Parte 1
Si avviò lentamente verso l'auto parcheggiata nel vialetto di fronte casa. Era ancora buio e faceva discretamente freddo, ma si fermò comunque a dare un'occhiata in giro.
L'unico aspetto positivo di doversi svegliare all'alba, era che non avrebbe di certo trovato traffico, sarebbe arrivata a lavoro in netto anticipo. Poteva permettersi di fermarsi qualche altro minuto a curiosare.
Diede la solita occhiata alla casa di fronte, era davvero troppo presto per sperare di vedere un qualunque tipo di movimento. Di sicuro stavano ancora dormendo.
Maledì di nuovo se stessa e il giorno in cui scelse di trasferirsi proprio in quel quartiere; si era lasciata convincere dal fatto che fosse molto tranquillo e abbastanza vicino all'ospedale dove avrebbe prestato servizio.
Le due coinquiline, che già vivevano nel villino, avevano fatto il resto. Già a primo impatto, con il loro modo di fare aperto e accogliente, le avevano tolto anche l'ultima, piccola incertezza che le era rimasta.
L'unica cosa che non aveva preso in considerazione era stata proprio la presenza dei vicini. Ma come avrebbe mai potuto immaginare che potesse succedere una cosa simile?
Dopo quasi tre mesi che viveva lì, si ritrovava a sospirare di continuo, ogni volta che il suo sguardo si posava su quella casa.
La sua casa.
Accese il motore e l'auto cominciò a muoversi lentamente, proprio nel momento in cui distolse lo sguardo dal vialetto dei Ryan, ne venne di nuovo attratta. Notò uno strano movimento, nel giardino, che la costrinse a sporgersi per cercare di capire di cosa si trattasse.
Spalancò gli occhi quando la vide.
Si stava praticamente calando dalla finestra per raggiungere il suo ragazzo che, ansioso e con le braccia aperte, seguiva la sua scalata.
Rimase con il fiato sospeso, la paura che potesse cadere da un momento all'altro la fece rimanere immobile. Poté finalmente respirare, quando la vide toccare terra.
Il ragazzo la strinse subito in un forte abbraccio.
Furono praticamente costretti a passare davanti la sua auto, la ragazza incrociò lo sguardo con il suo e si fermò per farle un cenno di saluto.
Keelay uscì dall'auto, agitata e furiosa a causa di ciò che aveva appena visto.
'Sei impazzita? Potevi romperti l'osso del collo, non hai imparato nulla dall'ultima volta?'
'Abbassa la voce' le intimò la ragazza sorridendo 'vuoi svegliare tutto il vicinato?'
'Stai scherzando?'
'Sono pochissimi metri' cercò di sdrammatizzare, non voleva di certo che andasse a riferirlo a sua madre 'E poi... se fossi caduta ci avresti pensato tu a ripararmi'
'Sono solo un'interna in medicina, non faccio miracoli'
'Ti stai sottovalutando, sei troppo modesta'
Il ragazzo si avvicinò e le sussurrò qualcosa all'orecchio, la prese per mano tirandola via.
Lei sorrise e, prima di seguirlo, le fece un cenno di saluto.
Li vide allontanarsi in fretta, abbracciati.
Rimase a fissare le loro sagome rimpicciolirsi sempre di più, finché non sparirono del tutto alla sua vista.
Rassegnata al fatto che niente avrebbe convinto quella ragazza a mettere la testa a posto, rientrò in auto.
Non poté fare a meno di ricordare il giorno in cui l'aveva vista per la prima volta, due mesi prima.
Era entrata nel pronto soccorso con un braccio intorno al collo del ragazzo, zoppicava cercando di posare a terra una sola gamba. La smorfia di dolore sul suo viso l'aveva convinta ad avvicinarsi a lei con una certa urgenza.
L'aveva fatta accomodare su uno dei lettini, per farle le solite domande di rito.
Il cognome e l'indirizzo che scrisse sul modulo di accettazione le furono più che familiari.
Esaminò con cura la ragazza, non l'aveva mai vista da così vicino.
Fu attratta dal colore dei suoi occhi e dalle sue labbra. Il suo sguardo fu sicuramente troppo intenso, lei la guardò a sua volta, stringendo leggermente le palpebre.
