Messere di bosco, acqua e collina

"Svegliati. Bocciolo, svegliati." Qualcuno mi sta scuotendo per la spalla, costringendomi ad aprire gli occhi. "Cosa c'è?", mormoro assonnata. "C'è", mi risponde la faccia di Merrry sopra di me, "Che dobbiamo partire. Perfino Pip è sveglio. Su, fai in fretta." Mi lascia sola, e parecchio irritata. Sono stata interrotta nel mezzo del sogno che, ne sono certa, è un nuovo indizio per il mio passato. E aveva a che fare con gli Elfi.

Poco dopo le sei, cinque Hobbit sgusciano fuori dallo smial, trovando altrettanti pony nella stalla. Ho imparato ad andare a cavallo poche settimane dopo il mio arrivo nella Contea, quindi monto sulla pony grigia pomellata senza difficoltà. Cavalchiamo in silenzio attraverso la nebbia, quando ad un certo punto appare una alta siepe imponente, coperta di ragnatele. L'ingresso alla Vecchia Foresta, ma più che altro per me significa solo una cosa: L'ultimo confine della Contea. Merry ci guida verso un tunnel che si tuffa al di sotto della Siepe, serrata da un cancello dalle robuste sbarre. Sembra intimarci di andarcene, aiutato da tutte le strane storie che circolano sul conto della foresta. Merry però apre il catenaccio che tiene chiuso il cancello senza alcun tentennare, anzi con scioltezza. Quando tutti siamo passati, chiude di nuovo il cancello e annuncia: "Ecco fatto! Abbiamo lasciato la Contea. Adesso siamo fuori, ai margini della Vecchia Foresta." Deglutisco. "Le storie che si raccontano sono vere?", si informa Pipino, chiaramente inquieto. "Di che storie stai parlando?", ribatte Merry, tranquillo, "Se intendi quelle che narrano di folletti, orchi, streghe e lupi, la risposta è no. O perlomeno, io non ci credo. La Foresta però è strana senza dubbio: E' viva, come dire, e conscia di quel che accade.Sembra sentire gli alberi sussurrare fra loro, di notte, e fanno oscillare i rami e sembrano anche muoversi, circondando e incastrando estranei." Con queste inquietanti affermazioni, ci avventuriamo nel verde.

Nessuno osa parlare, perché come aveva detto Merry , gli alberi sembrano davvero in ascolto, vigili e attenti. Un'atmosfera inquietante senza alcun dubbio. Il ragazzo Brandibuck è l'unico che pare sentirsi a suo agio. Dopo aver sorpassato una radura, sentiamo che il sentiero va in salita, e come sperato ci conduce in cima ad una collina. Con la sensazione di essere uscita da una stretta trappola, ispiro l'aria al di sopra della Vecchia Foresta e mi guardo attorno. Scorgo un filo argenteo che sembra tagliare la foresta e chiedo a Merry di che corrente si tratta. "Quello è il corso del Sinuosalice. Viene dai Tumulilande e scorre verso sud-ovest attraverso la foresta prima di buttarsi del Brandivino. Non è assolutamente la direzione da prendere! Si dice che la valle del Sinuosalice sia la parte più misteriosa di tutta la Vecchia Foresta, addirittura il nucleo dove si forma tutto il mistero."

