Capitolo XIX

- Sono quasi le diciannove. - gli occhi mi cadono sulle lancette dell'orologio alla mia destra.

Forse il Principe si è fermato a cenare a Villa Tulipe, con suo fratello e suo padre.

Chissà come sta andando tra i tre.

Che abbiano appianato alcune delle divergenze che c'erano tra loro?

Lo spero tanto.

Come mi auguro di riuscire a sostenere lo sguardo del moro, al suo ritorno.

Dopo la conversazione con Aline non sono più riuscita a guardarlo negli occhi.

Quegli occhi così cristallini e meravigliosi d'avermi fatta rendere conto della realtà dei fatti.

A forza d'aver a che fare con un ragazzo del genere sono finita per cadere nella sua intrigante rete.

Una rete che, probabilmente, non è nemmeno consapevole d'aver tessuto.

Il Principe Lionel è il tipo di persona che pensa prima agli altri che a sé.

Il genere di ragazzo disposto a sacrificare tutto, se ciò può aiutare le persone a lui care.

Un giovane incapace di farsi detestare pure quando ci prova.

Che con me ha abbassato le difese.

Tanto da mostrarmi il suo vero io.

Tanto da... farmi prendere una potente, quanto stordente cotta.

Così scombussolante da farmi diventare strana, tutto d'un colpo.

Diamine...

Chissà che avrà pensato, a causa del mio atteggiamento.

È normale creda che ciò dipenda dall'abbraccio, dopotutto tale gesto mica ha aiutato.

Anche se non è stato la causa scatenante del mio atteggiamento.

In ogni caso, qualunque sia la causa... devo ridimensionarmi.

Non posso andare avanti in questo modo e non tanto perché ne risente la mia professionalità, ma... per lui.

Ho ancora stampato bene a mente lo sguardo triste che mi ha lanciato, quando mi ha domandato perché evitassi di guardarlo negli occhi.

Ed ogni volta che penso a ciò... mi sento invadere dai sensi di colpa.

Diamine.

Non posso proprio andare avanti così.

Il punto è... come facevo prima?

Come riuscivo a guardarlo senza sentire il mio cuore tentare la fuga dal petto?

Come mi era possibile parlargli normalmente?

Non me lo ricordo più...

Che due scatole.

Avevo sentito dire che l'amore rende stupidi, ma non credevo fosse così vero.

Insomma, un po' dovevo arrivarci vedendo la testardaggine del Principe Jordan, però...

Non pensavo fosse una legge che colpisce tutti indiscriminatamente.

Ottimisticamente speravo che a me non capitasse, anche perché... nemmeno immaginavo mi sarei innamorata.

Insomma, di pensieri per la testa ne ho già abbastanza.

Non mi serviva aggiungerci altro.

E che altro, cavolo!

Sospirando comincio a girare per la stanza come una trottola impazzita.

Forse dovrei andare a vedere se Camille ha dell'altro lavoro da farmi fare.

Dopotutto oramai dubito che il Principe torni per cena, motivo per cui non ha senso restare ad attenderlo nelle sue stanze.

Anche perché io nemmeno dovrei essere qui, considerando che ho terminato da un pezzo i compiti da svolgere.

Da un po' il ragazzo aveva cominciato già di suo ad essere più ordinato, per poi far sparire quasi tutto il caos dopo il lieto fine tra suo fratello e la Marchesina.

Cosa che mi ha portata ad avere molto meno lavoro da adempiere dentro queste mura.

Eppure... eccomi qua.

In camera sua.

Io nemmeno volevo entrarci.

Sapevo d'avere solo una mensola da sistemare appena, cosa che potevo sbrigare in un secondo momento, ma...

I miei piedi si sono mossi da soli.

Come se desiderassi attenderlo qui, come un cucciolo che aspetta il ritorno a casa del suo padrone.

Buon cielo...

Sto proprio impazzendo!

Cucciolo che aspetta il padrone?

