Capitolo VIII
- Mélodie, hai sentito le voci che girano? - vengo accalappiata da Aline, poco prima dell'inizio del mio turno.
- Di che parli? Spero non siano altri pettegolezzi sul Principe Lionel. Sai che non do retta a certe dicerie. - sospiro, cercando di svegliarmi completamente.
A giorni ci sarà un'importante festa con ballo, a palazzo.
Motivo per cui in questi giorni sto correndo come una pazza, per stare dietro al mio capriccioso capo.
Capo che, per quanto si sia un po' sciolto, non ha ceduto riguardo molti dei suoi paletti.
Uno dei quali è quello di continuare a comportarsi da testardo, fuori dalle mura delle sue stanze.
E dire che poco più di due settimane fa ero così fiduciosa.
Mi immaginavo già a vederlo di nuovo normale alla festa.
Facendo così sconvolgere la sua famiglia e sbalordendo Camille.
Invece... di progressi ne ho fatti molto pochi.
Ad esempio, ancora non sono riuscita a farlo mangiare con la sua famiglia.
O a farlo andare a lavorare nello studio.
E oramai sono qua da quasi un mese e mezzo, diamine!
Eppure... Camille è contenta.
A detta sua si notano dei miglioramenti, il che non è errato, ma... ho idea che la sua gioia sia dovuta più al fatto che è da un po' che non deve preoccuparsi d'assumere nuova gente per il Principe. Più che per l'aver riscontrato dei cambiamenti significativi nel comportamento di Sua Altezza.
- Uhm... sì e no. - Aline mi riporta al sé.
- Che vuoi dire? - la guardo storto.
- Sapevi che la festa che si terrà a breve... - abbassa il tono di voce, guardandosi attorno. Per assicurarsi di non essere ascoltata da altri - ...non è altro che una sorta di presentazione del Principe Jordan come concorrente al trono? -
- Come, prego? - mi gelo sul posto.
- Sì. Un tempo tutto il regno, famiglia reale compresa, era contento all'idea d'avere il Principe Lionel come futuro sovrano, ma visto il recente andazzo... il Re sta organizzando una presentazione ufficiale, per il secondogenito. - annuisce.
- Vuole quindi estromettere il Principe Lionel dal titolo di successore? - il cuore mi si stringe in petto.
Non è giusto.
Non per come stanno le cose in realtà.
- Non credo. Ho idea voglia più che altro placare gli animi di molti del popolo. Che si parli di nobili o cittadini comuni... ce ne sono tanti che stanno sparlando del Principe, ritenendolo indegno del trovo. Per questo penso che il Re voglia solo far capire loro che, in caso, c'è chi è pronto a prendersi carico di certe responsabilità. Con impegno e serietà. -
- E il Principe Jordan che pensa di ciò? Se lui non volesse il trono? - comincio a torturarmi le mani con agitazione.
Perché la sua famiglia lo sta mettendo da parte?
Come possono, proprio i suoi genitori, non essersi accorti che la sua è tutta una farsa?
Gli è più comodo ignorarlo che cercare di risolvere il problema?
Ah... detesto questa situazione, ora più che mai.
- Non ne sono certa, ma considerando come sono i nostri sovrani... sono dell'idea che ne abbiano parlato con lui, prima di decidere tutto ciò. Comunque... perché sei così tesa? Pure io mi sento più tranquilla a sapere che il Principe Jordan è disposto a prendersi carico del regno al posto di suo fratello. - mi guarda sconcertata.
- Questo perché ti fermi ad osservare solo ciò che c'è in superficie. - punto lo sguardo irritato e serio nel suo.
Per poi voltarmi di scatto, per andare dal mio capo.
- Mélodie! - mi chiama Aline, senza avere mia risposta.
Non ho tempo per ribattere ulteriormente al suo discorso.
Devo raggiungere il Principe.
Urge un chiarimento, perché... lui lo sapeva.
Con passo svelto mi dirigo alle sue stanze, finendo per entrare senza bussare.
