Troviamo un compagno
"Sam! Merry! Pipino! Bocciolo! Dove siete? Perchè non mi seguite?" Sento la voce di Frodo in lontananza. Mi stringo agli altri, tremante, il sudore che mi cola giù per la nuca. Intorno a noi é nebbioso, non quel nebbioso dolce e semitrasparente del mattino, ma una nebbia densa, scura e impenetrabile. I pony sono scappati, nitrendo come impazziti. "Sam, Pipino, Merry, Bocciolo!", ritona di nuovo il richiamo. La voce di Frodo é intrisa dal panico. Vorrei urlare di rimando, ma dalla mia gola esce solo un piccolo sussurro. L'alta figura si sta ancora stagliando su di noi, gli occhi freddi, come la morsa che ci imprigiona. "Frodo! Frooooodo!", riesce a sbraitare Pipino, terrorizzato. "Aiuto!", grido allora anche io, e la mia voce é roca. "Aiuto! Aiuto!", ululiamo un'ultima volta tutti insieme, prima che il buio ci inghiottisca e di perdere i sensi.
Svegliatevi, allegri ragazzi! Svegliatevi al mio richiamo!
Siano caldi il cuore e le membra! La gelida pietra è caduta!
L'oscura porta è spalancata, la mano morta è rotta.
La Notte è stata cacciata, ed il Cancello vi aspetta!
Lentamente, la canzone si infila nella mia testa, facendomi riprendere coscienza. Sento le mie braccia stiracchiarsi e vado a strofinarmi gli occhi. Sono vestita di lino bianco, un cerchietto d'oro cinge i miei boccoli rossi e anche le mie dita sono coperte di gioielli, e altri ne scintillano intorno a noi. Sam, Merry e Pipino sono conciati in modo simile. In piedi davanti a noi stanno Frodo, pallido in viso, e Tom Bombadil, nostro salvatore per la seconda volta. "Cosa...Cosa è successo? Dov'eri, Frodo?", balbetto, ancora scossa. "Mi sono perso", risponde lui, "E poi uno spettro dei Tumuli mi ha catturato. Tom è venuto a soccorrermi, per fortuna mi ricordavo la canzone che ci ha insegnato. E poi ha scacciato lo spettro che aveva catturato voi." Butto via i gioielli che decorano le mie mani e il cerchietto. "Dove sono i nostri vestiti?" Tom batte le mani. "Ah! Lasciate fare a me! Aspettatemi qui, riposatevi e riprendetevi dallo spavento." E schizza via. L'idea di restare sui Tumulilande non mi sorride, ma faccio come ha ordinato Tom. Torna poco dopo, con degli indumenti Hobbit e i nostri pony, più uno suo. "Sono più furbi di voi!", commenta Tom, "Hanno fiutato il pericolo e sono corsi nella direzione giusta per mettersi in salvo. Vestitevi, adesso, e mangiate qualcosa." Così, dopo esserci cambiati e rifocillati, montiamo in groppa ai pony e con Tom ci allontaniamo dai tumuli. Prima però il Messere della Foresta sceglie una spilla per Baccador dal mucchio di tesori, e cerca quattro lunghi pugnali per noi, intarsiati di serpenti dorati e rossi lungo l'impugnatura. Ci avviamo, lasciando finalmente i Tumulilande dietro di noi, e raggiungendo la Via. Forse la scorciatoia per la Foresta ci ha fatto ritardare di qualche giorno, ma almeno i Cavalieri Neri hanno perso le nostre tracce, o almeno, questo è ciò che spero.
Vorrei che Tom Bombadil ci accompagnasse, ma egli si ferma e si congeda: "Adesso sarà la vostra buona stella a guidarvi. Percorrete la Via, e giungerete ai piedi del colle Brea, dove si trova una cittadina dallo stesso nome. Lì si trova la locanda Il Puledro Impennato. Riposate e passate la notte lì. Siate coraggiosi! Addio!" Si volta, e sparisce velocemente, cantando:
Qui è la fine della terra di Tom: egli non passerà il confine. Tom ha da badare alla sua casa, e Baccador è lì che lo aspetta!
"Mi dispiace tanto lasciare Tom Bombadil!", esclama Sam dando voce ai miei pensieri, "Per quanta strada faremo, non credo che incontreremo ancora un personaggio bizzarro come lui. Ma sono felice di raggiungere una locanda." Annuisco e salto in groppa alla pony pomellata. "Anche io. Forza, in marcia!" Frodo ci imita, ricordandoci: "E' sempre fuori dalla Contea, comunque. Mi raccomando, non usate il nome Baggins. Chiamatemi Sottocolle se proprio necessario."
