Capitolo 14
Talua era rimasta sola su quella deserta collina erbosa, si chiese quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che aveva assaggiato un briciolo di libertà, unirsi a quel vampiro sapeva le sarebbe costato caro, ma fu la prima volta che quasi se ne pentì.
Ancora non era in grado di capire se rivelargli gran parte del suo passato fosse stata una buona idea, le reazioni di Nathaniel a quell'ammontare di notizie erano state del tutto inaspettate.
La lupa aveva capito che non poteva aspettarsi un comportamento razionale o logico dal suo compagno, la cosa era pericolosa quanto intrigante.
Non apprezzava tuttavia la sua tendenza ad atteggiarsi in maniera possessiva, aveva sentito quanto i vampiri del clan Malkavian potessero essere imprevedibili e sperò con tutta sé stessa che in un futuro non avrebbe tentato di intralciarla.
Talua iniziò a muoversi. Doveva cacciare e soprattutto doveva vincere la scommessa contro Asher, era fondamentale per la riuscita del suo piano che quel lupo la rifiutasse. Dopodiché avrebbe pensato a come ucciderlo senza fare troppa scena.
Iniziò ad addentrarsi nel bosco. Non riusciva a capire in quale esatto luogo della Terra fosse capitata ma non le importava. Iniziò a fidarsi del suo olfatto e presto percepì il dolce odore del sangue umano.
Un vecchio istinto si riaccese dentro di lei, la saliva cominciò ad accumularsi nelle sue fauci e i suoi occhi brillarono di un azzurro purissimo.
Senza fare il minimo rumore continuò ad avanzare tastando bene il terreno sotto i suoi piedi e alla fine tra i tronchi intravide delle piccole luci calde muoversi da una parte all'altra.
Iniziò a sentire delle voci delicate ridacchiare, sembravano essere in quattro e sicuramente tra di loro doveva esserci almeno una femmina.
Iniziò a sorridere sperando caldamente di ritrovarsi ad avere a che fare con degli umani in carne ma rimase ben delusa quando riuscì a vederli chiaramente nei loro corpi magrolini.
Perché mai gli umani avessero iniziato a considerare di moda avere poca carne addosso non se lo riusciva a spiegare, qualsiasi altra creatura avrebbe sfoggiato con orgoglio un fisico grosso e possente. Si consolò pensando che con quattro vittime almeno sarebbe sicuramente passata in vantaggio.
Come aveva previsto erano quattro ragazzi, tre maschi e una femmina e ognuno di loro sembrava essere ubriaco fradicio. Talua non aveva mai provato l'ebbrezza del vino essendo che anche volendo, i licantropi non potevano ubriacarsi a causa del fattore di guarigione.
Si avvicinò acquattandosi nell'oscurità, i ragazzi parlavano tra di loro in una lingua che lei non riusciva a comprendere ma che comunque doveva essere latina basandosi sulla pronuncia, non ci pensò troppo e si preparò per attaccare.
"Qualunque sia il tuo piano-" Talua si bloccò sul posto, immobilizzata dal suono autoritario di quella voce. "non funzionerà."
Si voltò lentamente finendo col ritrovarsi davanti l'unico lupo contro il quale avrebbe sperato di non dover affrontare mai un faccia a faccia.
Ascanio se ne stava in piedi a pochi passi da lei, la guardava con superiorità e disprezzo puro, probabilmente già aveva capito che si ritrovava davanti l'assassina di sua figlia.
"Perché pensi che io abbia in mente qualcosa?" Rispose Talua con strafottenza, tentando di fare del suo meglio per ignorare il brivido di paura che le scorreva lungo la schiena.
"Me lo rivela il tuo linguaggio del corpo, il tuo battito cardiaco e il fatto che ti conosco meglio di quanto tu possa pensare."
"Tu mi conosci?" Talua quasi scoppiò a ridere.
