Capitolo XXIX

- Ah, che ansia... - sospiro, proseguendo per la mia strada.

Persa nei pensieri che mi tormentano da qualche giorno.

Dopo aver terminato coi documenti presenti a palazzo, il Principe Lionel è passato al passo successivo pattuito.

Invitare qui la falsa me, di nuovo.

Il che, come immaginavamo, non ci ha fornito particolari informazioni se non alcuni dettagli sulle abitudini di mio zio.

Tra cui il fatto che viaggia spesso in giro per il paese, stando in tal modo lontano dalla residenza principale.

Notizia che ha spinto il Principe ad agire.

Facendogli aprire un'indagine segreta sul Conte.

Talmente nascosta da essere nota solo a me, lui ed alla persona che è stata mandata ad investigare.

Un uomo di fiducia partito più di quattro giorni fa, che ancora non si è fatto sentire.

Nemmeno di striscio.

Manco via lettera.

Zero.

Niente di niente.

Il che è motivo della mia attuale ansia.

Causata dall'attesa di notizie che non accennano ad arrivare.

E capiamoci... so che, per un'operazione del genere, è necessario andare cauti, ma...

È proprio vero che l'attesa uccide.

I miei nervi, in particolar modo.

- Quindi sei tesa anche tu, per stasera. - Aline si agita al mio fianco, ricordandomi la sua presenza.

Che per assurdo avevo dimenticato, fino ad ora.

A causa del suo insolito silenzio.

- Stase... - mi blocco, realizzando solo in tal momento che giornata è - Oh... sì. Un po'. - rispondo.

Stasera, dopo due settimane volate in mille pensieri e preoccupazioni, è finalmente giunto il gran giorno.

Quello della festa che tutti i miei colleghi attendevano con trepidazione.

E che io... avevo completamente dimenticato.

Pur considerando tutto il via vai degli ultimi giorni, che comprendeva molta gente da me mai vista.

O l'avviso del sarto, che mi comunicava l'imminente arrivo del mio abito.

Senza contare Camille che, poco fa, se n'è uscita dandoci quest'ultimo incarico con tanto di "Dopo ciò avete la giornata libera per prepararvi".

Prepararvi...

Parola che mi aveva confusa non poco, portando la mia mente a farsi varie domande.

Diamine.

Questa svista temporale mi fa rendere conto di quanto io mi sia immersa a piè pari nei problemi dell'ultimo periodo.

Tanto da perdere completamente la cognizione del tempo.

Il che non va affatto bene.

So essere una situazione delicata, che mi provoca molta ansia, ma... così non va.

Per niente.

Devo vivermela un po' più serenamente, considerando quanto io non possa far nulla per accelerare le cose.

Posso starmene in ansia a rimuginare e rimuginare, ma ciò non farà arrivare prima l'aggiornamento che sto aspettando.

Mi distrarrà solo, in maniera negativa, da ciò che mi circonda.

- Beata te, io sono tesa come una corda di violino. - Aline si afferra il viso tra le mani, agitata come non mai.

- Perché? Non mi dirai che ti sei prenotata pure tu un ballo col Principe tanto temuto, no? - cerco di sdrammatizzare, tentando già di prepararmi a ciò che mi attende.

Ci fisseranno tutti, lo so.

E che guardino pure.

Se credono di assistere ad una scenata, col Principe Lionel come fulcro... si sbagliano di grosso.

Anche se, oramai, molti hanno cominciato a rivalutare il moro... altrettanti sono dell'idea che questo suo voltafaccia sia solo l'ennesimo capriccio.

Insomma, che lui si comporti bene o no, la gente si è fatta una sua idea e da lì fatica a schiodarsi.

Motivo per cui vedrò di dar loro prova di quanto il ragazzo sia una brava persona.

Tornata sulla retta via.

- Eh? Che? Ma ovvio che no! - scatta la mia amica, in maniera fin troppo seria.

Facendomi realizzare quanto non sia in sé oggi.

Tanto da sfoggiare comportamenti inusuali uno dietro l'altro.

- Aline, è tutto ok? Stavo scherzando. - poggio una mano sulla sua spalla - Che succede? Eri così emozionata per l'arrivo di questa serata, cos'è cambiato? -

- Nulla. - scuote il capo - E tutto. -

- Dovrai aggiungermi qualche dettaglio, perché così non so che rispondere. - la fisso confusa.