Si mette a piovere, e quando finalmente vediamo le luci di Brea siamo inzuppati fino alle ossa, con i cappucci dei mantelli che si appiccicano contro la fronte. La cittadina é protetta da un grosso portone di legno, dove si apre una finestrella e la faccia corrucciata di un vecchio ci da il benvenuto. "Hobbit!", esclama, "Da dove venite, e che affari vi portano a Brea?" -"Siamo Hobbit della Contea, e i nostri affari ci appartengono.", replica Frodo, cordiale ma deciso." Il vecchio inizia ad aprire il portone. "D'accordo, giovanotto, non volevo offendervi. Ma di questi tempi non si é mai troppo cauti..." Appena superiamo il portone, il guardiano lo chiude dietro di noi. Brea è un villaggio affollato, abitato da uomini ben piantati e anche alcuni Hobbit. Finalmente, raggiungiamo un locale la cui insegna dice Il Puledro Impennato di Omorzo Cactaceo. Sotto è colorato il corrisponde cavallino bianco, alzato sulle gambe posteriori. Lasciamo i pony sotto l'arco d'ingresso e, dopo qualche secondo d'esitazione, entriamo nella locanda. È un luogo rumoroso, caldo e accogliente, pieno di risate e fragranze di cibarie. Mi levo il cappuccio dalla testa, lasciando che la famigliare atmosfera mi scaldi tutta. Ci avviciniamo al bancone, dietro al quale un uomo in grembiule dalla faccia rossa ci sorride cordialmente. "Lei è Omorzo Cactaceo?", chiede Frodo. "In persona", risponde lui, "E voi, piccoli Hobbit, da dove venite?" -"Dalla Contea. Vorremmo una stanza e un rifugio per i nostri cinque pony."
"Volentieri, signor..."
"Sottocolle.", risponde Frodo, sicuro. Omorzo Cactaceo chiama un ragazzo che riceve l'ordine di portare i cavallini nella stalla, poi ci conduce in un'accogliente stanzetta al piano terra. "Spero che vada bene. Se vi fa piacere, potete raggiungere il resto della compagnia, di sotto. Fa sempre piacere scambiare quattro chiacchiere con gente di fuori." Una volta appoggiati i nostri bagagli, decidiamo di scendere. Ci accomodiamo ad un tavolo e ci viene servita un'ottima cena che nulla ha da invidiare ai piatti della Contea. Anche la birra è di mio gradimento, e ben presto mi sento totalmente a mio agio nella grande stanza della locanda. Ascolto le storie della gente locale, mi vengono presentate alcune persone, e quando mi viene chiesto di cantare qualche canzone della Contea accontento l'interlocutore. Sto discutendo animatamente sul miglior modo di cucinare dello stufato con un Hobbit locale, quando Frodo mi fa notare un individuo lontano dal resto dei presenti.
Seduto in un angolo, all'ombra, sembra ascoltare attentamente la conversazione. Fuma una lunga pipa, e i suoi piedi calzano dei logori stivali neri. Anche il mantello scuro che lo avvolge completamente è sporco e usato. Nonostante il caldo della sala, l'uomo porta il cappuccio, che gli mette il viso in ombra- un'immagine misteriosa, senza dubbio. Appena Omorzo passa vicino al nostro tavolo, Frodo lo ferma e gli chiede chi sia l'uomo. "Non lo so esattamente", risponde l'oste, "È uno di quelli che vagabondano, i Raminghi. Un tipo taciturno, ma se ha voglia racconta storie davvero uniche. Certe volte scompare per mesi e mesi, e poi riappare all'improvviso. Il suo vero nome lo ignoro, ma da queste parti tutti lo chiamano Grampasso. Non dice mai a nessuno dove vada o cosa faccia." E con questa affermazione si allontana. Rimango ancora qualche secondo ad osservare Grampasso, poi un gruppetto di uomini di Brea lí vicino mi chiede se ho voglia di ascoltare una canzone delle loro parti, e curiosa mi allontano da Frodo per sentire. Nel bel mezzo di una strofa particolarmente accattivante notiamo dell'agitazione intorno al bancone. Una grande folla si è accumulata attorno a Pipino che, incoraggiato dal successo della sua storia precedente, si accinge a raccontare della scomparsa di Bilbo alla sua festa di compleanno. Sta imitando il discorso d'addio e presto Pipino, inebriato dall'attenzione e dalla birra farà saltare fuori il nome Baggins, ne sono sicura. Mi volto verso di Frodo, irriquieto e, stranamente, noto che il Ramingo chiamato Grampasso gli sta vicino. Con un balzo, il mio amico dagli occhi azzurri salta sul tavolo, mettendosi