Capitolo 8: Così pieno di amore

I tre giorni seguenti passati in ospedale sono trascorsi tranquilli in quanto per qualsiasi difficoltà i medici, gli infermieri e i nostri genitori sono sempre stati pronti ad aiutarci. E per fortuna, visto che il nostro piccolo Katsumi sembra tutt'altro che tranquillo.

"Ha preso tutto da te!" è quello che mi urla più volte Izuku durante la giornata quando sente il nano strillare più che piangere. Questa cosa mi fa sorridere perché non appena lo si prende dalla culla e lo si tiene in braccio smette di urlare.

Però... questa cosa l'ho trovata divertente finché non siamo ritornati a casa.

Abbiamo varcato la soglia della nostra villetta in tre questa volta, accogliendo nel nostro posto sicuro il nostro bambino e abbiamo anche approfittato dell'aiuto dei nostri genitori per acquistare gli ultimi mobili e accessori che mancavano per il piccolo. Inoltre, sempre grazie all'aiuto dei nostri genitori, sono riuscito ad organizzare una piccolissima festa di benvenuto per Izuku e il cucciolo nel momento in cui siamo tornati a casa. Una volta aperta la porta d'ingresso, Izuku è stato investito da tantissimi palloncini colorati di bianco e di azzurro sparsi in giro, altri invece formavano una composizione a forma di orsetto accanto ad un tavolo imbandito con sopra una piccola torta azzurra sempre a forma di orsetto. Inutile dire che il mio Izuku subito è scoppiato a piangere dalla gioia per quella sorpresa, stringendo Katsumi tra le sue braccia e riempiendolo di baci sulla testolina bionda, ringraziandolo di averlo reso papà e ringraziando poi con immensa gioia tutti noi, me in particolare, trascinandomi in un dolce bacio.

Tutto questo ci ha fatti sentire così felici e pieni di vita, nonostante le nuove numerose responsabilità. Sì, siamo genitori e abbiamo tantissime cose a cui pensare, mille responsabilità per crescere un figlio oltre quelle che già abbiamo per il nostro lavoro, ma ci va bene così, ne siamo contenti, perché quel bambino ci dona così tanta felicità e così tanto amore che non possono essere misurati.

Però, appunto, una volta arrivati a casa abbiamo capito qual è la vera realtà che ci aspetta. Perché finché prima eravamo liberi, oltre il nostro lavoro, di badare con calma alla casa, ai servizi e alla spesa, adesso c'è un qualcosa o, meglio, qualcuno che ci rende tutto ciò molto difficile: quel minuscolo nano che ci ha riempito la vita di gioia, Katsumi. Prima io ed Izuku ci dividevamo i compiti e facevamo tutto molto rapidamente, adesso non è più così, perché mentre uno bada al piccolo l'altro deve fare tutto il resto, dandoci il cambio.

Proprio per non stressare Izuku, il primo mese l'ho preso di pausa dal lavoro e la stessa cosa vale ovviamente per lui. Entrambi ci siamo presi questo mese di pausa per stabilizzarci ed equilibrare la nostra vita a nuovi ritmi.

La fatica è aumentata perché spesso quando uno bada al piccolo l'altro è intento a fare tutte le altre cose che prima ci dividevamo e poi, come se non bastasse, le ore di sonno si sono ridotte drasticamente, perché non solo sono frazionate, ma sono anche poche. Infatti spesso Izuku è costretto ad alzarsi per allattarlo, mentre quando posso sono io a cambiare i dannati pannolini puzzolenti.

I successivi giorni immediatamente dopo il parto sono stati veramente tosti sia per me sia per Izuku. Lui infatti accusava dolore sotto la ferita in qualsiasi momento della giornata, anche durante quelle poche ore di sonno in cui puntualmente nemmeno riusciva a dormire bene. Ogni mattina si svegliava sempre come uno straccio: pallido, occhiaie da paura, stanchissimo e dolorante. Nemmeno riusciva ad alzarsi dal letto e lo faceva per forza solamente quando Katsumi doveva essere allattato.

Per questo motivo in quei giorni tutto è dipeso da me, era tutto caricato sulle mie spalle, la casa, la spesa e badare a Katsumi per quanto possibile. Però ho sopportato ben volentieri questa fatica perché non è stata niente rispetto al dolore che ha provato Izuku con il parto, gli sono grato per aver reso questa famiglia tale, gli sarò per sempre grato per avermi donato mio figlio e questi sono solo dei piccolissimi gesti da parte mia che servono per ringraziarlo.

Perché insieme siamo più forti e dividere in due il dolore lo rende più facile da sopportare.