Sono davvero stata concentrata troppo su di me, nell'ultimo periodo.

Al punto da non rendermi conto del gran conflitto interiore che si stava dibattendo nella mia amica.

Ah...

E dire che lei c'è sempre stata per me, da quando la conosco.

- È solo che... io e Mathieu abbiamo cominciato a frequentarci da pochissimo. - avvampa - Tanto che solo tu ed un paio di suoi amici sanno di noi. Per questo... andare assieme alla festa di stasera sarà un po' come sbandierare pubblicamente la nostra relazione a tutti i colleghi. Che poi... relazione? Ancora non abbiamo stabilito cosa siamo. Nemmeno ci siamo ancora baciati. Per quel che ne so potrebbe essere tutto nella mia testa, magari un sogno. Sì, forse mi sono sognata le nostre uscite. Forse Mathieu stesso è frutto dei miei sogni e non esiste, nella realtà. Non è una delle guardie di palazzo. - comincia a parlare a raffica, come una pazza.

Spingendomi ad afferrarla per le spalle - Aline, calmati. - la scuoto.

- Sto straparlando, lo so. - mi guarda in paranoia - È che... è la prima volta che sono così presa da qualcuno. Sono davvero cotta a puntino e la cosa mi spaventa. -

- Intanto... cominciamo col dire che Mathieu non è frutto della tua fantasia. Lo conosco, è reale e lavora davvero al castello. - ribatto, con tono ponderato.

- Ok. - annuisce.

- Secondo, di cosa pensano i nostri colleghi te ne devi fregare. La vostra relazione, qualunque essa sia, è affar vostro. Anche se, il fatto che lui voglia andare con te ad un evento del genere... dovrebbe darti da pensare che probabilmente già ti considera la sua ragazza. -

- Tu dici? - le si illumina lo sguardo, in maniera adorabile.

- Sì. - le faccio un cenno col capo - E per finire... la tua paura è normale. Stai mettendo in gioco il tuo cuore non quattro spiccioli alla tombolata di famiglia. Questa paura però non è una ragione sufficiente per andare in para in questo modo. Soprattutto considerando come stanno andando bene le cose tra voi. A volte sembra che la felicità ci spaventi, ma in realtà ciò che temiamo è d'avere l'infelicità in agguato dietro l'angolo. Cosa che può portarci a non assaporare a pieno la gioia del momento. Il che è... idiota. Davvero. - sbuffo - Proprio consapevoli di quanto la felicità è preziosa, dovremmo godercela completamente. Viverla fin nel profondo. - concludo, vedendo Aline calmarsi.

Sul serio.

Per poi cominciare a fissarmi.

- Mélodie...? - mi chiama poi, dopo un lunghissimo attimo di silenzio.

Gli occhi seri puntati nei miei.

- Sì? - la libero dalla mia presa.

- Ti do completamente ragione su tutto e ti ringrazio per avermi fatta rinsavire, ma... - fa una smorfia - Sei il bue che dà del cornuto all'asino. -

- Eh? - rimango di sasso.

- Tra noi due quella che sta tenendo di più la felicità a distanza sei tu. Decisamente. - scuote il capo - E capiamoci, anche se non ne parli mai a fondo, ho compreso il tuo avere alle spalle un passato abbastanza travagliato, però... come hai detto bisogna evitare di farsi frenare dalla paura di una possibile infelicità. -

Che cavolo...

Com'è che, tentando di aiutarla, siamo finite a parlare di me in questo modo?

Che poi... cosa dovrei rispondere?

Davvero le sembra così tanto che io stia tenendo a distanza la felicità?

In fondo è proprio per riappropriarmi di un po' della serenità perduta se sto collaborando col Principe Lionel, per smascherare mio zio.

Cosa che però, ovviamente, lei non sa.

Quindi, a pensarci, dal suo punto di vista la preoccupazione che leggo nel suo sguardo non è così assurda.

Per questo è meglio chiarire come posso, la faccenda.

- Non è come credi. A volte, per arrivare al traguardo, bisogna fare il giro largo. - le sorrido.

Vedendola stranamente storcere il naso.

