Capitolo 1

Un liquido rosso e denso si lasciava mescolare da un cucchiaino all'interno di una piccola tazza da tè in porcellana, quasi come se fosse una bevanda normale. Erano le tre di notte, orario perfetto per una tazza di fresco sangue appena prelevato. La povera vittima si trovava nelle segrete, aspettando di morire dissanguata. Si trattava di un uomo sulla quarantina che decisamente si meritava quella fine, la sua era stata una vita piena solo di peccati e vergogna.

Il re dei Malkavian sorseggiava quel sangue, immaginando di berlo direttamente dal collo di quel disgraziato. Anche per i vampiri la caccia era entusiasmante e un vero divertimento, tuttavia di certo non s'addiceva all'immagine di un nobile capo clan come lui.

Avrebbe adorato dei pasticcini da intingere in quel liquido rosso, se avesse potuto mangiarli. Nella sua testa sembrava una cosa molto da nobile.

"Padre, mi avete fatto chiamare?"

Fece la sua entrata in scena Nathaniel, figlio del grande nobile e futuro re del clan Malkavian. Aveva solo ventitré anni ma già mostrava lo sguardo di un vampiro adulto pronto a prendere il posto del suo vecchio. Occhi più azzurri del ghiaccio, capelli neri arricciati e ovviamente un incarnato pallido tipico dei vampiri.

Il re sorrise lascivo, mostrando i canini allungati. Era così fiero di suo figlio, anche se da tempo percepiva un tono di arroganza e superficialità nella sua voce quando gli si rivolgeva. Ciò non lo infastidiva, anzi, ai suoi occhi rendeva il figlio ancora più interessante e rispettabile.

"accomodati figliolo."

Nathaniel si fece avanti seguendo l'invito del padre, si sedette all'incantevole tavolo di vetro italiano e notò immediatamente tre caraffe strapiene del liquido rosso che i vampiri tanto amavano.

"Volevo semplicemente offrirti la possibilità di goderti il tuo ultimo pasto diversificato."

Il sangue nelle tre caraffe proveniva da vittime diverse, un vero banchetto.

"Se vuoi un consiglio il secondo è il migliore."

"Padre..."

La voce di Nathaniel era più seria del solito.

"Ha davvero intenzione di portare a termine questa follia?"

"Nathaniel" Anche il re divenne serio, non sopportava quando qualcuno osava dargli del folle, men che meno il suo stesso figlio, "quante volte te lo devo spiegare? La nostra ospite non è una lupa qualunque. Parliamo della principessa dei Lyall che sarà anche la nostra futura principessa, il suo sangue è quello di un puro alpha. Più raro dell'oro e più prezioso-"

"della fonte della giovinezza." Concluse Nathaniel al posto del padre, quella storia l'aveva già sentita mille volte "Padre il clan non accetterà mai una lupa come principessa."

"Il clan accetterà ciò che io riterrò giusto."

Il tono del re non ammetteva repliche, serio e scocciato dalla discussione riprese a bere dalla sua tazza.

"Il suo sanfue ti renderà forte figlio mio, diventerai il degno erede che ho sempre desiderato. Nessuno ti eguaglierà mai in forza e presto sarai pronto per sostituirmi."

Il trono era tutto ciò a cui Nathaniel avesse mai aspirato, dirigere e comandare era ciò che gli scorreva nelle vene, era nato per quello e non vedeva l'ora. Ma a quale prezzo?

"Bevendo il sangue della principessa diverrò completamente dipendente da lei. Essendo sangue di lupo una volta che l'avrò bevuto non potrò bere altro per il resto della mia eterna vita. Vero è che lei non morrà grazie al mio veleno ma non credo di essere pronto a legarmi così profondamente a qualcuno. Specialmente se parliamo di qualcuno che sembra essere così... sottomesso."

"Si tratta di un puro alpha figliolo."

"Che ha accettato di venire qui senza protestare."

La predisposizione di Nathaniel alla leadership nulla aveva a che vedere con il desiderio di una compagna debole che abbassasse lo sguardo dinanzi a lui. Il principe voleva una donna forte, valorosa, una vera regina degna di quel mondo. Una regina che accrescesse la sua fierezza davanti al popolo. Certo il suo istinto l'avrebbe portato a tentare di sottometterla per puro divertimento.

"Non devi vederla come una specie di proposta di matrimonio figliolo, potrai tranquillamente continuare a giacere con tutte le serve del castello che desideri. L'unica cosa che sarai obbligato a fare è bere il sangue di quella fanciulla per questioni di sopravvivenza."

Nathaniel arrossì quando sentì il padre svelare di essere a conoscenza delle sue notti avventurose tra le mura del palazzo, certo non sembrava irritato dalla cosa ma era comunque imbarazzante.

"E se ci odiassimo?"

"Ti concedo di picchiarla quando ti darà troppo fastidio, L'Alpha dei Lyall non lo verrà mai a sapere."

Nathaniel sorrise rassicurato da quella notizia. L'idea di dover passare il resto dei suoi giorni con una sporca lupa al suo fianco lo disgustava. L'odio tra le due specie era una delle poche cose vere tra le leggende che gli umani raccontavano su di loro. L'idea di poter trattare la principessa come preferiva risvegliò in Nathaniel un istinto sadico che in genere lo accompagnava solo durante la caccia.

Si immaginò di legare la principessa con un collare, di trascinarla in giro a quattro zampe come la cagna che era nella sua testa, di farsi baciare i piedi da lei e farla dormire sul pavimento. Brividi di piacere lo percorsero al pensiero.