Proprio per permettergli di riposare il più possibile, lo obbligavo a stare a letto tutto il giorno. In più cercavo di essergli utile in qualsiasi modo: gli portavo i pasti a letto, lo accompagnavo in bagno, lo aiutavo a lavarsi, a farsi lo shampoo, a cambiarsi e prima di dormire gli facevo sempre dei massaggi alle spalle e ai piedi e poi lo coccolavo finché non si addormentava tra le mie braccia.

Mi ringraziava e mi ringrazia sempre per qualsiasi cosa ma io gli ho ripetuto in continuazione che lui è mio marito e ci stiamo prendendo cura di nostro figlio e della nostra casa insieme, non c'è nulla di cui ringraziarmi perché lo faccio con amore e per la nostra famiglia.

E per cercare di farlo riprendere il prima possibile perché il nostro piccolino non glielo permette facilmente, in quanto ci priva facilmente delle forze.

Inutile dire che è una peste, un nano malefico. Quel bambino non sa cosa significa piangere, non ha cacciato nemmeno una lacrima da quando è nato, semplicemente urla. Infatti, tutte le volte che noi proviamo a dormire per più di due ore di fila, c'è sempre lui che nel bel mezzo della notte lancia un urlo stridulo che ci fa saltare dal letto e non smette finché non lo prendiamo in braccio. In più, se cerchiamo di intrattenerlo dandogli il ciuccio, non dura più di due minuti, dopodiché lo vediamo volare via da sopra la culletta o dal box, a percorrere una bellissima gittata verso il pavimento a mo' di proiettile sparato a tutta potenza dalla sua piccola bocca.

Però è anche fottutamente bellissimo. È bellissimo prendersi cura di un esserino che abbiamo creato io ed Izuku con il nostro amore... un bambino tutto nostro, che educheremo, che vedremo crescere, essere felice e giocare, diventare bravo come i suoi papà... semplicemente non c'è gioia più grande di questa.

Per fortuna già dopo la prima settimana Izuku si è sentito meglio e si è ripreso, iniziando a dividere i compiti con me.

In questo preciso momento sono le undici di sera, Izuku ha da poco finito di allattarlo e sta cercando di farlo addormentare.

<<Vuoi che ci provi io?>>

<<No, Kacchan. Quando beve il latte gli fa sempre quell'effetto come la prima volta, è come se lo drogasse e lo stende immediatamente, almeno ci dà il tempo di riposare un po'!>> sussurra divertito per cercare di non disturbare il piccolo che intanto ha la testa poggiata sulla spalla di Izuku, i pugnetti chiusi così come gli occhi.

Mi avvicino a loro due e lascio un leggero bacio sulla testolina bionda di Katsumi.

<<Penso che il nano si sia addormentato.>>

Izuku annuisce e così, delicatamente, lo poggia nella culletta accanto al nostro letto, poi, entrambi distrutti, ci stendiamo a letto.

<<Che fatica questo piccolino, Kacchan! Però è così bello... sono follemente innamorato di lui...>>

<<Mmh- e io sono follemente innamorato di voi due...>> sussurro nell'orecchio di Izuku, mentre prendo a baciargli il collo e mi posiziono tra le sue gambe, stringendolo a me con le mani poggiate sulla sua schiena.

<<Kacchan-...>> sbuffa divertito.

<<Shh, fatti coccolare un po', fatti assaggiare...>> e così, gli mordo il collo dopo avergli lasciato un evidente succhiotto. Lo libero rapidamente da tutti i vestiti e faccio lo stesso con me.

<<Kacchan, cosa vuoi fare?>> mi scruta attentamente con uno sguardo malizioso.

<<Secondo te, Nerd? Voglio scoparti, cazzo! Non lo facciamo da un casino!>> non gli do un attimo di tregua, riprendo subito a baciargli il collo lentamente e avidamente, partendo dal lobo e arrivando alla clavicola.

<<Ma sveglieremo Katsumi! E poi è passato poco tempo dall'ultima volta!>> cerca di allontanarmi con una forza inesistente, so già che è una tattica per farsi desiderare ancora di più.

<<Il nano non si sveglierà, faremo piano. E poi anche un solo giorno per me è tanto!>>

Dalla clavicola scendo sui pettorali e in particolare sui capezzoli turgidi che prendo a mordere, a leccare e a succhiare un po'.

<<Quanto aspettavo di farlo...>> mantengo il contatto visivo con lui, mentre con la punta della lingua gioco con la punta del capezzolo destro.

<<Quello è cibo per Katsumi!>> mi prende in giro Izuku, stuzzicandomi.

<<Zitto, lui ha appena finito di mangiare e non credo ci sia già il latte, lasciami marcare il territorio!>>

<<Cosa c'è, sei geloso di tuo figlio?>> mi stringe di più a sé, intrappolandomi in una gabbia fatta di braccia e gambe.

<<Mmh, dipende quanto quel nano si ruberà il mio Izuku...>> scherzo, prima di iniziare a baciargli la pancia ancora un po' pronunciata dopo il parto.

