Capitolo 8. fiorellinosbocciato E spechiodellanima
Dopo avermi sentita urlare, Sebastian mi seguì senza pensarci neanche due volte. Mentre camminava lo sentivo borbottare qualcosa che non capivo. All'improvviso lo sentii aumentare il passo quasi in una corsa, infatti mi superò e mi si parò davanti. Mi afferrò il braccio. Lo pregai più volte di lasciarmi andare - era il braccio che mio padre aveva colpito con la cinghia, - tentai anche di liberarmi della sua presa, ma senza alcun successo. Mi tirò verso di lui, facendomi scontrare col suo petto; sentii dei brividi. Mi chiese il motivo per cui avessi urlato, ma io non risposi cercando di divincolarmi, come un tonno in una rete. All'improvviso lo sentii arrabbiato più che mai. <<Ferma>> mi ordinò. Non lo ascoltai.
<<Spiegami che cavolo vuoi, Sebastian>> chiesi io.
Lui alzò il mio viso verso il suo, in modo che i nostri occhi potessero incontrarsi. Notato che stavo piangendo, mi guardò con dolcezza. <<Non volevo urlare>>. Non mollava la presa. Lo supplicavo di lasciarmi ma non mi ascoltava. <<Che cosa hai visto poco fa' che ti ha fatto urlare, Josie?>>
Non volevo parlare con lui. Lo odiavo come si può odiare qualcuno che picchia gli animali indifesi. Lo odiavo come odiavo mia madre, sempre presente quando non doveva e sempre assente quando ci sarebbe dovuta essere. Ma l'incontro con i suoi occhi mi fece cedere. Mi decisi a parlare, ma tra un singhiozzo e l'altro, la testa iniziò a farsi pesante e persi i sensi. Lui aveva una bottiglietta d'acqua che mi svuotò sul viso. Il contatto freddo mi fece riprendere quasi subito.
Mi portò in un'aula in modo che, stando seduta, ero più rilassata e non sarei svenuta. Lui mi ripeté la domanda e io finalmente risposi. <<Ho rivisto mio padre>>. Mi scappò un singhiozzo. Mi portai una mano alla fronte. <<Aveva in mano una cinghia. Non ha parlato ma sono sicura stesse pensando quello che pensava sempre quando lo faceva. "È per il tuo bene". Si avvicinava minaccioso e io non riuscivo a muovermi. Ero come incollata al pavimento. Ho urlato perché mi ha colpita sul braccio. Lo stesso che mi hai afferrato tu poco fa'. Era per questo che ti supplicavo di lasciarmi. Non so a chi dirle queste cose. Non sa quasi nulla neanche Kayla>>.
<<Com'è possibile? Ma se le racconti ogni singolo momento della tua vita>>. Gli scappò una risata.
<<Come faccio a dirle che mio padre mi...>>
Non volli dire l'ultima parola perché mi vergognavo. Ma lui aveva capito. <<Scusami per prima. Non ti volevo chiamare sfigata. Sono stato uno scemo. Perdonami>>. Mi accarezzò una mano, ma io mi ritrassi. Mi faceva ribrezzo che i maschi mi toccassero. Lui non si arrabbiò anzi, sorrise. Mi guardò come se fossi indifesa e mi chiese se avessi bisogno di un passaggio.
Stavo per dirgli che non ne avevo bisogno. Ma se poi mia madre non fosse venuta? Decisi di accettare.
Mise in moto dopo avermi lanciato un'occhiata. <<Ti andrebbe...>> iniziò a chiedere, <<di continuare il nostro lavoro?>>
Non avrei mai immaginato che me lo chiedesse. Non volevo incontrare i suoi occhi, ma era impossibile. <<E il tuo allenamento?>>
<<Mancano ancora tre ore. Poi ho il promemoria>>.
Allora decisi di dire che ero d'accordo.
Arrivammo a casa mia e come al solito c'era mia madre che se ne stava abbracciata con Edward, il che mi provocò un senso di irritazione. Sebastian mi chiese come mai mio padre non fosse in carcere. Io gli spiegai che dopo il divorzio e la condanna di mio padre, aveva iniziato a frequentare l'individuo che era nel salone di casa mia, ovvero il suo avvocato. Salutai con poca attenzione mia madre, pensai meno male che mi sono fatta accompagnare da lui o sarei rimasta a scuola.
<<Dove eravamo arrivati?>>
<<Non era ben accetta nella classe di Taylor, infatti veniva presa in giro poiché non parlava mai e...>> mi fermai.
<<E?>>
<<Dobbiamo continuare da qui>>. Lui fece una smorfia. Non ricordava che ci fossimo fermati con questa piccola congiunzione.
Iniziammo a mettere insieme qualche semplice idea. Dicemmo che la povera Martha non era accettata dal gruppo della classe poiché non parlava mai e se ne stava sempre da sola. Anche se Taylor cercava sempre di avvicinarla ai suoi compagni. La invitò ad assistere ad alcune delle sue partite. Lei guardava con interesse come il giovane ragazzo si muoveva sul campo da gioco. Sembrava a suo agio. I due, essendo vicini di banco ed abitando nella stessa casa, si innamorarono. Taylor la invitò ad andare con lui al ballo della scuola. E fu lì che si diedero il loro primo bacio, mentre volteggiavano in un bellissimo valzer. Erano stati anche eletti re e reginetta del ballo studentesco. Dopo qualche mese di fidanzamento iniziarono i litigi. Lei aveva scoperto che lui si drogava e non voleva. Perché lo amava. Lui si arrabbiò talmente tanto che, nonostante piovesse tantissimo uscì fuori dalla casa, salì in auto e la mise in moto, partendo. Lei lo supplicò di fermarsi. Non ebbe notizie per circa due ore fino a quando non le arrivò una chiamata da Marcus. Disse che Taylor era morto a causa di un forte incidente stradale. Lei era tristissima, ma scoprì ben presto di essere incinta. Non abortì, poiché sapeva che quel bambino era l'unico frutto dell'amore tra lei e Taylor. E decise anche di crescerlo insieme a Marcus. Sposò un giovane ragazzo di New York, dove era andata per degli studi. E lui decise di crescere il bambino con lei nonostante non fosse suo.
