Capitolo XXII

- Il Principe Lionel? - domando, col respiro mozzato.

- Sì. - annuisce - All'inizio puntava al secondogenito, che era il favorito per l'ascesa al trono. Ancor prima dell'ufficializzazione della sua entrata in lizza. Poi però, non so perché, ha cambiato idea decidendo di farle incontrare il Principe Lionel. -

- Forse crede di poterlo manipolare meglio del fratello, vista la pessima fama di cui gode. - serro la mascella, dovendo trattenermi dal correre dentro la stanza dove probabilmente si trova il ragazzo - Ha fatto però male i conti. Il Principe Lionel è una persona magnifica, nemmeno lontanamente vicina a ciò che dicono di lui. -

- Non penso che la cosa gli importi poi molto, ora come ora è più interessato a far accasare la vostra sostituta con uno dei due Principi. Così d'avere qualcuno dalla sua parte a palazzo e, allo stesso tempo, fuori dalla villa. In modo da diventare Duca a tutti gli effetti. -

- Peccato che non si sia reso conto di un punto assai importante. - la guardo seria - Non è detto che la ragazza riesca a far innamorare il Principe di lei. -

- L'ho pensato anch'io, ma sembrava molto sicuro delle carte nelle sue mani. Temo abbia in mente altro di cui non sono a conoscenza... - si scusa triste.

- Non preoccuparti, troverò un modo per risolvere la cosa. Anche se adesso non ho ancora nulla in mente. - mi sento sopraffatta dalle notizie - Piuttosto... non mi hai ancora detto come mai sei qua. -

- Oh, beh... - si liscia nervosamente la gonna - Per accompagnare la giovane. Mi è stato dato il compito di assicurarmi che non faccia gaffe. Dopotutto non è ancora ai vostri livelli, quanto a comportamenti... non è cresciuta come voi. -

- Allora perché non sei con lei? Ma soprattutto... perché ha mandato proprio te? Non teme tu possa domandare aiuto ai sovrani? - ci irrigidiamo entrambe, al passaggio di una guardia. Che salutata con un cenno se ne va per la sua strada.

- Ha mandato me perché sono io quella che vi è sempre stata accanto più di tutti, senza contare che sono anche la persona con cui Séline si sente più a suo agio. -

- Séline è il suo vero nome? -

- Già. - sospira - Per il resto... non teme che io possa tradirlo perché mi ha giurato di ravvalersi su di voi, in caso di passi falsi. Anche se, ad essere onesta, non sono con la ragazza proprio per cercare una soluzione. Stavo girando il castello tentando di pensare a qualcosa quando... vi ho vista. Riconoscerei la vostra figura tra mille, anche se di spalle e con abiti che... siete dimagrita?! - si blocca, afferrandomi per le spalle.

- Ecco... - mi sento sotto accusa, come quella volta quando scoprì che avevo rotto il vaso che papà aveva regalato a mamma.

- Non vi danno da mangiare, in questo enorme castello? - si guarda attorno, infastidita.

- Lena, calmati. - le afferro le mani - Sto riacquistando il mio peso, da quando sono arrivata qua. - confesso.

Decidendo di dire la verità, prima di vederla partire alla carica verso chissà dove.

Pronta a far strage.

- Oh santo cielo... - comprende il significato delle mie parole, tirandomi a sé in un forte abbraccio - Chissà cosa avete dovuto affrontare, da quando avete lasciato casa. Signorina, vi prego... non pensate a noi. Fate il possibile per distruggere quell'uomo. Ora che lavorate qui le mie speranze non sono più sogni quasi irrealizzabili. -

- Lena io... - mi tornano le lacrime agli occhi, mentre la stringo - Non posso rischiare di perdere anche voi. Il mio cuore non reggerebbe. -

- Perché il mio che farebbe, se perdesse voi? Voi siete la mia piccola Principessa. Ed il bene che vi voglio è lo stesso che provo per i miei figli. Non potrei mai sopportare di perdere uno di voi, non dopo ciò che è accaduto ai vostri genitori. - la sua voce spezzata mi distrugge fin nell'anima.

Portandomi a far vacillare la posizione che ero convinta di voler tenere per il resto della mia vita.

- Lena... - singhiozzo - ...ti voglio bene. - mi limito a dire.

Con la testa piena di dubbi.

Colma di paure e rabbia.

Timore di mettere in pericolo i miei cari, di non venir creduta...

Rabbia verso quell'uomo meschino e le ingiustizie che sta perpetrando...

Tentando pure d'ingannare una persona buona e meravigliosa come il Principe Lionel.

Il ragazzo che amo e che non lascerò mai nelle sue grinfie.

Soprattutto adesso che sta ricominciando a vivere davvero.

- Oh, cara... anche... - si blocca improvvisamente.

- Lena? - la chiamo, scostandomi un po' da lei. Vedendola così osservare dietro di me qualcosa.

Un qualcosa che subito la fa raddrizzare sul posto, portandola ad aiutare pure me a sistemarmi.

- Principe. - fa una profonda riverenza, gelandomi.

Impossibilitata a voltarmi, per la sorpresa.

