Capitolo 2: Positivo
"Anche un po' in più" ... Izuku ha un ritardo del calore.
Ha anche un odore così fottutamente forte e così buono... e poi quella sorta di nido del cazzo che ha creato con i miei vestiti e peluche?
Non è che...
<<Kacchan! Mi prepari una bella cenetta?>> il mio Nerd si affaccia dalla porta del bagno in camera e mi scruta con quei suoi meravigliosi occhioni verdi che brillano di felicità.
Sono seduto sul letto a meditare su questi pensieri che mi invadono la mente, quando lui mi riporta alla realtà dopo aver finito di asciugarsi i capelli.
Dovrei dirglielo?...
<<Ho voglia di katsudon, Kacchan!>> mi raggiunge piantandosi davanti a me con un sorrisino tenero stampato su quel volto finto angelico.
<<E quando mai non hai voglia di katsudon tu, stupido Nerd?>> sottolineo scherzosamente, attirandolo a me per i fianchi e facendolo cadere di schiena sul letto, posizionandomi rapidamente tra le sue gambe e iniziando a fargli il solletico, la sua risata mi scalda ogni volta il cuore.
<<Smettila, Kacchan! Lo sai che non resisto!!>> protesta mentre ride ininterrottamente sotto il mio tocco.
Ride fin quando non gli si accumulano piccole lacrime ai lati degli occhi e fino a quasi non respirare più regolarmente. Un briciolo di lucidità che gli è rimasto gli permette di attivare Frusta Nera che utilizza prontamente per bloccarmi le braccia, per poi riprendere fiato e richiedermi: <<Kacchan, allora? Mi preparerai il katsudon o no?>> deciso, osservandomi con quegli occhi e quello sguardo che quasi sembra una minaccia.
<<Slegami e ti darò la mia risposta.>>
Mette su il suo finto broncio e gonfia le guance, per poi decidere di liberarmi. Rimango steso sopra di lui tra le sue gambe, reggendomi con i gomiti accanto al suo viso, mentre gli accarezzo quei morbidi capelli.
<<Va bene, te lo preparo...>> gli sussurro sulle labbra, prima di poggiare piano le mie labbra sulle sue e far rilassare quel broncio che subito si trasforma in un sorriso che trascino in un dolce bacio bagnato.
-
Non riesco a smettere di pensare alle parole del Nerd. Che mi stia facendo innumerevoli film mentali? Però ci sono troppe cose che coincidono... il ritardo del calore, il suo odore, il nido, le voglie... va bene che lui ha sempre voglia di katsudon, però questa volta è diverso, no?
È passata un'altra settimana da quella volta e il calore ancora non si fa presente, ovviamente questo non fa altro che aumentare la mia ansia, mentre Izuku sembra piuttosto rilassato, come se non ci pensasse e nemmeno ci badasse poi così tanto.
In questo momento ci stiamo dirigendo alla nostra agenzia per iniziare la giornata di lavoro. Io sono intento a guidare mentre il Nerd è al mio fianco che osserva il paesaggio fuori dal finestrino fischiettando con quell'aria quasi sognante. I suoi feromoni sono calmi e sono così buoni già da un bel po'. In teoria dovrei anche percepire un cambio di odore... o forse è troppo presto?
Arrivati in agenzia, salutiamo i nostri collaboratori e ci posizioniamo ognuno alla propria scrivania.
Per fortuna la giornata è tranquilla e infatti la maggior parte del lavoro lo svolgiamo stesso in sede, senza andare in giro per la città, oppure mandando qualche nostro aiutante per i crimini minori che si possono risolvere rapidamente.
Sembra andare tutto tranquillamente, finché non noto qualcosa che nessun altro al di fuori di me nota: Izuku ha iniziato ad andare continuamente in bagno e ogni volta che ritorna nello studio lo vedo sempre più pallido.
<<Oi, Izuku, stai bene?>> gli chiedo, scrutandolo per bene da dietro lo schermo del computer.
