Capitolo 5. Stellina2168 E spechiodellanima

Il giorno seguente non riuscii a parlare con nessuno, nemmeno con la mia migliore amica. Ero distrutta, ricordarmi di eventi passati mi faceva sempre un brutto effetto. Non so con quale voglia andai a scuola. In realtà, penso proprio che ci andai a scuola solo perché ero stata costretta da mia "madre". Mentre ero concentrata tra miei pensieri vidi Derek che si avvicinava a me con altri tre ragazzi che non conoscevo.

<<Ehi, sfigata, ma buongiorno! Vedo che ti sei ripresa, adesso sai cosa ti succederà, vero?>> disse Derek, ammiccando con lo sguardo

Mi feci coraggio e gli risposi. Non avevo intenzione di iniziare così la mattinata. <<Ascolta Derek non ho alcuna voglia di sopportare te e le tue guardie del corpo che ti porti dietro - visto che, a quanto pare, da solo non vali niente. Dato che ti senti così figo a venire sempre col tuo gruppo a prendertela con me, mi congratulo per il tuo coraggio! Spero che ti daranno un premio. E ora, se vuoi scusarmi, ho di meglio da fare che perdere tempo con voi.>>

Me ne andai e non li degnai di uno sguardo. Due secondi dopo mi voltai ma erano ancora là, non potevano credere a quello che era successo. Erano perplessi. Mi sentivo fiera di me stessa: forse avevo esagerato ma anche Derek, o meglio ancora tutto il gruppetto, aveva esagerato con me e se per una volta avevo alzato il tono di voce e mi ero fatta valere senza farmi mettere i piedi in testa da loro non avevo fatto nulla di male.

Un attimo dopo vidi Kayla e le raccontai tutto. Mi ero un attimo ripresa da quel che era successo il giorno precedente ed ero per una volta felice di qualcosa che avevo fatto da sola. Kayla mi fece i complimenti: di solito era lei che mi tirava fuori dai guai e invece, stavolta, senza l'aiuto di nessuno, ero riuscita a cavarmela da sola.

Qualche settimana dopo in classe notai che Crystal stava distribuendo dei volantini. Notai che le ragazze, in particolare, erano entusiaste ed emette ano gridolini di gioia. Mi incuriosii e chiesi a Kayla di cosa si trattasse.

<<Come non lo sai, tra due mesi c'è il ballo! Sai com'è! Lo organizzano sempre con molto anticipo. Non a caso già stanno dando i volantini>>.

<<Il ballo? Ma come? Non si fa solo a fine anno?>> chiedi io quasi con fare dubbioso.

<<OH, Josie vivi proprio nel mondo delle favole. Come ogni anno, si fa un ballo a metà quadrimestre e poi il ballo finale. Si è sempre fatto, ma forse tu non ci sei mai andata. Per questo motivo rimedierai quest'anno>>. Mi guardava con fare ammiccante. Mi imbarazzava quando mi guardava in quel modo.

<<Non ci penso proprio, non ho un accompagnatore. Poi morirei dalla noia>> dissi borbotta do.

Subito dopo ci interruppe la prof.ssa <<Ehi voi due in fondo, la finite di parlare? Volete continuare la conversazione fuori?>>

Entrambe restammo in silenzio anche se Kayla rideva un po' sotto i baffi, cercando invano di trattenersi. La prof però la beccò subito e ci mandò fuori entrambe. Un braccio però mi fermò. Era Crystal... Ma cosa voleva da me? Dopo avermi fermata, staccò la sua mano come se avessi avuto la peste e non volesse infettarsi. Ci disse: <<Prima di andare fuori, sfigate, prendete questi volantini. Sono costretta a darveli, anche se vi consiglierei di non venire. Non è molto adatto a voi questo ballo>>.

Kayla le rispose con tono canzonatorio: <<Non ci servono i tuoi consigli... E comunque, ci faremo un pensiero, tranquilla>>.