'Ci conosciamo?' le domandò pensierosa, poi spalancò gli occhi 'Ma certo, sei la nuova vicina di casa. Vivi con Layla e Marlie, se non sbaglio'
'Non sbagli' confermò cominciando a tastare la gamba dolorante. Lo fece con estrema cautela, alla ricerca di una frattura o di una distorsione.
Elisha mosse la gamba e lei si fermò subito 'Ti fa male?'
'No, scusa, mi hai fatto il solletico' rispose regalandole uno dei più bei sorrisi che avesse mai visto in vita sua.
Ricominciò a tastare la gamba, ma quel contatto e quella vicinanza la stavano seriamente mettendo a disagio.
Decise che sarebbe stato più saggio mandarla a fare delle lastre, doveva assolutamente stare lontana da lei. Quello che provava standole vicino non era normale.
Prima di lasciare la sala del pronto soccorso, la ragazza si voltò per farle un cenno di saluto.
I loro occhi si incrociarono e, da quel giorno, Elisha divenne la sua ossessione.
OGGI
'Jaz, hai finito per questa sera?'
La voce del collega le arrivò stranamente troppo allegra e squillante. Keelay alzò lo sguardo, si rese subito conto che doveva appena aver iniziato il suo turno di lavoro.
Dopo dodici ore di fila in quell'ospedale, nessuno sarebbe stato così allegro.
'Quasi, Mitch, oggi c'è un problema con il sistema, va più lento del solito' rispose con voce stanca, era ormai quasi a fine turno e desiderava, più di ogni altra cosa al mondo, terminare di scrivere quel dannato rapporto e andarsene a casa.
L'uomo si avvicinò di più a lei e abbassò notevolmente il tono della voce 'Non c'è nessun problema, ho saputo che l'intero sistema viene tenuto sotto controllo dai piani alti'
'Per quale motivo?'
'Questo non lo so, ma stanno controllando tutte le cartelle, tutti i malati. Fanno particolare attenzione ai decessi delle ultime due settimane'
'Molto strano in effetti' chiuse gli ultimi due file con un sospiro 'devo staccare tra mezz'ora, spero che non mi incastrino anche stasera'
'Impegni importanti ti attendono?'
Lo guardò sorridendo, non avrebbe mai smesso di provarci.
Mitch era un bel ragazzo, alto e fisicamente piacente.Un sorriso rassicurante e i modi di fare gentili, probabilmente sarebbe stato il sogno di molte donne.
Certamente non era il suo genere.
'È giovedì, ricordi? Ho il consueto appuntamento con il JKD' .
'Ah, è vero. Quella roba dove vi picchiate. Prima o poi dovrò venire a vedere come funziona, sono davvero curioso'
'Non ci picchiamo affatto, è solo una disciplina ed è perfetta per l'autodifesa'
'Allora prima o poi dovrò venire a vedere come vi auto-difendete' si corresse subito ridendo.
Lei annuì, ma erano mesi che lo diceva e ormai era più che certa che non lo avrebbe mai fatto.
DUE MESI PRIMA
Era stata veramente una giornata pesante. Aveva dovuto lavorare quasi tre ore oltre il suo turno, lo stomaco cominciava a brontolare, le fu difficile persino capire se avesse più fame o sonno.
'Dottoressa'
Riconobbe immediatamente la sua voce e si voltò, la vide camminare verso di lei, zoppicando leggermente.
'Elisha' le andò incontro e lei, quando fu abbastanza vicina, si appoggiò alle sue mani 'scusami, mi sono dimenticata di controllare la tua cartella, che ti hanno detto in radiologia?'
Non era la verità, aveva mentito.
In realtà l'aveva evitata di proposito. Non riusciva a spiegarsi l'effetto che le faceva e, finché non fosse riuscita a controllarlo, l'unico modo che aveva di frenarlo era evitarla il più possibile.
'Fortunatamente non c'è niente di rotto, dicono che entro una settimana tornerò come nuova'
'Sono felice per te' era rimasta davanti a lei a fissarla, il suo sguardo aveva il potere di metterla in imbarazzo.
'Comunque io sono Keelay, preferirei non essere chiamata dottoressa quando non sono di turno'
'Certo, mi pare giusto'
'Il tuo ragazzo non è rimasto?' si guardò intorno per cercarlo, sperando che spuntasse da qualche parte, giusto in tempo per salvarla da quegli occhi che la stavano osservando da troppo tempo e troppo intensamente.
'No, purtroppo è dovuto andare agli allenamenti'
Keelay non lo disse, ma trovò poco carino il fatto che l'avesse lasciata sola in quel frangente.
