Imladris

"Bocciolo... tutto a posto?" Pipino è inginocchiato vicino a me, con un'espressione preoccupata. Sono sdraiata per terra, il fiume ruggisce davanti a me, vuoto. "Sei crollata a terra mentre i Cavalieri Neri venivano trascinati via", borbotta Merry, "E sei pallida come un fantasma." Grampasso mi porge un borraccia d'acqua. "Ti sarai spaventata", dice con calma, "Ma adesso è tutto a posto. Glorfindel sta portando Frodo a Gran Burrone." Quando ho bevuto, Sam mi offre una mano per rialzarmi. Le gambe mi tremano ancora un poco, come se fossero fatte di gelatina. "Il fiume...", mormoro, "I Cavalieri..." Gli occhi di Sam brillano. "Abbiamo visto della magia elfica, Bocciolo, ti rendi conto? Sire Glorfindel ha aizzato il fiume." Sono troppo confusa per rispondere. "Forza", ci incita Grampasso, "Raggiungiamo la casa di Elrond. Non temete, non attraverseremo il Guado. Più avanti si trova un ponte."

Dopo meno di un'ora di cammino, raggiungiamo la valle elfica. Non posso impedirmi di osservare Imladris a bocca totalmente aperta mentre l'attraversiamo. Gli alberi dorati si stendono per tutta la valle, e attraverso le loro foglie filtra la luce del sole color miele. Il dolce rumore delle cascate che si frangono sulle rocce ricopre il paesaggio come una ninnananna. Le case sono di legno chiaro, costruite con morbide curve e archi. Tutta la valle ispira pace e tranquillità, e so per certo che nessuna guerra riuscirà mai a toccare la casa di Elrond. Non ho mai visto posto più bello in vita mia, per modo di dire, ovviamente, dato che non ho visto poi così tanto! Ci stiamo avviando lungo un ombroso corso costeggiato di betulle quando una alta figura compare in fondo al sentiero. Alza un braccio in segno di saluto e con la sua voce squillante esclama: "Amatulya, mellon nîn!" Grampasso sorride e corre verso l'Elfo in fondo alla strada, salutando a sua volta: "Aia, Elladan!" L'Elfo è alto, ha lunghi capelli corvini e brillanti occhi argentati. Quando nota noi Hobbit, ci sorride e dice nella lingua corrente: "Benvenuti ad Imladris, piccoli amici!" - "Questo è Elladan figlio di Elrond", dice Grampasso, gioioso, "Elladan, questi sono Merry, Pipino, Sam e Bocciolo di Rosa, i compagni di Frodo." Non sapendo bene cosa dire, sorridiamo imbarazzati e chiniamo un po' le teste. Una calda risata esplode dietro di noi, facendoci voltare di scatto. Verso di noi cammina un'altro Elfo, che per quanto posso vedere è assolutamente identico a Elladan. Mi volto dall'altra parte, ma l'Elfo moro è ancora lì. "Non c'è bisogno di inchinarsi davanti a mio fratello", ridacchia l'Elfo che è appena arrivato, "Né davanti a me. Io però vi porgo il mio rispetto per il lungo e faticoso viaggio che avete dietro di voi." E ci rivolge un piccolo, buffo inchino. Grampasso sorride ancora di più. "Aia, Elrohir!", saluta. "Aia, Estel.", risponde l'Elfo. Grampasso si rivolge di nuovo a noi. "E questi è Elrohir, figlio di Elrond, nonché fratello gemello di Elladan." Quest'ultimo alza gli occhi al cielo. "Proprio a me doveva capitare!" Elrohir molla un pugno sulla spalla del fratello, poi esclama: "Voi siete stanchi e preoccupati, amici. Vi abbiamo annoiato abbastanza! Coraggio, manca poco e potrete scaldarvi e rifocillarvi. Seguiteci!" Così seguiamo i gemelli verso il cuore di Gran Burrone.