Dirigendomi alle finestre ne apro le tende con uno scatto.
La luce improvvisa subito aggredisce i miei occhi, facendo rigirare il Principe nel letto.
Con un mugugno.
Irritata gli levo le coperte di dosso, lasciandolo in pigiama senza tante cerimonie.
Di norma lo sveglio sempre a modo, ma non oggi.
Nella mia mente stanno turbinando tutte le frasi da lui sentite in queste ultime settimane.
"Sono consapevole del fatto che sarà una festa importante."
"Pure uno come me si comporterà a modo, ad un evento del genere."
"Non metterò in imbarazzo nessuno, in una serata tanto di rilievo."
E molte altre che avevo travisato fino a poco fa.
Pensavo che, il suo atteggiamento, dipendesse dalla consapevolezza che l'evento avrà come ospiti quasi tutti i nobili del regno di Lys, oltre alcuni dei regni limitrofi.
Invece... a preoccuparlo era altro.
Il suo obbiettivo era di non far sfigurare il fratello.
- Principe, è ora d'alzarsi. - esordisco con tono secco, vedendolo portarsi il cuscino sopra la testa.
- Lasciami in pace. Oggi non ho impegni prima delle nove e ieri sono andato a dormire tardi per terminare del lavoro arrivato all'ultimo. -
- Ditemi che mi sono sbagliata. - serro le labbra, frustrata - Voi in realtà non lo sapevate, vero? -
- Ah? - si leva il cuscino dalla faccia, osservandomi con occhi tanto stanchi quanto confusi - Di cosa stai parlando? -
- Della festa che si terrà al castello tra quattro giorni. ‐
- Mélodie, puoi essere più chiara? Sono ancora sottosopra per il brusco risveglio che, per la cronaca, è stato folle pure per i tuoi soliti standard. - si siede sul letto, scompigliandosi i capelli.
- Dovete solo ringraziare che non vi ho tirato giù a forza, dal materasso. -
- Addirittura? Si può sapere cos'è che ti ha fatta inviperire così tanto? - il mezzo sorriso che aveva sulle labbra si trasforma in una smorfia di perplessità.
Vorrei essere più pacata, mi è stato insegnato come esserlo anche in momenti del genere, ma...
Più cerco di ricordare gli insegnamenti ricevuti meno riesco a riportarli alla mente, tanto sono indispettita.
Proprio mi è impossibile mantenere la calma.
- Siete consapevole del fatto che, la festa, è per annunciare la concorrenza al trono del Principe Jordan? - confesso tutto d'un fiato, ricevendo come risposta un'occhiata assai inequivocabile.
Lo sapeva... per davvero.
- Sì, con ciò? Al raggiungimento della maggiore età di Liliane pure lei entrerà in lizza per l'ascesa al trono. Se ciò sarà parte dei suoi desideri. - distoglie lo sguardo dal mio, assumendo una postura più di difesa.
- Sono conscia del fatto che ogni Principe, interessato a regnare, ha ugual diritto di farsi scegliere dal popolo e dagli attuali sovrani, ma... a voi va bene così? -
- Perché non dovrebbe? -
- Fino a tre anni fa eravate così convinto di voler diventare il nuovo Re. Come potete, ora, essere così indifferente? Non avete pensato che, magari, vostro fratello non è veramente interessato a succedere vostro padre? -
- Jordan sa rifiutare ciò che non desidera. E poi non trovi sia più corretto così? Di norma il trono va a colui o colei che, oltre a vantare le giuste capacità, mostra pure interesse nei confronti del regno. Certo, in molti casi sono stati i primogeniti a diventare sovrani, ma sono documentati anche regnanti che erano secondi, terzi o addirittura quarti. Questo ovviamente espandendo il mio discorso anche ai regni vicini. - continua a non guardarmi - Ma tornando a Jordan e me... ci sono altrettante documentazioni di più figli interessati all'ascesa. E come saprai, in tali casi si va a scegliere chi è più amato dal popolo o chi, secondo il Re e la Regina, è più adatto. -
- E a voi sta davvero bene, questo? - insisto, cercando invano un contatto visivo.
