11 - Ti voglio bene
<<Ti voglio bene>> gli disse lei cercando di scusarsi per il modo in cui era fuggita.
<<Ti voglio bene>> rispose lui, con un tono come se celasse altro <<Sono stato uno stupido, ti chiedo scusa>> ebbe il coraggio di scusarsi.
<<Tranquillo, non farti problemi>> gli sorrise. <<Siamo ancora.. amici. L'amicizia vince su tutto, giusto? >>.
<<Sì! >>.
Si abbracciarono. Da lì in poi fu tutto come ai vecchi tempi, senza imbarazzi o atteggiamenti indesiderati. Migliori amici come sempre.
Erano passati un paio d'anni ed ora avevano ormai all'incirca 19 anni. Era un periodo un po' difficoltoso, frastagliato da altri ma piccoli attacchi e tentativi di invasione da parte degli arabi. Il Grande governo bizantino tentò di respingere gli invasori inviando interi eserciti e grandi navi ma tutto fu vano. Gli scontri aumentarono e il territorio musulmano si espanse sempre più. Non era molto sicuro restare: obbligo di conversione all'Islam, pena l'esilio o peggio la morte. sgozzamento per gli uomini e lapidazione per le donne, mentre per i bambini figli dei cosidetti "infedeli" era riservato un altro trattamento: annegamento, scuoiamento o lapidazione.
Inéz aveva ormai superato i 40 anni e si era gravemente ammalata. Nessun guaritore riuscì a riportarla sulla via della guarigione e così, nel giro di qualche mese, la flebile fiammella della vita si spense per sempre. Kamila era distrutta. Non sapeva cosa fare, si sentiva perduta e impotente. Gli altri del villaggio, in preda all'imminente pericolo degli arabi, decisero di migrare per andare via da lì, chi nel Regno dei Franchi Occidentali (Francia) , chi in Spagna - nonostante fosse ormai di dominio musulmano - solo per tornare a quella che era stata la loro prima e vera casa e ricongiungersi con la famiglia d'origine, chi nel Regno dei Franchi Orientali (Germania) come Hernst, sua madre e il suo consorte.
"<<Mamma... Mamma... Ti voglio bene non lasciarmi così>> gemette Kamila con una voce strozzata.
<<Ti voglio bene>> rispose ella con un filo di voce usando lo pochissime energie che le erano rimaste in corpo. Strinse fortissimo la mano a sua figlia. Espirò e chiuse gli occhi. La presa divenne pian piano più debole fino a cedere, le loro mani si staccarono improvvisamente, come un filo che si spezza. Una vita che vola via lasciandone sola un'altra." Kamila ripensò alla morte di sua madre come se fosse il giorno prima, erano, in realtà, trascorsi diversi mesi. Realizzò che ormai non c'era più nulla a tenerla legata a quel posto che era stata la sua casa da quando era nata. Ripensò al corteo funebre, alle preghiere e al loro ultimo saluto. "e qui, su questa collina io ti lascio, che tu possa riposare in pace. Ti voglio bene mamma. Addio." queste le ultime parole che pronunciò in quell'occasione. Ripensare a tutto ciò le faceva soltanto male. Troppo dolore.
<<... E così, partirai Hernst>>.
<<Sì.. >>.
<<Kamila tesoro, potresti venire anche tu se lo desideri>> disse la madre di Hernst, mentre passava per stendere delle vesti a asciugare.
Hernst guardò sua madre con uno sguardo ricco di speranza per poi ritornare su Kamila.
<<Non saprei... Credo che esplorerò un po' il mondo, i vari Regni. Ma mi dispiacerebbe perdere i contatti con voi, specialmente con te, Hernst. Promettimi che mi sarai per sempre amico>> scherzò lei però con una punta di serietà.
<<Mano sul cuore>> rispose trasformando le parole in azione.
La madre di lui, ormai a qualche metro da loro, sorrise nel guardarli senza che se ne accoegessero.
<<Se vuoi, potremo tenerci in contatto con delle lettere o magari potresti venire a trovarmi in uno dei tuoi tanti viaggi>> scherzò. <<Devo chiedere a mia madre dove andremo di preciso. Forse a Heilbronn>>.
<<D'accordo. Sicuramente ti scriverò o ti verrò a trovare>>.
Il giorno della partenza arrivò e ognuno partì verso destinazioni diverse. Il villaggio divenne ormai deserto. Un cimitero di case abbandonate.
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