- Mélodie, stai bene? - la voce del moro si avvicina pericolosamente a me. Prima di sentire la sua mano poggiarsi sulla mia schiena.

Questo... dev'essere un sogno.

Il Principe Lionel è con la mia sostituta, non qui con me e Lena.

Eppure... l'espressione sconvolta della donna non lascia spazio ad altre interpretazioni.

Lui è davvero qua.

Conferma che ho non appena il mio viso si volta verso il suo. Chino su di me, che mi guarda con aria preoccupata.

- Mélodie, hai pianto? Ti senti male? - un luccichio di panico attraversa i suoi occhi, facendomi riscuotere.

- Sì e... no. - riesco a rispondere.

- Non capisco. - mi guarda confuso, alzando poi il capo sulla donna.

- Principe Lionel, vi presento Lena. Una persona estremamente importante per me, come fosse parte della mia famiglia. - spiego - Non immaginavo avrei più avuto modo di vederla, per questo... l'emozione ha preso il sopravvento sulla ragione. -

- Oh. - lo sento rilassarsi, prima di vedere il suo viso illuminarsi in un meraviglioso sorriso - È un piacere, Lena. -

- I-Il piacere è mio, Altezza. - si agita, iniziando a fare riverenze su riverenze. Senza un apparente motivo.

- Per un attimo mi sono spaventato. Questa ragazza sa essere estremamente imprevedibile. - ridacchia - Sono felice di sapere che ha avuto modo di rivedere una persona a lei cara. - si scosta da me, facendomi sussultare a causa delle sue dolci parole.

- Mi spiace avervi fatto preoccupare. - mi sento sotto l'attenta analisi di Lena - Ma non posso non domandarmi... che ci fate qua? Non dovreste essere ancora con l'ospite? - realizzo essere solo.

Fortunatamente.

- Oggi in visita c'è pure Julienne, perciò... puoi già immaginare com'è finita. - scuote il capo - Ha rapito la giovane per portarla a giocare con Liliane. Dicendo che servirà per farla sciogliere un po'. -

- E vostro fratello? - domando, percependo sempre più lo sguardo esaminatore di Lena su di me.

Che se ne sta in silenzio ad osservare con dovizia entrambi.

- È impegnato con i nostri genitori. Per questo Julienne è venuta a cercarmi, con Lily. - fa spallucce - Comunque la mia ospite non sembrava dispiaciuta di potersi allontanare da me, pertanto... per ora va bene così, no? - domanda a Lena.

- Eh? Io... - viene colta alla sprovvista.

- La Duchessina è venuta qui con te, giusto? -

- Ah, certo. - stringe la stoffa della sua gonna, per contenersi.

- Credi abbia fatto male a lasciarla con mia sorella e la Marchesina Bellier? -

- Io... non mi permetterei mai di dire una cosa del genere. - si agita, scuotendo il capo.

Confusa come non mai dalla situazione.

- Non ti stava accusando di nulla. - avanzo verso di lei, stringendo le sue mani nelle mie - Era sinceramente interessato a sapere la tua opinione. -

- Certo che sì. - annuisce lui - Julienne è fuggita via con lei e Lily prima che io potessi anche solo realizzare cosa stava accadendo. Per questo volevo sapere il tuo pensiero. Non penso che le due la metteranno in difficoltà, ma... come dire... la Duchessina mi ha dato l'impressione d'essere una persona estremamente timida e pacata. Non vorrei che i caratteri frizzanti delle due la agitassero. -

- Oh, capisco. - si rilassa - È gentile da parte vostra preoccuparvi di una possibile svolta. Comunque penso abbiate ragione... anche se molto timida apprezza avere compagnie femminili. Gli uomini le mettono soggezione. - spiega.

- Ottimo. - le sorride.

- Dovreste però tener ugualmente conto del fatto che siete voi la persona per cui è venuta. - non riesco a frenare la lingua - Vedete dunque di non lasciarla troppo con altri. -

Per quanto io sappia come stanno le cose... non me la sento comunque di fargli fare scarica barile.

Ciò alimenterebbe solo le voci che ancora sono ben salde, sul suo conto.

- Mélodie! - scatta Lena, sbiancando.

Gli occhi fuori dalle orbite, a causa delle parole da me pronunciate.

- Oh, non serve agitarsi tanto. - scoppia a ridere il Principe - Questa Mélodie è una persona molto diretta e sincera. Anche quando preferiresti sentirti dire una rassicurante bugia. -

- P-Principe... - trema la donna - Non so come scusarmi per il suo comportamento. - mi afferra per la testa, facendomi chinare assieme a lei.

- Lena... lasciami. - cerco invano di liberarmi.

- Dovet... devi domandare scusa, prima. - riesce a non darmi del voi, per la primissima volta da quando la conosco.

- E perché mai? - è il Principe a parlare, levando con gentilezza la mano di Lena dal mio capo - Mélodie non ha nulla di cui scusarsi con me. -

- Beh... in realtà non vi ho ancora domandato perdono per quella volta. Quando vi ho svegliato bruscamente togliendovi di dosso le coperte. - ragiono, vedendo la mia cara cameriera perdere tutto il colore del suo bel viso.

