Imito il mito 2: Zucchero e il suo Cocker

La storia di Zucchero e "le contaminazioni" con i brani degli altri ha una lunghissima letteratura su libri (qualcuno), video su internet (infiniti) e sedi di tribunale (ogni tanto).
Mi ricordo quando, giovane speaker radiofonico a vent'anni, mi ritrovai tra le mani la canzone "No, no" di un nuovo cantante italiano che mi piaceva, il cui ritornello era però spiccicato a quello di "The happy song", brano di Otis Redding, vecchio eroe scomparso del rhythm 'n blues.

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Ritornelli identici!!!
Potremmo paragonare "Madre dolcissima" a "Jesus is waiting" di Al Green...

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Potremmo, purtroppo, fare tanti altri paragoni con le canzoni di Zucchero, talentuoso artista di fama mondiale ma, al contempo, equilibrista smaliziato tra le note altrui.
Potremmo.
Ma il capitolo è intitolato "Imito il mito", quindi restringeremo il campo d'azione!
Qui parleremo, quindi, solo di quando Adelmo Fornaciari di Reggio Emilia imita il suo mito: Joe Cocker di Sheffield.
La canzone che avete ascoltato all'inizio, però, non è la copia di nessun altra canzone, se non nel verso iniziale che è una citazione in carta carbone ma dichiarata di "Hello little friend", una canzone del cantante britannico morto a 70 anni nel 2014 per un terribile cancro ai polmoni.

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Dichiarata perché Adelmo nell'album del 1986 che la contiene, "Rispetto" (dove c'è pure la sopracitata "No, no"...), in cui per la prima volta diventa autore dei testi, la scrive proprio per Joe Cocker che da qualche anno è tornato alla grande con "You can leave your har on" (brano della colonna sonora di "Nove settimane e mezzo").
Tornato da dove?
Direi tornato dalla morte alla vita!
Perché Joe ne ha passato di cotte e di crude: alla fine degli anni sessanta il cantante dalla voce roca e l'anima nera e' primo nelle classifiche inglesi con una cover dei Beatles ("With a little Help from my friends" in salsa blues) e ha preso parte con successo al grande raduno di Woodstock. Ma ben presto (e poi più volte) la sua carriera si blocca per problemi di droga e alcool prima, depressione dopo.
Non proprio quella che potrebbe dirsi un'esistenza tranquilla.
Capirete, quindi, che quell'inizio uguale  ad una canzone del suo mito e' solo una citazione d'amore in un testo a lui dedicato, tant'è che i due canteranno insieme nel tour di Fornaciari.
A quel tempo Adelmo pare proprio incarnarlo anche fisicamente nelle movenze.
Viene voglia di chiamare un esorcista per urlare a Joe Cocker: - esci dal corpo di Zucchero!
Uno Zucchero che, nel frattempo, da quell'album in poi diventerà una star internazionale.
Una star che si distaccherà dall'iniziale ispirazione nei confronti del suo mito... forse!
1989.
"Oro, incenso e birra" e' il quinto fantastico album di colui che ormai è Zucchero Sugar Fornaciari: con oltre otto milioni di copie vendute in tutto il mondo sarà per sette anni l'album italiano più venduto all'estero.
Il tour europeo del disco si concluderà trionfalmente con il famoso doppio concerto al Cremlino di Mosca che porterà ad un altrettanto successo con il relativo disco live.
Unico neo?
Il lunghissimo titolo di un brano, nonché riff principale del testo, e' un verso di una poesia, "Il mare al tramonto", del cantautore Piero Ciampi, morto un decennio prima.
Il vero autore non sarà citato dal bluesman emiliano nei crediti del brano ma, in seguito ad una controversia con gli eredi di Ciampi, dovrà poi ammettere "il furtarello".
Tra i crediti non c'è neanche Joe Cocker, però...

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Non avete capito!
Non è la stessa canzone cantata insieme da Zucchero e l'amico Cocker: sono due brani diversi (???) miscelati!!!
"Diavolo in me", uno delle song principali del lavoro, e "High time we went" inserito nell'album omonimo di Joe Cocker del 1971.
Può capitare.
1995.
"Spirito DiVino" e' l'album numero sette di Zucchero pubblicato in tutta Europa e la conseguente tournée lo porterà per la prima volta in giro per i palchi di tutto il mondo.
Se non bastasse ciò, ricordiamo gli undici dischi di platino e i due di diamante in Italia.
Le vendite in generale supereranno le tre milioni di copie!!!
Il brano di punta e' "X colpa di chi?"

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Ritmi travolgenti, grandi musicisti sempre al seguito, testi accattivanti, video coinvolgenti... e Joe Cocker?

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"Hitchcock railway" era nel secondo album del 1969 di Joe e certamente la differenza temporale di 26 anni si nota nell'impatto ritmico più morbido, ma per il resto...
Beh, può ricapitare!
1997.
Questa volta la facciamo breve per non annoiarvi: ascoltate in sequenza "Menta e Rosmarino" di Zucchero e "Sandpaper cadillac" , inserito nel primo album... indovinate di chi?

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E vabbe', allora...
Ma cosa bisogna fare per non trovare l'ombra di Joe che aleggia nello studio di registrazione di Zucchero?
Io un'idea l'ho.
Basta andare a ritroso nel tempo.
Sanremo 1982.

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Categoria giovani "mica tanto" (Adelmo ha 27 anni): "Una notte che vola via", ad occhio e croce, non ha similitudini alcune con il soul e il blues di Joe Cocker!

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