatti Albion ribatté prontamente:
"L'importante è che stavolta tutto funzioni! Non come quell'allineatore ottico automatico che avete mandato dieci cicli fa per il nuovo telescopio. Io e gli altri abbiamo passato l'intero ciclo a cercare di capire perché il maledetto strumento continuava a inquadrare lo spazio profondo invece di Gantyr!"
"Sì. Però poi abbiamo risolto tutto, no?" si schermì Gaalen, fingendosi imbarazzato.
Albion si limitò a esibire un sorriso canzonatorio. Gaalen Artyl era una sua vecchia conoscenza dei tempi dell'Accademia. Insieme avevano condiviso gli studi e la passione per la scienza. Avevano preso poi però strade diverse: Albion aveva inseguito la strada del ricercatore, nel campo della chimica e biochimica, mentre Gaalen quella del tecnologo, al fine di dedicarsi alla parte più applicata della scienza e della tecnologia. Nessuno dei due, ai tempi, immaginava che si sarebbero ritrovati a lavorare per la stessa azienda. Tanto meno nello stesso Dipartimento.
Continuarono a parlare mentre la sala riunioni si riempiva con l'arrivo degli altri pezzi grossi del loro Dipartimento. Infine arrivò anche il presidente Haden Trekk e la riunione ebbe finalmente inizio. Fu appunto il capo della loro azienda a prendere la parola per primo:
"Buongiorno signori" esordì con un sorriso sornione stampato in faccia. "Prima di iniziare, come presidente della TRK-Eryv, volevo ringraziarvi per il vostro lavoro, che ci ha permesso di arrivare dove siamo adesso. Siamo al punto di poterlo finalmente concretizzare, usandolo per catapultarci verso orizzonti completamente nuovi. Questo è l'inizio di una nuova fase, per la nostra azienda e per tutta la casata Trekk!"
"Il Dipartimento Gantyr è stato un atto molto coraggioso da parte di mio padre, ed io sono stato onorato di raccoglierne le redini e sarò orgoglioso di vederlo raggiungere grandi obiettivi".
Albion aveva diversi dubbi su queste ultime affermazioni del presidente: stando alle voci, durante le ultime rivoluzioni, spesso il presidente Haden si era lamentato dei fondi richiesti dal Dipartimento Gantyr e di come secondo lui fossero sprecati. Ma naturalmente il Rhod aveva insistito molto affinché lo studio di Gantyr continuasse. Questo senza considerare il cieco rispetto che Haden sembrava avere per il padre. Non avrebbe mai abbandonato a cuor leggero qualcosa cominciato da lui.
"In conclusione, c'è una raccomandazione che vi devo fare: il Rhod ha espressamente richiesto che il progetto Kynima venga tenuto segreto fino al momento della sua completa realizzazione. Anche se è pressoché impossibile tenere nascosta a lungo una cosa di questa portata, il leader della nostra casata vuole che i Pretran e, soprattutto, i Mykan lo scoprano il più tardi possibile. Vuole prenderli alla sprovvista. Questo è tutto, a lei la parola direttore Ertz" concluse infine mettendosi a sedere.
Gyon si alzò in piedi schiarendosi la voce. Il direttore, a causa della sua costituzione piuttosto magrolina, non aveva una grande presenza, ma compensava tale mancanza con il grande rispetto e stima che ispirava in chi lavorava con lui.
"Buongiorno" disse con il tono fermo e vagamente distaccato che usava quando presentava il suo lavoro. "Mi vorrei un attimo accodare alle parole del direttore e farvi anche io i complimenti per il lavoro svolto. Ma, nonostante questo, voglio ricordarvi che la strada è ancora lunga e che dobbiamo evitare di lasciarci prendere dall'entusiasmo, mantenendo alta la concentrazione"
A queste parole Albion, sentendosi chiamato in causa, ebbe un impercettibile sussulto di disagio. Lui in primis si stava facendo trasportare molto dell'emozione, a dispetto degli avvertimenti del direttore Ertz.
"La riunione di oggi servirà per fare il punto della situazione e iniziare a valutare la direzione da prendere con il progetto, confrontandosi con le prime problematiche, che saranno anche le più spinose."