Ci rimettiamo in marcia, decidendo di abbandonare il sentiero battuto per andare verso nord, in modo da evitare di finire dritti nella valle del Sinuosalice. Se all'inizio pare che abbiamo scelto bene, più avanziamo più ci rendiamo conto che la foresta vuole decidere il sentiero per noi. Siepi e cespugli ci bloccano la strada che vogliamo imboccare, e il terreno si fa via via più molle e paludoso. Non possiamo negare l'innegabile: Stiamo andando verso sud-est. L'aria è umida, compaiono canne e salici piangenti, e sento dell'acqua scrosciante in sottofondo. Quando sbuchiamo in una zona aperta, vediamo la fonte del rumore. Un fiume marrone scorre pigro nel mezzo di un avvallamento, falsamente pacifico. Salici crescono ai lati e anche dentro ad esso, le loro foglie bianche volteggiano lentamente nell'aria, e galleggiano sull'acqua come strani insetti morti. "Almeno so dove siamo!", esclama Merry, "Questo è il fiume Sinuosalice. Proprio l'opposto di dove volevamo andare. Chi viene in esplorazione?" Interpretando il nostro silenzio come un no, si allontana da solo fra l'erba. Quando torna, dice di aver scoperto un viottolo che costeggia il fiume- non molto invitante, ma è l'unica possibilità che abbiamo. Non è difficile credere che questa valle sia l'origine delle storie sulla Vecchia Foresta. Ad ogni passo che faccio mi sento le gambe pesanti e le palpebre chiudersi. La dolce penombra dei salici mi riempie di sonnolenza e sono stanchissima. Poco dopo, dietro di me Pipino cade in ginocchio. "Non riesco a fare un'altro passo senza riposarmi",afferma, "Facciamo un sonnellino. Sotto i salici è fresco e ci sono meno insetti." Annuisco vigorosamente e mi siedo anche io, sbadigliando. Frodo scuote la testa e ribatte: "Non possiamo riposarci! Dobbiamo uscire dalla Foresta, andiamo!" Mi stropiccio gli occhi. Ho già adocchiato un bel salice sotto il quale dormire. "Dai, Frodo. Siamo tutti stanchi, e mezz'ora in più o in meno non farà alcuna differenza, non credi?" Detto questo seguo Merry e Pipino verso il vecchio salice argenteo, che sembra allargare le sue fronde proprio per noi. Mi accoccolo contro il fusto, e ben presto il dolce mormorio del vento fra le foglie mi accompagna in un sonno profondo.

Qualcosa mi stringe con forza caviglie e polsi, lacerandomi quasi la pelle. Apro gli occhi di scatto. I lunghi, sinuosi rami del salice mi hanno afferrata per tutti quattro gli arti. Mi dimeno e tiro con forza, ma la morsa dell'albero è sicura. Con orrore vedo che Pipino è sparito- la fessura del tronco contro il quale si era appoggiato è chiusa, l'Hobbit deve essere dentro al tronco. Di Merry invece vedo solo i piedi. Il salice ha intrappolato anche lui. Guardandomi intorno freneticamente alla ricerca di Sam e Frodo, sento i rami stringermi ancora più forte. Ululo dal dolore. "Sam! Frodo! Aiuto! Dove siete?" Non ho nemmeno finito di urlare che due rami si avvolgono attorno al mio viso e sopra la mia bocca con forza, impedendomi di fare alcun suono. Il rumore di fiato ansimante annuncia l'arrivo dei nostri due compagni. "Bocciolo!", urla Frodo inorridito, cercando di strappare i rami che mi avvolgono i polsi. Inutile, si stringono ancora di più e Frodo si allontana. Lui e Sam si mettono a dare calci al tronco, sperando di liberare Merry e Pipino, ma anche questo tentativo è vano. "Che cosa orribile!", grida Frodo furioso, "Come ci è venuto in mente di mettere piede in questa tremenda foresta?" Il vento che soffia fra i rami del salice non sembra più una dolce ninnananna, ma una risata crudele, e mi chiedo come ho fatto a non accorgermene prima. Vedo Sam correre verso i pony e tornare con delle esche per il fuoco, per poi affaccendarsi per accenderlo. Quando delle piccole lingue infuocate sfiorano il tronco, sento l'albero scuotersi da cima a fondo e Merry urlare: "Spegnetelo! Spegnetelo o ci taglia e stritola in due!" Dal cuore del tronco si sente il grido soffocato di Pipino. Svelto, Sam calpesta i tizzoni del piccolo falò e Frodo corre sul sentiero urlando disperatamente aiuto. I rami mi stringono sempre più forte, e dei singhiozzi si liberano dalla mia bocca soffocata. All'improvviso, un altro suono si sovrappone alla risata del salice: Qualcuno sta cantando. Una voce allegra, profonda e spensierata.

