Capitolo 1
Anno 2050, anno della fine
Popolazione: 7 miliardi
Livello di sovraffollamento: 68%
Corro, corro a perdifiato.
Le gambe mi bruciano per lo sforzo, ma non posso fermarmi, o loro mi prenderanno.
Continuando a correre, cerco di sistemare il pesante zaino che mi porto sempre dietro, senza riuscirci dato che rimane appollaiato su una spalla sola, rallentandomi.
Per un solo istante penso di lasciarlo lì, ma so che così darei loro solo un indizio in più su dove trovarmi e comunque non posso, tutto quello che può salvarmi è li dentro.
Sento dei rumori metallici dietro di me, il che significa che dei droni sono stati attivati per trovarmi.
Perché tutto questo impegno nel cercare qualcuno che lotta ogni giorno per non morire? Per quanto ne sanno loro, fra dieci minuti potrei essere morto.
Da un anno ormai, è quello che spero.
Allora perché non ti fai catturare?
Perché non saranno loro ad uccidermi. Sarà una mia decisione, e lo farò per conto mio quando ormai fuggire sarà diventato troppo anche per me.
Dopo altri dieci minuti di corsa, intravedo fra gli alberi una struttura di pietra semi distrutta dal tempo. Non riesco a capire di che costruzione si tratti dato che nella nostra scuola è possibile studiare la storia solo dal 1800. Tutto quello che può essere successo prima, è per me ignoto. Per il mondo ormai, c'è solo L'adesso e poco più.
Mi accascio per terra stremato dalla lunga corsa. Butto lo zaino ai miei piedi cercando di recuperare il respiro.
So di non essere al sicuro. I droni possono lavorare ininterrottamente per giorni interi prima di scaricarsi e anche essendo al chiuso, grazie ai loro rilevatori di calore animale mi troverebbero anche se mi seppellissi vivo per nascondermi.
Mi riposerò qualche ora, e poi scapperò. Di nuovo.
Apro lo zaino cercando di fare il meno rumore possibile, poi ci infilo la mano, cercando la mia borraccia tra l'infinità di oggetti che mi porto dietro.
Finalmente la trovo e la svito, versandomi in bocca i due sorsi che mi sono concessi per questo pomeriggio.
L'acqua è preziosa e introvabile, e non mi è concesso sprecarla più del dovuto, dato che è quasi grazie a quella de continuo a sopravvivere.
Trovare del cibo ormai è diventato un evento più unico che raro.
I negozi in città sono stati tutti saccheggiati, e non ho un arma per cacciare, e anche se ce l'avessi, probabilmente non troverei un animale che sia ancora vivo.
Sentendo il familiare brontolio allo stomaco che mi accompagna da quel che mi sembra tutta la vita, cerco nello zaino qualcosa da mangiare.
Tocco un incarto e lo tiro fuori, ma rimango deluso: è solo la busta di una merendina mangiata tempo fa.
Cerco all'interno delle briciole, che subito metto in bocca, rassegnandomi ad accettare che quella sarà la mia cena.
Mi stendo sul duro pavimento pieno di terriccio e foglie, chiudo gli occhi per concedermi due minuti di riposo, prima di dover rimanere di guardia per la notte. È allora che si fanno più spietati: quando credono che tu sia tranquillo a goderti il sonno.
Il sonno, altra cosa che neanche conosco più.
Mi giro verso destra, la testa rivolta verso la porta e cerco di rilassarmi.
Sono nel dormiveglia, quando una voce mi fa scattare in piedi e mettere la mano sul coltello che tengo nascosto nella cintura dei pantaloni.
-E tu chi cazzo sei? Fuori di qui.-
Spazio MOIII
Ebbene sì, ecco il primo capitolo!
Ho deciso che all'inizio farò dei capitoli un po' più corti. Dato che ci troviamo in un mondo "nuovo" mi sembra giusto spiegarvi pian piano come si sono evolute le cose tra il 2049 e il 2050. (Non vi preoccupate, farò in modo di rivelarvi tutto prima dell'ultimo capitolo muahahah).
Spero che questa ambientazione vi piaccia.
Chi credete che sarà la persona che ha parlato? Si accettano scommesse!
Come sempre votate e commentate.
Xoxo,
-pll2016
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