Capitolo 9: Il nostro piccolo capolavoro
Izuku's POV
Dalla nascita del nostro cucciolo sono passati sette mesi. Io e Kacchan abbiamo ormai ripreso a lavorare da circa sei mesi, in particolare io sono ritornato a svolgere il mio lavoro da eroe sul campo così come deve essere. Inoltre, dopo il parto ho ripreso quasi subito il mio quotidiano allenamento per ritornare alla mia originale forma fisica. In questo, Kacchan mi ha aiutato molto allenandosi con me ogni qual volta lo volessi.
La nostra vita non è semplice, non vogliamo che il nostro cucciolo cresca solo con i nonni non potendo vedere mai i propri genitori, anche perché io e Kacchan proprio non vogliamo perderci nemmeno un secondo della sua crescita. Per questo motivo, abbiamo deciso di fare i turni, in modo tale che almeno uno di noi possa rimanere con il piccolo durante la giornata.
Ecco... è difficile perché le notti insonni sono aumentate a dismisura e nonostante le pochissime ore di sonno non possiamo permetterci di essere deconcentrati al lavoro che richiede la massima concentrazione e attenzione. Perciò, molto spesso la sera ritorniamo a casa distrutti, dove vorremmo solamente sprofondare nel letto, ma ciò non è possibile perché Katsumi richiede moltissime attenzioni.
Però, nonostante la fatica del duro lavoro, la fatica nel badare e mandare avanti la casa e la fatica nel crescere un figlio alla nostra giovane età amiamo da morire la nostra vita. Possediamo tutto ciò che abbiamo sempre desiderato: essere sposati con il ragazzo che amiamo da una vita, il lavoro che desideravamo da bambini, una casa tutta nostra, una vita agiata e un figlio tutto nostro frutto del nostro immenso amore.
Cosa potremmo mai richiedere di più dalla vita? Io credo assolutamente nulla...
Oggi è il mio turno di restare a casa con Katsumi, mentre Kacchan è al lavoro.
In questo momento mi ritrovo seduto sul letto con le gambe aperte a circondare il nostro piccolino, per creargli una sorta di barriera per evitare che scappi. È una piccola peste, ha iniziato da poco a gattonare e ha una curiosità immensa, chissà da chi ha preso. Proprio per questo devo avere gli occhi ovunque per tenerlo sotto controllo per evitare che si faccia male, perché da che sta giocando tranquillamente ce lo si può ritrovare da qualche parte a gattonare per raggiungere qualche mobile da aprire o qualche pupazzo da lanciare via.
E sì... anche questo ha preso da Kacchan. I pupazzi ce li ha per lanciarli da qualche parte, non per coccolarli o essere coccolato, a quanto pare questa cosa lo diverte molto, infatti spesso ride quando lo fa.
Oltre ad aver imparato a gattonare, ha imparato anche a dire qualche parolina, in particolare "papà". La prima volta che l'ha pronunciata è stata un'emozione unica. Per me in primis, per Kacchan un po' meno, perché la situazione è andata così: io ero intento a lavare i piatti dopo aver cenato, mentre Kacchan era impegnato a far mangiare il piccolo. Ecco, Kacchan, mentre lo imboccava, gli ripeteva in continuazione "papà ti dà la pappa!". Il nostro Katsumi non è il tipo che sta tranquillo mentre mangia, infatti, quella volta, sentii solo il rumore di qualcosa di liquido cadere dritto su qualcos'altro mentre il piccolo urlava per la prima volta "PAPA PAPPA!", per poi lanciare un urletto acuto e iniziare a ridere come un pazzo.
Non ho capito subito cosa stesse succedendo, non sentii nemmeno Kacchan fiatare e questo mi fece preoccupare. Mi bloccai dal lavare i piatti e mi girai lentamente, cauto... ed ecco che la pappa era finita dritta non su qualcosa, ma su qualcuno, in particolare dritta sulla faccia di Kacchan, che nel frattempo rimase imbambolato e scioccato a guardare il piccolo che si divertiva a causa della sua opera d'arte.