- Ancora questa domanda? Dico, hai ascoltato una parola di ciò che ho detto? - sbuffa.
- Ho assimilato con attenzione ognuna delle parole da voi pronunciate. - stringo le mani sulla stoffa della mia gonna - E nessuna dava la risposta alla domanda da me posta. È come se voleste farvi soffiare il trono dal Principe Jordan, ma se davvero non foste interessato ad ascendere vi sareste limitato a rinunciare ai vostri diritti. Senza tutto questo assurdo giro. -
- Si può sapere che ti prende oggi? - si alza andando verso il bagno - Parli come se io avessi dato a vedere di voler diventare Re, ma... quando mai? È un impegno che richiede troppo lavoro. Jordan è molto più adatto di me a quel ruolo e vedrai che anche il regno se ne renderà presto conto. -
- Ripetetemi tale discorso guardandomi negli occhi, se ne avete la forza. - il nervoso cresce sempre più in me - Inoltre... più adatto di voi? Certo che sì, in fondo è facile vincere contro qualcuno che nasconde la propria indole per dar il via libera all'altro. -
- Dovresti tenere a freno la lingua. - si volta verso di me, per la prima volta.
Guardandomi con uno sguardo carico di tristezza, più che di rabbia.
Dando la conferma ai miei dubbi.
- E se vostro fratello si rendesse conto del fatto che vi state comportando così di proposito? - avanzo verso di lui - Non credete che ciò lo ferirebbe? Fossi in lui vorrei competere con voi in maniera leale. - il mio tono si addolcisce.
Se tutto ciò è nato dalla voglia del Principe Lionel di avverare i desideri del fratello... perché non parlarne direttamente con Jordan?
Entrambi sono persone ragionevoli, in cuor loro.
Motivo per cui credo fermamente che sarebbero riusciti a trovare una soluzione, con un vero dialogo.
- Credi di aver compreso come stanno le cose, ma sei ben lontana dalla verità. Fosse tutto nato per il trono... le cose sarebbero state molto più facili. - i suoi occhi si fanno ancora più tristi - Ora, se vuoi scusarmi... merito una bella e lunga doccia. Per starmene un po' lontano dai tuoi attacchi. -
E senza aspettare la mia risposta si chiude a chiave dentro il bagno.
Come temendo che io gli corra dietro pure in tale luogo.
Il che per un folle attimo mi era pure passato per la testa, ma alle sue ultime parole le riflessioni hanno cominciato a vorticarmi per la mente.
"Fosse tutto nato per il trono..."
Dunque... non c'è solo quello.
Anche se ciò sembra essere parte del problema.
Dell'altro lo preoccupa, qualcosa di più importante, ma sempre legato a suo fratello.
Diamine!
Vorrei poter entrare nella testa di questo testardo moro.
O almeno mi piacerebbe saper leggergli nel pensiero.
Che due scatole...
Tutto ciò è così frustrante.
Vorrei aiutarlo, ma senza avere più dettagli non ho nemmeno idea da dove cominciare.
- Principe, vado a prendervi la colazione. - sospiro in fine, avvertendolo.
Forse dovrei seriamente cominciare a far domande in giro.
All'inizio ho ceduto ad alcune mie curiosità, chiedendo di lui ai miei colleghi, ma già al termine dei primi giorni avevo smesso completamente di farmi raccontare da altri la sua vita.
Speravo sarebbe stato poi lui stesso a parlarmene, però a parte rivelarmi qualche allegro aneddoto della sua infanzia, non si è mai sbottonato oltre.
Certo, pure tali racconti mi sono stati utili al fine di comprendere certe verità, ma resta il fatto che le cose cruciali erano ben altre.
Fatti che fino a poco fa non aveva nemmeno mai menzionato di striscio.
A pensarci dubito quindi che altra gente sappia come stanno le cose, ma... che dovrei fare?
Non sopporto di vederlo in questo stato.