<<Sì Kacchan, perché?>> domanda tranquillo.
<<Ti vedo pallido... debole. Vuoi mangiare qualcosa? Ho portato degli onigiri da casa e->>
<<No Kacchan, davvero! Sto bene, non ho voglia di mangiare adesso, stai tranquillo!>> mi sorride per poi riprendere a lavorare rapidamente.
Come cazzo faccio a stare tranquillo quando i miei sensi da alpha mi fanno stare tutt'altro che calmo?
Non voglio insistere, odia quando insisto perché entrambi ci diciamo sempre tutto e subito, ma questa volta sembra che lui non voglia accettare qualcosa oppure non la voglia affrontare...
Così, cercando di rimanere quanto più calmo possibile, cosa estremamente difficile, rimango in silenzio pur tenendolo sempre sott'occhio.
Però, prima della fine della giornata lavorativa Izuku se ne esce così: <<Kacchan, per te è un problema se torno a casa prima? Voglio passare un attimo a fare un servizio.>>
Quindi... lui dovrebbe tornare a casa da solo? Va bene che quando siamo di turno nelle ronde ognuno agisce singolarmente e senza nessun accompagnatore, però... però adesso ho la sensazione che non sia una buona idea, proprio per niente.
Si alza dalla sua scrivania indossando il giubbotto e venendo verso di me.
<<Izuku, io->>
<<Sto bene Kacchan. Prendo l'auto e torno a casa.>> allunga una mano sulla mia scrivania per recuperare le chiavi dell'auto per poi dirigersi velocemente verso l'uscita.
<<Izuku, aspetta cazzo! Mandami un messaggio quando arrivi a casa!>> gli urlo dietro, prima di vederlo sparire.
Dopo un "va bene" urlato di rimando, saluta i nostri collaboratori ed esce.
E io non posso fare altro che sbuffare rumorosamente e riprendere il lavoro da terminare entro oggi, mentre la mia preoccupazione aumenta sempre di più.
Izuku's POV
Ho vomitato talmente tante volte che credo che ci mancava poco affinché io vomitassi anche l'anima o perché no lo stomaco stesso.
Ho cercato in tutti i modi di rimandare questo "problema" ma credo che io non possa più sfuggirgli. Non più, perché se è quello che penso, mi travolgerà inevitabilmente e sarà poi fin troppo visibile per nasconderlo a tutti. Il primo a cui non posso nasconderlo è Kacchan, che con le sue domande credo che abbia già capito tutto... il cumulo di vestiti, il mio "nuovo" odore che lo fa impazzire, le voglie e poi questo continuo viavai che ho fatto dal bagno allo studio.
In più, non posso più sfuggirgli perché io e lui siamo perennemente sotto i riflettori, la notizia correrà prima ancora che addirittura le nostre madri lo vengano a sapere se qualcosa si scoprisse.
Proprio per questo motivo ho scelto di andare via con l'auto, indossando il mio giubbotto anonimo con tanto di cappuccio, occhiali da sole e mascherina immancabili per Hero famosi come noi, se non vogliamo essere disturbati ovunque andiamo.
Mascherato così mi reco in farmacia per comprarlo.
Sì, non ho scelta, devo per forza farlo.
Devo comprare quel dannatissimo test di gravidanza.
Io... io non voglio. Non sono pronto, siamo troppo giovani per diventare genitori, abbiamo appena venti anni... Siamo gli eroi numeri uno del Giappone, non possiamo permetterci una pausa dalla carriera, non ora...
Io non voglio un bambino adesso, ho una carriera da portare avanti, una figura e una presenza da mantenere, ho un fisico allenato che non posso rovinare adesso con un'altra cicatrice, non voglio perdere i miei addominali che ho modellato con tanta fatica e soprattutto non voglio ingrassare e perdere tutto il mio tono muscolare... e poi per quanto tempo non potrò lavorare più?
Io non lo so come si fa a prendersi cura di un... cura di un... bambino...
