Capitolo XIV
- E se provaste a parlare di nuovo con... - vengo interrotta - È la decima volta, questa settimana, che me lo proponi. E la mia risposta è sempre la stessa. -
- Ma Principe... eravate un ragazzino quando provaste a far sciogliere il fidanzamento. Ora potrebbe darvi più ascolto. - insisto.
Dalla festa è passata oramai una settimana e mezza.
Tempo che ho passato a proporre piani su piani, al moro.
Tutti scartati a piè pari.
- Avevo diciott'anni, non ero un ragazzino. - sbuffa, preparandosi per uscire a cavallo.
Hobby che ho scoperto apprezza molto. E che riesce a rilassarlo più di un tranquillante.
Beh... non che io abbia provato a dargliene uno.
- Per un uomo come il Marchese lo eravate eccome. Un ragazzino appena entrato nella maggiore età, che già voleva atteggiarsi da adulto. -
- E come credi vedrebbe ora, quel ragazzino? Un giovane adulto che non vuole prendersi la responsabilità della parola data? - inarca un sopracciglio, sbattendomi in faccia ciò che l'uomo potrebbe pensare della faccenda.
- Anche se è probabile finirebbe per credere questo... perché non tentare? È passata più di una settimana all'entrata in lizza di vostro fratello, eppure nulla è cambiato. Siete ancora il promesso sposo della Marchesina. -
- Vedrai che la situazione si smuoverà presto. Avresti dovuto vedere la sua faccia, quando mio padre ha fatto l'annuncio. - recupera dalla poltrona la giacca che ci aveva posato.
- Mi auguro abbiate ragione. - sospiro, seguendolo fuori - Ricordate che avete un incontro col Visconte Clement alle diciassette e mezza, cercate di tornare per tempo dal vostro giro. -
- Se non lo facessi verresti a recuperarmi a forza, perciò... non temere. - mi liquida, con aria divertita.
Allontanandosi di buon umore.
Un buon umore che non mi convince a pieno.
Che nasconde, dietro i suoi sorrisi, il solito velo di tristezza che gli aleggia in viso da quando ho cominciato a lavorare qua.
Dopotutto... anche se il suo piano dovesse andare in porto, poi che accadrebbe?
Dopo il tanto atteso scioglimento, intendo.
Se tornasse ad essere se stesso rischierebbe d'incorrere in casini d'altro genere.
Primo dei quali la possibilità di far sentire il Marchese uno stupido caduto in inganno.
Per non parlare della sua famiglia...
Se il Principe Jordan lo scoprisse... non voglio nemmeno pensarci.
Fossi in lui mi sentirei terribilmente in colpa, a sapere che mio fratello si è sacrificato per me e la mia amata.
Forse, addirittura, non mi sentirei nemmeno in diritto d'essere felice del risultato ottenuto.
Essendo arrivato grazie a sofferenze d'altri.
Insomma... le brave persone di norma tendono a fare ragionamenti di questo tipo.
Solo gli egoisti non provano nulla ad ottenere ciò che desiderano a discapito d'altri.
Come quell'uomo.
Lui di certo non prova alcun rimorso per quello che mi ha fatto.
Alla fine ho avuto conferma da Aline, sulla sua presenza all'evento.
Come sospettavo non si è fatto scappare l'opportunità di ingraziarsi i sovrani, come ha tentato di far breccia pure nei cuori dei figli.
Col suo solito fare falsamente cordiale, che si fa notare anche a distanza.
Tanto da far intendere subito, alla mia amica, di chi io stessi parlando.
Curiosa ha provato a farmi qualche domanda su di lui, ma essendo lei una ragazza piuttosto interessata al gossip... mi sono vista bene dal raccontarle chissà cosa.
Limitandomi a dirle che lo avevo conosciuto in passato.
Prima di finire a lavorare qui.
Per il ragazzo che, con rispetto e cortesia, mi ha permesso di evitare la festa.
Senza poi pormi domande scomode, nei giorni a venire.
Se ci penso mi sento in colpa.
Io so tutto della sua situazione, mentre lui nulla della mia.
Il che non è affatto corretto.
