Capitolo 7
Imparare a leggere era forse una delle scelte migliori che René avesse mai fatto.
Nathaniel era un ottimo insegnante e, anche se lei non l'avrebbe mai ammesso, grazie a lui era riuscita a imparare tutte le lettere e a pronunciare le parole nel giro di sole due settimane.
Aveva ancora qualche difficoltà nel leggere con scioglievolezza ma giorno dopo giorno non faceva che fare progressi.
Non pensava che potesse essere così bello imparare qualcosa di nuovo alla sua età. Le parole racchiuse nei libri avevano la capacità di trasportare in mondi nuovi e tutti diversi tra loro.
Spesso si immedesimava nel protagonista e si arrabbiava al suo posto se necessario, si dava dell'idiota quando il personaggio faceva qualcosa che lei non averebbe mai fatto e via dicendo.
Passava ore in biblioteca, tanto che spesso le serve si chiedevano dove fosse e la andavano a cercare pur di ricevere la loro dose giornaliera di chiacchiere e pettegolezzi.
Presto impararono che la biblioteca era il primo luogo dove cercarla e una volta trovata, non riuscivano quasi a spiccicare parola poiché la principessa si lanciava in un dettagliato e entusiasta resoconto di ciò che aveva letto quel pomeriggio.
Le serve, come tutti i vampiri, passavano la mattinata e le ore diurne in generale a riposare. Ma essendo sempre piene di cose da fare, si svegliavano al tramonto e cominciavano con i loro andirivieni per tutti i corridoi e sale del castello.
René doveva ancora abituarsi ai nuovi orari, per lei era assurda l'idea di dormire quando il sole splendeva illuminando i boschi, con i suoi sporadici raggi che le fronde non riuscivano a nascondere.
Per raggiungere i boschi doveva uscire dalle mura del castello e, senza sapere nemmeno se fosse autorizzata a farlo, passava gran parte della mattina a correre e a cacciare (non che ne avesse bisogno, soddisfaceva solo un suo istinto primario).
La caccia di René si concludeva sempre con uno o due leprotti catturati con pigrizia per poi essere abbandonati nelle cucine in modo che i cuochi vampiro avessero di che darle da mangiare.
Quella era l'unica occasione che la principessa aveva per trasformarsi, senza alcuna paura lasciava che le sue ossa si spezzassero e allungassero, che i suoi occhi cambiassero colore e che le sue zampe tastassero il terreno.
Era stata sua madre a insegnarle a cacciare, lei era potente ed esperta, in quegli anni René credeva di aver imparato ad eguagliare la sua bravura ma forse la sua natura non glielo consentiva.
Era nei momenti in cui lasciava che il suo soffice manto bianco le ricoprisse il corpo che veramente si sentiva libera, libera di correre e essere se stessa. Anche le sue zampe da lupo avevano qualche difficoltà, tuttavia il dolore era facilmente ignorabile quando l'adrenalina entrava in corpo.
Quella mattina era riuscita a procurarsi un cucciolo di cervo che era stato abbandonato dalla madre.
Se si sentisse in colpa? Ovviamente no, era la sua natura e il pentimento non rientrava in essa. Chiedereste mai a un orso se si sentirebbe in colpa dopo aver abbattuto un alveare? Stessa cosa. All'istinto animale non si comanda neanche quando si è mezzi umani.
René ritrasformatasi in umana, indossò nuovamente gli abiti che aveva abbandonato sulle grosse radici di una quercia e tornò al castello sfinita, desiderosa di farsi un bel bagno caldo.
Passò per le cucine abbandonando la carcassa sul grande tavolo e si stiracchiò per quasi prendere un infarto subito dopo.
"Cosa cavolo ci fai qui?" Chiese sconvolta reggendosi il petto per calmare il cuore. Arrossì imbarazzata per essersi fatta beccare dopo aver abbandonato il castello senza permesso.
