13.
Poter dividere di nuovo il letto con lei, e sapere di trovarla a casa ogni volta che rientro, mi fa sentire completo e appagato, sicuro che per la prima volta nella mia vita sto facendo la cosa giusta.
Sfioro la sua schiena nuda, facendo scivolare delicatamente le dita fino a raggiungere le sue adorabili fossette di Venere. Si sente solleticare e con la mano si sfiora il fianco, continuando poi a dormire.
Sorrido senza fare rumore. Non voglio svegliarla.
La cena a casa di Luca è stata piacevole e non troppo lunga, così siamo venuti da me abbastanza presto.
I suoi occhi hanno iniziato a brillare quando le ho fatto vedere di aver lasciato lo spazio nell'armadio dove aveva tenuto i suoi vestiti durante la permanenza in casa mia. Le sue braccia hanno circondato il mio collo e le nostre labbra non hanno perso tempo in chiacchiere.
A casa di Luca abbiamo consumato due rapporti fatti d'urgenza e desiderio rimasto inappagato per due lunghi mesi, ma arrivati a casa, ci siamo dedicati anima e corpo l'uno all'altra. Credo di aver fatto l'amore per la prima volta. Non è stato solo sesso, passionale e piacevole. Ci sono state carezze e lunghi baci, parole dolci sussurrate. Sentivo i nostri corpi diventare una cosa sola. È stato pazzesco.
Subito dopo, è crollata tra le mie braccia, esausta e felice, tra un bacio e una carezza.
E io, io mi sento così completo da non sentire neanche più la stanchezza. Passerei ore a guardarla dormire. Come ho potuto pensare di farne a meno? Per un istante i miei pensieri s'incupiscono. Non riesco a spiegarmi come abbia potuto tradirla in quel modo. Cosa avevo in testa? Vorrei poter tornare indietro e cancellare quello stupido errore che ancora mi tormenta.
Clara si rigira nel letto e apre appena gli occhi. Si sforza di mettere a fuoco il mio viso nella stanza poco illuminata dalle luci che provengono dalla piscina. «Ehi», dice con un sorriso dolce.
«Ehi.» Sfioro il suo viso e le lascio un bacio leggero sulle labbra. Lei continua a guardarmi, senza parlare. «Che c'è?» Scuote il capo e la stringo a me appena noto i suoi occhi diventare lucidi. «Vuoi dirmi che succede?» domando con dolcezza.
Mi stringe ancora un po' e senza riuscire a guardarmi in viso dice: «È che ho sognato tante volte di essere di nuovo qui con te, poi mi svegliavo ed era tutto così triste perché non c'eri.»
Sento una goccia cadere sul petto e il mio cuore sembra aprirsi in due. «Mi dispiace», sono le uniche parole che riesco a dire.
Lei si mette dritta e asciuga il viso, sforzandosi di sorridere. «Scusami, è stato solo un attimo. Non accadrà più.»
«Non devi scusarti. Sei sincera e lo apprezzo.»
«Ma io non voglio che tu ti senta sempre in colpa. Farò più attenzione.» Piega le ginocchia e si siede sui talloni «e poi ora stiamo insieme. Non ho più motivo di essere triste.» Sorride, sinceramente felice.
Sorrido di nuovo anch'io e mi sento subito meglio. «Dovresti indossare qualcosa. L'aria che entra dalla finestra è fresca e umida.» Lascio scivolare la mano lungo la sua coscia fino al ginocchio «hai le gambe fredde. Ti prenderai un raffreddore.»
«Credevo ti piacesse di più questo stile.» Fa scorrere le dita lungo lo sterno fino all'ombelico, passando per i suoi seni pieni e sodi.
«Io ti adoro sempre. Anche se questo stile ti sta divinamente.» Prendo un grosso respiro. «È solo un po' troppo tentatore.» Sorrido, mentre mi guarda maliziosa. È sempre così schietta e passionale, pronta anche a prendermi a schiaffi se l'occasione lo richiede. Non riesco più a fare a meno di lei.
Si avvicina gattonando e prende il mio labbro tra i denti. «Sei stato dolce e attento, mi hai regalato il lato più altruista di te e gran parte del tuo cuore. Ora lascia venire fuori il tuo lato più selvaggio, quello di cui mi sono innamorata, quello che mi ha fatto svegliare di notte con la voglia di correre da te e prendermi tutto.» Le sue mani scivolano lungo il mio petto, mentre continua a sussurrarmi parole maliziose tra baci e respiri profondi.
Come posso restare inerme a tale provocazione? Come posso rifiutarmi di esaudire una richiesta tanto sensuale? Le avvolgo il braccio intorno alla vita e capovolgo la situazione, portando il suo corpo sinuoso sotto il mio. «Credevo volessi l'amore.» Mi sottraggo al suo bacio e riesco a cogliere il disappunto nel suo sguardo.