La casa di Elrond si presenta invitante e accogliente davanti noi. Tanti Elfi si aggirano per i corridoi, ed Elladan ed Elrohir ci guidano in un grande salone di legno dove un falò scoppietta allegro, scaldando i presenti. I gemelli ci portano davanti ad un alto Elfo dalla faccia severa e austera, con lunghi capelli castani e due tempestosi occhi argentati. Assomiglia molto ai due e posso solo dedurne che sia il padre. "Amatulya, Estel!", saluta Elrond, e Grampasso sorride. "Benvenuti, amici miei.", dice l'Elfo con voce pacata. Sam non riesce a trattenersi ed esclama: "Dov'è padron Frodo?" Elrond sorride con fare rassicurante. "Glorfindel è arrivato un'ora fa. Frodo è al sicuro, già sotto l'effetto di alcune cure." -"Possiamo vederlo?", chiedo. Elrond scuote la testa. "Temo che sia opportuno lasciarlo solo per qualche ora. Dopodiché potrete senza dubbio fargli visita. Adesso, invece, voi siete stanchi ed affamati, e mi sarà un piacere ospitarvi. Prima, però, credo che vi interesserà incontrare una certa persona..." E con questo si sposta di lato, mostrando un uomo anziano dalla lunga barba grigia, che indossa un cappello a punta e si appoggia ad un bastone di legno. "Gandalf!", urliamo tutti e quattro insieme, e lo Stregone Grigio sorride. "Come mai non ci hai raggiunto a Brea?", sbotta Sam, a metà fra il rimprovero e il sollievo. Gandalf agita una mano come ad allontanare la questione. "E' una lunga storia, caro Sam.", si limita a spiegare, "E merita un lungo racconto. Per adesso, pensate a riposarvi." Poi si rivolge a  Grampasso. "Ti ringrazio per l'aiuto, Aragorn. Vedo che hai ricevuto il mio messaggio." Io mi schiarisco la gola e Aragorn sbuffa. "E' stato tutt'altro che un'affare tranquillo, amico mio", borbotta, "Ma anche questo è un lungo racconto. Anche io preferirei un buon letto e magari un  bagno caldo, ora." -"E qualcosa da mettere sotto ai denti!", protesta Pipino. Gandalf annuisce. "Certo, certo, giovane Tuc. Seguitemi e i vostri stomaci fra poco non soffriranno più." Ci congediamo da Elrond, Elladan ed Elrohir, e Gandalf ci accompagna davanti a cinque piccole stanzine che sono state preparate apposta per noi. Nonostante l'affermazione di poco fa, Aragorn non si accomoda nella sua stanza, ma si allontana mormorando qualcosa sul fatto che deve incontrare una persona.

Io invece non mi faccio pregare ed entro subito nella stanza. E' luminosa ed accogliente, con un grande letto candido, un armadio, una scrivania e un grande balcone che da sulla valle di Imladris. Quando noto una vasca di ceramica riempita d'acqua calda fino all'orlo lancio un urlo deliziato, in quattro e quattr'otto mi levo tutti i vestiti e mi lascio cadere nella vasca. Sul bordo c'è anche qualche saponetta e con grande soddisfazione inizio ad insaponare i miei poveri boccoli che hanno risentito molto  della nostra avventura. Dopo un'abbondante quarto d'ora esco tutta profumata di lavanda dall'acqua, asciugandomi con i teli bianchi stesi vicino alla vasca da bagno. Poi mi metto di nuovo il mio vestito, lasciando il mantello e la sciarpa sul letto, sperando che verranno lavati più avanti. La mia pancia emette un suono di pretesa e mi rendo conto di averla molto trascurata, negli ultimi giorni. Con mia grande delusione, nella stanza non c'è neanche una briciola. Ma dico, gli Elfi si sono dimenticati di mettere del cibo come in ogni stanza che si rispetti? Spalanco la porta e trovo Pipino e Merry che si avviano lungo il corridoio. "Bocciolo! Ti unisci a noi? Cerchiamo qualcosina con cui fare uno spuntino.", dice Merry quando mi vede. "E me lo chiedi pure?", ribatto io. La bionda testa di Sam spunta dalla porta dietro di noi. "Chi ha parlato di cibo? Non vi siete neanche disturbati a chiamarmi, imbecilli!" Così tutti e quattro ci mettiamo a girovagare per la casa di Elrond, tenendo gli occhi -e il naso- aperti. All'improvviso, Pipino si blocca, ispirando profondamente. Il mio stomaco ha già capito cosa ha fermato l'Hobbit, e brontola sonoramente il suo consenso. "Porchetta", sentenzia Pipino e allunga l'indice verso un portone. Ci catapultiamo tutti verso la direzione indicata e irrompiamo in quelle che scopro essere le cucine. Quattro Elfi donne  stanno lavorando intorno ad un tavolo di legno sulla quale è effettivamente posata una generosa porzione di porchetta. Oltre a quella, gli Elfi ci offrono del pane, verdure sottolio, qualche sardina e un boccale di vino. Dopo aver finalmente mangiato, chiudo gli occhi ed emetto un sospiro soddisfatto. Sam ringrazia le tre Elfe e chiede timidamente dove possiamo trovare Frodo. L'Elfa con i capelli rossicci ci spiega pazientemente la strada, e ci alziamo.