Sulla soglia che dava sul corridoio se ne stava il principe con il fianco appoggiato allo stipite della porta.
La guardava con un sorriso da furbetto, squadrandola da capo a piedi e trovando terribilmente attraenti quei rivoli di sudore che le scendevano dalle tempie.
L'odore di sudore si mescolava anche all'invitante profumo del sangue della sua compagna che per un attimo gli fece tingere gli occhi di nero.
"Avevo sete." Rispose con naturalezza il vampiro avvicinandosi.
René indietreggiò di qualche passo involontariamente, non poteva opporsi, il contratto non glielo consentiva e lo sapeva bene.
Si limitò a chiudere gli occhi una volta che la sua schiena sbatté contro il muro della cucina e lasciò Nathaniel fare i suoi comodi.
Quest'ultimo non attese un secondo di più e si avventò sul collo della lupa, impedendo però ai suoi canini di allungarsi troppo. Non era più necessario, nelle vene della lupa scorreva già il suo veleno, una dose maggiore avrebbe potuto ucciderla.
Si cibò di venticinque millilitri di sangue che sentì scendere lungo la sua gola riscaldandogli il corpo.
Il sangue di licantropo era molto più caldo rispetto al sangue umano, ciò lo rendeva solo ancor più appetitoso.
René si sentì debole per un attimo, sensazione che fu quasi immediatamente scacciata via grazie alle sue sovrannaturali capacità rigenerative. Quando Nathaniel si staccò quasi non le sembrava di essere stata morsa e privata di parte del suo sangue.
"Ultimamente sei quasi sempre sveglio a quest'ora, i vampiri non dovrebbero sentirsi deboli quando c'è la luce del giorno?" Osservò René.
"In effetti di solito a quest'ora starei dormendo ma non mi sento affatto stanco. Forse è tutto dovuto al tuo sangue che comincia ad avere il suo effetto su di me."
René annuì, era perfettamente possibile e cercò di non sentirsi gelosa nel sapere che qualcosa di così intimo come il suo sangue scorresse anche nel corpo di un altro essere vivente... per modo di dire.
"Hai sentito altri effetti?" Chiese, nel mentre iniziò a prepararsi un tè caldo.
Nathaniel non rispose, preferì osservare con aria confusa ciò che la sua compagna stava facendo.
Riempì un pentolino che di solito i cuochi utilizzavano per diluire il sangue e lo riempì d'acqua, lo mise a bollire e poi dentro ci versò ciò che sembrava erba secca.
Non ricevendo una risposta René si voltò stranita verso Nathaniel e lo beccò ad osservarla intensamente, o meglio, stava osservando le sue mani mentre trafficava. Sorrise arrossendo ancora un po'.
"Vuoi del tè?" Chiese.
"Cosa sarebbe?"
"Un infuso di erbe. So che i vampiri possono bere solo sangue ma forse da quando hai iniziato a bere il mio, anche le tue papille gustative sono cambiate."
"Pensi che sia cambiato anche il mio stomaco al punto di permettermi di digerire quella brodaglia?"
"Potrebbe." Rispose René alzando le spalle incurante.
Dopo pochi minuti la brodaglia fu pronta e la principessa la versò in due tazze da colazione, vi mescolò del miele preso da un bosco nelle vicinanze e ne porse una al suo compagno che per poco rimase scottato dal calore che la ceramica trasmetteva.
Il vampiro appoggiò sul tavolo la tazza soffiando poi sui polpastrelli leggermente arrossati. Tentò di non fare espressioni sofferenti di fronte a René ma fallì miseramente.
La lupa si mise a ridere vedendolo in quello stato ma anche lei cercò di non farsi vedere, non voleva rischiare per l'ennesima volta l'ira del suo compagno.
"Dove hai preso gli ingredienti?" Le chiese Nathaniel.
"Dalla foresta, ci sono piante di ogni tipo e molti alveari."
"Siamo sicuri che conosci bene gli effetti delle piante?"