<<Scemo!- Non lì, Kacchan... non... non mi sento a mio agio...>> dice all'improvviso triste Izuku, abbassando lo sguardo, mi blocco per guardarlo.

<<Oi, che hai? Che significa che non ti senti a tuo agio? Sono tuo marito...>>

<<Non mi sento a mio agio con me stesso, Kacchan. Non mi piace il mio fisico di adesso...>>

<<Ancora con questa storia? Come devo farti capire che per me sei bellissimo sempre? Guarda, non mi hai nemmeno toccato e già sono duro da far male!>> alludo all'erezione che ho tra le gambe già dura e arrossata, accarezzando piano il mio membro con una mano chiusa a pugno.

Izuku arrossisce e sorride un po' dopo aver spostato lo sguardo sul mio membro.

Sospiro. Mi abbasso di nuovo su di lui e inizio a baciarlo lentamente, sussurrandogli di tanto in tanto sulle labbra.

<<Non senti cosa mi fai, mh? Non senti quanto me lo fai diventare duro?>> e mentre infilo la lingua tra le sue labbra inizio a muovere il bacino contro il suo, mimando l'atto sessuale. <<Solo a guardarti mi diventa così... non sai quanto ho aspettato questo momento, di poterti toccare di nuovo, assaporare e ammirare... ogni volta che in ospedale e nei giorni trascorsi allattavi il nostro cucciolo me lo facevi diventare duro da far male e non potevo sfogarmi, fammelo fare ora... permettimi di farti stare bene, amore mio...>> uno, dieci, cento, mille baci pieni di gemiti e nomi sussurrati...

A malincuore Izuku lascia le mie labbra perché mi allontano dal suo viso per ritornare sul suo ventre, lasciando un'ulteriore scia di baci. Bacio ogni centimetro di quella pelle meravigliosa costellata di lentiggini che ha accolto per nove mesi il nostro cucciolo. In particolare, mi soffermo ad accarezzare delicatamente la cicatrice lasciata dal parto cesareo, per poi baciarla più lentamente e intensamente.

<<Non ti rendi conto di quanto sei sexy, di quanto sei bello ai miei occhi in qualunque stato, in qualunque momento... questa è la cicatrice più preziosa del tuo corpo, quella che ha dato vita al nostro cucciolo e la amerò per sempre, più delle altre...>>

Izuku si asciuga dal viso delle lacrime di commozione, guardandomi dall'alto con tanto amore.

<<Ti amo, Kacchan...>>

<<Anch'io ti amo... e adesso lasciati andare perché ti voglio far stare bene...>> e sussurrato questo sulla sua pelle bollente, inizio a leccargli il membro teso per poi prenderlo in bocca e fargli un pompino lento e profondo. Nel frattempo, lo penetro con due dita, stimolando quell'apertura già pronta e lubrificata per me.

I suoi gemiti diventano sempre più rumorosi ad ogni affondo del suo cazzo nella mia gola e delle mie dita dentro di lui a torturargli la prostata, mentre il mio membro diventa sempre più duro e dolorante.

<<Shh, Izuku... non hai detto che così avremmo svegliato il piccolo?>> soffio sul suo glande, ma questo non fa altro che farlo impazzire ancora di più, spingendo la testa all'indietro sul cuscino, senza riuscire a pronunciare nemmeno una parola ma solo gemiti soffocati.

<<Mmh allora così mi costringi a tapparti la bocca, sai?>> così, mi alzo dal suo bacino e mi avvicino col mio alle sue labbra, lui si lamenta un po' dell'improvviso vuoto lasciato dalle mie dita, però poi spalanca bene la bocca e caccia la lingua per accogliere il mio cazzo tra quelle labbra rosse e carnose.

<<Bravo omega... così...>> spingo con insistenza nella sua gola per un po', ma quando percepisco una scossa di piacere all'inguine mi fermo all'istante, devo venire dentro di lui nel posto giusto.

<<Basta, sennò vengo già e non voglio perché voglio farlo dentro di te, non voglio ammazzarti subito dopo aver partorito...>> sbuffo divertito e lo stesso fa anche lui.

Mi allontano dalle sue labbra per riposizionarmi tra le sue gambe, tra le quali incastro bene il mio bacino, posizionando la mia erezione in corrispondenza della sua apertura, mi avvicino poi col viso al suo e inizio a baciargli un angolo delle labbra.

<<Vedi cosa mi fai? Mi stavi già facendo venire! Sei un bellissimo omega osceno... fammi vedere anche quanto sei bravo ad accogliere il mio cazzo dentro di te...>>

<<Kacchan, ti voglio, ti voglio così tanto...>> sono le uniche parole che riesce a dire tra i mille gemiti usciti da quelle labbra. Per evitare che veramente Katsumi si svegli, prendo a baciarlo ingoiando direttamente i suoi gemiti, per poi penetrarlo con poca delicatezza.

