Futuro - Decenni, mille anni più tardi alla tavola rotonda di dolori a metà.
Capitolo ambientato cinque anni dopo gli eventi della storia principali, quindi un salto in avanti giusto per dare una sbirciatina a quello che i nostri protagonisti dovranno affrontare.
Ivark fu il primo ad arrivare alla bottega di Markann, fu il medico ad aprirgli, e non appena lo vede piegò la bocca in una smorfia per poi fargli cenno di entrare.
Non appena giunti sulla soglia, il vampiro fu imprigionato nell'abbraccio di Werrsot che lo lasciò andare dopo secondi abbondanti in cui si sentì soffocare.
Werrsot viveva nella bottega di Markann da quando si erano divisi, cinque anni prima, dopo L'Incidente ( così l'avevano soprannominato e da allora si riferivano così a quello che era successo ), e a quanto pare la presenza del mezz'elfo faceva bene a Markann, lui stesso aveva notato ( quando si rivedevano tutti una volta all'anno ) che scherzava di più ma con allegria, certo aveva sempre delle battute sarcastiche per tutti loro e brontolava continuamente, ma senza quella enorme rabbia che covava la prima volta che l'aveva conosciuta.
Dal loro viaggio insieme tutti a modo loro erano maturati dopo ciò che avevano visto, e da quando Minh aveva scelto la sua strada, Werrsot si era offerto di aiutare il medico nella sua bottega e, anche se Markann non lo avrebbe mai ammesso, la sua presenza impediva al ghiaccio della solitudine e della tristezza di soffiargli nel cuore, dato che, lo sapeva, da solo lì senza più Minh né Bentho, si sarebbe davvero trasformato nella peggiore versione di sé stesso, quindi dentro di sé ringraziava ogni giorno per la presenza di Werrsott lì con lui.
Anche se era un pasticcione, facendo le pulizie rompeva sempre qualcosa, sbagliava di preparare le medicine o prendere ingredienti, ma era qualcuno che lo svegliava dagli incubi notturni e gli raccontava barzellette ( che capiva solo lui ) durante la cena.
E sopratutto, era l'unico cordiale con Ivark dopo tutto quello che era successo, e seguendo il suo esempio, anche Markann aveva iniziato a mollare i fili tirati del dolore e del rancore.
Dopotutto, cinque anni erano abbastanza, e per ciò che avevano visto, erano stati cinque anni lunghi come quindici, cent'anni.
E su tutti loro, vegliava una condanna, quella stessa che gli costringeva a rivederci una volta all'anno, non tutti, bastavano solo cinque o quattro membri del gruppo, ma dovevano esserci, dovevano vedersi.
Altrimenti Lei li avrebbe presi.
Altrimenti...
- Eccoli qui!-
Strillò Werrsott accogliendo sull'uscio Borshin e Minh, che stringeva fra le mani una teglia di torta preparata quella mattina per l'occasione ( Minh, una volta conclusa la loro avventura, aveva aperto una bottega in cui vendeva dolci, per rendersi indipendente e tagliare qualsiasi legame che le ricordasse la sua vita precedente).
Come se servisse a cambiare qualcosa, a riportare qui Ithil e Bentho.
Quello che la donna stringeva fra le mani era il suo dolce preferito...
Ivark se ne stava seduto sulla sedia accanto a Werrsot che aveva tagliato e iniziato a mangiare un pezzo di torta ( senza chiedere né offrire un pezzo a nessuno a nessuno, il solito adorabile maleducato ) si accorse dei comportamenti di Minh e Borshin.
Il modo in cui lui aiutava la donna a togliersi il lungo cappotto che serviva a difendersi dal pungente inverno di Issergundu, e spostava la sedia per farla accomodare, e il loro parlottare e ridere a voce bassa, come se fossero i custodi di un delicato e minuscolo segreto, da proteggere con cura.
E ci erano riusciti, dato che lo scorso anno, fra lo stupore e anche la perplessità di tutti, Borshin aveva annunciato che lui e Minh avrebbero convolato a nozze in estate.
Quattro anni, e nessuno si era accorto di niente, nemmeno quando viaggiavano tutti insieme e Borshin era ancora un monaco della pece, prima di rinunciare definitivamente ai suoi voti.
Nessuna carezza nemmeno distratta, nessun tenersi per meno né baci, assolutamente nulla che facesse pensare a qualcosa di più di una solida e tenera amicizia che i due avevano sviluppato prima, e per poi rafforzarsi dopo, l'Incidente.
