Un aiuto inaspettato


John sapeva che Molly poteva essere la soluzione. Certo, aveva sofferto, quando si era resa conto che c'era qualcosa di più dell'amicizia tra lui e Sherlock. Quando Eurus a Sherrinford, lo aveva costretto a dichiararle il suo amore per salvarla, lei aveva creduto che fosse realmente innamorato.

Sherlock benché provasse del sentimento per Molly, amava John da sempre. E quando il dottore si rese conto di avere la stessa attrazione per lui, le frequentazioni con Molly finirono. Mandarono Mycroft, che come sempre si prendeva sulle spalle tutti i problemi del fratello a chiarirle la situazione in cui si erano ritrovati a Sherrinford.

Mycroft mediò la situazione, offrendo il suo appoggio e la sua compagnia discreta, per un paio di settimane, ma lei troppo addolorata, aveva declinato l'aiuto. Lui come al solito, si era ritirato in silenzio. Sherlock aveva intuito che Mycroft nutriva una simpatia profonda per Molly, ma in quel momento non poté fare nulla.

Hooper distrutta dal dolore, cadde in depressione e divenne apatica e solitaria. Loro due sentendosi responsabili del suo malessere, la aiutarono. Lentamente con pazienza ne venne fuori.

Rimase amica di entrambi. Li frequentava con regolarità. Molte volte si occupava di Rosie per cui fu normale che incontrasse Mycroft ogni tanto. Il loro rapporto era formale, ma John si era accorto che lui era contento di vederla.

Pensò fosse una buona idea chiedere il suo aiuto, perché lei sapeva quali farmaci potevano aiutare Mycroft. Così decise di prendere l'iniziativa e di farle visita.

" Sherlock, devo uscire. Prenditi una pausa e guarda Mycroft." Il giovane annuì.

"Bene, ma torna presto. Rosie diventa impaziente quando manchi." Watson gli sorrise e assentì, prima di uscire preparò la fiala per Mycroft.

Quando se ne accorse, sbuffò innervosito. Sapeva che doveva ubbidire, l'aveva promesso al fratello.

"Dio, John, la tua cura mi intontisce, non riesco a ragionare." Mycroft non riusciva ad adattarsi ai farmaci. E lui doveva insistere.

"Devi dormire, niente di più, riposare il più possibile, mio caro Mycroft."

Sherlock guardava il fratello dalla cucina con aria truce. Il maggiore si arrese, borbottò qualcosa d'incomprensibile, scoprì il braccio, mugugnando seccato.

Se ne andò in camera infastidito, dove si lasciò andare sul letto ancora vestito. Fu prontamente ripreso dal fratello minore. "Mettiti comodo, per Dio! Da quando dormi con gli abiti?"

Mycroft prese a lagnarsi, indossò il pigiama, sentì l'effetto del farmaco, si infilò sotto le coperte. La sua testa sembrava fluttuare in un mare di schiuma, non sentì Sherlock che lo copriva, né la sua mano delicata sulla fronte. Era già nel buio totale.

John finito il suo compito uscì per andare da Molly e chiederle il suo aiuto.

La trovò nel laboratorio, dove aveva incontrato la prima volta Sherlock.

"Giorno Molly." Entrò educatamente, lei si girò a guardarlo curiosa.

"Buon giorno John. Hai problemi con Rosie?" Si preoccupò, ma lo vide sereno e capì che c'era dell'altro.

"No, ma lo sai che sei la benvenuta e Rosie è felice quando ti vede. Piuttosto si tratta del fratello di Sherlock." Lo guardò incuriosita.

"Mycroft? " Molly si ricordò dell'austero fratello Holmes che aveva incontrato a casa loro.

"Diciamo che non sta molto bene e anche in due non riusciamo ad aiutarlo. Così ho pensato a te, che in un certo senso puoi capirlo meglio."

"Cosa ha combinato, Mycroft non ha bisogno di nessuno che io sappia." John si rabbuiò.

"Lui sta passando un momento difficile, un pò come quello che hai passato tu sei mesi fa."

"Non mi dire! Mycroft fa i conti con sé stesso? Sarebbe una novità." Molly era divertita al pensiero del vecchio Holmes con i rimorsi di coscienza.

"Beh, Molly, non è proprio così." John era terribilmente serio, lei lo avvertì e si ricompose.

"Sherlock è riuscito a fermarlo mentre stava per mettere fine alla sua vita." Prese aria. "Stava per suicidarsi." Watson non riusciva ancora a pronunciare quella parola senza agitarsi.

Lei rimase senza fiato. "Dio, scusami. Mi dispiace, credimi, era stato gentile con me, mi aveva anche chiesto il permesso di aiutarmi dopo i fatti di Eurus. Ma io lo allontanai, ero così tanto arrabbiata con Sherlock che non volevo intorno un altro Holmes."

Molly sentì un dispiacere sottile crescere dentro, perché sapeva che Mycroft aveva dato tutto per Sherlock, superando ogni limite concesso. Fissò John decisa di sapere di più.

"Perché mi chiedi aiuto, e perché a me?"

"Perché sinceramente la situazione ci sta sfuggendo di mano e forse tu potresti comprendere meglio ciò di cui lui ha bisogno." John era scosso e riponeva le sue ultime risorse su di lei.

"Le mie medicine lo limitano e non le sopporta, so che tu puoi aiutarmi a modulare una cura che lo aiuti."

"Lo stai calmando o inibendo?"

"Tutte due, ma spesso il suo fisico non le accetta. Cerco di mantenerlo calmo e di farlo riposare, ma l'effetto finisce per essere devastante per quella mente acuta che si ritrova."

Hooper si agitò confusa, poteva immaginare il tormento che subiva la mente in tempesta di Mycroft.

"Lui sa che potrei vederlo? Come prenderebbe le mie visite?"

"Ne parlerò a Sherlock, decideremo che tu ci sostituisca, quando non possiamo alternarci con Rosie. Mycroft sa che vieni per lei. Ti prego Molly dammi una mano, sia per Sherlock che per lui."

John sembrava disperato. Lei capì la situazione, si sentiva dispiaciuta per Mycroft. Lo aveva sempre considerato gentile e misurato. Non si spiegava il suo crollo mentale. Così accettò spinta dalla voglia di conoscerlo meglio.

"Va bene, fammi sapere. Ti aiuterò, spero solo che riusciate a convincerlo."

"Grazie Molly, soprattutto perché mi trovo in difficoltà. Loro sono così devastanti, emotivamente parlando, così lontani e così fortemente legati. Dio, Molly, proteggi uno e sbanda l'altro. Calmi uno e l'altro si infiamma. A volte non so più cosa fare."

Si sentì improvvisamente stanco. Lei si avvicinò, gli accarezzò la spalla con tenerezza. "Vieni prendiamo un caffè."

La seguì rassegnato. Hooper era la persona più disponibile e dolce che avesse mai conosciuto. E si sentì sollevato.

Tornato a casa, rivelò il suo piano a Sherlock. Che fu soddisfatto. Sapeva che Mycroft sarebbe stato al sicuro con lei e oltretutto il fratello nutriva una calda simpatia per Molly, anche se non l'avrebbe mai ammesso.

Mentre cenavano tutti insieme lo misero al corrente della nuova decisione e lui quasi si strozzò.

La dottoressa non gli era completamente indifferente, ma si sentiva in difetto a mostrare la sua debolezza. Il recalcitrante Mycroft, dapprima protestò con veemenza, ma poi si adattò ad accettare la compagnia di Molly Hopper.

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