Volare via con l'immaginazione

Possa ella amare il silenzio come lo cerca lui. Quando avrà capito che non è una via per scappare ma per percepire i propri desideri, vedrà ciò che è sempre stato velato dentro di sé nonostante lo abbia costantemente sentito.

L'aria fresca ed il tepore dei raggi solari che sbattevano al davanzale promettevano una bella giornata.
Quella mattina, Ginevra si svegliò prima di tutti e preparò una ricca colazione con latte caldo, marmellate e fette biscottate dalla superficie dorata.
Era al settimo cielo di poter trascorrere una mattinata con Klaus, solo loro due nella bella Francoforte, città natale del cugino ma anche una delle sue preferite.
Per l'occasione, indossò un abito arancione che scendeva morbidamente sulle sue coscie baciando la pelle diafana. Legò alla vita una cintura beige, poco sopra i fianchi appena evidenti, colori che rimandavano all'autunno, la sua stagione preferita.
Poco prima di uscire, si acconciò i capelli con alcuni ferretti per lasciar la fronte libera, mentre le ciocche lunghe scendevano adagio sulle sue spalle.

Passeggiarono lungo la piazza Römerberg, una delle più note della città, circondato da palazzi a schiera. Al momento vi erano molte persone, alcuni colleghi di Klaus, bambini e donne che tornavano a casa dopo aver comprato degli alimenti.

«In questa piazza vennero incoronati molti imperatori. La piazza più bella durante il Sacro Romano Impero.» Spiegò atono Klaus e nel mentre Ginevra colse attentamente ogni minima informazione, molto appassionata di storia.

«Sarebbe stato bello poter assistere ad uno,» Commentò la ragazza, animando con le braccia le movenze e le azioni di un re, dando voce alla sua immaginazione frivola, da ragazza romantica. «questo era un imperatore» Imitò l'andatura trionfante di lui, cambiando subito dopo espressione e scuotendo i morbidi capelli dietro la schiena, sempre col mento in su «con una valorosa donna al proprio fianco, un'imperatrice. La prima ad esserlo stata fu Adelaide di Borgogna, moglie di Ottone il Grande. Chi lo sa, magari appena vide i suoi occhi, egli se ne innamorò subito.» Così, riprese la fantasia e Klaus assisteva alla scenetta ridendo. « Vorrei essere anche io così tenace: indistruttibile, capace di tutto, più dell'uomo.» Strinse un pugno al petto fiera, sognava la meritata emancipazione che in quel tempo risultava ancora lontana. Il suo sogno era diventare un politico, ebbene sì, lo aveva confessato a Klaus pochi mesi prima in una delle loro lettere e lui ne fu piacevolmente sorpreso.

Si comprendevano tanto bene perché erano così simili, magari in un futuro prossimo avrebbero potuto raggiungere i loro sogni ma la società li pressava a tal punto di indugiarli a smettere di inseguire i tali, perché avrebbero dovuto essere più concreti e seguire solamente la corrente.

Per tutto il giorno, Klaus non tolse il sorriso dalle labbra, ridendo alle barzellette della cugina, scattando qualche foto sotto un albero ad un parchetto, contemplare il cielo limpido seduti su una panchina in legno. si era già fatto tardi e, poco prima di tornare a casa, Klaus regalò alla cugina due gigli avvolti da un nastro bianco che riprendeva la delicatezza del fiore. Erano i fiori preferiti di entrambi, oltre ad essere rappresentati in vari dipinti della madre del ragazzo. Puri e dai petali morbidi e vellutati color latte. Ginevra li conservò in un vaso nella sua temporanea stanza e, nel pomeriggio, le mura di casa accoglievano un lene silenzio dovuto dallo studio di entrambi i giovani e la concentrazione della madre Helene nella pittura. Questo era sottilmente interrotto dal leggiadro strofinamento delle setole del pennello sulla tela giallastra, mentre la donna agitava con estrema delicatezza il braccio, e dalle pagine sfogliate del solito libro sul mondo animale di Klaus o del libro di storia di Ginevra. Passavano le dita sopra ogni parola, cercando di percepire un minimo rilievo confortante per la loro immaginazione. 

Quando arrivò la sera, Helene pose i pennelli lasciando asciugare parte di quella tela che ritraeva una montagna innevata ed alla base alcune case ritraenti  Ramsau nella Baviera, luogo di infanzia della donna. 

Bussò alla porta del figlio e della nipote rompendo lei il silenzio e risvegliando Klaus dagli innumerevoli pensieri che fluivano nella sua mente senza sosta, attirando tutta la sua attenzione. Per quanto potesse essere bravo a nascondere le emozioni, tradì un secondo di esasperazione, saltando sulla sedia non appena sentì il suo nome ed insospettendo, in tal modo, sua madre. La rassicurò frettolosamente e nascose il suo libro nel solito angolino della stanza poco prima di scendere al piano di sotto.

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