Capitolo 4 - Essere un bottino

Larissa iniziò a correre più veloceche poteva e si fiondò fuori dalla sala, si ritrovò nel lungo corridoio aperto. Dove poteva mai andare? L'uomo era a qualche metro dietro di lei, corse nella direzione da dove erano venute. Lei cercò di seminarlo sgattaiolando in una porta lungo il corridoio. Da lì entrò in un secondo corridoio semibuio che portava alla biblioteca e alla sacrestia.

Le due suore rimasero in silenzio,sedute a terra e coi polsi legati. Si lanciavano sguardi come per darsi forza. Ad un tratto Suor Clemente iniziò a piangere rumorosamente e l'altra le intimò di far silenzio, magari se si fossero comportate "bene" gli avrebbero risparmiato la vita. Non c'era nulla che potessero fare se non obbedire, ormai. La suora spaventata prese a pregare in un soffio di voce, come un bisbiglio,per loro due ma soprattutto per la giovane. Sentivano solo urla indistinte e oggetti rompersi, era impossibile capire se anche altre suore fossero vive.

La ragazza era a metà corridoio quando ad un tratto fu scaraventata a terra. Era in trappola, catturata come una lepre che fugge dal lupo. Lui la voltò per guardarla in viso. I suoi capelli biondi, il suo viso bianco e candido come una perla e I suoi occhi verde-azzurro lo incantarono, gli occhi nocciola di lui si illuminarono, era estasiato ma non da pensieri puri d'amore. Le accarezzò il viso e infilò le sue mani brune nei capelli d'oro di lei. La giovane si dibatté lanciando pugni che però andarono all'aria. Lui si innervosì, si alzò e la trascinò per qualche passo solo per farle male e sottometterla, dopodiché prese il suo controllo. Si sentirono solo urla di dolore.



<<Come va la ferita?>>.

<<Insomma..>> a stento riusciva a tenere gli occhi aperti, stava per avere una ricaduta <<ha ripreso a pulsare e brucia da morire>>.

<<Tieni duro! Resta con gli occhi aperti! Mi hai capito?>> non ci fu risposta, l'altra aveva gli occhi aperti e fissava il vuoto, era come assente. <<Estrella?Mi hai capito? Rispondimi!>>.

<<Ugh.. sì,sì...>> si scosse come se si fosse svegliata da un incubo <<Ho capito, cela faccio tranquilla..>>.

L'uomo tornò trascinando Larissa per un braccio. La giovane aveva un livido sulla guancia e il viso rigato dalle lacrime, lui la legò e lei non si ribellò, tremava leggermente ma era come se non provasse nessun'emozione. Lui la gettò violentemente a terra e lei urtò contro il tavolo, cadde inginocchio e lentamente si accasciò su un fianco. L'uomo si stava avvicinando a Inés, che era la più giovane fra le due Sorelle.Entrò un altro uomo che si rivolse al primo chiamandolo "Jamal"e inorridì per I cadaveri degli amici. Jamal gli rispose qualcosa senza rivolgergli lo sguardo e iniziò a palpare Suor Estrella, lei tentò di sferragli un calcio, ma essendo seduta non fu semplice. Lui ne fu sorpreso ma anche divertito in un certo senso. Scansò il calcio e le bloccò le gambe, riprese e si accorse della ferita,prese uno straccio e iniziò a tamponarle il capo, a quel gesto le due donne rimasero sorprese. Quando il sangue sembrò fermarsi cercò di fasciarla alla buona. Riprese nuovamente a toccarla quando ad un tratto si sentì la giovane urlare. Jamal si alzò di scatto e allontanò l'uomo dalla giovane, gli urlò controllo e iniziarono a discutere. Le due suore sbiancarono e si guardarono in volto non capendo cosa stesse succedendo. Jamal sembrava avere più potere sull'altro ma ad un certo punto fu come se avesse capito o fosse stato persuaso, l'altro gli sorrise in risposta. Jamal tornò per l'ennesima volta dalla sua suora. Suor Estrella era una giovane donna, aveva circa 28 anni e aveva ancora una "bellezza giovanile",mentre Suor Clemente aveva circa 32 anni ed era di origini francesi e tedesche. Mentre Jamal si divertiva con Suor Estrella, l'altro fece lo stesso con Larissa. Suor Clemente era scioccata e chiuse gli occhi invocando il Signore, ma non sapeva che di lì a poco Jamal sarebbe passato a lei.



Una volta che ebbero finito, le trascinarono al chiostro. Lo scenario era orribile: era un mare di sangue. Le suore si trovavano a terra, chi sui piccoli e lievi fili d'erba e chi sul cammino di pietra. La maggior parte giacevano senza vita mentre qualcuna lanciava ancora qualche flebile segno di vita ma era palese che stesse per spegnersi per sempre, come la fiamma di una candela. Camminarono in quel massacro e la puzza del sangue era acre e pungente, si camminava a fatica per non calpestare I cadaveri o le viscere. Ad un certo punto arieggiò un dolce profumo in mezzo a quella puzza di morte, proveniva dalla cucina: era il brodo che la cuoca aveva messo sul fuoco qualche ora prima. Alcuni uomini si diressero in cucina e chissà, forse banchettarono anche, mentre altri restarono fermi a fare da guarda alle giovani suore che aveva"catturato", come se fossero Il loro bottino. Tutte zitte e ammutolite e chi osava parlare si beccava uno schiaffo. Molte, restando ferme lì, iniziarono a sentirsi male sia per la vista che avevano e sia per la puzza e fu facile che qualcuna vomitasse.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top