"Vi dico che era a destra!", insiste Merry e batte un piede per terra. Sam gli sventola il dito avanti e indietro davanti alla sua faccia in cenno di diniego. "E invece ha chiaramente detto che dobbiamo svoltare sulla scalinata sinistra!" Pipino sembra molto concentrato. "E se ci dividessimo?", propongo io, "Io e Sam andiamo a sinistra. Voi due a destra. Qualcuno dovrà pur arrivare dove sta Frodo." Merry e Pipino annuiscono e girano sui tacchi, mentre io e Sam scendiamo la lunga scalinata. Più o meno a metà, per la fretta inciampo con il piede destro sul piede sinistro, poi il piede sinistro calpesta un lembo della gonna e prima che possa accorgermi cos'è successo ruzzolo giù per le scale, arrivando malamente fino in fondo. "Oh oh, attenzione, piccola Hobbit!", esclama una dolce voce sopra di me. Alzo lo sguardo e i miei occhi incontrano quelli luminosi della donna più bella che io abbia mai visto. E' pallida in viso e le sue labbra sono rosse come rose. La sua capigliatura corvina le incornicia la faccia come un quadro, e sembra anziana e saggia, nonostante la bellezza giovanile. "T-Tinuvìel?", mormoro. L'Elfa scoppia a ridere. "No, anche se spesso vengo comparata con lei. Io sono Arwen Undomìel figlia di Elrond." Con questo, Arwen mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi. "La sorella dei gemelli!" Lei annuisce. "Vedo che hai già conosciuto i miei fratelli." -"Bocciolo, stai ben...", esclama Sam dietro di me, ma non finisce la frase quando vede Arwen, e la fissa a bocca aperta. "Tutto a posto, grazie.", annuisco, e poi chiedo ad Arwen: "Sapresti portarci dove sta Frodo? E' un nostro amico e lo abbiamo accompagnato fino a qui." Arwen accetta volentieri e ci guida fino al capezzale di Frodo. Spalanca la porta con cautela, e dentro sta seduto Elrond, che ci fa cenno di entrare in silenzio. Frodo è sdraiato a pancia in su in un grande letto, indossa una vestaglia bianca ed è bianco come la brina. Gli afferro una mano, e anch'essa è gelida come neve. Il suo petto però si alza e abbassa in modo regolare. "Guarirà", sussurra Elrond, "Dategli solo qualche giorno." Sam prende una sedia e si siede vicino al capezzale, io mi appoggio con cautela al letto. "L'inondazione sul Guado...", mormora Sam piano, "...Era magia di sire Glorfindel?" Elrond scuote la testa. "L'ho invocata io, e Gandalf mi ha aiutato." Corrugo la fronte. Forse mi sono davvero immaginata tutto, spaventata com'ero? E poi mi viene in mente, di colpo, che Gandalf aveva promesso che Elrond mi avrebbe aiutata. Con tutta la faccenda dei Cavalieri Neri men'ero totalmente dimenticata. Ma non voglio distogliere l'Elfo dalle cure di Frodo, decido. Aspetterò qualche giorno. Solo una cosa mi sta facendo divorare dalla curiosità. "Mastro Elrond...", inizio con cautela, "Chi è Annatar?" Elrond mi fissa intensamente. "Perchè lo vuoi sapere?" - "Io...Io l'ho letto da qualche parte.", balbetto. -"Non voglio parlare di certe cose in questa stanza. Seguimi." Esitante, seguo Elrond fuori, su un balcone che percorrere l'intera facciata del muro. Quando ci siamo allontanati, Elrond appoggia le mani sulla balaustra del balcone e inizia a spiegare in tono distaccato. "Annatar è il nome che il Nemico acquisì quando si recò fra gli Elfi, senza che loro sapessero chi era in realtà. Gli Elfi si fecero ingannare da lui, e fu in quei tempi che vennero forgiati gli Anelli del Potere. Questo è quanto posso e voglio rivelare- Non amo discutere di certi argomenti ad Imladris anche se, ahimè, presto dovrò farlo davvero." Osservo bene l'Elfo.

