La panchina
Erano le sette e quaranta del mattino, avevo ormai perso l'autobus. Più in là vidi una panchina, decisi di sedermi aspettando l'altro mezzo, ma non mi resi conto che accanto a me c'era un anziano signore.
"Ciao!" mi disse
Feci finta di non sentire e guardai il cielo.
" È una bella giornata, non trovi? " continuò.
Mi voltai verso di lui, "sì! " risposi con un filo di voce.
L'anziano mi sorrise,
" lei ti somigliava tanto ", disse mentre dagli occhi gli scese una lacrima, che il vento fece volare via.
Rimasi commossa nel vedere quelle lacrime e chiesi a chi potevo mai somigliare.
" Ad un angelo, troppo prezioso per il cielo, da non poterne più fare a meno... " disse alzando lo sguardo, poi mi osservò.
"È proprio qui che la incontrai, aveva la tua età. "
Quelle parole mi lasciarono un senso di malinconia che non avevo mai provato prima...
Cercò di poggiare la sua mano nella mia, la sfiorò, ma non riuscì a toccarla...
" Non andare", mi supplicò.
" Ma devo prendere l'autobus, devo andare a scuola si è fatto tardi! " gridai, per poi andare verso la fermata... d'Improvviso una macchina mi travolse... in un attimo i ricordi tornarono nella mia mente... e poi... il buio...
La mattina seguente lui era ancora lì ad aspettarmi, come sempre da cinquant'anni...
Ambra B.
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