Anche se... con già i suoi problemi a cui pensare, non trovo giusto sobbarcarlo pure con i miei.
Perché lo so...
Buono com'è finirebbe per tentare d'aiutarmi, ed ora come ora deve pensare a sé.
- Patrick, siamo amici da tanti anni ormai. - una profonda voce maschile attira la mia attenzione.
Quella di qualcuno così in confidenza col nostro Re, da chiamarlo per nome e dargli del tu.
- Che espressione grave hai in volto, cosa ti turba? - li sento allontanarsi.
- Temo di dover venire meno alla parola che ti ho dato anni fa. Mia figlia ha ricevuto una proposta di matrimonio, a cui non so se voglio dare un rifiuto. - sussulto, a tali parole.
Finendo così per fare qualcosa che mai avrei creduto d'aver il coraggio d'osare.
Origliare.
Trovandomi a scoprire una realtà scioccante, che il Principe Lionel non si sarebbe mai potuto nemmeno lontanamente immaginare.
Sconvolta vado così a cercarlo, per riferirgli ciò che sono a venuta a sapere.
- Non credo sarà di ritorno prima di un'ora. Mi pare di averlo sentito parlare col cavallo, dicendogli che gli avrebbe fatto fare un giro fino al laghetto. - mi rivela uno degli addetti alle stalle.
- C'è un lago, nella proprietà? - la cosa mi distrae, per un istante - Lasci perdere, non è importante. Piuttosto, quanto dista da qua? -
- A piedi quasi un'ora. A cavallo... dipende se si vuole prendersela comoda o no. Il Principe Lionel è via da oramai mezz'ora, ma sembrava volersela prendere con calma. Per questo sono dell'idea starà via ancora per un po'. -
- Capisco. - serro i denti, consapevole di dover attendere - La ringrazio, potrebbe farmi avvertire quando tornerà? -
- Certamente. È fuggito di nuovo dal suo lavoro, vero? - ridacchia.
- No. Devo solo riferirgli una cosa. - ribatto secca, tornando da dove sono venuta.
In ansia passo dunque il resto del tempo a sistemare, riordinare, rassettare... continuando costantemente a tenere d'occhio l'orologio.
In attesa.
Sull'attenti.
Fino al momento del ritorno del moro.
Dopo essere stata avvisata mi sono diretta alla sua camera.
All'inizio pensavo di braccarlo direttamente sceso da cavallo, ma...
Anche se agitata urge discrezione.
Il Re ed il Marchese sono stati imprudenti a parlarne tra i corridoi, ma io non farò lo stesso errore.
- Principe, la stavo aspettando. - quasi gli finisco addosso, per lo slancio avuto vedendolo varcare la soglia.
- Che ti prende? Sono in super anticipo per l'incontro che devo avere. Ho pure tutto il tempo che voglio per farmi una doccia della durata che preferisco. O addirittura un bagno. - ride, porgendomi la giacca da lavare.
- Sì, avete ragione. Infatti non è questo, devo dirvi una cosa. -
- Ok, ma puoi stare ferma? Mi stai mettendo ansia con tutto questo scalpitare. - poggia le mani sulle mie spalle, facendomi rendere conto che mi stavo molleggiando sul posto.
- Voi non capite... - scuoto il capo - Ho sentito per caso un discorso che... - le mie parole vengono interrotte.
All'improvviso la porta della stanza si spalanca con un colpo.
Dalla quale entra il Principe Jordan, con un'espressione che mai pensavo gli avrei visto in volto.
Confuso quanto me, il fratello si volta verso di lui, ma prima di riuscire anche solo a pronunciare una sillaba... viene afferrato per il colletto della camicia.
- È tutta colpa tua! - ringhia il castano, col volto contratto dalla rabbia.
- Jordan, ma che diavolo ti prende? Di che parli? - rimane di sasso l'altro.
- Se ti fossi preso le tue responsabilità fin dall'inizio non si sarebbe arrivati a tutto questo. Io... non ho parole! E dire che un tempo guardavo a te con ammirazione. - lo strattona, facendomi scattare nervosamente verso i due.
