Capitolo 2
Le sale del castello dei Malkavian erano immense. L'edificio in sé, visto anche solo da fuori, sembrava abbastanza grande da poter contenere un piccolo villaggio.
Tutta quella immensità disgustava altamente René che non poteva fare a meno di pensare a quanti alberi fossero stati abbattuti dal clan di vampiri. Immaginare che al centro del bosco si trovasse una struttura simile invece che il cuore della foresta era spaventoso per lei.
I licantropi da sempre avevano preferito rinunciare alla modernità dei palazzi per rintanarsi nei rifugi naturali che la foresta offriva. Al massimo i Lyall costruivano capanne con seta e ramoscelli, uno stile di vita più sano e dignitoso non poteva esistere.
Ci volle meno di mezzo secondo per far sentire René completamente fuori posto, era giunta sin lì adornata solo da degli stracci che lei considerava gli abiti più belli in suo possesso. Si dovette ricredere quando vide alcune dame vagabondare per il castello con vestiti enormi, fatti di tessuto pregiato e accessori dorati.
Ognuna di quelle donne, passandole di fianco, la osservava con espressione di puro disgusto, senza tentare minimamente di nasconderlo.
René si sentiva a disagio ma continuò comunque a camminare a testa alta. Con due grandi balzi, ignorando la tendenza a zoppicare, raggiunse il principe ed iniziò ad avanzare al suo fianco.
Non lo superò, sapendo che se l'avesse fatto sarebbe stato un grave attacco all'onore di Nathaniel, ciò le avrebbe causato non pochi problemi. Si rifiutò comunque di camminargli dietro per il resto del percorso, lasciando il principe indignato ma senza un motivo sufficiente per reagire.
Quando i loro sguardi si incontrarono per l'ennesima volta René alzò la testa con un sorrisetto di sfida che Nathaniel colse come un'altra provocazione. Le avrebbe fatto rimpiangere ognuna di esse.
I due si ritrovarono dinanzi all'ufficio del grande capo dei Malkavian, la prima necessità dopo l'incontro con il suo futuro compagno era che René si presentasse al cospetto di quello che avrebbe dovuto considerare il suo re da quel giorno in poi.
Bussarono e attesero il possente "avanti" prima di entrare.
L'ufficio del capo dei Malkavian assomigliava in tutto e per tutto a una sala da tè inglese, in vecchio stile ma almeno tre volte più grande. Tre delle mura erano coperte da una serie di scaffali stra colmi di libri antichi e vecchie armi e armature che probabilmente rappresentavano trofei di guerra.
La parete opposta all'entrata altro non era che un immensa vetrata che dava sul giardino anteriore, i vetri erano oscurati, per impedire al sole di disturbare la pelle del re.
Al centro della stanza vi era un tavolino in vetro circondato da quattro poltrone di velluto rosso più basse della norma, sul tavolino si trovavano tre caraffe traboccanti di sangue che sembravano star solo aspettando di essere svuotate.
René storse il naso in una non poco velata smorfia percependo e riconoscendo l'odore del liquido cremisi, la puzza dal sentore metallico invase quasi tutti i suoi sensi lasciandole una sensazione di putridume sulla sua stessa pelle.
Il capo del clan Malkavian ignorò quell'esagerata reazione e in tutta la sua possanza si alzò in piedi lasciando che i suoi occhi assumessero la loro reale forma. Questi ultimi si tinsero presto di nero, sia l'iride che la sclera, rendendo impossibile capire in quale direzione il re stesse guardando.
La pelle diafana era vestita da un leggero ed elegante completo interamente nero, attraverso il quale si potevano intravedere i muscoli possenti che di certo la principessa non si aspettava da una persona con il colorito di un cadavere. Tutto ciò rappresentava però la pura e semplice normalità per un vampiro.
René avrebbe dovuto sentirsi intimorita vedendo quell'essere alzarsi e scrutarla con quei suoi occhi neri, ma la lupa non indietreggiò, né abbassò lo sguardo. Ne aveva viste di cose spaventose nella sua vita e quell'essere non era da considerarsi neppure tra le prime posizioni.
"Cielo cara, ma cosa le è successo? Per caso è stata attaccata da un orso?" Chiese il re.
Sentendo la sua voce René rabbrividì e tentò in tutti i modi di nasconderlo. Nathaniel senza farsi troppi problemi ridacchiò alla domanda più che lecita del padre, dopotutto si era ritrovato davanti una donna zoppicante che per quanto bella vestiva un abito che sembrava essere stato rattoppato fin troppe volte.
"Assolutamente." Ripose René tentanto di portare a galla quel poco di eleganza che la caratterizzava.
Il re si avvicinò, costrinse la principessa a porgergli la mano in modo da poterla delicatamente baciare allo scopo di salutarla.
"Incantato."
Attraverso il bacio a fior di labbra la lupa poté comunque sentire chiaramente la durezza dei canini del grande capo che premevano per uscire, come se fossero tentati di morderla.
"Con immenso piacere le do' il benvenuto alla reggia regale del clan Malkavian, sua nuova dimora che spero riuscirà presto a considerare una casa."
René dovette sforzarsi a trattenere l'irrefrenabile impulso di fare una serie di battutine rilevanti all'impossibilità della cosa.
"Per me è un onore."
Quante bugie sarò costretta a raccontare?
Si chiese.
"Il mio nome è Stephan Malkavian, sono il capo del clan Malkavian o re se preferisce. Lei deve essere la principessa René Lyall del branco Lyall è corretto?"
"Esattamente."
Il re si lasciò sfuggire un ghigno divertito. Era intrigato, specialmente dalla poca loquacità della sua interlocutrice. Aveva sempre sentito dire che chi è troppo silenzioso lo è perché ha qualcosa da nascondere.