Ehi dol! Bel dol! Suona un dong dillo!
Suona un dong! Salta ancor! Salice bal billo!
Tom Bom, bel Tom, Tom Bombadillo!
Ehi dol! Vieni bel dol! Cara dol! Mio tesoro!
Il vento soffia leggero e la stella spunta d'oro
Laggiù ai piedi della Collina che brilla alla luce solare,
Sulla soglia aspetta il debole chiarore stellare,
La mia graziosa dama, figlia della Regina del Fiume,
Esile più di un salice, più limpida dell'acqua, più brillante di un lume.
Il vecchio Tom Bombadil ha colto dei gigli d'acqua,
E saltellando torna, e mai nel giorno tacque.
Ehi! Vieni bel dol! Cara dol! Mio tesor!
Baccador, Baccador, un'allegra bacca d'or!
Povero Vecchio Uomo Salice, hai nascosto le radici,
Ma Tom ha fretta adesso. La sera giungerà tosto.
Il vecchio Tom Bombadillo ha colto dei gligli d'acqua
E saltellando torna, e mai nel giorno tacque.

Frodo e Sam si mettono a correre verso dove proviene la canzone, e poco dopo tornano in compagnia di un uomo grande e pesante, che si muove in modo goffo. La sua faccia è rossa come la marmellata di fragole  e coperta da una lunga barba castana, e i suoi occhi sono luminosi e azzurri come i non-ti-scordar-di-me. Le sue braccia sono cariche di erbe fresche, e ha appena appoggiato a terra una grande foglia coperta di candidi gigli, come recitava la canzone. Questo strano personaggio si dirige a passo di marcia verso il salice, e ci accosta le sue labbra, mettendosi a cantare con voce calma e suadente. Merry si mette a tirar calci dall'interno e l'uomo strappa un ramo all'albero per usarlo a mo' di frusta contro il suo tronco. "Lasciali andare immediatamente, Vecchio Uomo Salice! Che ti salta in testa? Non dovresti essere sveglio. Mangia la terra! Scava profondo! Sorseggia l'acqua! Dormi subito! Bombadil te lo ordina!", urla imperiosamente. La fessura che tiene imprigionato Merry si sta lentamente aprendo e l'uomo -Tom Bombadil, immagino- lo afferra per i piedi e lo trascina fuori. Con un sibilo tutti i rami che mi tenevano legata si afflosciano tornando a penzolare pigramente. Infine, si squarcia l'altra fessura e Pipino viene catapultato fuori. Un tremitio percorre un'ultima volta il vecchio salice. Segue un silenzio tombale.

Serve qualche secondo per riprendermi dallo spavento e alzarmi da terra. Poi mi rivolgo a Tom Bombadil ed esclamo: "Grazie!" , seguita a ruota da tutti gli altri. Tom si abbassa per vederci bene in faccia e dice gioioso: "Ebbene, miei piccoli amici! Dovete venire a casa mia! La tavola è apparecchiata con crema gialla, miele dorato, pane bianco e burro. Baccador ci aspetta. Avremo tempo per le domande più tardi, intorno alla tavola. Seguitemi più svelti che potete!" Detto questo raccoglie i suoi gigli e si avvia saltellando e cantando le sue bizzarre strofe. Stupiti e sollevati come siamo non ci fermiamo neanche a pensare, ma prendiamo i nostri pony e seguiamo Tom Bombadil. Ma siamo stanchi ed esausti, e le nostre gambe pesanti come piombo, tanto che presto il nostro salvatore non si vede più. La sua voce però rimane indietro, e a noi basta seguirla, e ci indica la strada da imboccare. Per un po' la voce di Tom mi giunge ancora, ma ad un tratto cala di nuovo il silenzio. Non possiamo fare altro che continuare a camminare in avanti. Il sole sta già calando. Strani rumori, bisbigli, scricchiolii, ululati, guaiti e sussurri riempiono la Vecchia Foresta. Chissà cosa stanno pensando gli alberi, guardandoci. Forse il miglior modo di catturarci, come il Vecchio Uomo Salice?

Non mi accorgerei del fatto che la foresta si sta diradando se non fosse per l'erba. Sotto gli alberi era brulla, secca e pungente, mentre quella che sto calpestando adesso è piacevole al tatto, morbida come una carezza. E infatti finalmente ci lasciamo la Vecchia Foresta alle spalle e giungiamo su un vasto altopiano erboso, e udiamo di nuovo dell'acqua. Stagliati contro il cielo stellato ci sono i contorni dei Tumulilande. Avanziamo ancora un po' e in alto c'è una casa dalle finestre illuminate ad attenderci, come se fosse messa lì apposta e soltanto per noi. Lì vicino, il lento e marrone Sinuosalice è mutato: Ora è giovane e allegro, trasparente come l'argento e pieno di voglia di vivere, salta e spruzza e gorgoglia. Per completare questa bella visione, una voce nota canta il benvenuto:

Ehi! Vieni, bella dol! Giunti sono gli amici!
Hobbit! Cavallini! Siamo tutti ora felici!
Viva il divertimento! Cantiamo tutti assieme!