- Principe Jordan, vi prego. Lasciatelo. - cerco invano di levarglielo di dosso.
Mentre il moro lo fissa sempre più confuso, senza difendersi in alcun modo.
- Che c'è? Perché mi guardi così? - mi ignora - Oh, logico. Tu ancora non lo sai. Dopotutto... non partecipi mai agli incontri col padre di Julienne. -
- Quindi si tratta di lei? - si raddrizza, staccando le mani del fratello dal suo colletto.
- Ma non ti fai schifo nemmeno un po'? - lo guarda con disgusto.
I pugni serrati lungo i fianchi.
La mascella contratta.
Gli occhi colmi di rabbia e delusione.
- Mi risulta difficile risponderti, senza sapere di cosa stai blaterando. - si sistema, tentando di non dar a vedere quant'è teso a causa di tutta questa situazione.
- Blaterando? Te lo dico di cosa blatero. Di Julienne! Che finirà per dover sposare uno che conosce appena, a causa tua! - avanza di nuovo verso di lui con fare minaccioso, fermato solo dal mio corpo.
Che istintivamente si frappone tra i due.
- Principe, per cortesia... - nemmeno mi guarda.
- Sposare uno che conosce appena? - ripete il moro, alle mie spalle - Anche se suo padre decidesse di sciogliere il fidanzamento, non si arriverebbe mai a qualcosa del genere. -
- Peccato che il tuo "mai" sia diventato "la prossima settimana". Sembra che il figlio di un Duca, del Regno di Daimana, si sia innamorato di lei a prima vista. Cosa che l'ha spinto a farle molte avances, cominciate mesi fa. Portando così il Marchese a prendere in considerazione la proposta, a causa del tuo comportamento vergognoso. Fino ad oggi, quando si è presentato a nostro padre per avvisarlo della sua intenzione di sciogliere il vostro fidanzamento, per accettare il corteggiamento dell'altro. - gli spiega.
- Questo è... folle! - l'espressione del Principe Lionel muta.
Il panico che comincia ad impossessarsi del suo sguardo. Realizzando quanto la realtà che gli si sta prospettando davanti è ben diversa da quella preventivata.
Facendogli crollare addosso le certezze su cui si era aggrappato per tre anni.
Le sicurezze che lo avevano spinto a proseguire pur nel dolore.
- Folle come il tuo atteggiamento! - ringhia l'altro - Sei stato tu a dare il consenso a nostro padre, quella volta. Poi col passare del tempo hai cominciato a tirarti indietro come un codardo. Che c'è? Forse ti spaventava la prospettiva di vivere con una donna che ti amava? Preferivi un matrimonio come quello che, adesso, attende Julienne? -
- Quante volte dovrò ripetertelo... Julienne è te che ama! - stavolta è il moro a reagire con evidente nervoso.
Mentre ancora mi trovo tra i due fuochi.
Intimorita da ciò, ma consapevole di non potermi muovere.
Se solo lo facessi...
Solo il cielo sa cosa potrebbero farsi questi due.
Soprattutto il più giovane all'altro.
- Come diavolo fai ad essere così cieco? Me? Ma da quando? Dove? Abbi la decenza d'inventarti una scusa migliore, per la tua vile ritirata. -
Vile?
La parola mi colpisce come uno schiaffo.
- Principe Jordan, state esagerando. -
Se solo sapesse cos'ha fatto suo fratello per lui, in tutti questi anni.
- Voi non... - una mano si poggia sulla mia spalla, zittendomi.
Salda, ma tremante mi tira indietro dicendomi chiaro e tondo "Non parlare oltre", senza bisogno di pronunciare mezza parola.
Portando, però, così il Principe Jordan a posare lo sguardo su quel gesto.
Con fare piuttosto sospetto e... acido.