"Si accomodi." La invitò.
René si fece avanti sorpassando il re, ma non appena gli fu abbastanza vicina quest'ultimo avvicinò il naso al suo collo lasciando la principessa sconvolta che non poté fare a meno di sobbalzare.
"Cosa sta facendo?" Chiese indignata René coprendosi il collo con la mano.
Nathaniel non poteva darlo a vedere ma era rimasto molto infastidito da quel gesto che il padre si era permesso di fare con la sua futura compagna.
"Oh mi perdoni, non volevo essere invadente. Volevo solo chiedere, mia cara, ha fatto qualcosa per nascondere l'odore? Fino a poco fa riuscivo a sentire chiaramente il profumo del suo sangue da una grande distanza."
"Sì, è così..." Rispose René sedendosi circospetta, Nathaniel si sedette sulla poltrona al suo fianco subito dopo. "Non volevo rischiare di attirare troppo l'attenzione, non che non mi fidi..." Continuò questa volta riservando una lunga occhiata al principe che le venne ricambiata con un sorriso tutto canini. "Ovviamente."
"Certo mia cara comprendo benissimo, del resto lei non può essere morsa da nessun altro che non sia mio figlio e non prima di questa sera alla cerimonia. Tuttavia sono molto curioso di sapere come lei abbia fatto."
"Solo un'antica tecnica che il mio branco custodisce da secoli. Ci è stata tramandata da un clan di streghe di un'antica alleanza ormai sciolta da decenni, dopo l'ultima guerra con i vampiri."
"Affascinante." Commentò il re completamente rapito. "Molto bene, come ben saprai tra meno di due ore ci sarà la cerimonia del legame, non c'è tempo da perdere. Sarà necessario che tu ti dia una sistemata. Nathaniel, accompagna la nostra ospite nelle sue stanze."
"Con piacere padre."
Detto ciò la nuova coppia uscì dalla stanza, liberandosi della facciata impassibile che ambo avevano assunto.
Nathaniel era infuriato, sia per la sfacciataggine di René che non l'aveva abbandonata da quando era arrivata, sia per quella di suo padre che si era permesso di avvicinare così tanto i canini al collo della sua compagna, di annusare il suo odore.
Nemmeno il re doveva permettersi, la lupa era sua.
"Ti accompagnerò, dopo di che alcune serve si prenderanno cura di te.
"Avete delle serve nel vostro clan?"
"Come voi avete le vostre puttanelle omega anche da noi vi sono vampiri di rango più basso, quelli dagli occhi rossi, destinati a servire per vivere."
René emetté un ringhio basso ed involontario sentendo il principe parlare così di alcuni membri del suo branco. Si era momentaneamente dimenticata che lei fosse la prima a mancare di rispetto agli omega quando era a casa.
Nathaniel fermò la sua avanzata.
"Cos'è? Vorresti attaccarmi bestiolina?"
"Come mi hai chiamata?"
"Bestiolina. Non è quello che sei?"
"Sono un licantropo."
"Appunto."
René si rifiutò di proseguire oltre la discussione e in silenzio si lasciò guidare verso la sua stanza. Dopo un breve tratto si trovarono davanti ad una porta in mogano più isolata rispetto alle altre.
"Chiaramente il tuo alloggio qui è solamente temporaneo, dopo la cerimonia sarebbe di comune gradimento se venissi a condividere la stanza da letto con me."
René boccheggiò a quella notizia imprevista.
"Gradimento di chi?" Chiese sconvolta.
"Di nessuno, in realtà è solo ciò che il clan e mio padre si aspettano. Buona breve permanenza."
Stanco di avere a che fare con quella bestia, non prima di averle fatto un occhiolino provocatorio, Nathaniel si allontanò lasciando René da sola nella stanza. Completamente per conto suo per la prima volta da quando era arrivata.
Chiuse la porta alle sue spalle tirando finalmente un sospiro di sollievo. A parte i mobili era vuota, ciò significava che aveva del tempo per dedicarsi ai suoi pensieri prima dell'arrivo delle serve.
Si guardò intorno. Non rimase sorpresa nel vedere come la stana fosse stata arredata in maniera impeccabile, esattamente come qualsiasi principessa si aspetterebbe. René non era abituata a tutto quel lusso e decise di non soffermarsi troppo sulla bellezza che la circondava.
Zoppicando si avvicinò ad uno degli specchi della stanza , si guardò ed esaminò attentamente ogni parte del suo corpo.
Le gambe nodose erano un impiccio da quando lei ne aveva ricordo, facevano un male perenne e per un buon motivo. In realtà a darle maggior dolore era la gamba destra ma per poterlo sopportare meglio, grazie ad un fenomenale controllo volontario del sistema nervoso e circolatorio che aveva sviluppato nel corso degli anni, aveva imparato a spartire il dolore con la gamba sana.
Ciò la portava tuttavia ad avere quella particolare camminata per la quale il principe sembrava deriderla.
Se solo sapesse...
No. Non deve e non dovrà mai sapere.
I ricordi tristi e dolorosi invasero la sua mente ma non permise loro di tormentarla a lungo. Ormai era una persona nuova.
Guardò verso il suo delicato viso, l'unica cosa vagamente normale che le era rimasta, e non poté fare a meno di ghignare con un ampio e inquietante sorriso che fino ad allora aveva trattenuto a stento.
Finalmente spoglia di una maschera che si era costretta ad indossare.
Forse la stoffa per fare la principessa ce l'aveva davvero.
***
🦋Ecco a voi un nuovo capitolo di "La notte della luna rossa". Come al solito vi chiedo di segnalarmi eventuali errori e sostenere il capitolo con una stellina.💙
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top