Ricordi - Borshin ( seconda parte )
- Preso! Questo mostriciattolo stava tentando di scappare!-
Thart, vampiro e scudiero di Khornos, stringeva al petto, trionfante, il giovane Litzo, trovato a poche miglia dall'accampamento con addosso un mantello grigio e una sacca di cuoio, non aveva armi con sé, a parte un pugnale e un arco.
Thart e Borshin stavano rientrando a cavallo all'accampamento, dopo un giro di ricognizione al limitare del campo nemico, senza farsi notare, per studiare il comportamento e le difese dei ribelli.
Gli ultimi raggi rossi del sole in procinto di tramontare gettavano ombre sul volto contratto, nello sforzo di liberarsi, di Litzo, rendendo il suo volto imberbe più magro ed emaciato di quanto già non lo fosse.
Borshin alzò gli occhi al cielo viola, l'aria dell'estate era secca e immobile, si sudava come negli Inferi sotto l'armatura e la cotta di maglia, quel rozzo di Thart se n'era lamentato per tutto il tempo, insieme alle zanzare e al paesaggio brullo e montuoso della ragione, povero di foreste in cui nascondersi o ritirarsi in caso di pericolo, e la selvaggina che scarseggiava, da una settimana gli umani mangiavano solo provviste, insetti e i pochi uccelli cangianti che i cacciatori riuscivano a cacciare, insieme a qualche raro tasso.
Il comandante aveva ringraziato silenziosamente gli Dei quando era comparso Litzo, almeno Thart aveva smesso di blaterare concentrando la sua attenzione su altro.
Cinque minuti di lamentela in più e Borshin avrebbe sfoderato la spada per colpirlo alla bocca, o magari disarcionarlo da cavallo così da tornarsene all'accampamento senza inutili lamentele ( sì preferiva la prima opzione, almeno quell'idiota avrebbe avuto buoni motivi per cui lagnarsi e purtroppo la seconda opzione non era fattibile, Khornos sicuramente lo avrebbe degradato per una cosa del genere ).
Thart, con uno slancio sorprendente agile data la sua stazza, scese dal cavallo per braccare il ragazzino in fuga e portarlo trionfante a Borshin, che aveva trovato un albero a cui legare il cavallo e con calma si era avvicinato ai due.
Il comandante lanciò una sola occhiata a Litzo, o meglio, a Litz, una femmina, e piuttosto incinta da quello che aveva potuto constatare prima che entrasse nella tenda di suo fratello Markann.
Ma in realtà gli importava poco che fosse una donna gravida, ciò che lo aveva insospettito era la mancanza del tatuaggio che invece aveva Argo, se erano così amici fin dall'infanzia o meglio, amanti, trovava poco credibile il fatto che lei non avesse il tatuaggio se era una assidua frequentatrice di Argo e della sua famiglia, e quei ribelli tatuavano chiunque entrasse a far parte di uno di loro anche solo come vicini di casa, se ti avvicinavi
a un abitante di Ministh diventavi automaticamente uno di loro...a meno che...
Borshin si avvicinò alla ragazza intimando Thart di tenerla ferma compresa la testa, e con gesti rudi le scostò i capelli da un lato, rivelando delle orecchie....a punta, come sospettava.
Thart imprecò nel vedere ciò, Borshin, per nulla turbato ( solo sorpreso e anche un po' ammirato da come la ragazza fosse riuscita a nascondere la sua vera natura per un anno ) le strappò una ciocca per rigirarla fra le dita notando come le mani si macchiavano a contatto con i capelli, una tinta che rivelò il vero colore della ciocca, un biondo quasi bianco.
Avrebbe dovuto controllarle anche gli occhi, sicuramente prendeva qualcosa o usava degli incantesimi per scurirli, ma non aveva importanza, ormai la sua identità era inconfutabile.
Quindi Argo e la sua famiglia non solo servivano i ribelli e gli elfi, ma stavano proteggendo e mimetizzando uno di loro facendolo passare per umano.