Ascanio era imponente, pur non essendo più l'Alpha di Talua ancora esercitava su di lei il classico timore che contraddistingue un capo. L'atteggiamento di superiorità, la sensazione che ogni sua parola avrebbe potuto rappresentare la salvezza oppure la fine. Senza contare il fatto che più lo guardava negli occhi, più la lupa ricordava il suo passato, trascorso tra le sue grinfie.
"Anche quando eri solo una cucciola io ti tenevo d'occhio. Io e il branco ti abbiamo fatto soffrire lo so bene e credimi se ti dico che mi dispiace." Talua sbuffò una risata sarcastica. "Ma era un dolore necessario. Riuscivo a vederla sai? Giorno dopo giorno quella scintilla di rabbia crescere dietro al tuo sguardo. Ho sempre pensato che in un futuro ti avrebbe portata a fare grandi cose, non potevo immaginare che mi avresti voltato le spalle."
Talua si stava innervosendo. Le sue emozioni erano impazzite, tanto che persino lei sentiva di star perdendo il controllo.
La paura, la rabbia, il disprezzo ma anche il desiderio di essere amata e ammirata da dall'Alpha la tormentavano e tutte quelle emozioni avevano deciso di scatenarsi dentro di lei tutte insieme lasciandola impietrita.
Voleva ucciderlo, ma voleva anche vederlo orgoglioso, un po' come sotto sotto si spera sempre che un padre guardi la propria prole.
"Sono sempre stata solo una cavia per te." Mormorò con rabbia la lupa. "Tu speri che io mi fermi, hai paura che finisca con il rappresentare un problema per te, ti auguri che io magari decida pure di allearmi con te."
Talua si avvicinò all'Alpha, percependo ad ogni passo l'ira crescerle sempre di più in petto. Questa le dava la forza e il coraggio, la paura che aveva provato ormai era un lontano ricordo.
Ascanio era molto più alto e possente di lei ma non era un problema, non quando lei era pronta ad esplodere.
I loro corpi ormai erano talmente vicini da sfiorarsi.
"A te importa solo del fottutissimo potere, nient'altro. Ho ucciso tua figlia e mi parli come se volessi concludere un affare con me. Se dovesse servire ai tuoi scopi sono sicura che sacrificheresti persino Asher e Dakota. E chissà forse persino la regina."
Ascanio non rispose, si limitò a far sembrare la sua figura ancora più grande e ormai, ogni traccia di preoccupazione paterna era scomparsa dal suo volto.
"Sei sempre stata come una figlia per me."
"No. Ero solo un esperimento che non ha mai funzionato."
Ascanio sorrise.
"Ma davvero? Il tuo battito ha accelerato."
Questa volta fu Talua a non rispondere. Pensava di aver imparato bene a mentire ma si era sbagliata di grosso.
"Comunque, non sono venuto qui per affrontare te."
Furono le ultime parole che Ascanio le rivolse, il lupo con uno scatto la superò balzando sopra la sua testa e si trasformò in quel lupo dal manto dorato di più di tre metri che Talua ricordava con odio.
Non si rese neanche conto del preciso momento in cui l'Alpha azzannò e uccise i quattro umani portandoseli via. Poiché era troppo occupata a riflettere sulle ultime parole che le erano state dette.
Non era venuto lì per affrontare lei. Quella frase lasciava presupporre che qualcun altro fosse la preda di Ascanio.
Ma chi poteva essere? La risposta arrivò chiara nella mente di Talua, colpendola come una meteora.
Si trasformò, il manto bianco le ricoprì il corpo dopo ormai troppo tempo e senza godersi la sensazione di piacere nell'aver assunto la sua più naturale forma. Iniziò a correre sperando di non perdere le tracce dell'Alpha.
-
Nathaniel non aveva ancora smesso di correre da quando aveva abbandonato Talua su quella collina. Un forte odore di sangue e morte aveva colpito i suoi sensi e ciò lo disturbò un po'.
Quattro umani dovevano essere appena morti e sperò con tutto se stesso che non fosse stato Asher a ucciderli.