"Possibile che non vogliono rendere belle le altre terre come la loro? Che non accettino di far diventare la Terra di Mezzo beata come Valinor? ", mormora con fare suadente il bell'uomo. Lo osservo mentre parla con gli Elfi. Io mi tengo dietro, con un cappuccio calato sul viso. Se intorno all'uomo si è riunita una grande folla, intorno a me non c'è nessuno. Non mi conoscono come conoscono Annatar. E non temono Annatar come temono me. "Gil-Galad e Elrond sono uomini saggi", prosegue l'uomo, "Ma senza il loro aiuto, i miei sforzi sono vani..." Gli Elfi lo ascoltano, affascinati. Mi concedo un sorriso. Li sta convincendo. E' bravo a convincere.

Mi rendo improvvisamente colpo di trovarmi sul balcone. "Tutto a posto?", chiede Elrond, sospettoso, e un'onda di paura mi colpisce quando mi guarda, portandomi ad arretrare. "S-Sono stanca...", balbetto. Elrond sorride, e la paura svanisce. "Senza dubbio. Coraggio, rientriamo." Mi appoggia una mano sulla schiena e torniamo da Frodo. Sam gli sta tenendo una mano. Esausta, come se tutta la fatica degli ultimi giorni mi piombasse addosso tutto ad un tratto, mi siedo in fondo al letto di Frodo,  la mia testa si lascia cadere verso la spalla e piombo in un sonno senza sogni.

Quando mi sveglio sono sdraiata nel letto della mia stanza. Qualcuno deve avermi portata qui senza svegliarmi. Fuori dal balcone, il cielo è scuro e le stelle di Elbereth sembrono tanti granelli di sale sparsi su una tavola perfettamente nera. Mi alzo e vado sul balcone, lasciando che la dolce brezza autunnale mi scompigli i capelli. È tutto cosí quieto, cosí tranquillo. Difficilmente si riesce ad accettare che fuori dalla valle sia in corso la terribile opera del Nemico. Terribile, inizio a sospettare, come il mio passato. E, nonostante non faccia freddo, inizio a tremare. Ho paura, mi rendo conto. Paura di chi posso essere veramente. Non dire sciocchezze, Bocciolo di Rosa, dico a me stessa, Ti sarai senza dubbio immaginata tutto. Eri stanca, oggi. E il nome di Annatar l'hai sicuramente pescato da uno dei tuoi libri. Il Nemico non ha nulla a che fare con te.
Con questo pensiero rassicurante torno a letto e mi addormento dopo pochi minuti.

I prossimi tre giorni li passo gran parte accanto a Frodo, con Sam. So che è in ottime mani, ma non riesco a non andare a controllare se sia migliorato ogni tre minuti. Certe volte, però, esploro anche Gran Burrone, e mi diverto tantissimo. C'è talmente tanto da vedere e fare! Gli Elfi sono tutti molto disponibili. Alcuni sembrano bambini allegri, e si può benissimo parlare e scherzare con loro, mentre altri emettono un'aura di potere e autorità che mi intimidisce un po'. Ma in realtà sono tutti gentili. Volevo parlare un po' con Elrohir ed Elladan, ma sono spariti senza spiegazioni. Aragorn mi ha spiegato che vagano per la Terra di Mezzo a uccidere Orchetti. Non mi ha voluto dire il perchè, però. Certe volte incontro Arwen, che è sempre molto carina, ma un po' distante, e ho come l'impressione che sia in pena per qualcosa. Gandalf è la persona con cui parlo di più. È interessante discutere con lui, un po' come con Bilbo, perchè hanno entrambi visto cosí tante cose!

Sono seduta sotto ad un salice piangente, con dei libri e qualche quaderno, quando appare Sam ansimante davanti a me ed esclama: "Frodo si è svegliato!"

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