Borshin fisso' la ragazzina, infastidito, ce l'aveva avuta un anno intero sotto il suo comando e non si era accorto di nulla, ne lui né i vampiri ( doveva aver fatto qualche incantesimo per nascondere l'odore del suo sangue elfico ) ma non importava, per aver ucciso la spia dei ribelli Khornos lo avrebbe ricompensato, ma se gli portava la ragazzina forse si sarebbe fidato abbastanza da dargli il comando delle operazioni militari più delicate.
- Ehi capo! Guarda cosa ho trovato nella sua tasca! Una moneta d'oro e una mappa!-
Il comandante glieli strappò dalla mano rigirandoseli sorpreso, una moneta d'oro era una paga che nemmeno ai generali come Khornos elargivano, qualcuno doveva avergliela sicuramente data...l'arciere, forse?
Fra le altre cose quel ragazzino era un ladruncolo, forse l'aveva rubata durante qualche scorreria fregandosene della regola secondo il quale i pezzi d'oro si potevano depredare solo dal grado di ufficiali in sù.
Probabile, oppure...rigirandosi la moneta fra le mani notò una macchia verde sull'angolo, anche la mappa era macchiata di verde, e in quel momento realizzò che quei due oggetti appartenevano a suo fratello ( o meglio, fratellastro ) Markann, si ricordava ancora il giorno in cui quegli oggetti si erano macchiati ( entrambi appartenenti al loro defunto padre ).
Se avesse portato la ragazza da Khornos tutto l'accampamento l'avrebbe saputo e assistito alla sua esecuzione pubblica, compreso lui...
- Capitano! Dobbiamo portare la ragazza dal generale, ci ricompenserà adeguatamente per aver trovato questo disertore, un elfo per giunta.-
Khornos fissava i due oggetti appartenenti al fratello, indeciso, anzi combattuto, la sua brama di salire di grado e far capire a Khornos che non era un semplice umano a cui dare ordini, ma che poteva valere quanto un vampiro, anzi più di uno ( uno come Thart valeva meno di mezzo vampiro ) era più forte dell'odio del fratello verso di lui ( motivo per cui Borshin aveva evitato di rivolgergli la parola, giusto il minimo indispensabile durante quell'anno)?
Quello sguardo di disprezzo che vi leggeva, e quando lo guardava senza riconoscerlo come se quello davanti a sé fosse un estraneo, quegli sguardi e quelle parole facevano davvero male, ma non avrebbe mai ammesso a sé stesso tutto ciò.
Cosa scegliere, l'ambizione e la gloria militare, o il disprezzo di un fratello che nonostante ciò lo considerava ancora tale, piuttosto che perderlo del tutto con un tale gesto?
"La ragazza è incinta Borshin, e tu hai anche ucciso il padre di suo figlio, non credi che così tuo fratello ti odi già abbastanza, anzi ti avrà già ripudiato, cosa cambia una morte in più? E poi anche lui si trova in questo esercito, conosce le regole, e lasciando andare la ragazza ha rivelato la sua natura di traditore, se Khornos lo scoprisse? Ucciderebbe Markann e ti ridurrebbe a soldato semplice esposto alla gogna degli altri, o peggio ti butterà fuori dall'esercito e dopo tutto il tuo lavoro per conquistarti questa posizione, non puoi perdere tutto...
....E sopratutto, non puoi permettere che nascano altri elfi, o, in questo caso, bastardi mezz'elfi, no questo lo devi impedire..."
- Zitto tu! Tarth, non vedi che è una donna, stupido imbecille? E comunque no non la porteremo da Khornos.-
Tarth, che aveva ficcato un pezzo di stoffa nella bocca della ragazzina per evitare che urlasse o peggio pronunciasse incantesimi, la guardo' stupito, per poi fissare, con aria confusa, il comandante, che sembrava piuttosto alterato.
- Cosa...una femmina...ma...come non portarla...-
Borshin ne aveva abbastanza dei balbettii di quel grasso idiota, e sopratutto non riusciva più a sopportare la vista di quella ragazzina mugolante e in lacrime che tentava di divincolarsi.