a parlare. L'attenzione passa da Pipino a Frodo, il pubblico certamente convinto che il signor Sottocolle abbia semplicemente esagerato un po' con la birra. Dopo aver balbettato qualche ringraziamento per il caloroso benvenuto, Frodo esita e si schiarisce la gola, evidentemente nervosissimo su che fare ora. Per fortuna, gli uomini di Brea vicino a me mi fanno venire in mente qualcosa. "Una canzone!", propongo ad alta voce, "Canta una canzone!" Anche gli altri ospiti si uniscono alla mia richiesta e Frodo intona una canzoncina che parla di una locanda composta da Bilbo. Ha una bella voce e canta in modo convincente, tanto che nessuno presta piú attenzione alla storia di Pipino. Quando Frodo finisce di cantare, si leva uno scroscio di applausi entusiasti, e il pubblico reclama un bis. Cosí a Frodo viene fatto bere un sostanzioso sorso di birra, e la canzone ricomincia da capo. Avendo già ascoltato la melodia, tutta la sala intona il ritornello, e Frodo piroetta e saltella sul tavolo. Quando arriva alla parte che fa E la mucca saltó al dilà della Luna spicca un temerario balzo in aria, che però si conclude male, mandandolo a rotolare per terra con un fracasso di boccali e posate. La gente scoppia in un mare di risate, che però si interrompe bruscamente: Frodo é scomparso. Il punto dov'é caduto é vuoto. Mi mordo un labbro, disperata. L'Anello...Come diavolo è riuscito ad infilarselo?
Gli ospiti della locanda guardano me, Pipino, Merry e Sam con occhiate all'improvviso ostili, mentre io noto come Frodo è riapparso nell'angolo buio in fondo alla sala, e poi scomparso dietro alla porta con nientemeno che Grampasso. "Andiamo in camera", sibilo agli altri tre, e sgaiattoliamo nella direzione dove sono spariti i due.
Spalanchiamo la porta, e lí troviamo il Ramingo il compagnia di Frodo. Il primo si è levato il cappuccio. È giovane, ma la scura barba incolta e i capelli sporchi lo fanno apparire piú anziano. I suoi occhi sono di un grigio chiaro, che risaltano i suoi tratti in qualche modo nobili. Tratti nobili dannatamente famigliari.
"Ehi! Voi chi siete, e cosa volete?", esclama Pipino. -"Mi chiamo Grampasso.", replica questo, "E il vostro amico mi ha promesso una chiacchieratina a quattr'occhi."
"Avete detto che volete dirmi qualcosa di utile", dice Frodo, "Di che si tratta?"
-"Informazioni varie. Ma naturalmente ho il mio prezzo."
"Ovvero?", ribatte seccamente Frodo. "Vi chiedo soltanto questo", risponde il Ramingo, "Mi dovete portare con voi, fino quando decido di lasciarvi." Non riesco a trattenermi. "Cosa?", esclamo, "Non si aspetta mica che noi accettiamo un compagno di viaggio sul quale non sappiamo assolutamente nulla." Grampasso si siede tranquillamente su una sedia. "Buona osservazione, piccola Hobbit. Ma credo che sarete felici di accettare la mia proposta quando avrete sentito ció che ho da dire. Ho orecchie aguzze, sapete. E quando vidi cinque Hobbit scendere dai Tumulilande in compagnia del vecchio Bombadil non potevo far altro che seguirvi, soprattutto quando uno degli Hobbit disse che era meglio chiamarlo Sottocolle. Se il signor Baggins ha un motivo serio per non rivelare il suo nome, consiglio ai suoi amici di essere piú prudenti." E scocca un'occhiata a Pipino.
Frodo da parte sua è infuriato. "Se il signor Grampasso ha un motivo serio per origliare e spiare, gli consiglio di spiegarsi immediatamente!" L'uomo scoppia a ridere. "Ottima risposta, piccolo Mezzuomo. La spiegazione è semplice: Cercavo un Hobbit di nome Frodo Baggins. Sapevo che portava con sé fuori dalla Contea un segreto che riguarda me e i suoi amici." Frodo balza in piedi. "Non vi spaventate! Saprò tenere il segreto meglio di voi. Siate cauti. Hai paura?" -"Sí...", risponde Frodo, esitante. "Non ne hai abbastanza.", ribatte Grampasso, "Conosco ciò che ti da la caccia. Cavalieri vestiti di nero si sono aggirati per Brea. Non li avete seminati. Volevo avvisarvi, ma il vecchio Cactaceo mi ha impedito di portarvi un mio messaggio. É un uomo a posto, beninteso, ma la gente come me tende ad avere una fama losca. Ora, se mi volete spiegare quel piccolo trucchetto alla fine della canzone..." -"Era un incidente!"