"Come sapete, Gantyr è quello che sostanzialmente potremmo definire il gemello di Haven: le atmosfere hanno praticamente la stessa composizione anche se, nel caso di Gantyr, risulta essere lievemente più spessa per via del diametro leggermente maggiore del pianeta. Questo ci risolve un'enorme quantità di problemi relativi alla vivibilità sulla sua superficie: praticamente, se riusciremo ad arrivarci, non dovremmo sentire pressoché nessuna differenza, a parte l'aria più pura e il fatto che la temperatura media è inferiore di 4 o 5 gradi rispetto a qui. Anche la forza di gravità è pressoché la stessa. E i cicli di Gantyr durano circa 26 ore, quindi un'ora in più rispetto a quelli di Haven."
"Come sappiamo, invece la differenza più grande che c'è fra i due pianeti è l'età della vita sulla loro superficie. La vita attuale su Gantyr è allo stesso stadio di quella che c'era qui su Haven circa quattrocento milioni di rivoluzioni fa: le specie vegetali sono dominanti, con l'eccezione di vari tipi di insetto o animali di piccola e media taglia."
Con la mano munita di un apposito dispositivo di interazione virtuale (DIV), puntò poi l'indice destro verso il grande schermo sulla parete opposta a lui e, interagendo con esso grazie ai raggi infrarossi emessi dal dispositivo, gli fece mostrare tre immagini riprese dall'alto di tre diverse aree del gemello di Haven.
"Nel corso della scorsa rivoluzione, nell'ipotesi che, prima o poi, una spedizione potesse essere realizzata, io e alcuni del mio team abbiamo analizzato i dati presi dalle sonde e abbiamo stabilito quali potrebbero essere le regioni più adatte per erigere un primo avamposto. Le zone dell'emisfero nord, corrispondenti all'intero continente Irinix, non sono affatto adatte, dato che tutte le sonde che ci abbiamo mandato hanno smesso di funzionare durante la discesa e le informazioni che abbiamo a disposizione sono troppo poche. Non possiamo correre il rischio perché non sappiamo cosa c'è là..."
Un breve brusio percorse la sala riunioni, a conferma del fatto che i presenti sapevano bene a cosa si riferiva. Albion, insieme al direttore e ai colleghi, aveva provato ad analizzare il problema cercando di stabilirne la causa. Purtroppo non erano riusciti nel loro intento e le tre sonde che avevano provato a mandare in quella zona si erano disattivate prima di poter inviare dati rilevanti. L'unico fattore comune fra le tre era il fatto che, prima di perdere completamente il segnale, il sistema di diagnostica aveva registrato un brusco calo di potenza. Quasi come se essa venisse "risucchiata" da qualcosa di non meglio definibile. Anche le sonde orbitali non furono di aiuto, data la quasi costante presenza di nubi sopra quell'area. L'unica cosa che erano riusciti a capire era che il continente Irinix era coperto da estese e fitte foreste. Realizzare e spedire una sonda costava circa dieci milioni di Rys, per cui venne deciso di non inviarcene di ulteriori e di tenere quelle terrestri mandate in altre zone ben lontane da quell'area.
"Anche le zone polari, ovviamente, risultano essere piuttosto inospitali e inadatte per una prima spedizione. In compenso la zona esplorata dalle sonde G011 e G09 si è rivelata molto promettente..."
G09 era una sonda orbitale mentre G011 era un modello terrestre. Con un altro gesto della mano in direzione dello schermo, Ertz andò a ingrandire una particolare zona dell'emisfero nord. L'immagine mostrava un fiume che solcava un'immensa vallata per poi inoltrarsi fra le alte montagne che delimitavano sulla destra l'immagine.
"Quest'area è costituita da una grandissima prateria e il fatto che si trovi nella fascia tropicale del pianeta è un altro punto a favore, in quanto le temperature saranno molto più sopportabili. L'unica cosa a cui dovremo stare attenti sono le violente tempeste che si scatenano repentinamente in quelle regioni. Ma, anche se sono pericolose per le nostre sonde terrestri, sarà sufficiente prendere le giuste precauzioni affinché non rappresentino un pericolo anche per noi. Inoltre il fiume Harn ci dà una vicina fonte di approvvigionamento per l'acqua e, dalle analisi di G011, è risultato che esso presenta delle correnti davvero molto forti e che quindi ci potrebbe fornire un'ottima fonte di energia idroelettrica. Sarà necessario progettare un impianto da realizzare sul luogo, con un rendimento abbastanza alto da fornire energia all'intero avamposto. Parlando solo di un avamposto, l'energia richiesta non è moltissima, quindi l'impianto potrà avere dimensioni abbastanza contenute ed essere realizzato in tempi brevi. Kris tu e il tuo team potete occuparvi del progetto?"