Il promemoria di Sebastian suonò quasi subito dopo. <<Ora devo andare>>.
<<Non preoccuparti. Tanto è finito>>.
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~ Corso cinematografico. ~
La professoressa lesse tutte le trame dei nostri piccoli film. Lei disse che il nostro era il suo preferito perché all'interno c'erano tantissime emozioni. Leggendo solo il riassunto si era arrabbiata, aveva gioito, aveva sentito un nodo in gola per la tristezza. "È bellissimo" aveva detto.
Ora toccava agli attori scegliere quali lavori volevano recitare. C'erano molti ragazzi che volevano recitare nel nostro film. Il problema era che i personaggi fossero pochi. Io e Sebastian decidemmo di aggiungere qualche comparsa. L'altro molto amato era quello di Kayla e Jade. Io e Sebastian, essendo stati i preferiti della prof ci guardammo sorridendo e battemmo il cinque.
Inziammo a girare quando avevamo finito il casting per trovare i nostri personaggi. Il cortometraggio era lungo circa 10 minuti o qualcosa in più. Era venuto molto bene. Lo pubblicammo sul canale YouTube del corso cinematografico. Ricevemmo molti like. Io e Sebastian andammo fieri del nostro lavoro.
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Fu qualche settimana dopo che accadde qualcosa di molto strano.
Io ero alla mensa a parlare con Kayla del suo nuovo ragazzo. E lei mi ha detto che era il ragazzo migliore del mondo. Sarebbe venuto a prenderla oggi da scuola.
Sebastian arrivò alle mie spalle dicendo che voleva parlarmi. Mi spostai poco più in là con lui. <<Senti. Spero che non ti suoni come un'offesa. Ma avrei intenzione di invitarti al ballo della fine del quadrimestre. Ti va?>> Aspettava speranzoso la mia risposta.
Gli dissi che ci avrei pensato. Non potevo lasciare Kayla da sola perché lui mi voleva invitare al ballo. Se ne andò un po' amareggiato, ma sempre con un leggero sorriso. Mi salutò con la mano e gli risposi con un cenno del capo. Tornata al tavolo, dissi a Kayla il tutto. E lei esclamò: <<Sei fuori di testa, donna?>>
<<Cosa? Perché?>>
<<Un figo come Sebastian ti chiede di andare al ballo e tu dici che ci devi pensare perché io non ho un accompagnatore. Tu non stai proprio bene. Io gli avrei detto "Certo che ci vengo". Non pensarci neanche di rifiutare>>. Mi guardò con una certa malizia. <<Che poi c'è il mio ragazzo>>.
<<Devo dirgli che ci vado?>>
<<Assolutamente sì>>. Guardò il cellulare che aveva mandato una notifica di messaggio. <<È arrivato Joey. Devo andare. Digli che vai al ballo con lui>>. Si alzò e, mentre se ne andava, si girò dicendo: <<Ma sei scema?>> Scoppiai a ridere e lei fece altrettanto.
Notai che Sebastian era vicino alla porta. Gli presi delicatamente un braccio e gli dissi: <<Vengo al ballo con te>>. Mi abbracciò forte, sussurrando all'orecchio che ne era molto felice.
Poco più in là sentimmo qualcuno urlare. C'era Kayla che stava avendo una discussione con Joey. <<Ti ho sentito mentre parlavi con la tua amica. Con chi andresti senza neanche pensarci? Eh, puttana?>> Le mollò uno schiaffo alla guancia.
<<Amore, stavo solo dando un consiglio a una mia amica. Credimi. Ci andrei solo con te>>.
Le mollò un altro schiaffo. Sebastian sentì che avevo I brividi: stava picchiando la mia migliore amica. All'improvviso Sebastian andò vicino a loro e mollò un pugno in volto a Joey. <<Le donne non si toccano, pezzo di merda>> gli ha detto.
Lo guardai neanche se fosse un eroe. Io ero davvero innamorata di lui. E speravo tanto che lo fosse anche lui di me. Kayla tentò di fermarlo. Ma Sebastian continuava ad assestare colpi fortissimi. La mia amica si mise a piangere. Joey se ne andò sanguinante toccandosi il labbro e la testa doloranti. E Kayla singhiozzava. Abbracciò e ringraziò Sebastian dicendo: <<Grazie, mio eroe>>.
Ci fermammo insieme alla mensa per parlare. Lei disse che non si era mai comportato in quel modo. Che era sempre stato dolce. Le spiegai che anche mio padre era dolce all'inizio, ma dopo che ero nata io si era trasformato in un lupo, affamato di prede. Portava a casa sempre nuove amanti e prostitute e dopo averle pagate le mandava via per poi picchiare e violentare mia madre. E aggiunsi nella mia testa E prendere a cinghiate me. <<Mi dispiace>> disse Kayla prendendomi la mano.
<<Non ti preoccupare. Ora è in carcere>>.
All'improvviso ebbi una nuova visione che mi disse TUO PADRE È LIBERO. Non lo dissi né a Kayla né a Sebastian.
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