- Sai cos'è che mi fa più rabbia? - alza gli occhi in quelli del fratello - Ho passato gli ultimi anni a cercare di capirti. A trovare una spiegazione del tuo folle cambiamento. A tentare di farti tornare quello di una volta, poi... arriva lei e... voilà. La situazione comincia a smuoversi, facendo intravedere un pezzetto del fratello che tanto ammiravo. In soli due stramaledetti mesi, appena. - avanza - E più ci penso meno comprendo... come c'è riuscita? Ti ha soggiogato in qualche modo? O sei tu ad aver fatto un accordo di qualche tipo? -
- Come, prego? - mi gelo sul posto, vedendolo finalmente posare gli occhi su di me.
Per davvero.
- Sappi che se ti ha fatto qualche promessa... non devi credergli. È bravo a tirarsi indietro, quando le cose iniziano a farsi serie. Spero almeno, per te, che non ti sia compromessa troppo. - quasi mi guarda con pietà.
Portando il gelo in me a diventare fuoco vivo.
Lava pura nelle mie vene.
Ed è lì che qualcosa in me scatta.
Alla mente mi tornano le parole di mia madre e di Lena, quando mi spiegarono quanto la calma può distruggere più della bufera.
Avanzando mi piazzo così nuovamente di fronte al castano.
D'altezza mi supera quasi di venti centimetri, ma giuro...
Tanta è la furia quieta in me da farmelo sembrare molto più piccolo.
Anche se spaventato per la sua amata non dovrebbe sparare tante cattiverie gratuite.
- Principe. - punto lo sguardo nel suo, vedendolo reagire sorpreso. Quasi intimorito - Vi sarei grata evitaste di fare certe insinuazioni sul mio conto. Le calunnie sono assai sgarbate oltre che inadatte alla vostra posizione. Prima di fare certe meschine insinuazioni dovreste almeno avere uno straccio di prova. - pondero con attenzione tono e cadenza del discorso - Detto questo, sarebbe cortese anche che la smetteste di parlare in tale maniera a vostro fratello. Non perché è più grande di voi, ma per il semplice fatto che non avete compreso nulla di lui. Vi siete creato una vostra spiegazione, avete fatto le vostre supposizioni... senza avere la conferma. Anche se... ora come ora non è questo ciò che conta. -
- E cos'è che conta, allora? - tentenna.
La convinzione nei suoi occhi vacilla.
- Voi cosa provate per la Marchesina Julienne? E guai a voi se vi azzardate a rispondermi che lei ama vostro fratello. - lo fulmino - Pure un cieco si renderebbe conto di quanto ciò è lontano dalla realtà. -
- Oh, certo. Ora ho capito. - in volto gli sorge un sorriso isterico - Ha convinto pure te di questa assurda idiozia, ma... Julienne non ama me. -
- E se invece vi amasse? Ho visto come vi guarda ed io non sono di parte come voi o vostro fratello. -
Schiude la bocca, incerto su cosa rispondere.
- Ti garantisco che... - lo blocco - Dite ciò che volete, ma sappiate che continuare a scaricare la vostra frustrazione su vostro fratello non vi porterà a nulla. Invece di comportarvi in questa maniera, venendo a prenderlo per il colletto... perché non correte dove il vostro cuore desidera andare? Andate a fermare il nuovo fidanzamento. Urlate al Marchese i vostri sentimenti per sua figlia. Prendete, per una buona volta, la situazione in mano invece di guardare vostro fratello perdere colei che voi avete sempre amato. -
- Ma io... -
- Preferite forse lasciare che le cose proseguano in questo modo? Continuate a dire che è impossibile che la Marchesina sia innamorata di voi, ma... lo avete mai sentito dire direttamente da lei? No? Allora andate. È meglio lottare e perdere che star in disparte a guardare ciò che ci è caro venirci portato via. Qua si rischiano i sentimenti, non le vite. E potreste finire per scoprire realtà a cui mai avevate pensato. - lo vedo, finalmente, cambiare espressione.
La postura che si raddrizza.
Lo sguardo determinato, serio, innamorato.
In un attimo tutta l'atmosfera della stanza muta, mentre lui si volta.
Uscendo dalla porta.
Di corsa.
Andando verso quell'amore che aveva tenuto chiuso in un cassetto per troppo tempo.
Preparandosi ad affrontare i suoi sentimenti.
Come mai fatto prima.
Per lei.
Per sé.
Per loro.
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