<<Pel di carota. Vuoi farti valere? Dopo con il mio rugbista>> disse lanciandole uno sguardo di sfida. Vedendo che Archie stava arrivando, gli disse: <<Amore, Pel di carota mi ha trattata male>> facendo lo sguardo da cagnolina bastonata.

<<Ho solo detto che avremmo fatto un pensierino riguardo il ballo. Non ho detto né fatto niente di male>>.

<<Rosso Malpelo. Io non l'avrei mai fatto se fossi stato in te>>. Cercò di colpirla ma io la spostai lasciandomi assestare il pugno nello stomaco. Quando si accorse di aver colpito la persona sbagliata scappò via con la sua ragazza.

<<Non dovevi farlo>> mi disse Kayla dispiaciuta e mettendomi la sua mano delicata sulla schiena.

<<Non avrei mai lasciato che ti colpisse>>. La guardai. <<Sei mia amica>>. Mi abbracciò piano per non farmi male.

Restammo fuori dalla classe per due ore durante le quali continuammo a parlare del ballo. <<Mi dispiace Kayla non ho alcuna intenzione di venire>>.

<<E invece verr...>> si interruppe a metà frase, come se le parole le fossero morte in gola.

<<Kayla?.. Perché non continui?>> le chiesi, fingendomi preoccupata.

<<Girati>>. Mi gesticolò con le dita che dovevo voltarmi, e fece una smorfia di spavento con le labbra e con gli occhi. Non capivo cosa stava succedendo. Non appena mi girai mi ritrovai Sebastian,  Derek e Archie davanti.

<<Hai le palle allora Josie vero? >> mi disse con tono altisonante Derek. Kayla cercò di aiutarmi ma la zittii in un istante.

Gli risposi con lo stesso tono: <<A volte si>> mettendomi le mani sui fianchi. <<Ci sarebbe qualche problema se fosse così?>>

<<Beh per me no, ma per te sicuramente>> disse Derek guardandomi in cagnesco. Sebastian non disse niente. Continuava a fissarmi. Archie, in quel momento, era impegnato col telefono, fingeva di non ricordare ciò che mi aveva fatto qualche ora prima, mentre Kayla rispondeva al mio posto. Ero troppo occupata a osservare gli occhi verdi di Sebastian. Avevano appena finito l'allenamento: era completamente sudato, ma ciò non faceva passare la sua bellezza in secondo piano. Si sistemò il ciuffo continuandomi a guardare.

Dereck disse ai suoi amici di andarsene ma prima mi diede un avvertimento. <<Attenta Josie a come ti esponi! Stai scherzando con il fuoco>>. Archie non aveva detto loro del pugno assestatomi. Io lo tenni per me.

Subito dopo Sebastian smise di fissarmi, e prima di andarsene con i suoi amici fece una delle sue solite battutine offensive: <<Attenta, sfigata, a cosa dici alle prof eh. Altrimenti finisci fuori dalla classe, cattiva ragazza, com'è successo, devo dedurre. Rosso Malpelo ti porterà sulla cattiva strada>>. Ovviamente era tornato a essere uno stronzo. Mi offese il commento su Kayla. Poteva chiamarmi come voleva - cattiva ragazza, sfigata, o anche uno dei peggiori insulti che una ragazza possa mai ricevere - ma lei non me la doveva toccare nessuno, tantomeno lui. Ma io continuavo a fissarlo.

No, no. Non è possibile!, pensai tra me e me. Mi stavo innamorando di uno stronzo. <<Josie, Josie, Josie>>. Perché mi attiravanon lo sapevo. Mi scosse molto forte. <<JOSIE!!!>> urlò Kayla.

<<Oddio! Aiuto! Mi hai spaventata. Perché urli?>>

<<Non mi ascoltavi. Eri entrata nel mondo dei sogni. Sto cercando di dirti da tre ore che dobbiamo sbrigarci se vogliamo andare alla mensa, perché poi non troviamo posto e rimarremo tutto il pomeriggio a digiuno>>. In effetti il suo lamento era più che giustificato. Quel pomeriggio ci sarebbe stato il corso di cinematografia.