Già ho dovuto reggere il furto della mia casa, le minacce ai miei cari, i soprusi di un parente falso come un lingotto di ferro arrugginito placcato d'oro...
Non credo di poter stare a guardare pure tutto questo.
Il Principe Lionel non merita ciò, anche se è farina di un suo assurdo e contorto piano.
Lui, forse, al contrario di me ha la possibilità di salvarsi da un destino ingiusto.
Solo... devo capire come fare ad aiutarlo.
- Principessina Liliane, dove state andando? - una voce, alle mie spalle, attira la mia attenzione.
- Oggi farò colazione con mio fratello Lionel. Ho deciso. - la piccola guarda con serietà la cameriera di fronte a lei.
- Non potete, lo sapete... - viene interrotta - Ho letto gli appuntamenti della giornata, nell'agenda di papà. Lionel è libero fino alle nove. -
- Capisco, ma... sono certa abbia altri impegni. I vostri fratelli sono molto occupati, lo sapete. Soprattutto in questi giorni, a ridosso della festa. -
- Jordan però trova sempre del tempo per stare con me. - si trattiene dal gonfiare le guance rosee.
Chissà quante volte le è stato rimproverato, tale gesto.
Eppure ciò la renderebbe solo più carina, perché tutto di lei si può dire tranne che sia una bimba capricciosa.
In questo mese e mezzo l'ho vista spesso per il palazzo e mai una volta mi ha dato l'impressione di essere una ragazzina viziata.
Ed a conferma di ciò ho pure i molti complimenti che i miei colleghi riservano alla piccola Principessa di quasi sette anni.
- Principessa... - la donna con lei non sa più che dire, limitandosi a guardarla in difficoltà.
Spingendomi così a fare una scelta assai azzardata.
- Principessa Liliane, scusate l'intromissione. - le faccio una rapida riverenza - Sono Mélodie, la cameriera personale del Principe Lionel. -
Al che i suoi grandi occhioni color cielo terso si puntano su di me, prima di farsi estremamente diffidenti.
- Sei qui per conto suo? Non mi vuole vedere? - sembra farsi ancora più piccina di com'è, sfoggiando un'espressione assai triste.
- Veramente passavo per caso. Stavo andando a prendere la colazione per vostro fratello. - mi si stringe il cuore, a vederla così - Perché pensate non voglia vedervi? -
- Perché non vuole mai passare del tempo con me. E lo so che non è perché è occupato col lavoro. - punta lo sguardo a terra, stringendo le manine sulla stoffa della gonna.
Ah... che diamine.
Principe, ma che cavolo combinate?
Come potete mettere in mezzo pure la vostra dolce sorellina?
- Siete sicura non voglia passare del tempo con voi? Glielo avete mai domandato? -
- No, perché non riesco mai a parlarci. -
- Allora... che dite di venire con me alle sue stanze? Ma prima credo sia il caso domandiate il permesso ai vostri genitori. - propongo, vedendo la mia collega sbarrare gli occhi.
In un disperato tentativo di dirmi, con lo sguardo, che la mia è una pessima idea.
- D-Dici davvero? Posso venire con te? - la piccola s'illumina, costringendomi a resistere all'impulso d'abbracciarla.
- Certo, ma prima dovete andare dai vostri genitori. Io mi farò trovare qui tra dieci minuti, con la colazione per voi e per il Principe. - le sorrido.
- Ok, vado subito. - saltella sul posto, prima di correre via lungo i corridoi. Con a seguito la donna che era con noi.
Che bambina adorabile.
Non riesco a capire come sia riuscito, il Principe, ad evitarla per così tanto.
Ora però dovrà farci i conti.
Per quanto abbia da ridire non può continuare a far credere certe cose alla sua sorellina.
Non è giusto per nessuno dei due.
Senza contare che la sta mettendo in mezzo ad una faccenda che sembra non riguardarla.
Ed a questo dovrà porre rimedio.
Oggi stesso.
Che lo voglia o meno.
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