Kris Domnic aveva circa quaranta genet e un viso dai tratti piuttosto duri dal quale saettavano due inflessibili occhi azzurri e dei corti capelli castani ramati. Per essere uno scienziato, l'uomo aveva una forma fisica davvero invidiabile, con una muscolatura tonica e ben definita e una corporatura piuttosto massiccia. Era uno dei tecnologi più rispettati del Dipartimento. Era stata la sua la principale mente dietro la progettazione di G01, la prima sonda orbitale inviata su Gantyr, definendo quindi gli standard per la loro costruzione. Non solo: quando fu fondato il Dipartimento, Kris era uno dei possibili candidati a dirigerlo. L'uomo non esitò a rispondere, con voce sicura:
"Certo, direttore Ertz. Ce ne occuperemo noi."
"Bene" riprese Gyon con un cenno di assenso. "Adesso è il momento di iniziare ad affrontare il problema più grande che minaccia la riuscita di questa spedizione: il fattore tempo. Nonostante sia il secondo pianeta del nostro sistema stellare, quindi relativamente vicino, facendo i calcoli del caso e svariate simulazioni abbiamo constatato che, con i mezzi a nostra disposizione, ci vorrebbero mediamente quattro rivoluzioni di Haven per arrivare su Gantyr. Non abbiamo i mezzi per riuscire a viaggiare nello spazio per un tempo così lungo. Già solo da un punto di vista logistico, per il cibo e l'acqua, sarebbe impossibile. Quindi è di vitale importanza cercare insieme un modo per superare questo limite. Se avete idee, non fatevi scrupoli a esporle. A voi la parola."
Con queste parole, Gyon, che mentre parlava aveva iniziato a camminare lungo la stanza, riprese il suo posto accanto ad Albion. I vari presenti iniziarono a parlottare fra loro finché, un paio di minuti dopo, uno di loro disse:
"Scusi, direttore, quanto tempo ci vorrebbe se ci mettessimo nella condizione, come abbiamo fatto più volte per le sonde, di sfruttare il periodo della Festa degli Dei come finestra di arrivo? Di quanto si riuscirebbe ad accorciare i tempi?"
Non era una domanda priva di senso, rifletté Albion. La Festa degli Dei era nata nell'antichità proprio perché, in quella fase delle loro rispettive rivoluzioni, Haven e Gantyr si avvicinavano moltissimo l'un l'altro. Tanto che il secondo risultava ben visibile a occhio nudo nel cielo notturno, come se fosse una minuscola luna. Impossibile elencare le centinaia di artisti e filosofi che erano stati ispirati da tale spettacolo, nel corso delle generazioni. Ed era stato proprio durante una Festa degli Dei, quando aveva nove genet, che Albion aveva iniziato a sognare di andarci, sentendo un forte legame con Gantyr e ciò che rappresentava.
"Ovviamente abbiamo già considerato questa ipotesi: ridurrebbe il tempo a poco meno di due rivoluzioni. Ma in ogni caso, anche se in scala un po' ridotta, il problema persisterebbe" rispose il direttore, con una nota di acidità nella voce.
Continuarono a discuterne per un bel pezzo, con idee che fioccavano da tutte le parti, ma ogni volta alla fine dei conti risultavano essere non incisive e risolutive e a volte nemmeno realizzabili. Mentre la situazione di stallo persisteva, il clima dentro la sala diveniva sempre più teso e frustrato, al punto che alcuni dei presenti finirono con l'offendersi a vicenda quando qualcosa non tornava.