Giunti sulla soglia della casa, una nuova voce si unisce alla melodia. Una voce femminile, limpida e dolce come il fiume che scorre vicino.

Viva il divertimento! Cantiamo tutti assieme
Di sole, stelle, luna, nebbia, pioggia e speme,
Luce sul bocciolo, rugiada sulle piume,
Rovi sullo stagno ombroso, gigli sull'acqua che freme.
Vecchio Tom Bombadil, e la Figlia del Fiume!

Varchiamo così la soglia della casa di Tom Bombadil. Il soffitto è basso, la stanza lunga e occupata da un lungo tavolo di legno. Di fronte ad esso è seduta una giovane donna, bella e graziosa come i germogli primaverili dei crochi. I lunghi capelli biondi le incorniciano un viso candido dagli occhi verde chiaro, verde come il suo lungo vestito, coperto di piccole gocce di rugiada pari a gemme. La sua delicata vita è decorata da una cintura d'oro tempestata da non-ti-scordar-di-me. La cosa più curiosa però si trova ai suoi piedi: Migliaia di contenitori di ceramica verde e marrone contengono milioni di bianchi gigli che la circondano come un vero e proprio lago. La donna allarga le braccia e ci sorride benevola. "Benvenuti, cari ospiti!" La sua voce è indubbiamente quella che ha cantato prima, la voce cristallina dell'acqua. Non sapendo come comportarmi, accenno qualche inchino imbarazzato e goffo, ma poi capisco che non ce n'è affatto bisogno. La bella dama ride e si alza, prendendo Frodo per mano e facendoci segno di sederci a tavola. "Venite, sedetevi, cara gente!", ci incita, "Io sono Baccador, la Figlia del Fiume. Chiudiamo ora la porta, chiudiamo fuori la notte! Non temete le ombre degli alberi e la profondità delle acque scure e malvagie, per questa notte siete sotto il tetto di Tom Bombadil." Così ci accomodiamo, grati, e restiamo a guardare incantati come Baccador, una volta chiusa la porta, si mette a preparare il pasto. Tom, ci informa, è fuori a prendersi cura dei nostri pony, e infatti le note gioiose ci giungono dal retro della casa. Dopo un po', Frodo osa chiedere la domanda che vogliamo fare tutti: "Graziosa dama! So che questa domanda può sembrare sciocca, ma sapresti dirci chi è Tom Bombadil?" Baccador si ferma e sorride. "E' lui. E' lui, come avete visto. Il messere di bosco, acqua e collina." -"Cioè, tutta questa terra gli appartiene?" Baccador scuote la testa. "Oh, no! Sarebbe un tale peso. L'acqua che scorre, le piante che crescono e i fiori che germogliano in questa terra non hanno padrone. Tom Bombadil è il Messere. Nessuno lo ha mai richiamato mentre saltellava per la foresta, per i prati o lungo i fiumi. Egli non ha timore." E proprio in quel momento entra lui, il Messere, ridendo e cantando, e ci sediamo a tavola, e finalmente mangiamo. Dopodiché Baccador prende una candela e ci conduce in una stanza dal tetto spiovente, il pavimento coperto di giunchi freschi e cinque materassi disposti uno vicino all'altro. "Dormite e riposatevi, piccoli ospiti! Non abbiate timore dei rumori della notte, ella è fuori e non può entrare."

