Capitolo XXXVII

- Sposami, Mélodie. - lo fisso come una scema.

Realizzando solo in un secondo momento le sue parole, che mi fanno scattare come una molla.

Il cuore che quasi gli salta in braccio, tanto l'ho sentito schizzare male.

Per poi cominciare a battermi come un pazzo nelle orecchie.

- Aspetta... che? C-Credo di... io non ho... - vado completamente in para.

- È un no? - mi guarda confuso, scostandosi leggermente da me.

- N-Non ho detto questo! - tremo per l'agitazione - Ma non credi che... sia un po' presto? So che il nostro è amore reciproco, ma... non dovremmo prima frequentarci come si deve? Senza contare che è ancora fresca la storia dello scioglimento del tuo fidanzamento. Uno nuovo non sarebbe visto di buon occhio. - lo vedo irrigidirsi, mentre si raddrizza.

Lo sguardo più... incerto.

- Quindi... mi stai dicendo di no perché è troppo improvviso, per la questione della mia immagine o perché... non vuoi? - si scompiglia i capelli.

Gesto che mi fa bloccare a fissarlo.

Tutto questo è... una follia.

Una follia di cui, probabilmente, è consapevole pure lui.

Eppure... me l'ha domandato lo stesso e non solo per il magico momento in cui eravamo.

Ci deve aver pensato perché... Lionel è così, su queste cose.

Non se ne uscirebbe mai dal nulla con qualcosa del genere.

Il che, forse, rende tutto ciò ancora più pazzo.

Ma... è una pazzia che non mi dispiacerebbe affatto commettere.

È vero che ci sono molti aspetti per cui sarebbe meglio attendere, però è ugualmente corretto dire che coppie come noi se ne vedono poche in giro.

In qualche mese appena abbiamo vissuto più drammi e gioie di quante tanti altri possono solo immaginare di vivere, in una vita intera.

Il che ci ha messi ben bene alla prova.

Portandoci a capire quanto contiamo l'uno per l'altra.

Al punto da desiderare, anzi... sapere di voler passare assieme il resto della nostra vita.

Perché uno come lui, in grado di farmi provare tutto questo mix esplosivo di sentimenti, dove posso trovarlo se non qua di fronte a me?

- Forse sono stato un po' precipitoso, ne convengo. - lo vedo alzarsi, a mia decisione presa.

Presa come la sua mano, che afferro di scatto.

Preoccupata possa davvero pensare d'aver sbagliato a dirmi ciò che sente, che desidera.

- Non ho mai detto di no. - stringo la presa, alzandomi.

- Ti ho sempre trovata un po' difficile da decifrare, ma ammetto che ora come ora lo sei pure più del solito. - mi fissa più che confuso.

- La mia risposta alla tua proposta è... - mi schiarisco la voce, per calmarmi.

Di pazzie ne ho fatte tante fin'ora.

Per proteggere le persone a me care, per aiutarle, per non farmi scoprire...

Perciò adesso direi che è giunto il momento di farne una per me.

Per la mia felicità.

Perché lui e lui soltanto è l'uomo della mia vita.

Se tutto il dolore vissuto è servito a portarmi da lui ci sarà un motivo, no?

Come detto non tutto il male vien per nuocere e, quello che ho affrontato io, era atto a farmi arrivare a questo istante.

- La mia risposta è... - ripeto - Un enorme, gigantesco ed assoluto sì. - sorrido, trovandomi poi tra le sue braccia.

Sollevata per i fianchi, mentre mi fa girare ridendo.

- Quindi volevi solo farmi sudare freddo, eh? - mi posa a terra, solo per poter baciare una delle mie tempie.

- Non è così. - increspo le labbra, falsamente offesa.

- Lo so. - afferra il mio viso tra le sue mani - Puoi ripeterlo un'altra volta? - il sorriso gli si allarga a dismisura.

Facendomi mancare un battito.