Portandomi quasi sul punto di ridere.

Dannazione...

Non dovrei scherzare.

Non in una situazione del genere, ma...

A volte un po' di leggerezza serve. È necessaria come l'aria, per sopravvivere in un mondo così ingiusto.

- Se non ricordo male eri intenzionata a non scusarti, per tale cosa. - sorride divertito.

- Oh cielo...! - Lena si porta le mani al petto, costringendomi ad accompagnarla in giardino.

Aiutata anche dal Principe.

- Dovevate proprio dirlo? - gli domando, facendo sedere la donna su una delle panchine.

- Sei stata tu a tirar fuori l'argomento. - si sforza di non ridere, per poi inginocchiarsi davanti a lei - Lena? - cattura il suo sguardo - Ti devo le mie scuse, per aver giocato con le tue reazioni. Non ho mentito, ma resta il fatto che ti ho agitata per nulla. Mélodie è una ragazza splendida, di cui devi andar fiera. La sua onestà ha fatto breccia nella mia cupa routine, portando alla luce ciò che credevo sarebbe rimasto al buio in eterno. - le parla con dolcezza.

Trafiggendo il mio povero cuore.

Che dolorosamente inizia a sanguinare copiosamente, consapevole d'essere onesto solo la metà di quello che lui crede.

- Principe... - lo guarda rapita - Siete una persona eccezionale. -

- Credo tu sia l'unica a pensarla così. - ridacchia, palesemente in imbarazzo.

Un imbarazzo assai tenero.

- Sbagliate, Lena non è la sola. - i nostri sguardi s'incrociano - Lo sapete. -

Mi trattengo dal forte impulso di accarezzargli i capelli.

Gli stessi che ho sistemato un sacco di volte e che, pertanto, so essere estremamente soffici.

Quanto irresistibilmente ribelli.

- Uhm... dici? - d'improvviso distoglie lo sguardo, rimettendosi composto con un finto colpo di tosse - Mi ha fatto piacere fare la tua conoscenza, Lena. - guarda appena la donna - Anche se avrei preferito poter approfondire di più la conversazione. Mi sarebbe piaciuto sapere come vi siete conosciute e, magari, anche qualche divertente aneddoto di questa particolare ragazza. Dal vostro grado di confidenza deduco che vi conoscete da molto. -

- È così, Altezza. - annuisce.

- Capisco. - le fa un cenno del capo - Ciò significa che, la prossima volta, dovrò essere pronto a farti le giuste domande. -

- La prossima volta? - chiedo confusa.

- Stavo pensando che potresti invitarla alla festa che si terrà qua tra due settimane. Non è inusuale che, oltre ai dipendenti del palazzo, ci siano anche membri delle loro famiglie. E lei è parte della tua, no? - mi sorride.

- Certo che sì. - annuisco.

Sentendo il mio amore per lui crescere d'istante in istante.

- Oh, io... - Lena si alza - Non credo di aver ben compreso la faccenda, ma devo ugualmente rifiutare. Vi sono grata del pensiero, ma non posso permettermi di lasciare la Signorina sola per così tanto tempo. Già solo per raggiungere il castello, e tornare, si impiegano quasi due giorni. Il che è decisamente troppo. - scuote il capo.

- È un vero peccato. - sospira - Vorrà dire che dovrò invitare di nuovo la Duchessina a palazzo, se voglio aver altre informazioni su Mélodie. -

- Potreste anche pensare di chiederle direttamente all'interessata, no? - lo guardo di sottecchi.

- Non credo mi diresti ciò che voglio sapere. - sorride divertito.

- Oh, quindi desiderate venir a conoscenza dei miei punti deboli. - mi liscio la gonna - Delle mie figuracce di bambina, come delle situazioni imbarazzanti che ognuno di noi affronta durante la vita. Beh... fate pure. - chino il capo - Sappiate però che ciò non mi renderà meno insistente, anzi. -

- Non avevo dubbi. - ridacchia, scompigliandomi i capelli - Ora è meglio vada. Come mi è stato detto... non posso lasciare i miei ospiti in mano d'altri per troppo tempo. - ci fa un inchino, per poi avviarsi alla ricerca delle tre ragazze.

Lasciandomi così in mezzo al giardino, coi capelli tutti arruffati ed il cuore in subbuglio.

Quando fa così proprio non lo comprendo...

Senza contare che stavolta eravamo pure all'aperto. Davanti a... Lena.

La quale mi sta fissando come fossi un miraggio.

- Signorina... - guarda sconvolta la schiena del ragazzo, mentre si allontana.

- Sì? - tento di prepararmi a ciò che mi aspetta.

Una serie di domande sul Principe o il tentativo di convincermi a confidarmi con lui?

Una raffica di rimproveri per il mio comportamento o lodi alla gentilezza e dolcezza del giovane?

Di tutto e di più mi passa per la testa, mentre la donna se ne sta ferma. In silenzio.

Un silenzio che mai mi sarei aspettata venir rotto con una frase tanto spiazzante.

- Quel ragazzo... vi ama. -

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