Io in quel momento, anziché aiutarlo, scoppiai a ridere insieme a nostro figlio, facendo esaltare ancora di più il suo ego, mentre Kacchan iniziò a infuriarsi per la mia reazione.
<<Brutto nano malefico! Guarda che ha combinato tuo figlio!>> esclamò arrabbiatissimo, alzandosi per recuperare il cucchiaino e il piattino di Katsumi da terra.
<<Kacchan, guarda che è anche tuo figlio e chissà da chi ha preso questo caratterino!>> sottolineai tra le risate.
Uno sbuffo da parte sua, poi aggiunsi: <<Ma hai sentito che ti ha chiamato papà?>> addolcendo il tono di voce, emozionato per le prime parole del piccolo, e avvicinandomi al seggiolone per accarezzare la testolina bionda del cucciolo.
<<Sì... l'ho sentito.>> rispose Kacchan cercando di pulirsi il viso con un tovagliolo. <<Cerca di essere meno nano malefico e ripeti quello che hai detto, su.>> cercò di incoraggiare il piccolo un po' a modo suo.
<<Amore, dici papà!>> lo incoraggiai anch'io, attendendo una sua reazione.
Il piccolo smise di ridere e ci osservò attento, per poi finalmente pronunciare di nuovo: <<PAPA!>> col suo tono di voce squillante e agitando le manine sul tavolino del seggiolone.
Urlai emozionato perché sembrava quasi mi avesse capito all'istante e con me anche Kacchan sorrise soddisfatto per la bravura e l'intelligenza del nostro cucciolo. Lo presi in braccio dal seggiolone e mi persi a sbaciucchiarlo, mentre lui iniziò a bearsi delle coccole ricevute in contemporanea da me e Kacchan che nel frattempo strinse tra le sue forti braccia entrambi.
<<Bravissimo amore di papà!>> mi complimentai con lui lasciandogli anche un bacio sulla testolina, mentre il complimento di Kacchan fu: <<Quando vuoi sai essere non troppo malefico eh! Sono orgoglioso del nostro cucciolo!>>
Oltre a "papà", Kacchan per avere la sua rivincita gli ha insegnato anche a dire "mamma" e infatti ogni tanto Katsumi mi chiama così, facendo divertire il papà biondo vedendolo prendermi in giro.
Quel piccolino è la mia vita e se ripenso a ciò che dissi quando seppi di aspettarlo mi vengono i brividi... non lo volevo... avrei fatto l'errore più grosso della mia vita se l'avessi rifiutato.
Mi fa divertire molto perché spesso è in contrasto con Kacchan e non ha nemmeno un anno di vita! È molto furbo e ha già capito che il suo papà biondo ha il suo stesso carattere, perciò molto spesso si scontrano e in più si diverte a stuzzicarlo o a infastidirlo perché le sue reazioni lo fanno ridere.
Proprio come quella notte in cui ci svegliò per essere cambiato. Kacchan si alzò pazientemente per farmi restare a letto, in quanto poche ore prima avevo allattato il piccolo. Perciò, una volta preso il bimbo dalla culla e portato sul fasciatoio per cambiargli il pannolino, proprio quando Kacchan gli mise il pannolino pulito il cucciolo fece di nuovo la pipì schizzando il papà con una bellissima fontanella, provocandolo.
<<Kacchan, ma- ma- ha fatto di nuovo pipì!>> esclamai osservando divertito la scena dal letto.
Kacchan, di nuovo, rimase scioccato dalle azioni pestifere di quel piccolino. <<Ma- ma guarda un po' tu questo brutto nano malefico! Io ti->> disse con un tono di voce un po' troppo alto e scioccato per poi essere interrotto da me.
<<Kacchan! È solo un bambino!>> lo richiamai tra le risate.