Questo ragazzo è davvero... sfacciato!

- N-Non se ne parla. - mi scosto, dondolandomi sul posto - Piuttosto... non credi ci siano un paio di cose a cui non abbiamo pensato? Per nulla di poco conto? - ragiono, costringendo la mia mente a tornare coi piedi per terra.

Data la nostra posizione ci sono questioni che non possiamo trascurare e, come precedentemente menzionato, non riguardano solo il nostro status.

Status che ci impone regole più rigide di quelle del popolo, per ciò che concerne fidanzamenti e matrimoni.

- A che ti riferisci? -

- Beh... - mi arriccio una ciocca di capelli tra le dita, in imbarazzo.

Decidendo di partire prima dagli argomenti legati più alla famiglia che alle regole dell'aristocrazia - Anche se la nostra decisione è quella più importante, dovremmo discuterne coi nostri genitori, non ti pare? - già mi immagino la scena.

La quale mi fa avvampare di già.

- Hai paura che si oppongano? - inarca un sopracciglio, divertito.

Espressione che mi confonde per un attimo.

- Mia madre non sarà un problema, ma papà... lui è sempre stato molto protettivo nei miei confronti. - spiego - E questo prima di tutta la baraonda accaduta. Perciò... non lo so. -

- Ciò che conta davvero, per tuo padre, è la tua felicità. - sorride, poggiando una rassicurante mano sul mio capo.

- Questo è certo, solo... vedi... - sospiro - Ci siamo appena riuniti. Non vorrei che vedesse la tua proposta come un altro tentativo, da parte di terzi, di allontanarmi dalla famiglia. Dopotutto Glycine è piuttosto lontana da qua. -

- Non nego il fatto che mi piacerebbe che, la mia proposta, portasse ad un tuo trasferimento immediato e definitivo qui a palazzo, ma... sai bene quanto me come funzionano queste cose. - esordisce - Prima ti sei agitata dicendo che tutto ciò era troppo repentino, però dovresti essere consapevole di quanto sarà poi lunga tutta la tiritera. Insomma, ne passerà di acqua sotto al ponte prima d'arrivare al matrimonio. -

- In effetti... -

- Come da te detto ci sono alcune cose da discutere. Anzi, molte. In primis c'è da parlare coi nostri genitori. Dopodiché, essendo io un Principe, nonché pecora nera della famiglia... - si zittisce un attimo, alla mia occhiataccia. Scattata al termine da lui utilizzato - ...dovrò rassegnarmi alle imposizioni che probabilmente mi daranno. Che, ahimé, toccheranno pure te. -

- Imposizioni di che genere? -

- Quasi certamente non ci permetteranno di annunciare il fidanzamento in tempi così rapidi, proprio a causa di ciò che hai espresso prima. Dovremo aspettare che le cose si assestino un po'. Che la gente si abitui a Julienne e Jordan e... solo dopo ci sarà modo di ufficializzare la nostra di relazione. -

Uno stupido sorrisetto di gioia mi sorge in volto, al sentire la parola "relazione".

Ah... cuore mio, oggi ti vogliono proprio mettere alla prova.

- E pure dopo l'ufficializzazione le cose non saranno così semplici. Avremo gli occhi di tutti puntati addosso. Su di te per la faccenda di oggi e su di me perché... beh, lo sai. - fa spallucce - Pertanto, è plausibile pensare verremo spinti a partecipare a lavori "pubblicitari". Incarichi, incontri, feste di determinati generi. Atti a farci conoscere più per ciò che siamo piuttosto che per le voci sentite in giro. -

- Il che è ottimo! - afferro d'impulso le sue mani - Finalmente si renderanno conto di che persona meravigliosa sei! -

- Mélodie, ma tu... - mi guarda incerto - Tu non ami stare al centro dell'attenzione. Hai passato la vita ad evitare certi eventi e adesso? Ti ci vuoi buttare a pesce solo per mostrarmi agli altri? -

- E che male c'è in tutto questo? - gli sorrido, pronta a tutto quello che ci attende - Senza contare che, dopo oggi, sono già al centro dell'attenzione di tutti. Perciò, preferisco dovermi abituare a ciò per qualcosa a cui tengo, piuttosto che per il fatto d'essere diventata argomento di discussione. -

- Ah... Mélodie. - si copre il volto con il palmo di una mano, ridendo - Se qui c'è qualcuno di meraviglioso... quel qualcuno sei tu. -

- Eh? - sussulto, in imbarazzo.