Eppure era successo l'impensabile, due persone così diverse fra loro, non solo per età ( Borshin avrebbe potuto essere scambiato per il padre di Minh ) ma per esperienze di vite, di culture, tutto, eppure...
Markann ovviamente non aveva preso la faccenda troppo bene, dopo che i due gliel'avevano detto Werrsot aveva dovuto trattenere il medico che per poco non si buttava addosso al fratello per prenderlo a pugni, e ovviamente dopo quella volta non si erano più parlati per un anno.
- Bene, ora che siamo tutti e cinque riuniti, direi di iniziare...-
Disse con aria scocciata Markann, srotolando il foglio ingiallito che gli aveva passato Werrsot ( che lanciava occhiate preoccupate a lui e Borshin, sperando che quella riunione non degenerasse in zuffe e urla ).
Markann non aveva toccato la torta, si rifiutava di mangiarla convinto che con quel dolce Minh si fosse convinta di poter aggiustare tutto quanto, scacciando così il senso di colpa per ciò che era accaduto ( sempre lo stesso, il preferito di Bentho, Minh glielo preparava sempre, dopo le cerimonie delle "doss" ).
- Ad essere precisi...siamo in sei.-
Gli occhi dei presenti alzarono a fissare Minh che aveva parlato con voce acuta, per poi arrossire e abbassare gli occhi.
Werrsot, che aveva capito ( aveva avvertito una presenza in più ma non era riuscito a capire da dove provenisse quella sensazione, ora era chiaro ) mise una mano sul pomello della sedia di Markann, in modo da essere pronto se il medico avesse deciso di fare qualche sciocchezza.
- Sei incinta?-
Ivark sussultò nell' udire la domanda dura e schietta del medico, Borshin guardò allarmato e sorpreso la donna seduta accanto a lui.
- Markann, ma cosa...Minh...davvero?-
Lei annuì senza avere il coraggio di fissare nessuno, nemmeno il marito, poi si mise a singhiozzare, una mano sulla bocca e gli occhi lucidi.
- Io...mi dispiace...volevo fosse una sorpresa...per tutti voi, e...Borshin, volevo dirtelo subito, davvero, ma...ho avuto paura.-
Non sono nemmeno riuscita a prendermi cura di Bentho, come farò con questo bambino?
Werrsot, per stemperare la tensione si alzò dalla sedia e di corsa andò ad abbracciare Minh, facendole le congratulazioni, per poi passare a Borshin, a cui strinse invece la mano, sempre congratulandosi.
Ivark intuì il suo pensiero, era naturale che una nuova vita facesse pensare a quella perduta ( no non perduta, Bentho non era morto, ma solo...andato via ).
E a proposito di assenze, mentre Borshin, felice, abbracciava Minh cercando di tranquillizzarla si voltò verso la sedia vuota accanto a lui.
Ithil...quanto gli mancava...
...ed era colpa sua, e di nessuno altro...
Ithil, che una volta aveva cercato di ucciderlo per vendicarsi della sua famiglia, per punirlo di essere stato il mandante di un massacro che aveva fatto quasi estinguere gli elfi.
Ithil, che alla fine lo aveva perdonato, ma non c'era stato il tempo di metabolizzarlo perché poi...era stata portata via.
( Come Bentho, anzi, insieme a lui ).
Markann si sentiva la bocca piena di sabbia a quella notizia, quell'ennesima stillata dolorosa, guardò Borshin, pieno di astio ( no, non astio, bensì invidia, e un sentimento di esclusione ).
Perché non gli aveva detto del matrimonio a lui, prima di dirlo a tutti gli altri, lui, suo fratello, con cui pensava di aver ricucito un rapporto durante il loro viaggio, e ora prima il matrimonio, poi metteva incinta la sua ( ex ormai ) domestica?
Si guardò intorno, Ivark, quel cretino e inutile vampiro che sapeva solo piangersi addosso ed era stato più utile da moribondo che in forze, se ne stava a fissare imbambolato una sedia vuota, Minh e Borshin erano ancora abbracciati a sussurrsi chissà che cosa, e poi Werrsot lo fissava preoccupato, perfino il mezz'elfo gli diede fastidio, perché lo fissava così perché gli stava sempre fra i piedi?
Markann si alzò per poi uscire dalla stanza sbattendo la porta dietro di sé.