<<Ah si scusa è che stavo pens...>>

Mi interruppe. <<Si, si. Al principe azzurro e al castello. Ora muoviamoci>>. Mi prese per il braccio e iniziammo a correre. Nella costola sentivo un forte dolore a causa del pugno di Archie.

Durante il pranzo Kayla cercava di parlarmi ma io ero troppo occupata a pensare a Sebastian.

<<Ehi>>. Si avvicinò Duncan al nostro tavolo <<Posso sedermi con queste due gentili donzelle?>>

Rispose Kayla al mio posto. <<Si, si. Fa' pure come se fossi a casa tua>>.

Dopo avermi osservata per un po' di tempo: <<Cosa le prende?>> chiese Duncan a Kayla, notando che non ero presente con la mente.

<<Non ne ho idea, ma il mio sesto senso mi dice che è innamorata di Sebastian. Il giocatore di rugby, lo ricordi. Quello carino. Dal momento in cui i loro sguardi si sono incontrati è stata poesia...>> ha detto giungendo le mani con occhi sognanti.

<<Cosa? Cosa... No, non è vero>> affermai subito e un attimo dopo diventai tutta rossa.

<<Dai! Ti si legge in faccia>> disse Kayla con nonchalance. <<Sei diventata rossa come un pomodoro dall'imbarazzo e poi non serve a nulla negare l'evidenza. Non te l'hanno insegnato?>> disse, e mi assestò un pugno leggero d'intesa sul braccio. Io sorrisi sotto i baffi.

Duncan sembrò rimanerci un po' male, ma non riuscivo, in quel momento, a capire il perché. <<Va tutto bene Duncan?>> Gli provai a parlare. Era la sola cosa da fare.

<<Si, si, ma non capisco come ti facciano a piacere certi soggetti...>>

<<Soggetti?>> gli chiesi con perplessità grattandomi il capo.

<<Dai hai capito! Sappiamo tutti come è fatto. Si porta le ragazze a letto e poi fa finta che non sia mai successo niente e non le degna neanche più di uno sguardo. Le usa e basta. Davvero ti piace questo tipo di ragazzo, Josie? Mi stupisco, ci conosciamo da una vita e pensavo fossi più intelligente>>.

<<Duncan basta>> lo zittì Kayla.

<<Va bene, fa' come ti pare>>. Prese il suo pranzo e se ne andò.

<<Ma che gli è preso?>>

<<Josie, non ne ho idea>> disse Kayla. Ma io sapevo che lei sapeva cosa volesse dire. Scoprii più tardi che era geloso. Concluse: <<I ragazzi sono proprio strani>>. Mi scambiò un occhiolino d'intesa.

Dopo il pranzo corremmo fino alla classe dove si sarebbe tenuto il corso cinematografico. Mi sedetti vicino a Kayla. Crystal - anche lei partecipava - per quanto fosse fidanzata con Archie, si prese il posto vicino a Sebastian, lanciandomi un sorrisetto seducente e facendo una smorfia con gli occhi. Mi arrabbiai tanto. Abbassai la testa. I ragazzi parlavano tra loro. Kayla mi diede di gomito. <<Ti prego andiamo al ballo. Anche se stiamo da sole. Parliamo... ci piace tanto. Ci facciamo due risate... sai che sono spiritosa. Poi è alla fine del quadrimestre, mancano 2 mesi. C'è il tempo di trovare qualcuno con cui ballare>>.

Le risposi irritata: <<D'accordo. Ma non chiederlo ancora>>. Immagini di me stessa abbracciata a Sebastian il giorno del ballo si intrecciano nella mia mente.

Quando entra la prof tutti si alzarono. Tutti, tranne la squadra di rugby, alla quale la prof non chiese neanche di farlo. I genitori di quei ragazzi avevano così tanto denaro da potersi permettere di fare causa contro una persona innocente, in questo caso la prof, e potevano permettersi i migliori avvocati del mondo per vincerla. Li fece rimanere seduti, li salutò con un cenno del capo. Anche Sebastian, per non inimicarsi il gruppo, rimase seduto.