È così che continuiamo a fare l'amore, perfettamente incastrati come due pezzi di un puzzle. Il mio membro stretto nella sua apertura, il mio bacino e le mie spalle strette tra le sue gambe e le sue braccia, le sue labbra incollate alle mie, nel modo più silenzioso possibile.

Entrambi duriamo poco, colpa dell'astinenza accumulata in questi giorni. Lui viene tra i nostri addomi mentre io vengo dentro di lui inserendo il nodo e continuando a riversarmi in lui ripetutamente, soffocando i gemiti nelle labbra dell'altro.

<<Mi sei mancato un casino, cazzo...>> gli sussurro sulle labbra.

<<Anche tu, Kacchan... è stato bellissimo...>>

<<Ma adesso non c'è possibilità di ingravidarti di nuovo, giusto?>>

<<No, è troppo presto, potrà succedere quando mi ritornerà il calore.>>

<<Quindi tutti questi cuccioli sono entrati dentro di te senza avere successo?>> lo prendo in giro.

<<Mh mh!>> annuisce divertito, <<Ci sarà tempo per avere altri bambini.>>

Strofiniamo i nasi tra loro mentre rimaniamo un altro po' agganciati in quella posizione, finché all'improvviso qualcuno non chiede delle attenzioni.

Eccolo, il famoso strillo stridulo che utilizza per annunciare di essersi svegliato.

<<Oi, nano malefico! Menomale che hai permesso al paparino di scopare la mammina per bene!>>

<<Kacchan! Non chiamarmi "mammina"!>> Izuku ridacchia e picchietta piano sulla mia spalla per farmi spostare e andare dal piccolo.

<<Riposati, Izuku, ci penso io. Tanto non credo che abbia fame visto che ha mangiato un'ora fa. Si sarà svegliato e avrà fatto qualcosa di fottutamente puzzolente!>>

Izuku ride e annuisce, così mi alzo ed esco dal suo corpo, permettendogli di pulirsi con calma, mentre io, dopo una rapida pulita e dopo aver indossato i boxer, prendo quel nano dalla culla. Non appena mi vede prenderlo smette di urlare e mi osserva attentamente con quegli occhioni rossi e arrabbiati come i miei.

<<Cosa vuoi, hah? Nano malefico!>> chiedo scherzando con il piccolo e facendogli un grande sorriso.

Non appena sente quel nomignolo lancia un altro urletto stridulo.

<<Kacchan, non chiamarlo così! È piccolo ma evidentemente sa già che lo stai offendendo!>>

<<Allora se gli dico che puzza?>>

<<Kacchan!>> mi rimprovera di nuovo Izuku mentre cerca di sistemare il letto.

<<Ma è la verità! Tuo figlio ha fatto una cacca che puzza come non so cosa! Ma che gli dai da mangiare?>> dico costatando la realtà dei fatti annusando quel piccolo culetto che si ritrova.

Izuku sbuffa divertito misto ad esasperato per il continuo lamentarsi di Katsumi. <<Cambialo e basta.>>

Ridendo ancora, lo cambio, facendogli il solletico di tanto in tanto e lasciandogli teneri baci sulle guanciotte, sulla testolina e sul pancino. Vederlo sorridere così con quella bocca sdentata e gli occhioni pieni di gioia mi riempie il cuore di una felicità immensa. Dopo averlo pulito e sistemato di nuovo, riesco a farlo addormentare quasi subito.

<<Che dici, lo facciamo dormire con noi?>>

<<Sì!>> annuisce felice Izuku.

<<Che non diventi un'abitudine però! Lo sai che durante la notte voglio toccarti!>>

<<Non ti preoccupare, Kacchan!>> Izuku mi sorride e prende il piccolo tra le braccia, posizionandolo al centro del letto e stendendosi accanto a lui, faccio lo stesso mettendomi dall'altro lato.

Ci posizioniamo praticamente attaccati, con il piccolo tra i nostri corpi, poggiando le nostre mani incrociate sul suo pancino.

<<Chi l'avrebbe mai detto, Kacchan, che questo letto sarebbe stato così pieno di amore...>>

<<È tutto merito nostro, Izuku, siamo stati bravi noi a riempirlo giorno dopo giorno, coltivando poi i nostri frutti con sempre più pazienza e amore... e questi sono i nostri bellissimi risultati.>>

Do un bacio sulle labbra ad Izuku, per poi baciare la fronte del piccolo e Izuku fa lo stesso sulla sua testolina.

<<Buonanotte, amori miei.>>

<<Buonanotte, Kacchan.>>

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Foto: x_hchicbee / endthisdream

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