René sorrise malinconica, fu quasi sull'orlo del pianto ma si trattenne.
"Mia madre mi ha insegnato molte cose sulle piante, c'è da fidarsi."
Nathaniel annuì, si portò di nuovo la tazza alle labbra con attenzione e dopo aver soffiato lasciò che il liquido caldo gli riempisse la bocca. Sentendone il sapore non poté fare a meno di spalancare gli occhi in completo stato di shock.
"È buono."
René sorrise ma il principe era sconvolto. Mai e poi mai prima nella vita aveva trovato buono qualcosa di diverso dal sangue.
Qualsiasi cosa avesse provato nel mondo degli esseri umani, dove andava a cacciare, gli aveva sempre fatto schifo. Era sempre tutto o troppo amaro o troppo acido ma quel tè, quel tè era talmente delizioso che quasi pianse.
Il principe si avvicinò alla sua compagna e le prese la mano, lei confusa lo guardò storto ma lo lasciò fare.
Senza dire una parola Nathaniel la portò nei meandri del castello fino a raggiungere l'uscita secondaria che René non aveva mai osato nemmeno guardare.
Quella porta conduceva all'uscita sul retro che invece che dare verso un bosco che lei amava, dava direttamente sulla città dei vampiri. René non c'era mai stata, non le era mai stato dato il permesso ma nemmeno ci teneva più di tanto.
"Dove mi stai portando?" Chiese leggermente nel panico.
"Voglio vedere la mia città alla luce del giorno."
"Sei impazzito?"
"Nient'affatto."
Il principe afferrò le pesanti maniglie d'ottone e spinse con quanta forza avesse in corpo. I pannelli si aprirono con fin troppa facilità, considerando la forza dei vampiri non c'era da stupirsi, e la luce del giorno colpì in viso il vampiro con tempestività.
Non sentì nulla. Nathaniel non percepiva neanche un pizzico di fastidio e ne fu estremamente sollevato.
Finalmente poteva vedere la sua città alla luce del sole e senza essere disturbato dai cittadini che non potevano fare a meno di fermarlo per porgergli i loro saluti.
Le strade erano deserte e anche René si fece avanti stupita da quella vista.
La città, priva di qualsiasi spazio d'erba, aveva un'aria soffocante quanto affascinante.
Ogni edificio si collegava ad un altro attraverso scale di mattoni che sembravano molto antichi, dando l'impressione di trovarsi in una specie di labirinto dell'epoca romana.
Anche gli edifici erano in mattoni di creta, davano un'aria di vecchio ma allo stesso tempo di storicamente importante a tutta la città. René non aveva mai visto nulla di simile.
Le strade erano completamente vuote e solo la luce del sole dava visibilità. Sembrava quasi una città abbandonata ma in realtà i vampiri molto semplicemente a quell'ora stavano dormendo.
"Andiamo." Disse Nathaniel tornando a trascinarsi dietro la principessa.
René era preoccupata che qualcuno potesse vederli, le ci volle un po' per capire che se anche fosse stato così nessuno avrebbe potuto fermarli o opporsi. Loro erano i principi dopotutto.
Presto si lasciò andare alla gioia del momento e lasciò che Nathaniel la portasse nei luoghi più bizzarri.
Dai negozi più improbabili e temporaneamente abbandonati, alle piazze con statue di incredibile maestosità che rappresentavano le figure più importanti che il clan Malkavian avesse avuto nel corso dei millenni.
Era tutto così nuovo per la principessa che sentiva che mai nella vita avrebbe potuto capire come fosse possibile costruire cose del genere, così lasciò che semplicemente tutto le scorresse e scappasse da sotto lo sguardo.
Nathaniel notò un negozio che i proprietari avevano dimenticato di chiudere e molto silenziosamente sgusciò dentro.
René non lo vide mentre faceva la sua bravata e per un po' pensò di essersi persa, si guardò intorno preoccupata non avendo la minima idea di come tornare indietro in caso di necessità.