«Io voglio tutto.» Si aggrappa alle mie spalle e viene a prendersi ciò che le ho negato. «Tu sei pronto a darmi tutto?»
«Più che pronto.» M'impossesso delle sue labbra che diventano sempre più rosse «Siamo io, te e nessun altro. Sei solo mia.»
«E tu sei solo mio.» Prende il mio viso e mi guarda dritto negli occhi.
«Solo tuo. Sempre.»
Il suo viso felice mi da la pace che cercavo. Con la mente libera da altri pensieri, riesco finalmente a dedicarmi a noi.
Non smettono le mani di cercarsi, né le bocche di baciarsi. Ed è passione, è amore. È ogni cosa, perché noi siamo tutto.
Questa notte è stata una notte di fuoco. Non credevo di riuscire a sorprendermi ancora, ma Clara è una scoperta continua.
Appena svegli, abbiamo deciso che un bagno in piscina era la cosa giusta da fare.
Ed eccoci qui. Mi immergo completamente e dopo due bracciate risalgo in superficie, sfiorandole la pancia, per ritrovarmi fra le sue braccia a baciare la sua bocca sorridente. «Lavori oggi?» le sistemo i capelli dietro l'orecchio.
«No. Riprendo lunedì.»
«Vuol dire che abbiamo il weekend tutto per noi.» Le do un bacio a stampo con tanto di schiocco.
Alza il dito indice. «A una condizione.»
«Sarebbe?» prego affinché non sia qualcosa di complicato.
«Che oltre a fare l'amore, parliamo un po'.»
Parlare? Di cosa dovremmo parlare? Maledizione! Spero di non aver storto il naso. L'ultima cosa che voglio, è che creda che io non voglia far altro. «D'accordo», rispondo poco convinto.
«Sei preoccupato?» tenta di incrociare il mio sguardo, cosa che invece io provo a evitare.
Clara è perspicace, capirebbe che ho dei dubbi.
«Dovrei esserlo?»
Prende il mio viso tra le mani e alza la testa per guardarmi negli occhi. «Voglio conoscerti davvero. Vorrei che mi parlassi anche di quelle cose che ti tormentano tanto da credere di non meritare la felicità.»
Come fa a trovare sempre le parole adatte? I suoi occhi sono un qualcosa di unico, mi fanno venir voglia di confessare ogni pensiero. La bacio con dolcezza. «Potrai chiedermi tutto ciò che vuoi.»
«Ti ringrazio.»
«Non sapevo sapessi fare i pancake.» La osservo divertito, mentre si barcamena tra padelle e utensili.
«Sì, ma non eccitarti troppo, sono una frana in cucina. Questa è l'unica cosa che mi riesce.»
«Ed è possibile saper fare una sola cosa? La frittata non dovrebbe avere un procedimento simile?» prendo posto con il mio caffè per godermi lo spettacolo.
Dopo due minuti di completo silenzio e un baccano di stoviglie, si decide a rispondermi. «Mia madre ha sempre desiderato che facessi la modella, quindi mi teneva strettamente a dieta. Sempre.» Continua a dedicarsi alla cucina, senza voltarsi nella mia direzione neanche per un attimo «così un giorno, dopo aver avuto un brutto litigio con lei, comprai un libro di dolci. Ci misi un po' per sceglierne uno interessante, ma alla fine lo trovai. Eseguii la ricetta per i pancake e ne feci una scorpacciata.» Nella sua voce un misto di fierezza e tristezza. «Da quel momento, la ricetta dei pancake mi ha aiutata a superare tutte le liti che ho avuto.»
«Quindi perché li stai preparando oggi?» sorseggio il mio caffè.
«Questa volta è solo perché volevo prepararti qualcosa con le mie mani.» Si gira verso di me con in mano un piatto colmo di pancake e un enorme sorriso. Ma anche se sta sorridendo, riconosco nei suoi occhi un velo di tristezza.
«Lei lo sa?»
Torna seria e ripone il piatto sul tavolo. «Cosa, esattamente?»
«Sa che ti ha ferita?»
Clara abbassa lo sguardo e prende un bel respiro. «Sono cinque anni che non parlo con mia madre», prende un pezzo di pancake e se lo porta alla bocca senza appetito.
«Mi dispiace, non lo sapevo.»
Liquida in fretta quella sensazione di malinconia e delusione e torna a sorridere. «Non preoccuparti. Ora pensa a mangiare, prima che si freddino», adagia nel mio piatto un disco soffice e ben dorato. «Non c'è molto da dire su mia madre. Fare la modella era il suo sogno, poi è rimasta incinta di me e ha dovuto dire addio a tutto. Una ragazza madre, senza l'appoggio della propria famiglia, deve fare delle scelte difficili. Così il suo sogno è diventato il mio, anche se non lo desideravo poi tanto. Ma volevo che fosse fiera di me, e l'ho accontentata.» Fa un sorriso amaro. «Non sapevo che non sarebbe mai stato abbastanza. Sono stata una sciocca a pensare che il suo fosse un amore incondizionato. "Un'indossatrice per un atelier? È solo una modella che non è stata in grado di arrivare a calcare le passerelle che contano".» fa un cenno con la mano, imitando sua madre con voce buffa.