Ormai aveva superato il bosco da diverso tempo e si era addentrato nella labirintica cittadina deserta. L'odore di sangue umano invadeva le sue narici quasi annebbiandogli i sensi e provò nostalgia verso quel sapore che mai più avrebbe potuto godersi.
Camminando per quelle strade polverose per poco non fu investito da un auto in corsa. Con un salto di diversi metri atterrò sul tettuccio della vettura che aveva preso a suonare il clacson come se non ci fosse un domani. E forse per il conducente era proprio così.
Con una forza inaudita Nathaniel sfondò il finestrino dell'auto. Afferrò l'umano al volante per una spalla e lo trascinò fuori con violenza. Sotto la sua presa percepì chiaramente diverse ossa spezzarsi e ciò non fece altro che aumentare la sua eccitazione.
L'auto sbandò e andò a schiantarsi poco lontano. Sapendo che di lì a poco sarebbero arrivati altri umani a controllare cosa fosse successo, Nathaniel afferrò nuovamente l'umano e se lo portò via, a qualche isolato di distanza.
L'uomo era un maschio di mezza età, stempiato e che puzzava terribilmente di alcol e fumo. Si consolò pensando che il sapore del suo sangue non doveva essere un granché.
Il signore era agonizzante sulla strada, si era rotto il braccio sinistro in diversi punti e schegge di vetro gli avevano ferito il viso e il fianco. Non aveva la forza di urlare e il vampiro quasi se ne dispiacque.
"Ti... ti prego. Ho moglie e figli." Si lamentò con voce roca.
"Immagino che tu sia il primo a picchiarli. Sto per fare alla tua famiglia un favore."
Nathaniel scattò con una tale velocità da essere invisibile a occhio umano. Azzannò il povero uomo per la gola e lasciò che i suoi canini gli perforassero le arterie.
"No! Ti prego..."
L'uomo di agitò per un po' ma presto perse i sensi e con essi la vita. Nathaniel si staccò dal suo corpo e sputò a terra il sangue che aveva involontariamente ingerito.
Aveva ragione, quell'uomo faceva proprio schifo. Non si preoccupò nemmeno di nascondere il cadavere, aveva come la vaga impressione che quell'individuo non si meritasse una morte onorevole.
"Quindi è così che i vampiri cacciano. Disgustoso."
Nathaniel sorrise compiaciuto e si voltò verso quella voce che aveva imparato a conoscere.
Asher era poco distante da lui, tornato nella sua forma umana.
"Ero convinto che i lupi una volta trasformati perdessero i vestiti." Commentò divertito, senza però venir assecondato dal suo interlocutore.
Asher aveva perso qualsivoglia traccia di divertimento. Forse si era ritrovato lì per caso, o forse non vedeva l'ora di ritrovarsi solo col vampiro da quando aveva scoperto che Talua aveva sostituito sua sorella.
Indecifrabili erano le emozioni sul suo volto, e di conseguenza anche le sue intenzioni.
Lupo e vampiro si guardavano negli occhi cercando di studiarsi a vicenda. Il primo sembrava impassibile mentre il secondo non aveva mai smesso di ghignare da dopo la sua gita alla spiaggia nel loro mondo.
Anche lui come Talua aveva gettato ogni maschera, ora era il suo istinto ad avere il comando delle sue azioni. Le conseguenze non erano importanti per lui, era questo il vero volto della sua pazzia.
Dopo aver finito l'analisi del suo avversario Asher si permise di distogliere brevemente lo sguardo e lasciarsi andare ad un'improvvisa risata che di divertito non aveva nulla.
"Sembri completamente diverso dal ragazzino che mi ha dato il benvenuto al castello. Sai?"
Asher cominciò a camminare avanti e indietro, senza mai staccare lo sguardo dalla sua nuova preda.
"Ragazzino? Lo sai che ho centocinquant'anni?"
"Centocinquanta?!" Esclamò Asher lasciandosi travolgere dallo sbigottimento.
"Quando sei immortale non ci fai neanche più caso. Tranquillo comunque, ormai grazie al mio veleno anche la tua sorellina mi ha raggiunto in quel limbo che noi vampiri chiamiamo vita."
