La notte
Mimma quella mattina si sveglia molto presto, ormai è un'abitudine di tutti i giorni. Ma questa volta, è diverso del solito. Oggi sarebbe stata da sola.
Non la preoccupava la mattina no, anzi le piaceva molto. Infatti essendo una bellissima giornata di sole, decide di andare a fare una passeggiata per conto suo, per godersi la primavera che la circonda.
Ascolta il cinguettio degli uccelli, i fiori che sbocciano piano piano e trasmettono quel dolce profumo che a lei piace molto sentire. Oggi decide di mangiare fuori; va al primo negozio che le capita a tiro e compra una focaccia con le olive da mangiarsi al parco che si trova lì vicino.
Non vuole pensare alla sera, soprattutto alla notte, perché avrebbe dormito da sola e lei aveva una gran paura. Si dai tempi dell'istituto, le istitutrici le incutevano timore proprio la notte.
Le raccontavano di fantasmi che si prendevano le loro anime, di ometti verdi, piccoli con un occhio solo che prendevano i bambini che non dormivano e se li mangiavano, ma la cosa più terribile e che loro dicevano che mentre si dorme, arrivava un demonio pronto a decidere se si doveva entrare negli inferi o nel paradiso a seconda del carattere che si ha: se sei buono andavi nel paradiso, se eri cattivo all'inferno e tutto questo accadeva solo e soltanto di notte.
Mimma, dopo l'adozione aveva sempre dormito con i suoi genitori e tremava come una fogliolina perché aveva sempre i mente tutte quelle storie orribili e lei non riusciva mai a liberarsene. Inutili le parole dolci della mamma, provava a calmarla all'inizio ci riusciva, ma come la lasciava da sola, lei urlava e sbatteva i piedi per terra dalla paura. Allora prendeva sua figlia la cullava e le cantava questa dolce ninna nanna:
~Dormi amore mio,
Qui c'è l tua mamma
Che ti stringe la tua mano e non
Ti lascia più!
Dormi fai la ninna
Fai la nanna tra le mie braccia~.
Grazie a questa litania e alla buona cioccolata calda le scaldavano l'anima tranquillizzandola, Mimma si addormentava serenamente e non pensava più a quelle terribili storie e a quei incubi che entravano nella sua testa.
Sono passati anni, ora è grande, ma la paura è sempre alla porta, capisce che è dentro di sé, deve superarla da sola non può sempre confidare nell'aiuto della sua amata madre. Si diceva tutti i giorni che erano solo delle burle, che i mostri e i demoni non esistono e neanche i fantasmi. Convinta di ciò, torna a casa sua ormai a pomeriggio inoltrato.
Decide di prepararsi una cenetta leggera così da non avere incubi per quando andrà a letto. Nervosamente guarda l'ora e nota che sono già le venti e fuori si sta oscurando e si iniziano a intravedere le stelle e la luna.
Mimma incomincia a tremare, è sola e ha paura di tutto. Le sembra di sentire rumori da per tutto, si accascia nel pavimento, mette le mani in testa e si mette a piangere. Inutile pensare a sua madre, per lei in questo momento c'è solo il buio totale e lei si sente completamente sola, triste e abbandonata come quando stava in istituto.
Ma ora dovrebbe essere diverso, non ha nessuno che le racconta storie terrificanti, non ha nessuno che si trasforma in fantasmi per spaventarla, ora dovrebbe avere una famiglia che le vuole bene, degli amici che l'apprezzano, ma è terrorizzata. Sempre accasciata lì per terra, Mimma sente una voce strana.
<<Perché sei sul pavimento?>> Le chiede sedendosi accanto a Mimma. <<Ho paura>> Risponde di getto. Quando decide di alzare la testa, si trova davanti a lei un mostro verde, alto quanto lei e con un occhio solo. Quasi caccia un urlo, si ricorda che all'orfanatrofio, le avevano detto che se aveva molto timore, la avrebbe mangiato.
Per un po' urlano entrambi spaventati finché lui le dice: <<Calmati! Perché stiamo urlando?>> Chiede guardandola dritta negli occhi. Mimma spaventata, abbassa lo sguardo si vede che ha timore di quel mostro che ha vicino a lei. <<Tu mi mangerai? Vero? Sei venuto per questo!>> Gli chiede con voce tremante. <<No cara! Chi ti ha raccontato tutto ciò? Sono solo leggende!>> La dice facendo un sorriso inguardabile.
<<La mia ex tutrice! Mi ha detto che se uno di notte si spaventa, vieni tu e ci mangi! Se non è così, perché sei qui?>> Le chiede cercando di osservarlo. << Sono qui perché è stata la tua paura per la notte a chiamami! Io devo aiutarti a non aver più timore di me e del buio! Poi come sono arrivato, sparirò e non tornerò più promesso! In poche parole io sono il tuo subconscio cara!>> Lei ascolta scioccata le sue parole. Come farà a ritornare in sé?
Prova e riprova, ma proprio non ci riesce. Riscoppia a piangere e il mostro cresce a dismisura più lei ha paura, più lui aumenta dismisura. <<Ehi Ehi! Ascoltami! Chiudi gli occhi! Pensa a qualcosa di bello della tua vita. Sai ci sarà un momento molto bello che ti ha reso felice no?>> Gli dice con calma.
Mimma fa come le ha ordinato lui, chiude le palpebre e pensa al primo giorno che ha conosciuto i suoi genitori, al loro abbraccio caldo e affettuoso, alla voce melodiosa di sua madre che sa cullarla in ogni momento di difficoltà.
Il suo cuore si calma, il suo respiro torna normale e la paura sparisce come niente. <<C'è l'ho fatta>> Dice felicemente, ma parla da sola il mostro non c'è più. Aveva proprio ragione. Lui non uccide, anzi aiuta a superare gli incubi più nascosti e lei c'è riuscita alla grande.
Ora può affrontare la notte senza avere l'ansia di ogni genere. Ora ha imparato una cosa importante: sa che non è sola, che avrà sempre qualcuno vicino anche quando è a casa e si sente abbandonata, sa che non è così perché con l'anima le sono accanto. Non ha paura anzi, è pronta per affrontare ogni ostacolo perché capisce che non è sola.
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