'Sai, lui gioca a football'
Il silenzio che seguì fu piuttosto imbarazzante, non era certa che sarebbe riuscita a reggere ancora per molto il suo sguardo.
Poi un pensiero le passò per la mente.
Elisha abitava nella casa accanto alla sua.
Aveva una gamba fasciata ed era rimasta sola.
Lei era con la sua auto.
Tutto la portò a pensare che, nemmeno volendo, avrebbe potuto evitare di offrirle un passaggio e riaccompagnarla a casa.
Si arrese all'evidenza e abbozzò un sorriso.
'Andiamo, ti farò provare l'ebrezza della mia guida' la aiutò a raggiungere la sua auto e le aprì la portiera.
La ragazza si aggrappò letteralmente a lei, si piegò per aiutarla a sistemare la gamba, Keelay si accorse troppo tardi di esserle troppo vicina. Si girò verso di lei e i loro sguardi si intrecciarono. Avere i suoi occhi cosi vicini fu il colpo di grazia.
'Mi dispiace darti tutto questo fastidio' Elisha mostrò di essere sinceramente dispiaciuta 'di solito sono molto indipendente ma con questa...' indicò la gamba ferita alzando le spalle.
Keelay si tirò indietro e chiuse lo sportello.
'Ma figurati, nessun fastidio' rispose salendo al lato guidatore.
Avviò l'auto immettendosi nel traffico, cercò qualcosa di interessante da dire, ma non riuscì ad elaborare nulla.
Ogni tanto si voltava a guardarla.
Non le era mai capitato nulla del genere, tutto di quella ragazza la attirava.
La sua voce, la sua risata, il suo gesticolare... ogni minimo movimento che faceva appariva ai suoi occhi semplicemente perfetto.
Il suo sguardo la uccideva, ogni volta. Letteralmente.
'Sei stanca?' ci pensò lei a rompere il silenzio, ma tutto si sarebbe aspettata meno che una domanda del genere.
'Si nota molto? Questo lavoro mi sta distruggendo, quattordici ore di fila sono veramente disumane. E sono stata anche fortunata'
'Mi sembra tutto abbastanza chiaro. Grazie a te, ora sono consapevole del fatto che medicina non faccia per me. In realtà non ho ancora deciso come continuare gli studi e mia madre è disperata'
'Gli studi sono importanti, dovresti veramente pensarci bene'
Elisha si voltò per osservarla attentamente, prima di lasciarsi scappare una risata.
'Tu devi essere una di quelle ragazze tutte precisine che seguono sempre le regole e non si lasciano mai andare, non è vero?'
Non sarebbe stata una cosa carina da sentirsi dire in situazioni normali, ma la sua voce- e il tono che usò per esprimere il suo pensiero - la fecero sorridere.
'Che c'è di male nel seguire le regole?'
'Oh... assolutamente nulla, solo che ti perdi metà del divertimento, in quel modo'
Il suo atteggiamento da donna vissuta, intenzionata a darle lezioni di vita, le strapparono una risata.
'Ci sono tanti modi di divertirsi nella vita, ti assicuro che è possibile farlo anche seguendo le regole'
Parcheggiò nel vialetto di casa e spense il motore.
'Mostramene uno, mostrami un modo di divertirsi seguendo le regole. Io ti mostrerò un modo fuori le regole e poi decideremo quale, tra i due, sarà stato il più divertente'
Le rivolse uno sguardo sicuro, aspettando una sua risposta.
'Cosa si vince?' rispose divertita, non era assolutamente intenzionata a passare del tempo con quella ragazza. Non si fidava di se stessa e di ciò che stava provando.
'Se accetterai questa scommessa, vincerò a prescindere'
Scese dall'auto e le aprì la portiera, poi la aiutò a uscire, facendo attenzione, questa volta, a non avvicinarsi troppo a lei.
Fu la madre ad aprire la porta e, non appena la vide con la gamba fasciata, si portò la mano alla fronte.
'Cosa hai combinato stavolta? Non si può stare un attimo tranquilli con te'
Elisha entrò senza dire niente, rivolgendo a Keelay un sorriso soddisfatto.
'Vado in camera' cominciò a salire faticosamente le scale, appoggiandosi al corrimano.
Rimasero entrambe a guardarla finché non sparì alla loro vista.