<<Salve, come posso esserle utile?>>
<<Salve, mi servirebbe un test di gravidanza...>> dico quasi sottovoce e per fortuna la mia voce è un po' ovattata dalla mascherina che camuffa bene la mia identità.
La farmacista mi osserva per un po', per poi annuire e prendere da un cassetto il prodotto richiesto. Che abbia capito io chi sia?
Per fortuna, senza dire altro, mi fa pagare per poi ringraziarmi e salutarmi.
Per evitare che qualcuno di super attento mi riconosca, quasi fuggo in auto e mi dirigo verso casa.
"Bene, Izuku, il momento di affrontare questo problema sta arrivando... che tu lo voglia o no, devi farlo" ripeto a me stesso in continuazione, come un loop.
Una volta parcheggiata l'auto e aperto la porta di casa, la richiudo dietro le mie spalle con il fiatone e con l'ansia che inizia ad aumentare prepotente, mentre per poco il cuore non mi spacca le costole.
Mando un messaggio rapido a Kacchan avvisandolo del mio arrivo, per poi andare in camera nostra e posare il cellulare sul mio comodino.
Guardo quella scatolina contenente l'oggetto che rivelerà il mio stato, che mi darà l'esito dell'attività sfrenata e senza limiti mia e di Kacchan, con gli occhi lucidi e con le mani tremanti.
Se uscirà positivo cosa farò?
Anche se la risposta la conosco già... i sintomi sono chiari ed evidenti.
Ma mi rimane ancora un briciolo di speranza finché non vedrò il risultato.
Però, dopotutto... io e Kacchan non l'abbiamo mai fatto protetto. Mai, nemmeno la prima volta. Sì, siamo sempre stati attenti durante il calore, dove lui cercava di rimanere lucido fino alla fine per venire sempre fuori, ma da quando ci siamo sposati e dopo esserci marchiati non abbiamo più badato a questa cosa... perché durante il calore, con la voglia a mille, sentire il seme bollente di Kacchan dentro di me significa avere un biglietto di sola andata verso il paradiso.
Quindi... dovevo aspettarmelo, no?
Mi mordo furiosamente il labbro inferiore. Devo darmi una mossa, non posso stare qui ad osservare quella dannata scatola senza fare nulla.
Vado in bagno e apro la scatolina rivelandone il test. Totalmente agitato seguo tutta la procedura... adesso devo aspettare cinque minuti.
Cinque maledettissimi minuti che sembrano infiniti.
Con il test poggiato sul lavandino, aspetto seduto sullo sgabello.
Credo di star sudando freddo e allo stesso tempo tremando come se mi trovassi in una vasca piena di ghiaccio. Il che sarebbe molto meglio di tutto quello che da qui a poco mi aspetta. Non riesco a chiudere la bocca perché non riesco a respirare come si deve, ho una fame d'aria assurda che mi ha portato ad una tachicardia che per poco non mi fa secco in questo determinato momento.
Il timer del telefono suona.
Sono passati cinque minuti.
Eccolo, Izuku, il problema che ti arriva in faccia e ti travolge come un'onda anomala che non ti fa nuotare come si deve né ti fa respirare, ma ti butta giù in profondità senza possibilità di risalita a galla.
Ma sarebbe facile, no? Non risalire più a galla.
Invece in questo caso ti fa tornare a galla eccome e soprattutto ti fa ritornare con gli occhi che bruciano per il sale e i polmoni pieni d'acqua, ad affrontare la realtà, la dura realtà che mi aspetta.
Senza alzarmi dallo sgabello, allungo una mano e prendo il test, portandomelo davanti agli occhi e...
Rivelandone due linee.
Positivo.
Sono gravido.
Aspetto un bambino.
Le dita si aprono incontrollate facendo cadere il test sul pavimento, mentre il mio cuore ha smesso di battere così come i miei polmoni di respirare.