Tirò un sospiro di sollievo quando vide il principe andarle incontro poco più tardi.
Quest'ultimo le si avvicinò tenendo le mani nascoste dietro la schiena e con un ghigno fastidioso che non prometteva nulla di buono.
Quando fu abbastanza vicino portò le mani in avanti mostrando l'oggetto che custodiva con orgoglio.
"Stai scherzando." Di René con aria minacciosa.
"Cosa c'è? Non ti piacciono i miei regali?"
René per poco non scoppiò di rabbia in quel momento.
Tra le mani il principe reggeva un choker borchiato dal cinturino verde scuro che stonava completamente con l'ambientazione del posto.
"Te lo scordi che io metta una cosa del genere!" Esclamò la principessa allontanandosi furente.
Nathaniel la seguì sempre con quel sorrisetto e prese a parlare con il suo solito tono fastidioso.
"Andiamo bestiolina, io penso che ti starebbe veramente bene."
"Te lo scordi."
"Nemmeno se ti restituissi la tua stanza?" Chiese il principe.
René fu quasi tentata da quella proposta, ma alla fine capì che nulla valeva tanto.
"No."
"Okay, allora..."
In un secondo Nathaniel le fu addosso. Caddero insieme e lottando presero a rotolare giù per le strade della città provocandosi non pochi lividi.
René ringhiava mentre veniva sbatacchiata da una parte all'altra ma il principe non faceva che ridacchiare.
"Lo trovi divertente?" Chiese René una volta che si fermarono, il principe troneggiava sopra di lei e se non fosse stata terribilmente furiosa avrebbe trovato quella posizione decisamente imbarazzante.
"Non immagini neanche quanto."
Lottarono ancora per un po', René ebbe quasi l'impulso di trasformarsi ma si trattenne, non poteva permettere di venir scoperta tanto facilmente.
Dopo vari spintoni la lupa si trovò per l'ennesima volta sotto di lui.
"Tutta qui la forza di un puro Alpha?" Chiese lui provocatorio.
La principessa ringhiò ma era esausta. Alla fine Nathaniel riuscì a metterle quella specie di collare e dopo averlo fatto le lasciò una carezza delicata sul collo che fece venire i brividi alla lupa.
I due si distesero a pancia in su sui mattoni della strada, entrambi con il fiatone, uno felice e l'altra sconfitta.
"Toglilo subito." Ringhiò la principessa.
"Neanche se ti lasciassi dissanguare sul momento."
René si mise a sedere e guardò in viso il suo compagno.
La sua pelle pallida risplendeva sotto il sole, i suoi occhi di ghiaccio parevano quasi bianchi e quell'aria felice, anche se affaticata, lo faceva apparire come la creatura più bella che René avesse mai visto.
Guardandolo la lupa si rilassò e quasi dimenticò di essersi fatta appena mettere un choker.
"Adesso manca solo il guinzaglio." Disse scherzoso il principe beccandosi un pungo allo stomaco da parte della principessa che non gli fece alcun male.
Dopo aver lasciato assopire la rabbia René prese a sbuffare infilandosi di tanto in tanto un dito tra il cinturino e la sua pelle per allentare la stretta di quel dannato choker.
"Si intona ai tuoi occhi."
"Sta zitto."
Principe e principessa passarono il resto del giorno in città.
Parlarono molto, molto più del solito e visitarono anche la biblioteca.
Un edificio enorme che inebriò la vista della lupa, vi entrarono e iniziarono a far pratica con la lettura. Considerando che si era lasciata mettere il collare Nathaniel non pretese il solito pagamento.
Alla fine arrivò la sera e i due tornarono al castello prima che i cittadini cominciassero a svegliarsi. Non volevano creare sgomento generale quindi era meglio darsi una mossa.