Le presentazioni di rito furono obbligatorie, la donna sembrò felice di conoscere la nuova vicina.
Keelay si sentì in dovere di dare delle spiegazioni, visto che la ragazza se ne era andata senza dire nulla.
'Lavoro in ospedale e ho incontrato sua figlia al pronto soccorso, mi è sembrato giusto riaccompagnarla a casa'
'Hai fatto benissimo, ti ringrazio' la donna passò direttamente al tu, era una persona parecchio informale, lo si capiva dai gesti e dal sorriso che le stava rivolgendo 'io sono Madison, spero che mia figlia si sia comportata bene.'
'È una brava ragazza'
'Lo è, ma sembra che si diverta a recitare la parte dell'asociale, quando invece potrebbe essere così...' lasciò la frase in sospeso, sospirando rassegnata all'idea che sua figlia non sarebbe mai cambiata 'Ti ringrazio ancora, per averla riaccompagnata a casa'
Keelay si congedò velocemente, era davvero distrutta, se non avesse fatto in fretta avrebbe dovuto saltare la cena e buttarsi direttamente nel letto.
Mentre attraversava il vialetto, sentì la notifica di un messaggio.
Non apparve il nome, solo il numero.
==>Spero che mia madre non ti abbia ammorbata troppo :) Elisha
Le venne da ridere, si girò verso la casa da cui era appena uscita volgendo lo sguardo in alto, verso le finestre delle stanze da letto. La vide gesticolare per salutarla e ricambiò il saluto. Salvò il suo numero, prima di rispondere al messaggio.
Keelay ==> Come hai avuto il mio numero?
Elisha ==> Ho le mie fonti!!! :p
Scosse la testa sorridendo ed entrò in casa, le voci della serie tv preferita di Marlie accompagnò i suoi passi fino al salone.
'Buonasera ragazze' Layla e Marlie le fecero un cenno, ma non staccarono lo sguardo dallo schermo 'chi di voi ha dato il mio numero a Elisha Ryan?'
~~~
Accese il pc per fare una ricerca veloce su Keelay Jaz.
I risultati della ricerca la delusero, per il web quel nome era praticamente inesistente. Non appariva su nessun social esistente.
Fece una ricerca più approfondita nei database universitari e la trovò. Le uniche notizie su di lei, presenti in rete, riguardavano il suo percorso universitario, dal momento stesso in cui si era iscritta a medicina. Come se Keelay Jaz fosse nata quell'anno stesso.
Rimase ferma a osservare quelle poche notizie che aveva trovato, non l'avevano soddisfatta.
Ma non era intenzionata ad arrendersi al primo ostacolo. Senza pensarci su nemmeno un altro secondo, aprì la cartella dei messaggi.
'Ho bisogno che mi trovi tutte le informazioni possibili su una persona'
Inviò e attese la risposta.
'Ok dolcezza, mandami il nome e dammi una settimana di tempo ;)'
'Keelay Jaz. E smettila subito di chiamarmi dolcezza'
'Sarà fatto cucciolotta :p Ma lasciami lavorare, adesso'
Elisha evitò di rispondere, era il suo migliore amico, ma a volte era anche un vero e proprio idiota.
~~~
'Perdonami, non ho proprio pensato che potesse essere un problema per te, Elisha è solo una ragazzina, la conosco da anni e non credo proprio ti darà fastidio, dubito che possa essere stalker'
Marlie cercò subito di giustificarsi, il sorriso che Keelay le rivolse la rassicurò immediatamente.
'Non preoccuparti, volevo solo sapere in che modo avesse avuto il numero, se glielo hai dato non ci sono problemi. Mangio una cosa veloce, poi non mi vedrete per giorni'
Le due ragazze annuirono, quello era un messaggio in codice con cui le pregava di non fare troppo rumore. Aveva bisogno di dormire almeno otto ore di fila, per riprendersi dai turni stressanti degli ultimi giorni.
Scaldò una pizza congelata al volo e, per avvantaggiarsi, la portò in camera, avrebbe cenato mentre controllava la posta elettronica.
Quasi la metà delle mail arrivate erano pubblicità, le cancellò velocemente.
Rimase senza fiato e un leggero brivido le attraversò la schiena, quando lesse il mittente dell'unica mail rimasta.
Amanda Walker.
L'unica domanda che le venne in mente leggendo quel nome fu:
Cosa diavolo vorrà da me dopo quattro anni di silenzio?
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