Sento lo stomaco chiudersi e un'enorme voglia di abbracciarla, ma la lascio concludere. «Dice che è colpa della mia testardaggine. Perché non ho mai fatto attenzione alla mia linea. Ho troppe curve per essere una modella d'alta moda.» Spazza via una lacrima dal viso e trattiene respiro per non crollare.
«Sono grato ogni giorno per le tue curve. I tuoi seni sono perfetti e il tuo sedere è da prendere a morsi. Anche uno straccio indossato da te acquisisce valore.» Mi avvicino senza distogliere lo sguardo dal suo. La mia mano sfiora la pelle delicata del suo viso. Poso le labbra sui suoi occhi. «I tuoi occhi sembrano due smeraldi», poi passo alla bocca «le tue labbra hanno il colore delle fragole.» Arrivo al collo «hai un profumo che mi fa impazzire.» La metto seduta sul tavolo e apro la mia camicia, quella che sta indossando in questo momento.
Sotto è completamente nuda e mi perdo nei dettagli della descrizione più intima, accompagnando ogni parola a baci delicati.
«Sei perfetta e io ti voglio così, esattamente come sei.» Sono le mie ultime parole, prima di fare del tavolo il nostro letto di fortuna.
~
«Credi che dovremmo smetterla?» scoppia in una grossa risata e trascina anche me, mentre siamo entrambi distesi sul grosso tappeto della zona living, a pancia in su e nudi.
«Il weekend è appena iniziato. Inoltre abbiamo molto da recuperare.» Le prendo la mano e la bacio.
«D'accordo.» Sorride ancora. «Passiamo al prossimo argomento.» Si rimette in piedi e la guardo mentre indossa di nuovo la mia camicia.
«Credo di sapere quale sarà.» Mi rivesto anch'io.
«Se non vuoi parlarne...»
La taccio con un bacio. «Ti ho fatto una promessa e intendo mantenerla.»
«Sì, ma non voglio che ti senta obbligato.»
«Non mi stai affatto obbligando. E poi sono passati anni, non fa più così male.» Clara mi rivolge uno sguardo poco convinto. So esattamente cosa vorrebbe dire e apprezzo che si trattenga dal farlo. D'altronde a causa del mio rapporto con mio padre, quella sera ho bevuto come una spugna e ho fatto sesso con Serena, motivo del nostro allontanamento. Non lo dirà, ma avrebbe tutto il diritto di farlo. «La farò breve. Mio padre ha lasciato mia madre per un'altra e lei è stata sul punto di togliersi la vita. Per anni è stata in terapia e io non smetterò mai di incolparlo per quello che ci ha fatto passare. Ho dovuto badare io a lei per un lungo periodo di tempo.» Mi siedo sul divano e prendo un bel respiro «mio padre, invece, ha lasciato anche l'altra per un'altra ancora. Ed è andato avanti così per il resto della sua vita. Ha avuto altri due figli da una donna che è arrivato anche a sposare, ma che non si è riuscito comunque a tenere. Come tua madre, anche lui aveva previsto per me la strada da seguire. Voleva che diventassi un dottore come lui, ma ho scelto di diventare un avvocato, cosa che lui odia. Sono la sua "più grande delusione". Così mi ha detto. Ancora oggi, ogni tanto finge di voler ricucire i rapporti, ma io non potrei mai fare questo a mia madre.» Clara si siede accanto a me e mi prende la mano. «Io gli somiglio molto e ho sempre temuto di avere una relazione seria. Non volevo far soffrire nessuna, come lui ha fatto soffrire mia madre.» Prendo entrambe le sue mani e le stringo tra le mie «invece ho fatto soffrire l'unica persona di cui io mi sia mai innamorato. Sono patetico.» Non riesco a trattenere una lacrima, unico sfogo dopo tanto tempo.
«Tu non sei patetico», mi stringe forte a sé, «e non voglio che tu ti senta ancora in colpa per una cosa passata. Ora sono qui e...» mi prende il viso tra le mani «e ti amo», dice con un tono tanto dolce da far sciogliere il mio cuore.
«Ti amo anch'io.»
Il nostro bacio è sereno, dolce, pieno d'amore. Il suo sapore è diverso dal solito e il suo significato è del tutto nuovo.
Quante cose sto imparando.
E sei tu, Clara, quella che me le sta insegnando. Amami e io ti restituirò questo amore moltiplicato per cento, senza più paura; perché è con te che voglio camminare lungo questo nuovo sentiero.
Tu sarai mia e io sarò tuo.
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