Doveva prendere una decisione, e subito.
- Uccidila, Tarth, poi avvolgila in un telo e buttala nel lago a tre miglia da qui, mi raccomando legale una pietra intorno alle caviglie così andrà a fondo, e i pesci si occuperanno del resto. E guai a te se provi a bere il suo sangue.-
Borshin prese la spada e la lanciò a Tarth, si allontanò per risalire a cavallo, si mise l'elmo e partì per tornare all'accampamento.
Tarth era dubbioso e anche inferocito per quella decisione ( sopratutto per l'ordine di non poter bere il sangue dell'elfa ), ma non avrebbe osato disubbidirgli, in caso contrario il comandante Borshin sarebbe stato autorizzato a ucciderlo per disobbedienza a uno qualsiasi dei suoi ordini, e sopratutto era consapevole di non poter parlare direttamente a Khornos senza riferire ciò che doveva dire proprio a Borshin, pena la retrocessione di grado e l'essere spedito in altro avamposto.
Borshin si voltò una volta sola per chiamare la ragazzina per nome e dirle qualcosa in elfico ( ma che Tarth non capì ) tale da farle strabuzzare gli occhi e iniziare a divincolarsi più forte in modo che perfino Tarth ebbe difficoltà a tenerla ferma.
Borshin si allontanò nuovamente senza voltarsi più indietro, e mentre tornava all'accampamento dovette combattere l'impulso di voltarsi e fermare Tarth dal commettere un duplice omicidio ( non solo quello della ragazzina ma anche di suo figlio ) ma resto' fermo nella sua posizione.
Khornos non avrebbe mai scoperto che fra i suoi uomini si era infiltrato un elfo e sopratutto non avrebbe mai scoperto che quest'elfo aspettava un figlio.
Ma non aveva potuto rischiare tutto liberandola, non poteva cedere alla pietà, era un soldato, e i soldati obbediscono e basta, fanno ciò che è meglio per i loro superiori e l'esercito, e data la situazione, quell'elfa e la sua discendenza dovevano scomparire dalla faccia della terra.
( Ma almeno suo fratello avrebbe vissuto con l'illusione che quella ragazza fosse ancora viva, da qualche parte, con un bambino ).
Si allontanò mentre le urla della ragazza diventavano più flebili fino a scomparire del tutto - era un soldato, Borshin, un comandante, non uccideva i suoi sottoposti, nemmeno se questi si rivelavano traditori o nemici.
Anche lui, dopotutto, seguiva un codice morale
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Capitolo dal punto di vista di Borshin, per mostrare un po' il suo personaggio prima di diventare monaco della pece ( motivo che volevo scrivere direttamente in questo capitolo ma data la lunghezza ho preferito tenere quest'informazione per un altro momento ).
La decisione di fare uccidere Litzo ( o meglio, Litz ) non mi ha convinto del tutto ma poi ho pensato che un evento del genere segnerà poi in futuro Borshin oltre che mostrare delle crepe in lui dovute all'affetto per Markann ( crepe che condurranno a una rottura - no spoiler - e un "espiazione" grazie proprio ai monaci ).
E niente, vi piace questa versione di Markann e Borshin - vi avviso già in caso di lamentele per futuri buchi di trama e personaggi - personaggio che non comparirà per un po' perché ora voglio occuparmi di Ivark, Minh e tutti gli altri che ho lasciato un po' in disparte ( niente da fare mi innamoro delle storie e dei personaggi secondari a discapito di quelli principali ).
Ah e Litz non ve la dimenticate mi raccomando ( è morta, è riuscita a scappare, e il bambino? Lo scoprirete solo leggendo ).
P.s la mia parte amante del cinema e ossessionata dal citazionismo ha sgomitato e implorato per far dire a Borshin, mentre se ne va, un bel "au revoir, Litz" ma mi sono trattenuta, niente più citazioni d'ora in poi sto "libro" già ne è già troppo zeppo ( oltre che essere di suo un collage ), quindi vi beccate una frase in elfico che ovviamente non svelerò.
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