Rimango a guardare le mie dita aperte e vuote a reggere il nulla, fisse davanti ai miei occhi sgranati e alla bocca spalancata. L'unica cosa che il cervello mi permette di fare è farmi piangere, piangere ininterrottamente.
Finché non perdo l'equilibrio e finisco con le ginocchia brutalmente a terra, per poi riprendere a respirare e iniziare ad urlare di disperazione e a piangere a singhiozzi.
Io non lo voglio un bambino!
<<Non potrò più lavorare, la mia carriera se ne andrà a puttane! Non so come si fa a crescere un bambino! E- e poi sono giovane... Diventerò orribile e Kacchan non mi vorrà più!... >> urlo dalla disperazione, a quelle quattro mura del bagno che non possono ascoltarmi.
Mi porto le mani sul viso, tormentato da quella grossa responsabilità che mi sono caricato da solo sulle spalle, responsabilità da cui non si torna più indietro... se non si prende la decisione di abortire.
Sì... potrei risolvere così... e aspettare il momento in cui saremo pronti e decideremo di creare una famiglia...
Inizia a girarmi la testa, probabilmente per il fatto che io non abbia più energie, dovuto al fatto di aver vomitato tutto e di non aver più toccato cibo.
E ho anche tanto sonno... magari potrei addormentarmi senza più dovermi svegliare? Magari tutto questo è solo un incubo...
Sì, è solo un incubo...
Mi trascino tremante, con le ginocchia tumefatte, al letto, dove letteralmente mi butto e crollo in un sonno profondo, con la speranza di svegliarmi da quell'incubo.
Katsuki's POV
Non c'è stato un fottuto secondo da quando il Nerd se n'è andato in cui io sia riuscito a rimanere calmo. Nemmeno uno.
Cosa cazzo aveva da fare di tanto importante il Nerd da non dirmelo? Perché è fuggito con l'auto?
Mi ha mandato un messaggio una volta arrivato a casa, ma questo non è servito a un bel niente, non mi fa stare tranquillo.
Non si sentiva bene oggi, era evidente, eppure non mi ha detto nulla né mi ha più scritto.
Sono troppo ansioso di sapere come sta, ad un certo punto della giornata ho avvertito un forte dolore al petto... che si fosse sentito male? Ho percepito prima tanta ansia e agitazione, poi questo dolore e poi il nulla...
Izuku...
Mi ritrovo a correre per la città, dopo essere uscito il prima possibile dall'agenzia, per raggiungere quanto prima la nostra casa.
Una volta arrivato, apro rapidamente la porta e mi tolgo le scarpe all'ingresso, richiudendola violentemente dietro di me per l'agitazione.
<<Izuku, dove sei?>> urlo per l'ansia.
Nessuna risposta. Non c'è nel salotto, né in cucina.
Corro al piano di sopra per andare in camera da letto e...
Per fortuna è lì.
Mi porto una mano al petto a stringermi il tessuto della maglia in un pugno, per cercare di calmare il mio cuore impazzito.
Il mio Izuku è lì e sta dormendo rannicchiato in posizione fetale.
Dà le spalle alla porta. Mi avvicino piano per non farlo svegliare e rimango sconcertato a quella vista, che mi fa immobilizzare sul posto.
Cazzo!
Ha gli occhi rossi e gonfi e le ginocchia livide...
<<Izuku! Ma che ca->>
Il mio cervello mi fa girare la testa di scatto verso il bagno, dove lui ha lasciato la luce accesa. Raggiungo quella stanza incuriosito e con il cuore a mille, iniziando ad osservarmi attorno, finché non noto qualcosa sul pavimento... lo raccolgo tra le mani: un test di gravidanza positivo.
Ecco che i miei occhi rimangono spalancati così come la bocca in una perfetta O mentre osservo ancora incredulo quell'oggetto tra le mie mani tremanti.
Il mio Izuku è gravido...
Lui aspetta un figlio da me...
Noi avremo un bambino...
Diventeremo genitori...
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