Così mi sdraio su un soffice materasso, e aspetto che i respiri degli altri si siano regolarizzati prima di girarmi su un fianco e scuotere delicatamente la spalla di Frodo. Nonostante il buio, capisco che ha aperto gli occhi. "Non riesci a dormire, Bocciolo?" -"Non ancora. Ho fatto un sogno, a Buckburgo, sai. Parlava degli Elfi. Mi stavo nascondendo con un'altra persona. Pensa quello che vuoi, ma Gildor voleva tenermi all'oscuro di qualcosa." Sento Frodo voltarsi verso di me. "Io mi fido degli Elfi, ma non nego che c'è qualcosa di molto strano in questa faccenda. Chissà, forse dama Baccador o Tom Bombadil potranno aiutarti. Ho l'impressione che Tom sappia tutto, e di più." -"Io ho l'impressione che Tom sappia tutto e di più e che non abbia l'intenzione di rivelarlo ad anima viva.", ribatto. Frodo sospira. "E' vero anche questo. Ma tentar non nuoce. Ripescheremo la tua memoria, stai tranquilla. Fosse l'ultima che faccio. Dormi bene, Bocciolo." Mi giro con la pancia sul materasso e cerco di chiudere gli occhi. Se ho fatto altri sogni rivelatori, allora il mattino dopo li ho già scordati.

Il cielo é plumbeo, pesante e grigio. La nebbia mattutina ha formato una pesante cappa intorno alla casa, e non si vede il sole. Mentre facciamo colazione, Tom dice che è troppo umido per uscire, e quindi rimaniamo in casa, davanti al camino, ad ascoltare tutte le storie che ci racconta. Sembra proprio che Frodo avesse ragione: il Messere del bosco pare sapere tutto. Faccio il giro della terra in poche ore, vengo trascinata via dal tempo in epoche talmente lontane che mai riuscirei ad immaginare, incontro persone di ogni razza e foggia, mi avventuro per enormi montagne, praterie talmente vaste da sembrare mari, cascate rombanti, visito grotte nascoste, cime di alberi alti come montagne, le profondità degli oceani, tutto con il solo aiuto della voce di Tom Bombadil. Spesso però racconta anche della Vecchia Foresta, dei suoi misteri, dei suoi alberi, soprattutto dei suoi alberi, e narra anche del Vecchio Uomo Salice. Molte, molte delle vicende narrate cercano di smuovere qualcosa di nascosto in un buio antro della mia memoria, e sento quasi di poterlo afferrare, ma ecco che Tom cambia storia e i miei pensieri vengono di nuovo trascinati alla deriva, verso nuove mete e viaggi.

Sento la pioggia scrosciare fuori dalla finestra, e Frodo chiede all'improvviso: "Messere, chi sei?" Tom sbatte le palpebre. "Eh, come? Non conosci ancora il mio nome? Questa è l'unica risposta. Il più anziano, ecco chi sono. Amici, ricordate quel che vi dico: Tom era qui prima del fiume e degli alberi, Tom ricorda la prima goccia di pioggia e la prima ghianda. Egli tracciò i sentieri prima della Gente Alta, e vide arrivare la gente piccola. Ero qui prima dei Re e delle tombe degli spettri dei Tumuli. Quando gli Elfi emigrarono a ovest, Tom era già qui, prima che i mari si curvassero, conobbe l'oscurità sotto le stelle quando era innocua e senza paura, prima che da fuori giungesse l'Oscuro Signore."E mi sembra, non saprei dire come, non ho la più pallida idea del perché, che Tom sia come un riflesso di me stessa. Sulla terra da prima, prima, prima, è anziano, molto anziano, eppure è ancora qui. Eppure nessuno sa di lui. Cosa pensi, Bocciolo di Rosa? Chi sei, Bocciolo di Rosa...?, penso.