Il mio cervello si sta friggendo, decisamente.

Il che mi fa capire che forse è meglio io vada a prendere una boccata d'aria.

Ne ho davvero bisogno.

Sospirando poggio così la mano sulla maniglia, sentendola abbassarsi per opera d'altri.

Trovandomi subito dopo di fronte al Principe Lionel, di ritorno.

In una scena assai simile, seppur inversa, della prima volta che ho varcato questa porta.

Quando lui per me era solo un lavoro che non ero particolarmente entusiasta di svolgere.

Ah... come cambia le cose il tempo.

Ed io dovrei saperla bene questa verità.

- Mélodie. - mi fa un cenno col capo, arretrando per lasciarmi passare.

- Principe, avete già cenato? Vi porto qualcosa? - non riesco ancora a sostenere il suo sguardo.

- No, ma... il Conte ci ha offerto un rinfresco assai ricco. Troppo, in effetti. Pertanto... credo mangerò appena. -

- Vi porto qualcosa di leggero? O preferite un po' di frutta? -

- Frutta! - esclama - Sarebbe perfetto, grazie. -

- Figuratevi. - annuisco, grata di potermi allontanare.

Ho atteso il suo ritorno come un'anima in pena ed ora che è qua? Scappo via come una saetta.

Uhm...

Così decisamente non va.

- Ah, Mélodie? - mi blocca, facendomi schizzare il cuore in gola.

- Ditemi pure. - deglutisco pesantemente, voltandomi appena.

- Hai il colletto storto. - s'avvicina pericolosamente a me, sistemandolo con una naturalezza che quasi mi ammazza sul posto - Ho visto più volte la capo cameriera rimproverare le tue colleghe per cose di questo genere. Dovresti farci attenzione, anche se... è strana una svista del genere, da parte tua. -

- P-Principe Lionel... - sibilo sentendomi a corto d'aria - Sapete che siamo in corridoio, vero? -

- Oramai ho passato la fase dove desideravo farmi credere un tremendo mostro. - ridacchia.

- Buon per voi. - mi volto nuovamente, rigida come un pezzo di marmo - Sarò subito da voi con la frutta. - riesco a congedarmi sul serio.

Potendo così fuggire da quell'ingenuo e devastante ragazzo.

Che diamine gli è preso?

Il problema non era la sua maschera da caso disperato, ma il fatto che eravamo in uno stramaledetto corridoio!

Luogo libero al passaggio di dipendenti e... reali!

Che sarebbe successo se suo fratello ci avesse visti?

Soprattutto dopo ciò che ha insinuato appena qualche giorno fa.

Certo, era arrabbiato e frustrato, ma...

Quel comportamento gli avrebbe dato conferme di cose non vere, perché insomma...

Io sono la petulante ed insistente cameriera del Principe Lionel.

È improbabile, se non impossibile, che lui possa anche solo cominciare ad intravedermi.

Non che io voglia il contrario... o sì?

No, no.

Non posso.

E non perché, attualmente, i nostri status sono altamente diversi.

Il vero problema è un altro.

Io sono il problema.

Ciò che devo fare è tenere un profilo basso, per evitare casini con quel maledetto.

Affinché lui non si vendichi su Lena e gli altri.

Motivo per cui... non posso mettermi in mostra col moro.

Rischierei solo di far soffrire le persone a me care.

Eppure... solo il cielo sa quanto desidererei potermi avvicinare ancora di più a quel meraviglioso ragazzo.

Quanto vorrei far crollare i miei di muri e confidargli tutto ciò che ho nascosto fin'ora.

- Bah... che vado a pensare? Ragiono come se avessi qualche possibilità con lui. Ma io... sono solo una petulante ed insistente ragazza. - sospiro.

- Chi è il maleducato che ti ha definita petulante ed insistente? Scommetto che si tratta del Principe Lionel, vero? - sussulto, sentendo la voce di Aline alle mie spalle.