<<Ma con te non fa queste cazzate! Che hai, hah? Mi odi? Odi il tuo papà? Guarda che te lo taglio se non la smetti->>
<<Kacchan! Smettila!>> lo richiamai di nuovo, ridendo. Sì Kacchan è il tipo che se deve minacciare anche il proprio figlio lo fa. Ma il bello è che a Katsumi non fa né caldo né freddo, infatti non reagisce alle minacce del papà, anzi, lo fanno divertire.
Dopo averlo cambiato di nuovo, tra vari borbottii arrabbiati di Kacchan e i balbettii incomprensibili del piccino mentre agitava gambette e braccine, e dopo essersi cambiato anche lui, ritornò a letto lasciandomi il piccolo tra le braccia.
<<Tienitelo tu, fallo addormentare perché con me ha litigato!>> e una volta steso a letto, si girò dall'altra parte, arrabbiato.
<<Come vuoi.>> risi e la cosa che mi fece più ridere era che il piccolo ogni tanto si girava a guardare il papà arrabbiato ancora più divertito di prima, allungando una manina verso di lui richiamando la sua attenzione, finché Kacchan alla fine non cedette alla sua tenerezza e alla sua bellezza perdonandolo con un bacio sul nasino, per poi prenderlo in braccio a sua volta e strapazzarlo di coccole e bacini ovunque.
Questi sono solo alcuni degli aneddoti accaduti con nostro figlio, che ogni volta ci riserva sempre cose nuove.
In particolare, adesso lo sto intrattenendo sul mio letto, facendolo giocare con un pupazzetto di All Might.
<<Vieni qui amore mio!>> lo prendo da sotto le braccine e me lo metto in braccio, stringendolo a me. <<Sai che sei così uguale al tuo papà? Hai persino la stessa faccia imbronciata!>> mi perdo a guardarlo innamorato.
Il piccolo osserva accigliato il pupazzetto di All Migh che prima sbatte qua e là e poi prende a mordere furiosamente.
<<Katsuchan, non in bocca! Anche l'istinto di mordere hai preso da tuo papà...>> noto, allontanandogli dalla bocca il pupazzetto.
Katsumi prende a sbattere di nuovo il pupazzo sul letto, per poi urlare stizzito e lanciarlo a terra.
<<Hei, piccolino, che hai?>> lo giro verso di me e lo guardo preoccupato per quella reazione un po' troppo esagerata. Lo faccio sedere sulle mie gambe e nel frattempo lui non smette di lamentarsi, facendo uscire da quella piccola bocca dei versetti quasi di dolore.
Non avendo altro da mordere, porta le manine alla bocca e inizia a mordersi le dita. <<Katsuchan, no!>> preoccupato ed entrando in uno stato di agitazione, gli allontano le manine dalle labbra e con il pollice faccio pressione sul mento per fargli schiudere la bocca: ha le gengive tutte arrossate... è probabile che senta dolore perché stanno per spuntare i dentini da latte? Probabilmente stava provando sollievo mordendo il pupazzo e non avendolo più tra le mani ha iniziato a mordere la prima cosa che gli è capitata davanti...
Insistente, prova a riportarsi le mani alla bocca ancora accigliato e dolorante. <<No, amore di papà! Così ti farai male...!>> che cosa devo fare? Come posso farlo sentire meglio? Se si morde le manine si farà male, ma se non morde qualcosa soffrirà per il dolore...
<<Che cosa faccio? Cosa ti devo dare? Katsumi, non piangere!>> mi agito ancora di più e vado in ansia perché il piccolo ha anche iniziato a piangere per il dolore. <<No piccolo mio, non piangere! Non piangere...>> lo riprendo in braccio e gli faccio poggiare la testolina sulla mia spalla, coccolandolo e accarezzandogli i capelli con una mano, mentre con l'altra gli allontano nuovamente le mani dalla bocca e le sostituisco con le mie dita, magari può trovare sollievo mordendo quelle...