- Ma che stai dicendo? - aggrotta la fronte - Il traguardo è ad un palmo da te. Cotto a puntino. Innamorato perso. Già adesso. Motivo per cui non hai alcun bisogno di prendere la strada lunga. -

- Aspetta... cosa? - arretro d'un passo.

- Non fingere di non capire. - mi punta contro un dito - Non so chi o cosa ti ha fatta soffrire così tanto, in passato, ma continuare ad ignorare i segnali che quel povero ragazzo ti sta mandando... è abbastanza "crudele". E non solo per lui, ma pure per te. Stai negando ad entrambi la possibilità di vivere la felicità delle felicità. - sospira - Che poi... non capisco il perché di tutto questo. Credi forse che lui possa farti del male? Eppure hai sempre parlato fin troppo bene di lui, pure nei momenti peggiori. -

Oh buon cielo!

Lei si riferiva a questa situazione, non ad altro.

Me lo sarei dovuto aspettare, dato il soggetto, solo... ho erroneamente pensato si riferisse allo sguardo cupo che mi ha visto addosso spesso.

Sguardo che l'ha spinta a cominciare a chiamarmi, in tono giocoso, "donzella malinconica" nel tentativo di strapparmi qualche sorriso e di riportarmi a pensieri più sereni.

Invece... lei parlava della mia vita amorosa.

Vita che, a quanto pare, le sembra avere un freno posto proprio da me.

Quando quella che dovrebbe realmente frenare, soprattutto le fantasticazioni, è lei soltanto.

- Aline, frena. - alzo le mani tra noi - La mia frase era riferita ad altro. Perché, al momento, ho pensieri più importanti per la testa. -

- Non può esserci nulla di più importante. - dissente completamente.

- C'è. - sospiro - Comunque... anche se così non fosse, non so di che segnali tu stia parlando. Perché quelli che ricevo io sono tutto fuorché chiari. -

- Sono poco chiari davvero o sei tu che ti imponi di percepirli in maniera confusa? Perché c'è una bella differenza tra le due. - incrocia le braccia, inarcando un sopracciglio.

- Perché dovrei confondermi da sola? Mica mi diverte, anzi. - sbuffo, tornando a camminare verso le lavanderie - Ho idea tu stia ricominciando a vaneggiare. Per questo credo sia giunto il momento di tornare a lavoro, no? -

- Ed eccola che scappa di nuovo dalla felicità. - brontola, affiancandomi - Quando si è innamorati ci si sente spesso confusi. Ogni frase o parola dell'altro può essere interpretata in mille modi diversi. Il che porta, soprattutto le persone dal passato sofferto o quelle insicure, a darsi la zappa sui piedi in maniera inconscia. Pertanto, concludo dicendoti questo: devi smettere di credere che l'universo sia contro di te. Inizia ad aprire gli occhi, perché ciò che cerchi potrebbe essere più a portata di mano di quel che pensi. -

- Ma io non... - mi zittisce, scuotendo il capo - Non ho bisogno di altre giustificazioni. O di qualunque cosa tu fossi intenzionata a dirmi. È la tua vita e devi fare i conti tu con ciò che desideri e ciò che ti spaventa. Le mie parole non erano atte a giudicarti o peggio, solo... mi piacerebbe vedere sempre meno la donzella malinconica. E qualcosa mi dice che, perché ciò succeda, serve dar spazio ad un certo ragazzo dai segnali non così confusi. - chiude il discorso.

Senza darmi modo di dire altro.

Lasciandomi così interdetta fin nel profondo.

Con la testa affollata da ancora più pensieri di quelli che già avevo.

Per quanto io ne dica, Aline non ha tutti i torti.

Razionalmente parlando è giusto il mio voler risolvere la questione con quel mostro, prima di pensare ad altro.

Dichiararmi al Principe Lionel, senza aver ancora sistemato i miei casini, lo metterebbe in difficoltà. Pure più di come già ce l'ho messo affidandomici.

Eppure... tutto ciò, in parte, mi pare solo una grandissima scusa.

Sto tergiversando per paura.

Il rapporto che si è instaurato tra noi in questi mesi è qualcosa di davvero speciale per me.

Pertanto, non posso non chiedermi che succederebbe in caso mi azzardassi a desiderare di più.