- Oh, cielo! Che paura mi hai fatto! - mi porto le mani al petto - Da quanto sei alle mie spalle? - comincio a sudare freddo.

Ha sentito solo l'ultima parte, vero?

- Uhm? Da pochi istanti, perché? - si guarda attorno - Comunque... ascoltami qua, che devo dirti una cosa pazzesca. - mi prende sottobraccio, abbassando il tono ad un sussurro appena percettibile.

- Che c'è? Non ti ho mai vista così circospetta. Dev'essere qualcosa di davvero grosso per farti comportare in questo modo. -

- Non hai idea quanto. - scuote il capo - Della serie che se si scoprisse che ho parlato... verrei certamente licenziata. -

- Allora non credo affatto di volerlo sapere. - mi agito sul posto.

- Oh, eddai. Si tratta del tuo capo, per questo ti ho fermata. Sei l'unica al quale ho intenzione di dirlo. - brontola - Anche se amo ascoltare i gossip sono il tipo di persona che poi se li tiene per sé. -

- Ma se mi hai sempre spifferato tutto quello che sentivi o vedevi in giro. - le faccio notare.

- Questo perché mi fido di te. - inarca un sopracciglio - Sei una persona riservata e gentile, per questo so che a parlare con te non c'è rischio. Guarda che fin'ora sei stata davvero l'unica con cui ho condiviso le mie informazioni. -

- Ho capito, ho capito. - sospiro - Dimmi che hai sentito sul Principe. -

Mentirei a dire che non mi aveva incuriosita già dicendomi che riguardava lui, ma... questo non glielo dirò nemmeno sotto tortura.

- L'altro giorno ho sentito il segretario del Re dire che sabato questo organizzeremo un brunch, per annunciare ufficialmente lo scioglimento del fidanzamento tra il Principe e la Marchesina Bellier. Ma non è questo il punto... - scuote il capo - Sospettavo che si sarebbero lasciati, presto o tardi. Ad essere sconvolgente è ciò che ho sentito dire stasera, per puro caso, dal Re alla Regina. - non riesce a smettere di controllare attorno a noi.

- La stai tirando troppo per le lunghe. Devo andare a portare la cena al Principe Lionel, perciò... va avanti, su. - sono sempre più agitata, dal suo comportamento.

Appena ha nominato il Re mi sono messa sull'attenti.

Che riguardi qualcosa accaduto durante l'incontro di questo pomeriggio?

- Ok, ok. - annuisce - Beh... ho sentito il Re dire a sua moglie di essersi accordato col figlio per un appuntamento. Insomma, hai capito? Questo non è ancora ufficialmente single e già si organizza un'uscita con una nuova spasimante! -

- Questo... - mi blocco per un istante di troppo - Probabilmente è stata una proposta del Re. -

- Da quel che ho compreso, non è affatto così. Anzi. Sembra essere stato il Principe a proporre la cosa. -

- Proprio... lui? - fatico a crederci.

- Sì, ti dico. Lui. - annuisce più che convinta.

Io l'avevo detto di non potergli interessare ed eccone la conferma.

- Capisco. - la guardo appena - Ora devo proprio andare. -

- Eh? Ma... non hai nulla da dire più di ciò? -

- Che vorresti che dicessi? -

- Non lo so... - mi segue - Stai bene? Mi sembri pallida. -

- Sono le luci. - indico la finestra, col cielo di quel triste azzurro grigiastro che preannuncia la fine delle ore di luce solare.

- Uhm... sarà, però mi sembra tu abbia reagito in maniera troppo pacata. -

- Dopotutto non è un qualcosa che mi riguarda, no? - soffro al pronunciare ogni singola parola.

Consapevole di quanto esse siano vere.

- Non sono d'accordo. Da quel che ne sappiamo quella tipa potrebbe diventare la futura Regina. - mi trafigge al cuore - Rendendo ciò anche affar nostro. -

- Stai correndo troppo. - mai l'ho maledetta come in questi giorni.