<<Tieni amore, sfogati con le mie...>> con quelle piccole gengive inizia a stringere intorno alle mie dita, a me non fa male, è più come un solletico, ma con le sue dita non va affatto bene... cosa devo fare, mi ritrovo a riflettere, cosa devo fare...
<<Chiama Kacchan in vivavoce!>> ordino al mio cellulare sul comodino e così parte la telefonata.
<<Oi, 'Zuku, cosa c'è->>
<<Kacchan aiutami! Non so cosa devo fare, ha iniziato a piangere e non so come calmarlo->>
<<Oi, frena! Perché il nano piange? Lo sento da qua! Che è successo? Si è fatto male? Io sono appena uscito da lavoro, sto tornando!>>
<<Credo che stiano per uscire i dentini da latte e sente molto dolore... ha iniziato a mordersi le manine e le ho sostituite con le mie dita per evitare che si facesse male, cosa possiamo fare, Kacchan?>> gli chiedo con la voce tremolante.
<<Solo tu puoi essere un Nerd piagnucolone che piange quando vede il proprio figlio provare dolore!>> risponde divertito, poi continua: <<Adesso passo in farmacia e gli compro uno di quei giocattoli che servono ai nani sdentati come lui. Arrivo subito.>>
<<Kacchan! Nostro figlio sta soffrendo e tu ridi?>> chiedo agitato.
<<Stupido Nerd, stacco così arrivo prima!>> attacca la chiamata, ancora con un tono divertito.
<<Pff, scemo. Hai sentito amore? Papà sta tornando e ti porterà una bella cosa!>>
<<Papa -cchan! Papa!>> si lamenta ancora per il dolore.
<<Sì amore... papà Kacchan sta venendo!>> lo cullo un po', lasciandogli teneri baci sulla fronte. <<Shh, adesso ti passa tutto...>>
Tempo dieci minuti e Kacchan arriva. Rapidamente chiude la porta e sale le scale per arrivare in camera da letto.
<<Come sta il nano?>> entra preoccupato con una scatola in mano.
<<Un po' meglio... mordendo le mie dita ha trovato un po' di sollievo. Katsuchan, guarda cosa ti ha portato papà Kacchan!>>
Kacchan si siede accanto a noi sul letto e apre la scatola, porgendogli il giocattolo.
<<È freddo, così troverà maggiore sollievo. Quando diventerà caldo basterà metterlo un po' in frigo. Ecco a te, nano!>>
Sistemo il piccolo sulle mie gambe in modo che anche Kacchan possa guardarlo liberamente. Il nostro cucciolo prende tra le manine il giocattolo, tenendolo insieme al papà, e inizia a morderlo con la stessa faccia corrucciata di Kacchan rilassandosi e sentendosi più sollevato.
<<Vedi? Adesso sta già meglio... non c'era bisogno di piangere, è normale questa situazione, sta per essere non più sdentato!>> circonda le mie spalle con un braccio e mi dà un bacio sulle labbra. Io lo so che anche lui era ed è preoccupato, però da bravo alpha non può mostrarsi tale e deve dare conforto e coraggio al suo omega e ai suoi figli, ecco che nasconde bene tutto ciò.
Gli sorrido. <<È identico a te, Kacchan... guardalo! Prima ha detto "papa -cchan" ...>> mi accoccolo tra le sue braccia.
<<Ah quindi il nostro nano mi ama! È solo che gli piace prendermi in giro, non è così?>>
<<Mi sa proprio di sì, dopotutto ha il tuo stesso carattere e gli piace provocarti!>>
<<Che stronz->>
<<Kacchan!>> lo riprendo ridendo.
È così che vanno ormai avanti le nostre giornate, tra mille preoccupazioni, ansie e paranoie, però anche tra tante gioie e soddisfazioni, tanta felicità e risate e soprattutto tanto tanto amore con il nostro cucciolo che cresce giorno dopo giorno...
E noi non possiamo che essere orgogliosi del nostro piccolo capolavoro.
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Foto: endthisdream
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