_____
Bentho si svegliò di soprassalto con il cuore in gola, per poi calmarsi, era nel carro di Markann, accanto a lui dormiva Werrsot, ancora convalescente dopo che il medico gli aveva tirato via tutti gli aghi, ma vivo, la paralisi che ormai era svanita.
Uscì dal mezzo di trasporto, a destra dormivano Ithil e Minh abbracciate, poco distante da loro avvinghiato nel sacco a pelo dormiva il vampiro, mentre a un albero erano legati i cavalli, immobili, forse addormentati.
Respirò lentamente come gli aveva insegnato Minh per scacciare la paura e calmare il cuore, dopodiché annusando l'aria percepì un odore di carne arrosto, seguendolo fino al fuoco ancora accesso, vide Markann arrostire due pezzi di salsiccia, ed alzò lo sguardo non appena si accorse di lui.
- Và a dormire, Bentho. Domani finalmente usciamo dal bosco dei pini e ci lasciano dietro questa valle di morte, abbiamo viaggiato a passo d'uomo a causa di Werry, finalmente potremo procedere più velocemente. Saremo a Misserto domani pomeriggio, salvo imprevisti. Lì finalmente dormiremo in un vero letto, non vedo l'ora. Ora torno a dormire, tieni mangiati tu queste, a me è passata la fame.-
Markann si alzò e si avvicinò al ragazzino per porgergli il rametto su cui erano infilzate due salsicce di cervo praticamente carbonizzate.
Bentho lo fisso', e dal modo in cui il medico evitava lo sguardo, capì che aveva fatto anche lui quel sogno.
- Era solo uno dei tanti futuri possibili, Bentho. Non significa che si avvererà. Non ti accadrà niente, te lo prometto. Ti proteggerò io.-
Quest'ultima frase Bentho penso' di essersela sognata, dato che Markann aveva parlato piano, senza guardarlo, mentre camminava verso il suo sacco a pelo ( notando che Bentho non prendeva il bastone con la carne di cervo carbonizzata la gettò nel fuoco ancora acceso, che avvolse il ramo completamente per poi spegnersi e lasciare nell'aria un odore sgradevole).
Bentho però l'aveva sentita, e immaginaria o meno, ritornò nel suo sacco a pelo con il sorriso.
Ma la paura non si decideva a lasciarlo, era come una biscia viscida e nera che gli stringeva il petto impedendogli la respirazione, ci mise un po' a prendere sonno, dovette ripetere più volte gli esercizi di respirazione che Minh gli aveva insegnato.
Markann ha ragione. È solo uno dei tanti futuri possibili, una delle tante possibilità. Ce ne sono altre in cui non per forza deve accadermi qualcosa...o a Ithil, ma lei ha Ivark a proteggerlo.
Ma perché Markann mi ha offerto la carne di cervo? Sa che io la odio, se la mangio vomito, forse era così sconvolto da non ricordarsene?
Era una cosa assurda soffermarsi su quella strana offerta eppure ci rimuginò pur di non pensare al panico che piano piano cominciava ad allentarsi, e alla fine la biscia decise di mollare la stretta, così finalmente pote' lasciare vagare il pensiero che, indeciso come un corvo che vola da un ramo all'altro non sapendo su quale ramo posarsi, si adagiò su Minh prima di cadere definitivamente preda di Thyyl, la ninfa del sonno:
Spero che Minh riesca comunque ad avere un bambino, e anche se non lo è veramente, con me si è comportata da vera mamma e mi piacerebbe avere un fratellino o sorellina con cui giocare, lei sarebbe bravissima, ne sono sicuro.
_____
Sì sono tornata a fare avanti e indietro nel tempo, mi scuso per chi pensava che si andasse avanti con la storia ( e finalmente i nostri eroi potranno dormire in un letto comodo e vedere altra "gente" vediamo come accorglieranno gli abitanti di questa nuova città degli stranieri.
Volevo da tempo fare un pov ( anche se breve su Bentho ) che ne pensate ne volete altri su di lui? ( E sui suoi sogni "condivisi" con Markann - ricordatevi che lui è un empatico che sente le emozioni altrui - e in certi casi anche i sogni, dopotutto, ha vissuto con Markann, una sorta di "veggente", fin da neonato ) e del "futuro" ( o meglio, uno dei tanti possibili quindi non è certo andrà proprio così) che ne pensate?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top