Non dovete credere nemmeno per un secondo che il giovane principe fosse un vampiro con una morale immacolata. Si trattava pur sempre di un Malkavian. Vampiri incomprensibili loro, condannati all'eterna follia. Chiaramente anche tra di loro esistevano anime buone, in grado di essere gentili ed altruiste per la maggior parte del tempo. Ma ricordate bene che ogni Malkavian, nessuno escluso, possiede un lato oscuro governato dalla pazzia pronto ad esplodere quando meno se lo si aspetta.

Nathaniel non era un'eccezione, ma era bravo a controllarsi quando voleva provarci.

Il re scattò dritto sulla grande poltrona di velluto rosso, come se fosse stato colpito improvvisamente da una visione, abbandonò con un tintinnio la tazzina sul tavolo e un ghigno tetro prese a formarsi sulle sue labbra rosse cremisi.

"La sento" si leccò le labbra "sento l'odore del suo sangue."

"Deve essere vicina, ormai si è fatto tardi."

"Vai ad accoglierla figlio mio."

Nathaniel non se lo fece ripetere due volte. Abbandonò la stanza non troppo entusiasta da tutta quella storia. Si era scordato di bere il suo ultimo sangue di varie origini e se ne pentì quando ormai era già uscito dall'immenso portone principale, pronto ad accogliere la sua bella.

Nathaniel non aveva mai visto la principessa prima di allora ma aveva delle alte aspettative nei suoi confronti. Nonostante fosse un lupo si aspettava una ragazza comunque elegante, dal portamento elegante ma deciso tipico della sua specie.

I licantropi, per quanto fosse abituato per istinto ad odiarli, l'avevano sempre incuriosito. Specialmente per il legame spirituale che si instaurava tra i membri del branco. Un legame di fiducia e lealtà reciproca, rispetto e altruismo che i vampiri potevano solo sognarsi.

Di certo però non si sarebbe mai e poi mai aspettato una figura simile a quella che gli si presentò davanti.

René era bellissima. Guance carnose e rosate, capelli mossi dal vento, castani come quelli del tronco del castagno più rigoglioso della foresta. Occhi di un naturale verde scuro che erano in grado di rapire con troppa facilità e un naso piccolo cosparso di lentiggini piccole e definite.

Bella, senza dubbio.

A rovinare il complesso fu la sua camminata che se anche eseguita a testa alta era esageratamente barcollante, sembrava addirittura zoppicare. Per descriverla con una parola Nathaniel avrebbe scelto "sciatta", si chiese se non si fosse rotta qualcosa durante il viaggio.

Il principe si fece avanti ed incrociò lo sguardo con quello della principessa. Gli occhi di lei avevano la capacità di trascinare le persone in una specie di fitto bosco senza uscita. Guardarli faceva sentire Nathaniel come in trappola, come se si trovasse in una foresta dove fosse destinato a perdersi per sempre. Dopotutto i boschi erano l'ambiente dei lupi, non dei vampiri.

Ogni ruga d'espressione sul volto di René sembrava star lanciando una sfida alla forza del vampiro. Era venuta come dono, o ricompensa per essere precisi, ma con lo sguardo gli stava chiaramente dicendo che mai e poi mi si sarebbe fatta sottomettere.

Il principe ghignò eccitato sentendosi provocato nell'orgoglio. Sarebbe potuto essere divertente cercare un modo per rimettere quel cucciolo al suo posto.

"Sei venuta sola?" Chiese il principe volontariamente sfoggiando i canini. Voleva ricordargli cosa l'aspettava quella notte.

"Come pattuito." Rispose lei.

La voce di René era roca, bassa, come se avesse avuto paura di farsi sentire troppo. Decisamente in contrasto con quei suoi occhi che sembravano pronti ad azzannare chiunque.

"Molto bene, seguimi."

"Non ha intenzione di presentarsi, oh mio futuro compagno?" Chiese con tono ironico René.

Il principe, che già le aveva dato le spalle per guidarla all'interno del castello si bloccò di colpo. Un sorriso inquietante tutto denti e zanne prese possesso delle sue labbra e tentando di contenersi si voltò nuovamente verso di lei.

"Il mio nome è Nathaniel, ma gradirei che tu mi chiamassi Nat... per una più profonda intimità capisci?"

"Nat... il mio nome è René, è già abbastanza corto non servono abbreviazioni."

Una vena pulsante di rabbia si cominciò ad intravedere sulla fronte del principe. Lo stava deridendo per il suo nome? Qualunque cosa volesse intendere quello non era di certo un linguaggio adatto per una principessa. Per una rossa lupa del branco Lyall forse, di certo non per la futura principessa dei Malkavian.

Un altro aspetto da correggere, lui sperava a suon di colpi ben assestati.

"Mi segua futura compagna."

Nathaniel era furioso, ma quella rabbia lo stimolava e presto si trasformò in eccitazione e desiderio. René con poche parole aveva già dimostrato di possedere un animo ribelle, cacciatore, un'evidente fiducia in sé stessa ma sarebbe toccato a Nathaniel valutarne l'effettivo valore.

Uno spirito ribelle non sarebbe mai stato tollerato dal suo vecchio ma proprio per questo il principe già pregustava l'idea di tutti i "trattamenti" che avrebbe messo in atto per plasmare René a suo piacimento.

Certo il principe non aveva la minima idea di chi veramente si fosse ritrovato davanti.

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