Capitolo 6
Merda.
È l'unica parola che si ripete nella mia testa mentre capisco che sono morto. Morto stecchito.
-Hai intenzione di rimanere lì ancora per molto?-
Una voce che non credevo più di poter sentire mi fa voltare.
Stiles.
-Cosa ci fai qui?- mi ritrovo a urlare. Lui mi tappa la bocca per poi trascinarmi lontano dai soldati riuniti intorno al fuoco. Ne ha di forza il ragazzo.
Una volta che siamo fuori dalla vista, Stiles mi guarda.
-Stavo camminando a un paio di chilometri da qui quando ho pensato di venirti a prendere perché sicuramente ti saresti cacciato nei guai. E avevo ragione dato che ti ritrovo a due metri dai cacciatori.-
-Aspetta cosa?- non riesco a fermare il mio stupore- stavi venendo a prendermi?-
-Stavo tornando indietro quando ti ho visto e ho deciso di salvarti da quella situazione di merda. Sicuramente sono ancora sulle nostre tracce se hanno deciso di rimanere in zona.-
Finalmente riesco a tirare un sospiro di sollievo. Mi siedo con la testa poggiata ad un albero realizzando che non sono stato preso. O almeno, non ancora.
-Che cosa hai intenzione di fare ora?- gli chiedo, evitando il suo sguardo.
-Dobbiamo cercare di scappare il più in fretta possibile. Se non si sono già accorti di noi, se ne accorgeranno presto se rimaniamo a parlare come due vecchiette nell'ora del tè. E non possiamo di certo permetterci che accendino quegli affari infernali per trovarci. Sbrigati.-
Mi tocca una spalla per farmi segno di alzarmi, e io lo faccio. A quanto pare, fra i due lui ne sa molto di più di sopravvivenza.
Mi prende per mano e comincia a correre così veloce che fatico a stargli al passo, nonostante io sia più alto di lui.
A un certo punto, ormai senza fiato, lo strattono per fargli capire di fermarci un attimo. Lui mi ascolta, fermandosi di botto e quasi facendomi cadere addosso a lui.
Prendo la borraccia dallo zaino per poi versarmi qualche sorso d'acqua in bocca, nonostante la troppa sete, devo conservare l'acqua perché potrei averne più bisogno in altri momenti.
Mentre ripongo la borraccia nello zaino, sento un rumore a me fin troppo familiare.
Tic tic tic tic.
Guardo Stiles, che non sembra essersi accorto di niente.
-L'hai sentito?- gli chiedo, e lui alza un sopracciglio, in senso di domanda.
E il rumore si fa sempre più vicino.
-Cazzo. Cazzo cazzo cazzo.- Stiles ripone anche la sua borraccia nello zaino prima di ricominciare a correre.
-Non devono prenderci, lo sai vero?- mi chiede, il fiato affaticato dalla corsa.
-Ovvio, ti ripeto per l'ennesima volta che non sono stupito fino a questo punto.-
Stiles ridacchia senza dire niente.
Continuiamo a correre, ma i droni continuano a seguirci.
-Dobbiamo buttarci in acqua. Adesso.- dice Stiles trascinandomi verso il fiume.
-Perché?-
-I droni non possono vedere il calore umano in acqua.-
-E perché?- gli chiedo, mentre nascondiamo i nostri zaini sotto delle foglie.
-E che ne so, ti pare che li abbia progettati io quei cosi?-
Sbuffo, perché ovviamente deve fare lo stronzo in ogni occasione.
Continuiamo a correre, per poi buttarci nel fiume.
-Dobbiamo cercare di stare con la testa sott'acqua il maggior tempo possibile o ci vedranno.-
Stiles mi guarda un'ultima volta prima di mettere la testa in acqua.
Prendo un profondo respiro e poi lo seguo.
L'acqua sembra nera, a causa della notte non riesco a vedere nulla, tranne i tratti del viso di Stiles. Tiene gli occhi chiusi e i pugni ai lati della testa.
A un certo punto apre gli occhi e gira la testa verso di me, accennando un sorriso.
Dopo un tempo infinito, i polmoni cominciano a farmi davvero male, ormai restare sott'acqua sembra insopportabile.
Faccio per uscire, ma Stiles mi poggia la mano su un braccio, per poi fare il segno dell'uno con la mano.
E questo cosa vorrebbe dire? Aspetta un minuto? Un'ora? Magari moriamo insieme qui sotto?
Decido di ascoltarlo, quindi chiudo gli occhi, cercando di ignorare il dolore che sembra ormai stringere una morsa intorno alla mia gola.
Quando li riapro, Stiles ha gli occhi chiusi e la bocca aperta.
Lo scuoto, ma sembra non reagire.
In meno di un secondo, lo prendo per le spalle per trascinarlo fuori dall'acqua.
I droni sembrano essere spariti, ma non mi importa, Stiles non può morire.
Lo faccio stendere sulla terra umida, aspetto qualche secondo per vedere se si sveglia, ma resta immobile.
Comincio a spingere sul suo petto come ho visto fare nei film, ma neanche questo sembra funzionare. Avvicino l'orecchio al cuore, per vedere se batte ancora. Debole, ma Stiles è ancora qui con me.
Ormai mi resta solo una cosa da fare.
Prendo il viso di Stiles fra le mie mani e avvicino la mia bocca alla sua. Soffio più aria possibile dentro di lui, vedo il suo petto alzarsi e abbassarsi.
Ci provo una seconda volta e finalmente Stiles apre gli occhi, prima di cominciare a tossire, sputando l'acqua che aveva bevuto.
Mi siedo al suo fianco, accarezzandogli la schiena.
Quando finalmente Stiles ha sputato tutto, ha il fiatone. Gira la testa verso di me, e mi guarda. Poi poggia la testa sulla mia spalla.
Gli circondo le spalle con un braccio prima di sussurrargli in un orecchio -Va tutto bene.-
Spazio MOIII
Sto scrivendo questo capitolo da venerdì, ma fa cagare comunque, lo ammetto. Ultimamente sta succedendo il mondo, e non so come stare dietro a tutto, scusatemi.
Fortunatamente, Stile è vivo, e per una volta questa volta l'eroe è proprio Derek!
Come sempre votate e commentate.
Bisous,
-pll2016
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