- Comunque... - torna a guardarmi - Non devi temere la reazione di tuo padre. Ha già tastato il terreno, ritenendomi abbastanza degno di fiducia. E pure i miei sono a posto, dopotutto... stravedono per te da un po'. -

- Aspetta... cosa? - scatto, per la prima parte della sua uscita - Quando? -

- Quando sei andata a parlare con Aline. -

- Oggi al brunch? - sono sempre più sconvolta - E di cosa avete parlato, di preciso? -

- Questo... - si china su di me con sguardo divertito - Non te lo dirò mai, nemmeno sotto tortura. -

- Eh?! - lo tiro per un braccio - Non scherzare! -

- E chi scherza? - ride, cominciando a camminare. Con me al suo fianco - Credo sia il caso di tornare alle nostre stanze. Prima che qualche guardia venga a prelevarci a forza. -

- Lionel, non cambiare discorso! Lo voglio davvero sapere. - lo seguo, curiosa quanto in imbarazzo.

Papà e lui hanno parlato di me?

Di cosa, di preciso?

Che gli abbia domandato la mia mano?

Oddio... e se così fosse?!

Ah!!!

Ho davvero bisogno di più dettagli!

Dettagli che sono intenzionata ad ottenere, già il giorno seguente.

Dopo aver passato quasi tutta la notte in bianco, a pensare alla risata sbarazzina del ragazzo quanto all'immenso amore che provo per lui.

Amore che, però, non mi è servito per cavargli qualche informazione in più.

Spingendomi a domandare direttamente a... mio padre.

O meglio, questa era l'idea.

Sfumata nell'esatto istante in cui mi ci sono trovata di fronte.

- Tesoro, tutto ok? - mi fissa confuso, mentre si appresta a sedersi accanto a mia madre.

Per la colazione all'estita in giardino.

A causa di ciò che è accaduto ieri, molti nobili presenti al brunch sono rimasti per la notte. Pronti per partire subito dopo il pasto.

Motivo per cui... non solo sono sotto esame di mio padre, ma pure di quello di tante altre persone.

- Sì, certo. - chino il capo, vedendo Aline porgermi il piatto.

- Mathieu mi ha detto di averti vista col Principe, ieri notte in giardino. - sussurra appena, al mio orecchio.

Facendomi saltare in piedi come una molla.

Gesto che punta tutti gli occhi dei commensali, e del personale presente, su di me.

- H-Hai bisogno di una mano, Aline? - mi volto, tesa, verso di lei.

Costringendola a reprimere le risa.

Come mai fatto prima.

- No, Duchessina. Ma vi ringrazio per la premura. - fa una profonda riverenza, per nascondere l'enorme sorriso che le sta spuntando in volto.

Maledetta!

Come Lionel, che noto di sottecchi, è divertita come pochi.

Consapevole dell'imbarazzo che, certe cose, provocano in me.

- Mélodie, non vuoi sederti? - vengo sfiorata, sul braccio, da mia madre.

Che mi riporta in me.

- Scusate. - m'inchino, rimettendomi composta.

In attesa di un momento migliore, che... per mia sfortuna non arriva.

E non perché io non abbia mai avuto modo di star sola con mio padre, anzi.

Il problema è stato uno ed uno soltanto.

Il mio imbarazzo.

Insomma... cosa dovrei dirgli?