Da ieri questa ragazza non sta facendo altro che stravolgermi.

- Ok, forse hai ragione. - ridacchia - Comunque sono ugualmente sorpresa. In questi anni non si è mai visto con nessuna, limitandosi per altro ad evitare la sua promessa sposa. Il suo rapporto più stretto, con l'altro sesso, avuto fin'ora è stato quello con te. Per questo mi domando che tipo lei sia, per spingerlo ad organizzare un incontro. Così presto, poi! -

- Chissà... - il cuore mi si stringe dolorosamente in petto.

- Sai... qui lo dico e lo nego... - mi tira timidamente per una manica - Ma da un po' avevo cominciato a pensare a te. Nell'ultimo periodo il Principe aveva iniziato ad emanare un'aura molto meno minacciosa, tanto da spingermi a pensare che tu fossi finalmente riuscita a scalfire la sua armatura di ghiaccio. Quella che l'ha portato a diventare lo scapestrato quasi ripudiato dalla sua stessa famiglia... Per questo... una parte di me si domandava se non potesse esserci un futuro per voi... Dopotutto tu sei l'unica che gli è sempre stata fedele, difendendolo. -

- E con ciò? - la guardo con occhi vuoti.

- Non lo so, ho come l'impressione che tu sia quella che più lo ha a cuore. Ma soprattutto... credo sia lo stesso per lui. - sussulto a tali parole - Una volta mi è capitato di vederlo mentre tornava dalle stalle. Preoccupata mi potesse notare stavo per filarmela quando... l'ho visto fermarsi e fissare un punto preciso, per poi... sfoderare un sorriso che... Mélodie, avresti dovuto vederlo! -

- Probabilmente aveva notato sua sorella. È molto dolce con lei. -

- Che dici? Non mi stavi ascoltando? Non l'ho detto, ma... stava guardando te. Senza ombra di dubbio, visto che c'eri solo tu in quella direzione. -

- Per quel che ne sai poteva anche aver visto uno scoiattolo, dietro di me. - scuoto il capo.

Non deve tirar fuori certe cose senza senso.

Prima distrugge le mie speranze e poi le riaccende a tradimento?

Non si fa così.

- Ma ti prego! Chi guarderebbe uno scoiattolo come lui ha fatto con te? - sbuffa - La sua espressione era così... così... da riuscire a farmi venire il batticuore. -

- Ho idea tu veda tutto roseo, da quanto ti sei innamorata. - cerco di liquidarla - Ora, davvero, devo proprio andare. -

- Fa come vuoi, non credermi se preferisci. - sbuffa - Sta di fatto che so ciò che ho visto e se non te ne ho parlato fin'ora... è solo perché speravo fossi tu a confidarti con me. Tu però non ami parlare di te, nemmeno con chi ti sta vicino. - mi sento punta sul vivo.

- Questo... - blocca le mie parole - Non te ne faccio una colpa, dopotutto è un argomento delicato. Che potrebbe pure costarti il posto, ma... sappi comunque che ci sono, se mai avrai bisogno di sfogarti. -

Il suo sguardo sincero mi colpisce fin nel profondo.

Facendomi sentire sempre più in colpa, per tutte le bugie raccontate fino a questo momento.

La mia storia è folle e complicata, ma questo avrei pure potuto dirglielo.

Dopotutto chissà quando mai lo avrei realizzato senza di lei.

Sospirando l'abbraccio, nel tentativo di scusarmi aggiunto al disperato desiderio di attingere un po' di forza dalla mia energica amica.

- Scusami e... grazie. - mi riprometto di raccontarle, in un secondo momento, di ciò che ho capito. Riguardo i miei sentimenti.

Sentimenti che, alla luce dei fatti, potrebbero restare un qualcosa che mai rivelerò al diretto interessato.

Perché dai...

Se Aline avesse ragione... non avrebbe organizzato un appuntamento con un'altra.

No?

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