Grampasso allarga le mani. "Se ci tenete a chiamarlo cosí, benissimo, chiamiamolo incidente. Ripeto- Temete chi vi segue, ma non abbastanza. Io posso indicarvi sentieri poco frequentati, posso aiutarvi. Accettate la mia proposta?"
Noto Sam corrugare la fronte ed esclama:"Signor Frodo, io direi assolutamente no! Ci dice di essere prudenti, e d'accordo, ha ragione. Ma sa troppo per i miei gusti, e non dovremmo farci portare da lui in luogi selvaggi." Frodo stringe gli occhi. "Sai, Sam, credo che quest'uomo non sia veramente chi finge di essere. Chi siete voi? Cosa sapete veramente sui miei affari, e come fate a saperlo?" Il Ramingo ghigna. "Ecco qui la risposta." Si apre la porta, e compare l'oste Omorzo Cactaceo. "Vengo ad augurarvi una buona notte, e, fra l'altro, mi ricordo che sono stato pregato di tenere aperti gli occhi nel caso arrivassero Hobbit della Contea, e in particolare uno di nome Baggins. Lui vi ha anche descritto..." -"Lui chi?", interrompe un ansioso Frodo. "Ma Gandalf, beninteso!", risponde Omorzo, come se stesse dicendo una cosa ovvia. Strabuzziamo gli occhi. "E mi ha anche dato una lettera per voi, ecco qui. Il vostro vero nome é Baggins, immagino." Frodo annuisce e l'oste gli porge la busta. "I Cavalieri Neri...", sussurra infine Omorzo prima di lasciarci, "Cercano qualcuno che si chiama Baggins."
Una volta soli, Grampasso scuote la testa. "Se il vecchio Omorzo fosse più sveglio, sareste stati informati senza questa baraonda. Cosa aspettate ad aprire quella lettera?" Frodo ci mostra il sigillo di Gandalf sulla busta, poi la apre e la tiene in modo che tutti possano leggerla.
Caro Frodo,
Cattive notizie mi sono giunte sin qui. Devo partire immediatamente. Faresti bene a lasciare Casa Baggins fra non molto e andartene dalla Contea. Tornerò appena mi sarà possibile, e se tu sarai già partito ti seguirò. Lasciami un messaggio in questa locanda, se passi da Brea. Puoi fidarti dell'oste (Cactaceo). Forse incontrerai un mio amico per strada: un Uomo alto, magro e scuro, che alcuni chiamano Grampasso. Sa i fatti nostri e ti aiuterà. Va' a Gran Burrone: lí spero che ci ritroveremo, finalmente. Se non dovessi venire prima della tua partenza, Elrond ti consiglierà sul da farsi.
Affettuosamente tuo frettolosissimo
Gandalf
P.S. - NON l'adoperare MAI più, per nessuna ragione al mondo! Non viaggiare di notte!
P.P.S.- Accertati che sia il vero Grampasso. Il suo vero nome è Aragorn.
Non tutto quel ch'è oro brilla,
Nè gli erranti sono perduti;
Il vecchio ch'è forte non s'aggrinza,
Le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L'ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch'é senza corona.
P.P.P.S.- Spero che Cactaceo ti faccia avere questa mia al più presto. Un brav'uomo, ma la sua memoria é come un ripostiglio- non troverai mai quel che cerchi. Se lo dimentica lo arrostisco.
Buon viaggio!
"Merita di essere arrostito", conclude Frodo una volta finito di leggere. Io fisso il Ramingo. "Perché non l'hai detto subito che sei amico di Gandalf? Ci saremmo risparmiati tutte queste chiacchiere." -"E mi avreste creduto?", ribatte lui, "Anche io, d'altronde, dovevo accertarmi che voi foste proprio voi. E, comunque, non sapevo nulla di questa lettera." Sam però non sembra convinto. "Come facciamo a sapere che lei é il vero Grampasso? Per quanto ne sappiamo, potresti anche essere un'impostore e aver ucciso il vero Ramingo."
-"Sei un tipo risoluto. Se avessi ucciso Grampasso, però, potrei benissimo uccidere voi. E l'avrei già fatto. Se fossi alla caccia dell'Anello, lo potrei avere... e subito!" Con queste parole mette la mano sull'elsa della sua spada, e io indietreggio di qualche passo.
Ma l'uomo sorride e abbassa le mani.
"Io sono il vero Grampasso, fortunatamente. Io sono Aragorn figlio di Arathorn; e se con la vita o con la morte vi posso salvare, lo farò."
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top