Aline dice che i suoi segnali non le sembrano confusi come li percepisco io, ma... che sia davvero così?

Sono io che mi faccio pare inesistenti?

Lei non è l'unica a crederlo innamorato di me, però...

Non lo so.

Ah...

Che dovrei fare?

Se solo avessi modo di chiarirmi un po' le idee, tutto sarebbe più facile.

Perché insomma, ammetto di aver avuto alcuni momenti con lui capaci di farmi credere alla possibilità d'arrivare ad un noi, eppure...

Sono ancora qua.

A vacillare.

Forse ha ragione Aline.

Sto tenendo a distanza la felicità.

Non perché temo che il moro mi faccia soffrire, ma per paure ben più profonde.

Amare qualcuno può essere spaventoso.

Più ci si rende conto di quanto tale persona sia preziosa per noi, più si ha paura di perderla.

E non mi riferisco ad un'eventuale rottura, ma a qualcosa a cui non c'è rimedio.

In alcun modo.

La morte.

Già...

Ora ho compreso cos'è che mi bloccava.

Ciò che mi tirava indietro, spingendomi a negare e negare ancora.

Dopo la perdita dei miei genitori, gli affetti a me rimasti hanno assunto tutta un'altra importanza.

Ho realizzato a pieno cosa significa amare qualcuno che, anche volendo, non potrai mai più vedere.

E consapevole di ciò mi sono sempre tenuta ben a distanza dall'ultimo passo. Quello che mi avrebbe condotta al punto di non ritorno col Principe.

Perché un amore così grande non l'ho mai provato in vita mia.

Cosa che mi terrorizza fin nelle viscere.

È come una montagna russa.

A tratti mi sento felice al punto da poter toccare il cielo con un dito, ma poi... tutto torna a galla, gettandomi negli abissi più profondi.

Se decidessi di dichiarare il mio amore, come finirebbe la cosa?

Per assurdo, ora come ora, un rifiuto sarebbe la più rosea delle prospettive. Visto cosa mi porterebbe un amore corrisposto.

Che dico...

Sono già fregata, da quel punto di vista.

Che io sia ricambiata o meno non ha più importanza, oramai.

Il mio cuore è già perso completamente per lui, pertanto... perderlo mi farebbe male tanto quanto perderlo da coppia.

Senza contare le mie parole ad Aline che, a questo punto, stavo inconsciamente rivolgendo più a me che a lei.

Questa paura non mi porterà da nessuna parte.

Se non ad una vita di solitudine.

Per evitare di soffrire di nuovo come quel giorno dovrei segregarmi lontana, da sola. Senza avere mai contatti con qualcuno. Evitando pure gli animali.

Perché la vita ci porta sempre a nuovi incontri, che lo si voglia o meno.

E tali incontri portano con sé legami, i quali non possono venir spezzati nemmeno dalla morte.

Che per quanto sia in grado di allontarci dai nostri cari, non è capace di cancellare la loro esistenza dai nostri cuori.

Inoltre, c'è da dire che sono dell'idea che ogni incontro avviene per un motivo preciso.

Che non è quello di farci soffrire.

Insomma, a volte a causa di alcuni succede, ma... dopo ciò si diventa sempre più forti.

Ed è quello, secondo me, lo scopo finale del dolore.

Come si dice "Ciò che non ti uccide, ti fortifica".

Il che è proprio vero, almeno nel mio caso.

Ne ho passate così tante che oramai ho perso il conto, perciò... basta tergiversare.

Sono stata iperprotettiva nei miei stessi confronti, senza notare la spessa corazza che ho addosso.

Capace di accusare i colpi che la vita ha in serbo per me.

Il mio incontro col Principe Lionel era scritto nel destino, ma non perché lui mi aiutasse con la mia situazione.

Io dovevo incontrarlo.

Dovevo innamorarmi di lui.

Perché lui solo è il mio amato.

Di questo ne sono sicura, anche se mai glielo dirò in faccia.

Sarebbe troppo imbarazzante, senza contare le prese in giro che ne potrebbero derivare.

Però, una cosa che voglio dirgli c'è.

Un qualcosa che, se ne avrò l'occasione, vorrei rivelargli stasera.

Ovvero... il mio puro e sincero amore per lui e lui soltanto.

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