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Sono al parco, perché devo rilassarmi, il contatto a piedi nudi sull'erba fresca mi ridanno nuove energie.
Ho riportato a casa la mia collega Anna, che è stata molto educata e non mi ha chiesto chi fosse quel pazzo che si è presentato alle 7 del mattino con una colazione che non facevo più da almeno 9anni a questa parte.
Lei con un gesto della mano disse soltanto: è evidente che ti conosce appena, noi siamo colleghe da tanto e anche se non abbiamo un rapporto di vera amicizia ma di rispetto reciproco, conosco i tuoi gusti come tu sai delle mie paranoie.
Si fece quella risatina argentina, ho aprezzato il suo tatto a non farmi domande.
Sono tornata a casa ma mi sentivo soffocare tra i panni da preparare per l'incontro di domani e la spesa da fare. Ormai sentivo l'eco nel mio frigo vuoto.
Ma vedendo l'erba cosí fresca del parco non ho resistito e al ritorno della spesa, ho parcheggiato.
Qui Sono tra quelli che al ritorno d'ufficio portano a spasso il cane, il gruppo di yoga che qualche volta mi sono aggiunta, e quelli che pregano verso la Mecca, da loro vengo chiamata la 'spilungona' ogni tanto mi aviccino per alcune traduzioni, quando sento che il mio arabo è un po' arrugginito.
Sono anche uscita una volta con uno del gruppo ma non eravamo compatibili sotto nessun aspetto quindi siamo rimasti in buoni rapporti.
La mia "zona" quella che scelgo sempre, Qui al parco è lontana da occhi indiscreti ma io dalla mia panchina riesco ad avere un Buon visuale della sittuazione che mi circonda.
Stamattina avevo dimenticato la gonna sul divano e non volendo tornare di là dove mi aspettava una brutta copia del Cesare che ricordavo, ho preso l'unico indumento pulito appeso in bagno che ho trovato, dei pantaloncini a gonna Neri menomale che sotto la camicia azzurrina stavano bene.
Passeggio avanti e indietro, i tacchi sono abbandonati sulla panca.
Il capo oggi mi ha convocata, ero nervosa. Anna mi aveva detto che in questi giorni stanno licenziando parecchia gente per via della fusione.
"Se ti catapultassi nel 21* secolo saresti al corrente dei cambiamenti in un nano secondo. Ma non hai letto nemmeno le email quindi ora non ti troveresti impreparata alla convocazione" aveva sentenziato la mia collega.
Io non voglio vivere nell'attesa di un bip. Perciò con il mio dinosauro di cellulare mi trovo bene, serve a telefonare è questo che faccio, uffa.
Il capo ha deciso che Sono preziosa per l'azienda perché sono poliedrica, cosí mi ha definita, quindi farò parte del gruppo trasferte. Sede temporanea Roma. Ma dovrei lasciare il mio piccolo monolocale, da 10 anni il mio rifugio. La decisione è tra rimanere ed essere licenziata o trasferirmi alla nuova sede e assicurarmi uno stipendio che mi possa mantenere. So qual'è la scelta giusta. A Roma sarei poi lontana dalle irruzioni di mia madre, con le sue manie per la pulizia e l'ordine. Pronta con la candegina a togliere anche le macchie dei miei schizzi sul muro che secondo lei non è affatto arte ma solo l'espressione confusionaria e cassinista della mia testa che mi ordina di vivere in un porcile e non in un luogo decente che si possa chiamare appartamento.
"Lascia stare queste illussioni, Non troverai mai un marito, trovati un posto che puoi chiamare casa non che assomigli a un tugurio"
Le parole risuonano nella mia mente e sono più che decisa ad abbandonare tutto pur di avere pace nella mia vita. Esausta mi accascio sulla panca.
Mi Sono addormentata, il risveglio è lento, qualcuno mi sta facendo i massaggi alle spalle. Il mio cervello ci mette un po' a capire che non sono nel mio letto...
"Shh tranquilla, sei cosí tesa..."
Cesare, è lui!
"Cosa vuoi?" bisbiglio, ricevere un massaggio Lo accetto volentieri!
"Ricordi quando ci promettendo che qualunque cosa fosse successa tra noi saremmo rimasti buoni amici?"
"Mmh" sono troppo rilassata per rispondere con parole di senso compiuto.
"Per un attimo possiamo tornare a quella promessa? Mi manca la mia amica, mi manca sentire le tue teorie strampalate sui quadri che andavamo a vedere, mi mancano le tue pazzie Come trovarti sdraiata su una panca al tramonto senza scarpe"
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