All'improvviso, la porta si apre e appare una ridente Baccador. "Piccoli amici, ascoltare mette appetito, non è vero? Svelti, a tavola!" La Figlia del Fiume e Tom apparecchiano la tavola, e dopo un'abbondante cena ci ritroviamo di nuovo davanti al fuoco. Dopo aver parlato così tanto, Tom è curioso e ci fa tante domande, nonostante sappia già molto di noi, e della Contea. Io sto zitta, apro bocca solo per descrivere le nostre ultime avventure. Nel bel mezzo di quanto stiamo raccontando, Tom interrompe: "Mostrami il prezioso Anello!" Frodo, sorpreso, lo sgancia dalla catenella e lo porge a Tom. Lui, con una risata, si infila l'Anello al dito...E rimane ben visibile, sorridendo sornione e battendo le mani, poi lancia in aria l'Anello facendolo svanire. Frodo grida, ma Tom si china verso di lui e gli ridà l'Anello. Fissiamo basiti il vecchio Messere, che scuote una mano e si mette a parlare di domattina, quando partiremo. Prima di coricarci a letto, mi siedo vicino a Bombadil. Lui mi osserva per qualche minuto prima di esclamare: "Sei stata zitta zitta, mentre i tuoi amici narravano, piccola Hobbit. Che tu non abbia niente da raccontare?" Scuoto la testa. "Hai ragione, Messere. Non ho nulla da raccontare, se non degli ultimi -e primi!- otto mesi della mia vita. Ma credo, Tom, che tu sia già al corrente di ciò, o sbaglio?" -"Piccola amica, sei quieta ma osservi tutto. Sì, il vecchio Tom lo sa, lo ha visto nei tuoi occhi quando sei arrivata. E il vecchio Tom sa, come gli hanno detto la quercia e il fiume, come ha sentito nel vento, che presto, presto saprai, Bocciolo di Rosa. Presto saprai...E già la quercia e il fiume e il vento mormorano e sono inquieti." Sgrano gli occhi, cosa sta cercando di dirmi questo misterioso uomo? "Ti prego, spiegati meglio, Messere. Tu sai qualcosa su di me, vero? Ti prego, aiutami." Tom si accarezza la lunga barba. "Piccola amica, tu mi chiedi di essere più veloce e furbo del tempo che decide e guida e modella i sentieri. Tu mi chiedi di rivelarti cose che ormai solo i vecchi alberi possono rivelare. No, piccola Hobbit, mi spiace, ma Tom non può fare altro. Tom sa rispettare il tempo. Solo questo ti dirò: Tieniti stretta i tuoi allegri compagni, che quando il vento non soffierà più allegre melodie ma lugubri canti di guerra, saranno le uniche persone di cui ti potrai fidare. Ora dormi, piccola amica, che domani ti aspetta una lunga strada." E senza darmi il tempo di dire alcunché, si alza, spegne una candela e mi lascia sola. Vado a letto e resto con gli occhi aperti per molto, molto tempo. Cosa mai può esserci di tanto misterioso nel mio passato, che ne parlano gli alberi e se ne preoccupa il vento? Anche questa notte non faccio sogni, ma sono agitata, mi giro da una parte e dall'altra, e mi sento come un animale intrappolato che cerca di sfuggire dalla sua gabbia. Gildor, e ora Tom...Cosa mi nascondono? Perché nessuno sa e soprattutto vuole dirmi nulla? La notte passa lenta, alimentando la mia frustrazione.

E' un giorno chiaro e luminoso, gli uccelli cinguettano e cantano allegri. Canta anche Tom Bombadil, che ci insegna un canto da intonare nel caso avessimo bisogno di lui:

Oh! Tom Bombadil, Tom Bombadillo!
Nell'acqua, bosco e colle, tra salice e giunchiglio,
Con fuoco, sole e luna, ascolta il mio richiamo!
Vieni, Tom Bombadil, del tuo aiuto abbisognamo!

Dopo la solita colazione, i nostri pony ci aspettano fuori, e noi gli montiamo in groppa. Tom ci saluta dalla soglia, ridendo, cantando e ballando. Siamo già in cima alla collina quando Frodo esclama: "Baccador! Graziosa dama! Non l'abbiamo salutata!" Sto già voltando il pony per tornare indietro, quando una voce cristallina mi blocca. La Figlia del Fiume è a pochi metri da noi, sollevando una mano in segno di saluto, i lunghi capelli biondi che volteggiano nella brezza gentile del mattino. Al trotto allungato la raggiungiamo e ci inchiniamo profondamente. Lei ride, e ci saluta: "Veloci ora, miei graziosi amici! Non cambiate programma. Continuate sempre a nord, col vento nell'occhio sinistro ed il nostro augurio sui vostri passi! Veloci!" Prima di allontanarci, Baccador mi prende per mano. "Buona fortuna, graziosa amica. Buona fortuna, e se mai il tuo sentiero dovesse sembrare scuro e aspro, chiama la Figlia del Fiume. Chiamami, se necessiti aiuto." Poi la mia pony parte al galoppo incitata dagli altri cavalli, e Baccador rimane indietro, a salutare con il suo canto.

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