Qualcosa tipo "Senti papà, ho saputo che hai parlato di me col Principe Lionel, riguardo la nostra situazione sentimentale. Precisamente, cosa vi siete detti?"

No. Decisamente.

Allora forse un diretto "Papà, non è che... per caso, eh... non è che il Principe Lionel ti ha domandato la mia mano?"

Oh buon cielo!

Men che meno, per carità!

Però... se non oso finirò per non scoprire niente.

Il che non è concepibile.

- Mélodie, cara... - mamma mi distoglie dai miei pensieri, sedendosi accanto a me.

In giardino, dove siamo dopo aver terminato l'incontro formale col Re e la Regina.

Per parlare del da farsi con Séline.

- Sbaglio o sei un po' sovrappensiero oggi? - domanda.

- Sì, ecco... - non so cosa dirle.

Non è facile parlare di certi argomenti, pure con una madre dolce come lei.

- Si tratta forse del Principe Lionel? - mi fa sussultare.

Reazione che scatena in lei una contenuta risata - Quindi c'ho preso. -

Oh... al diavolo!

Oramai l'ha compreso.

Vediamo di chiederle, quindi, consiglio.

Partire con lei sarà comunque più semplice di andare diretta da mio padre.

- Ecco... ho saputo che lui e papà hanno parlato. Di me. - confesso.

- E chi te l'ha detto? - mi osserva curiosa - Con loro due c'ero solo io e... dubito sia stato tuo padre a parlartene. -

- Aspetta... eri con loro? - scatto.

- Eh già. - sorride.

- Quindi sai cosa si sono detti? - mi metto sull'attenti.

- Tu no? -

- No. - sbuffo - Lionel si è cucito la bocca, riguardo l'argomento. -

- Lionel, eh? - realizzo, solo in quel momento.

- V-Volevo dire... - mi precede - Certo che, siete davvero in confidenza voi due. - ridacchia.

- Mamma! - mi copro il volto con le mani - Non prendermi in giro pure tu! -

- Ok, ok. - ride, per un'ultima volta. Prima di schiarirsi la voce - Volevo solo dire che è bello vederti così felice. Perché... tu sei felice, vero? -

Il suo tono mi spinge a trovare il coraggio per guardarla.

Rispondendo con estrema sincerità - Come mai prima. Insomma... ho di nuovo voi al mio fianco e, ora, pure un ragazzo meraviglioso che amo e che mi ama. -

- E questo è ciò che per noi più conta. - annuisce dolce - Cosa che abbiamo detto pure a... Lionel. - mi canzona teneramente, chiamandolo senza titolo.

- È di questo che avete parlato? - la fisso guardinga.

- Sì. Tuo padre voleva essere sicuro della sincerità dei sentimenti del Principe e... - soffoca una risata - Direi che lui si è spiegato con estrema chiarezza, riguardo ciò che prova per te. -

- Che ha detto? -

- Non credo sarebbe giusto ripeterlo, visto che sembra intenzionato a non dirtelo. - lo guarda di sottecchi. Distante da noi d'una decina di metri, intento a giocare con Liliane - Però... posso dirti che è stato così dolce da far quasi arrossire tuo padre. -

- Questa risposta mi rende solo più curiosa. - metto il broncio, puntando lo sguardo sul moro che tanto amo.

- Un giorno o l'altro te lo dirà lui. Vedrai. - mi accarezza il capo, l'attimo prima di vedere il ragazzo voltarsi.

Verso di me.

Incrociando così i nostri occhi.

In uno sguardo d'intesa che mi fa comprendere quanto, in realtà, io voglia davvero sentire la risposta da lui.

Risposta che sono disposta ad attendere.

Tutto il tempo che servirà, perché... ciò che davvero conta ce l'ho qui.

Con me.

La mia cara famiglia ed un ragazzo tanto spinoso quanto tenero.

Come un riccio di castagna che pian piano si sta aprendo al mondo.

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