<<Oggi voglio parlarvi delle emozioni. Quali sono quelle che conoscete?>> chiese la prof.

Non alzai la mano perché io non avevo mai provato alcuna emozione al di fuori della paura e dell'angoscia. La alzò qualcun altro. <<Parli!>> gli disse la prof.

Non mi resi conto di aver pensato ad alta voce quando pronunciai la parola "ANGOSCIA". La prof mi guardò con sguardo solidale, dicendomi: <<Esatto signorina Forrest>>. Qualcun altro disse le parole "felicità", "tristezza", "malinconia", "ebbrezza" e tante altre. Ma nessuno che avesse pronunciato la parola "paura", che era quella che provavi più spesso, in seguito all'angoscia. Arrossii quando la prof. mi disse che era corretto, anche perché tutti avevano iniziato a guardarmi. <<Il lavoro che farete questo mese sarà uno short movie sulle emozioni. Potete usarle tutte o solo quelle che preferite>>.

<<Sarà un lavoro individuale?>> chiese Kayla.

<<No. Di coppia>>. Kayla mi diede di gomito, sorridendo. <<Ma le coppie le ho formate io>>. Si alzò in sottofondo un brusio. Nessuno voleva lavorare secondo le coppie che organizzava la prof. <<Siete quattordici dunque sette coppie>>. Le coppie scelte furono:

Jade e Kayla, Crystal e Archie, Jayla e Josephine, Duncan e Kevin, Adam e Derek, Braden e Cody, Josie e Sebastian.

<<Cosa?>> esplose Derek che forse voleva lavorare con Sebastian. <<Devi lavorare con la sfigata?>>

Lui chinò il capo senza degnarmi neanche di uno sguardo. Era rimasto offeso dalla scelta della prof di farci lavorare insieme. Io finalmente provavo un emozione diversa. Provavo gioia. Lui, ero sicura, provava rabbia. Non voleva lavorare con una sfigata. Non aveva intenzione di farmela passare liscia. Infatti fin dal primo momento, quello in cui le coppie si sedevano vicine per lavorare, lui ha opposto un po' di resistenza. Quando finalmente si era deciso, gli dissi: <<So che non vuoi lavorarci con me...>>. Annuì, senza rendersene conto, offendendomi - non lo diedi a vedere, <<quindi voglio lavorare su un tema che possa piacere a entrambi>>.

<<Hai già pensato a qualcosa?>>

<<Non volevo essere precipitosa. Volevo scegliere il tema insieme a te>>. Annuì. <<Avevo pensato a una storia un po' travagliata, della vita di una giovane ragazza non ben voluta dai suoi genitori. Infatti la abbandonano all'età di...>>

<<9 anni>> asserì lui.

<<A 9 anni. Viene accolta in una struttura per ragazzi, ma non è ben accetta da alcuni ragazzi, i quali iniziano a scroccarle soldi. Quando lei non li paga, la pestano. Ma non in zone visibili, o li avrebbero puniti. Viene adottata da una famiglia che... le vuole molto bene. Ha un vicino di casa che in pratica si innamora di lei e pur di averla...>> finsi di non sapere come continuare. Volevo vedere cosa aggiungesse.

<<Pagherebbe con la propria vita>> concluse compiacendosene. Era il finale che avevo pensato anch'io. <<Mi piace. La trama intendo. Chi lo recita?>>

<<Dovremmo chiedere alla prof>> dissi io non sicura.

<<Chiedo io. Professoressa?>> Continuò solo quando la prof lo guardò. <<Volevo chiederle chi reciterà nello Short movie. Perché noi abbiamo una trama, scriveremo le parti, ma...>>

<<Attori esterni. In base alla trama sceglieranno quale lavoro interpretare, e quello meglio scritto, interpretato e ripreso, sarà premiato. Tutto chiaro signor Boris?>>

<<Si>>. Mi guardò. <<Il nostro lavoro deve essere il migliore>> disse stringendo la mano e sorridendo come non aveva fatto mai.

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