Questo finché Kris non iniziò ad esporre un'idea che sembrava poter fare al caso loro:
"La mia proposta si baserebbe sul tentativo di staccarci dall'uso dei razzi e, così facendo, risolvere tutti i problemi relativi al consumo di Hyprex e al suo rendimento che, come abbiamo constatato, non si adatta ai nostri scopi. L'idea, detta in breve, sarebbe quella di realizzare una fionda elettromagnetica su grande scala. Tramite l'utilizzo di acceleratori elettromagnetici, tale dispositivo dovrà produrre un enorme impulso propulsivo che darà all'astronave tutta la velocità necessaria. Ovviamente questa struttura si dovrà già trovare in orbita, al momento del lancio. Così facendo eliminiamo tutto il dispendio di potenza con cui avremmo a che fare lanciando dalla superficie di Haven e quindi tutta l'accelerazione che imprimeremmo sarebbe tradotta in velocità utile, dato che non c'è attrito nel vuoto dello spazio. Mi rendo conto che sia un'idea ancora molto abbozzata, e che ci sono moltissime cose da definire. Però, considerato tutto, sembra essere l'opzione migliore che abbiamo al momento. Se non l'unica."
"Mmh..." mugugnò Gyon, massaggiandosi pensierosamente la corta barba brizzolata che gli circondava la bocca. "Noi potremmo costruire la fionda ma, supponendo che ci permetta di arrivare, come faremmo a tornare indietro? Inoltre imprimere una tale spinta provocherebbe un rinculo pazzesco che dovremmo pensare a come smorzare. Per non parlare del come potremmo realizzare una simile struttura. Sempre che sia possibile... e in ogni caso c'è da verificare se tutto questo risolverebbe davvero i nostri problemi: cosa di cui, personalmente, dubito..."
Nonostante le obiezioni del direttore, Kris non si perse affatto d'animo e, con determinazione, disse:
"Per quanto riguarda la realizzazione, potremmo costruire la fionda EM sulla superficie del pianeta per poi metterla in orbita come se fosse una specie di satellite. Oppure, anche se sarebbe l'alternativa più complessa, costruirla direttamente in orbita... Per quanto riguarda il viaggio di ritorno credo che la cosa migliore sarebbe realizzare un dispositivo di lancio gemello e farlo partire insieme all'astronave o magari lanciarlo con una spedizione precedente."
Dopo una breve pausa, aggiunse:
"Direttore, mi rendo conto che seguire questa idea ci dà più incognite che certezze e che sia un'impresa titanica, però credo che valga la pena tentare. Insomma, stiamo parlando di andare su Gantyr!"
"D'accordo Kris. Diciamo che per ora, in mancanza di idee alternative, continueremo a battere la strada della fionda elettromagnetica. Ovviamente non darò il via libera alla realizzazione se prima non avrò la certezza assoluta che possa funzionare... In ogni caso, nel frattempo, voglio che tutti continuino a cercare un'idea alternativa: sono sicuro che qualcosa che ci è sfuggito c'è, bisogna solo scoprire cosa... Per oggi direi che può bastare così. Siamo stanchi e anche piuttosto frustrati, ne riparleremo domani con la mente più lucida..."
E con queste parole la riunione si concluse. Nonostante la durezza delle parole rivolte a Kris, chiunque conoscesse il direttore Ertz sapeva che non c'era astio. Era semplicemente il suo modo per spronare i suoi collaboratori a dare il meglio di sé. Kris questo lo sapeva bene e infatti non ce l'aveva con Gyon. Anzi, era assolutamente determinato a realizzare la sua idea.
Albion invece era rimasto abbastanza deluso da come erano andate le cose. Non si aspettava certo che il progetto Kynima subisse una battuta d'arresto quando era appena nato: nella sua mente stava già iniziando ad affacciarsi la paura che il progetto potesse fallire. Inoltre, come il direttore, non era affatto convinto che l'idea di Kris potesse funzionare. Anche secondo lui era un'impresa fuori dalla loro portata. Però ammirava la passione che quell'uomo aveva per il progetto e la sua dedizione a realizzarlo. Era contento di poter lavorare a fianco di gente di quel calibro. Al loro confronto, il ragazzo si sentiva tremendamente impotente. Non sapeva cosa fare per poter essere d'aiuto in quella fase del progetto. Non sapeva nemmeno se poteva essere d'aiuto. In fondo, era solo un semplice ricercatore.
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