Asher rise nuovamente, anche se più che divertito sembrava disperato.
"Sorella... non vorrai davvero farmi credere che tu non l'abbia già capito. Lo posso vedere dalla ridicola faccia che stai facendo che sai già tutto"
"E anche se ti rispondessi che è così?" Rise Nathaniel.
"Voglio che tu mi dica come. Come è possibile che una debole, fragile, stupida pura Omega abbia ucciso un puro Alpha come mia sorella."
Nathaniel abbandonò per un attimo la posizione difensiva che aveva assunto. Gli venne da ridere, adorava sapere qualcosa in più degli altri e non era mai stato facile fargli sputare il rospo, talvolta nemmeno suo padre ci riusciva.
"Quindi è per questo che sei venuto a cercarmi?" Nathaniel ghignò nuovamente. "E ti aspetti che io riveli così facilmente i segreti della mia compagna?"
Asher si guardò intorno. In quanto creatura della luna riusciva ad orientarsi perfettamente anche nel buio più totale. Pensò di essere in vantaggio, ma si ricordò ben presto che l'unica cosa che accomunava lupi e vampiri, era proprio il fatto che la notte era la madre di entrambi.
"No, in effetti no."
Il primo attacco fu brutale, fu il lupo a dirigerlo e si accanì come una bestia sul collo del vampiro, ma rifiutandosi ancora di trasformarsi completamente. Gli occhi gli si erano dipinti di rosso cremisi e i canini si erano allungati.
Lo stesso si poteva dire del vampiro anche se diversamente da lui, i suoi occhi erano stati inghiottiti dal nero più scuro, rendendo impossibile capire dove stesse guardando e di conseguenza anche da dove avrebbe sferrato il suo attacco.
Era riuscito a parare per un pelo la mossa del lupo e lo scaraventò a tre metri di distanza da sé. Asher si rimise in piedi quasi all'istante, sembrava non essere stato scalfito minimamente dal colpo.
Ringhi e gemiti di rabbia e di avvertimento si levarono nella notte, avrebbero messo i brividi persino al più coraggioso dei cacciatori.
L'adrenalina cresceva in Nathaniel che non esitò a sferrare il suo attacco.
Puntò alle gambe e fu talmente veloce che il lupo non lo vide nemmeno muoversi quando si ritrovò a terra. Sbatté talmente forte la schiena che sentì qualche costola incrinarsi, per fortuna non si ruppero. Il suo fattore di guarigione non era abbastanza rapido da permettergli di rimettersi in sesto in tempo per salvarsi la vita.
Nathaniel gli fu addosso e si mise a graffiarlo con una furia che teneva repressa da troppo tempo. Asher guaì ma riuscì a toglierselo rapidamente di dosso con un artigliata. Gli colpì il fianco e i due furono di nuovo separati.
Lupo e vampiro si guardavano non troppo sicuri sul da farsi. Sentivano che non potevano uccidersi sul serio a vicenda ma il desiderio di farsi fuori bruciava troppo dentro si loro. Qualsiasi cosa sarebbe successa quella notte, avrebbe segnato la parola fine.
Il lupo si mosse più velocemente e con le sue forti zanne attaccò di nuovo il fianco del vampiro.
Nathaniel non riuscì a schivarlo poiché durante l'attacco, Asher aveva avuto la faccia tosta di trasformarsi e il suo aumentare istantaneo di dimensioni non gli aveva permesso di scostarsi abbastanza.
Mentre esercitava la sua presa, con le zampe il lupo spinse prepotentemente sulla gamba del vampiro, tenendo salda la presa sul suo fianco. Si sentì chiaramente l'osso spezzarsi con un rumore sordo.
Nathaniel urlò e graffiò alla gola il lupo che si staccò di conseguenza. Non riusciva a reggersi in piedi e perciò si distese sull'erba fresca chiedendosi se alla fine fosse giunta la sua ora.