Una volta rientrato trovarono le serve che già si davano da fare. Alcune delle amiche di René le guardarono il collo colte di sorpresa ma poi rivolsero uno sguardo d'intesa al principe e alla diretta interessata per poi scappare .
René ebbe l'impulso di correre dietro a tutte per dire loro che era tutto un malinteso ma venne bloccata da Nathaniel che per l'ennesima volta l'afferrò per il polso e cominciò a trascinarla da qualche parte.
I due giunsero nella sala da pranzo dove il capo clan dei Malkavian già stava facendo colazione, si fermarono e si sedettero rispettosamente ai suoi lati. Nathaniel alla sua destra e René alla sua sinistra.
I cuochi arrivarono e servirono alla principessa il suo solito tè accompagnato da qualche frutto di bosco cosparso di miele.
Il principe ricevette la sua dose di sangue da René che già se ne era fatto prelevare un po' in precedenza proprio per poterlo bene distribuire nei pasti giornalieri, mentre il re aveva la sua solita caraffa di distillato di sangue Rh-null, detto anche sangue d'oro.
I tre iniziarono a fare colazione senza spiccicare parola, solo dopo pochi minuti Stephan iniziò una conversazione.
"Figliolo, è da quasi un mese che assumi il sangue della principessa René, hai notato cambiamenti?"
Nathaniel rispose prontamente dopo aver riassunto la sua solita aria di sufficienza che per un po' aveva abbandonato mentre era solo con René a vagabondare per la città.
"Dei cambiamenti li ho notati, ho iniziato a diventare sempre più insensibile alla luce del sole. Le mie forze rimangono intatte anche sotto l'esposizione diretta ai raggi solari, in battaglia mi potrà essere estremamente utile. Questa mattina ho anche scoperto di potermi cibare di altro oltre che al sangue."
Stephan rimase confuso da quell'ultima dichiarazione.
"Altro?"
"Ho bevuto del tè ed era buono questa mattina."
"Quel tè ti ha saziato?"
Nathaniel ci pensò per un po' finendo col dover rispondere negativamente. Il sapore del tè era buono ma non l'aveva saziato affatto. Segno che come previsto solo il sangue di René potesse considerarsi nutriente per lui.
"Altri cambiamenti?"
Il principe ci pensò un po' su. Durante gli allenamenti non aveva notato delle variazioni nella sua forza fisica ma aveva comunque ricevuto un bella sorpresa.
"La mia resistenza è aumentata notevolmente."
René sorrise sentendoglielo dire. Il re Stephan sembrò soddisfatto dalla risposta e cominciò a rivolgersi alla principessa.
"Mia cara, ho notato che con sempre più tranquillità sei riuscita a fare amicizia con le serve, sono felice di vedere che ti stai ambientando."
Dopo quelle settimane il re aveva iniziato finalmente a darle del tu e i momenti dei pasti le davano sempre di più la sensazione di far parte di una famiglia. Era da molto tempo che non si sentiva in quel modo.
"Ieri notte ho avuto modo di conversare con tuo padre, Ascanio Lyall, riguardo alla tua permanenza qui."
Ogni volta che sentiva pronunciare quel nome un brivido le percorreva la schiena, l'ansia prendeva il sopravvento e sudore freddo cominciava a imperlarle la fronte. René cominciò a sorseggiare il suo tè sperando di distrarsi e mantenere così il controllo.
"Insieme abbiamo convenuto che sia arrivato il momento di una riunione familiare. Lui e i tuoi fratelli verranno a farci visita e ceneremo insieme come una grande famiglia. Si fermeranno da noi per un giorno e una notte."
René a quella notizia finì con lo sputare tutto il liquido bollente che aveva in bocca sul tavolo.
Come?
Le serve velocemente ripulirono il disastro.
***
🦋Scusate, so che è decisamente da troppo tempo che non pubblico ma ho avuto mille cose a cui pensare ultimamente. Spero che il nuovo capitolo vi piaccia e se così dovesse essere fatemelo sapere con stelline e commenti.💙
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