Asher non era stato ferito abbastanza gravemente da decretare la sua fine, ma in ogni caso non ce la faceva più a combattere quindi si lasciò sfuggire un precoce sorriso di vittoria quando vide il vampiro incapace di muoversi.
Nathaniel era a terra, ansimava agonizzante. Sentiva chiaramente le interiora venir colpite dalla fredda aria della notte e se fosse stata una creatura dotata di sangue, con quelle ferite si sarebbe ritrovato in un mar rosso che avrebbe anche potuto annegarlo.
Ma così non fu, anzi, accadde qualcosa di inaspettato anche per lui. Il freddo cominciò ad abbandonarlo, così come il dolore iniziò a spegnersi rapidamente e finalmente la ragione tornò.
Il sangue di Talua ormai scorreva anche nelle sue vene, come aveva fatto a dimenticarlo? La sua compagna aveva finito col dargli in mano la chiave della vittoria.
Quell'enorme ferita. Quello squarcio che gli occupava gran parte del fianco si rimarginò nel giro di pochi secondi. Al suo posto una leggerissima cicatrice bianca deturpava la sua pelle già pallida di suo. Nathaniel si rimise in piedi guardando il suo corpo completamente ristabilito.
Scoppiò a ridere fragorosamente quando scorse la sorpresa e il terrore negli occhi del suo avversario, ancora sanguinante dalla ferita sul collo.
"Vuoi sapere qual'è stato il tuo errore più grande in tutto questo bestiolina?" Uno scatto fulmineo e il vampiro afferrò con i suoi artigli il lupo dalla ferita sul sollo, sollevandolo di qualche centimetro. "Non aver ucciso Talua quando ne avevi avuto la possibilità."
Un altro graffio, questa volta molto più profondo fendette l'aria con un suono raccapricciante. Il sangue colò a fiotti dalla ferita di Asher che si accasciò a terra privo di sensi.
Nathaniel scoppiò a ridere e si pulì il sangue dalle mani con un panno già fin troppo usato.
Rimpianse di non poter assaggiarne nemmeno una goccia, dopotutto già assumeva regolarmente sangue di lupo. Figurarsi cosa sarebbe successo se ne avesse bevuto anche quello di un secondo.
"Cosa diavolo è successo?"
Talua aveva raggiunto il suo compagno seguendo l'odore del sangue.
"Amore mio!"
A quel nomignolo quasi la lupa vomitò.
Nathaniel le corse incontro e l'abbracciò come se non la vedesse da troppo tempo. Talua si rese conto solo in quel momento che quello era il primo abbraccio che il vampiro gli rivolse, era più caldo di quanto si fosse aspettata.
Non si permise di crogiolarsi in quell'imprevisto gesto d'affetto e si staccò rapidamente dalla presa del vampiro.
"Cos'hai combinato?"
"In mia difesa ha cominciato lui."
Talua si avvicinò al corpo di Asher, tentando di valutare quanto grave fosse la situazione. Si voltò solo per fulminare con lo sguardo il suo compagno.
"Hey!" Nathaniel alzò le mani con fare innocente. "Non penso di averlo ucciso."
"Per tua fortuna un taglio alla gola non è sufficiente per ammazzare un Alpha. Si riprenderà."
"Benedetto sia il tuo sangue." se ne uscì il vampiro totalmente fuori contesto.
"Se torniamo a casa vivi te ne darò quanto ne vuoi."
Gli occhi neri di Nathaniel brillarono di gioia a quella promessa. Ma un barlume di confusione sotituì subito la sua eccitazione.
"Che intendi dire?"
"Ascanio mi ha parlato. Non è venuto qui per cacciare umani allegramente dopo tanto tempo. Ha uno scopo, o meglio una preda che desidera uccidere." Il vampiro guardò confuso la lupa fino a che non realizzò per conto suo cosa realmente stesse succedendo. "Non sono l'unica a voler dare il via a una rivoluzione."
"Padre..."
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🦋Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo! Come al solito vi chiedo umilmente di sostenermi con commenti e stelline e di segnalarmi eventuali errori.💙
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